olavaolaspacca : [post n° 307566]

cambio tutto?

Buongiorno a tutti. Ho assolutamente bisogno di un consiglio. Sono assunto con il solito contratto semi-fasullo in uno studio tecnico da più di sei anni : taante ore , stipendio in parte in nero. Ho sempre progettato e seguito pratiche edilizie, ma mai UNA volta in cantiere...quindi si può dire che non ho mai davvero fatto l'architetto, ma l'impiegato. Le prospettive di crescita sono sotto zero, eppure questi soldi a fine mese mi sono assolutamente necessari; ho il famoso "tempo indeterminato" anche se (fintissimo) part-time, e soprattutto non sono mai riuscito a trovare altro.
Provando e ri-provando,alla fine ho vinto un concorso per istruttore tecnico in un comune un po' lontano da casa, ma sempre nella mia regione...però è a tempo determinato, per soli tre anni. Non contavo proprio di superarlo, e adesso mi trovo ad un bivio. Che faccio? Cambio tutto e poi mi ritrovo a 37 anni disoccupato? O investo in un lavoro pubblico (che almeno ha un contratto con le ore giuste e il giusto stipendio) e spero nel futuro?
archiiunior :
Penso che sia il più grande bivio della vita lavorativa.
A mente fredda ti direi vai nel pubblico, sfrutta questi 3 anni per fare una nuova esperienza professionale, maaaaaaaaaaaa non fare l'apatico, siii dinamico, quel posto a volte vale oro, potresti avere più clienti di quanto pensi, crea un asse tra il pubblico e il privato.
biba :
Premesso che avrei tutti i dubbi che hai tu, un contratto di 3 anni al momento è il meglio che puoi avere secondo me... Il tempo indeterminato se mi dici dove lo trovi nella nostra professione mi fai un favore! E poi 3 anni sono lunghi, misurare questa scelta in base alle condizioni del mercato del lavoro di oggi secondo me è sbagliato. Alla male avrai intessuto dei rapporti coi comuni che ti faranno sicuramente comodo. E poi, diciamocelo, che prospettive di crescita hai nella tua situazione? Un datore di lavoro che dopo 6 anni che ti sbatti per lui non ti manda in cantiere e ti paga parte in nero, potrà mai darti delle soddisfazioni? Ti insegnerà mai quello che ti serve per poterti lanciare nella libera professione? Non penso.
(scusami, queste ultime considerazioni erano rivolte più a me stessa che a te!!)
kitto :
Prima di risponderti è fondamentale sapere la differenza tra i due lavori:
1. differenza ore lavorate;
2. differenza retribuzione netta;
3. differenza distanza da casa;
4. differenza tipo di contratto.
olavaolaspacca :
Innanzitutto grazie per le velocissime risposte!
Per achijunior e biba: concordo con quasi tutte le vostre considerazioni(soprattutto quelle di biba); visto come vanno le cose nel nostro ambiente, oltre che nel nostro Paese, credo sia chiaro che a costruire relazioni lavorative proprio non ci sono tagliato ... altrimenti dopo tutto sto tempo avrei avuto una parvenza di prospettiva nel mio piccolo, no? Quindi mollare il tempo indeterminato è una grossa scommessa su me stesso.
per kitto: differenza ore lavorate: un bel po' . Da 9/10 giornaliere qui dove sto a 6 giornaliere più due rientri di due ore pomeridiani.
differenza retribuzione netta : non molta. Da 800+(300 in nero) a 1200. Ma considera che con questo escamotage non solo i contributi versati sono meno, ma non riesco nemmeno ad avere il rimborso di tutte le spese del 730 perchè non ho capienza IRPEF; quindi a mio avviso la differenza è abbastanza consistente.
Differenza distanza da casa: molta. Al lavoro qui vado a piedi, mentre per raggiungere il comune dovrei fare un'ora di auto.
Differenza di contratto: da tempo indeterminato part-time collaboratore studi tecnici a tempo determinato full time istruttore direttivo tecnico.
bo :
Bè!...penso che il futuro sia il presente...se si guarda troppo in là.....brrrrrrr......mi vengono i brividi...carpe diem!!!!!!!!!!!
P.S.: in ogni caso il nostro mestiere è autodidatta nessuno ti insegna veramente qualcosa.........
Kia :
beh, visto l'elenco delle differenze mi sembra più dignitoso il lavoro da istruttore tecnico. Poi 3 anni sono lunghi. Chi ti dice che nel frattempo lo studio per cui lavori non chiuda?Penso che in questi tempi manco il rapporto di lavoro a tempo indeterminato sia sicuro al 100%.
Edoardo :
Stesso problema, anche se oggi a definirlo problema si rischia il linciaggio. Il problema, appunto, della totale mancanza di coinvolgimento professionale nello studio in cui si lavora, come impiegati e non come figure autonome ed intercambiabili ai padroni. C'è da dire che avendo un contratto a tempo indeterminato come te, da 7 anni, il "lamentarsi" se gli ottusi padroni sono solo ottusi padroni, soprattutto dal momento che non entra più un progetto da fine 2008... significa lamentarsi di sè stessi poichè si accetta l'insubordinazione.
Chiaramente la mentalità italiana è sempre volta SOLO alla fruizione ottusa del lavoratore e la meritocrazia, stimolata da gratificazioni, promozioni e $$$ non si sa neppure cosa sia. Tuttavia se si ha un vero contratto il peso di tali scelte diventa notevole, poichè la normalità di base, in un contesto anormale, normale più non è, e ci si può ritrovare a pentirsene amaramente. In un periodo diverso mi sentirei di dirti: "Buttati! e VAI!!!" adesso no, sarei disonesto se te lo consigliassi.
olavaolaspacca :
Bravo Edoardo, hai centrato il problema. Aggiungici che il mio reddito è l'unico in famiglia e avrai il quadro completo. Eppure a questo punto un contratto dignitoso, come ha detto Kia, non sarebbe il caso di averlo?
kitto :
Beh adesso è tutto chiaro e io un'idea ce l'avrei e se ti può rassicurare l'ho provata su di me...
Prendi il posto al Comune a occhi chiusi e proponi il part-time al tuo attuale datore di lavoro (a lui conviene perchè ti conosce già e sa come lavori). Se tra 3 anni al Comune non ti prolungano il contratto ti riprendi l'attuale posto. Ovviamente ti devi organizzare per i 2 rientri pomeridiani.
In bocca al lupo!
franz :
Se lavori a tempo pieno in comune non è detto che tu possa avere altri lavori fissi (spesso i regolamenti comunali lo vietano) quindi mi scorderei il part-time dal tuo attuale datore di lavoro, per lo meno regolarizzato. L'impiego in comune ha i suoi vantaggi: meno ore di lavoro, meno stress (ma dipende sempre dall'ambiente lavorativo e dai colleghi), retribuzione più o meno garantita, ferie e malattia. Però secondo me non è vero che ti agevola nell'ampliamento del tuo "giro d'affari", anzi pian piano ti esclude dalla professione. Io l'architettura mi son dimenticato cosa sia. A livello di gratificazioni e stimoli siamo vicini allo 0. In genere la percezione dell'impiegato pubblico è che sia un incapace o un fannullone, per cui anche la casalinga si arroga il diritto di venirti a insegnare il tuo lavoro. Però tutto sommato è meglio lavorare in queste condizioni che nella maggior parte degli studi d'architettura.
Edoardo :
Il ragazzetto che è subentrato al vecchio marpione che c'era prima (con tanto di ambiguo R O L E X ) la maggior parte dei paesani lo vorrebbe sdraiato e possibilmente in una cassa, soprattutto i tecnici (in toscano "tennici", in emiliano "técnizi, o inznìr.."). Questo per dire che "il giro" te lo fai, forse, se favorisci qualche interesse... e l'impaurito, orgoglioso, sPAESATO giovine straniero "stranìììr", non è certo deputato alla malleabilità necessaria, nè forse ha la competenza/esperienza per assumersi rischi. Ovviamente tanto grasso viene il brodo quanto grassa è la gallina... ed ora le galline sono mezze stecchite, a fine 2013 lo saranno del tutto.
olavaolaspacca :
da non crederci. Allo studio mi dicono che POTREBBERO pensare di modificare il mio contratto...(non si sa come) se decidessi di restare. Ergo sono consapevoli sia di quanto mi abbiano sfruttato sia del fatto che il mio lavoro gli è utile. Impossibile un part-time effettivo, ma solo per una questione logistica , le due sedi sono proprio lontane, non riuscirei a stare la mattina là e il pomeriggio qui. A questo punto ho deciso: io vado, e chi vivrà vedrà.
Grazie a tutti per i preziosi consigli.
tonnos :
In bocca al lupo! Saggia decisione!
Ily :
In bocca al lupo!!!
archiiunior :
Caro collega OLAVALASPACCA, le tue parole " credo sia chiaro che a costruire relazioni lavorative proprio non ci sono tagliato ... altrimenti dopo tutto sto tempo avrei avuto una parvenza di prospettiva nel mio piccolo, " mi hanno colpito, mi hanno stupito, mi hanno aperto una porta. In Italia tra iunior e senior, gli architetti siamo in molti, per fortuna ci sono colleghi come te che non sono tagliati a costruire relazioni lavorative. Ti ringrazio per queste parole, ciò mi fanno riflettere e mi danno parecchia forza nel continuare la strada che da poco ho intrapreso, fare il libero professionista. Credo, permettimi di dirtelo che secondo me a te non importa una crescita lavorativa, tu sei il classico personaggio italiano affetto da malattia del posto pubblico. E' inutile pensare cosa decidere, hai trovato la tua strada, la tua occasione, ora o mai più. Credo che a te non te ne importi del cantiere o di fare architettura, altrimenti ti saresti sbracciato e dato da fare. L'italia è un paese che sostanzialmente è allergica al business, solo pochi falsi italiani emergono e vanno via, vedi il mio mito Flavio Briatore, un re del business. In Brasile gli architetti, ovviamente quelli che hanno la forza economica, comprano, ristrutturano e rivendono, oppure costruiscono e rivendono. Se vuoi lavorare da libero professionista devi importi nel mercato, se vuoi fare esperienza lavorativa devi importi di poterla fare, io 3 volte a settimana, a titolo gratuito mi alzo alle 5 e mi giro i cantieri di un'impresa per imparare cosa vuol dire un cantiere. Non aspettare che qualcuno ti dia una promozione, nessuno sta aspettando te. Perdona la mia crudeltà, ma cerca di capire, in questa guerra tra poveri, dove guadagnare un euro è quasi impossibile, c'è chi se ne sta con le mani in mano, si lamenta e non fa nulla per guadagnarsi da vivere, mi fa imbestialire. L'Italia siamo NOI, non i politici che occupano le poltrone, l'Italia siamo noi popolo che ogni giorno affronta la vita. L'italia è una terra fertile, purtroppo noi italiani siamo i vermi che distruggiamo il raccolto. Se amassimo il tricolore, se amassimo la nostra terra, in questo stato di diritti e pochi doveri, potremmo vivere benissimo. Scusami ancora.
olavaolaspacca :
Avevo chiesto un consiglio (e mi è stato dato) ma, visto che è arrivato anche un giudizio, lo accetterò. Perchè mio caro collega tu non mi conosci, e quindi non puoi sapere che anche io ho lavorato gratis per fare esperienza,per più di uno studio e per più di un'impresa; ho lavorato di giorno e studiato di notte per migliorarmi e capire e crescere professionalmente, e per molti anni, università compresa, non ho fatto che sgobbare a vantaggio di altri per pagarmi le spese e aiutare la mia famiglia. Con la mia frase intendevo solo dire che la metà dei lavori del mio studio sono dovuti ad amicizie, politiche e non, e che questo sistema , tutto tranne che meritocratico, non lavorerò mai.
E adesso che mi si prospetta l'opportunità di un lavoro normale,tra l'altro ottenuto con fatica e senza scorciatoie, accettarlo significa che non amo il mio Paese? ma per favore!
archiiunior :
Tutti abbiamo faticato per l'università, per avere il titolo e non solo, io mi sono spaccato la schiena e le gambe facendo da lunedì al venerdì volantinaggio e sabato e domenica nei ristoranti.
Io ho solo giudicato la frase che ho attenzionato, non la tua persona, ma solo quella frase.
Se ti senti un bulldozer comincia a farti strada, lotta contro il sistema e fatti valere. Io ci sto provando, con le mie forze e le mie capacità, per certi versi non ho avuto grandi risultati, ma considerando i tempi e le mie scarse conoscenze di gente umile e lavoratrice, sto riuscendo a farmi strada, davanti a me ho pietra lavica e non sabbia, ma mi sento in dovere e penso di avere le capacità di emergere dal fango e farmi strada da solo. Tu vai a fare l'impiegato, già che hai vinto il concorso con le tue forze per me 6 un mito.
Ti auguro il meglio e fatti valere, porta le tue conoscenze al comune, non quelle da burocrate ma da tecnico.
kia :
scusate, divago un attimo sul tema. Secondo me non è che siamo noi che non amiamo il nostro paese ma viceversa. Poi a leggere in continuazione storie fotocopia, perchè le nostre situazioni si somigliano un po' tutte, mi cadono veramente le braccia.
A me fa piacere che archiiunior abbia tutto questo entusiasmo nel spaccare la "roccia lavica" che trova davanti a sè....ma ci rendiamo conto che fatichiamo 10 per ottenere 2?!!! Tra come sto messa io a livello psicologico /finanziario/occupazionale e come stanno amici e conoscenti (no architetti ma altre occupazioni comunque specializzate) che hanno lasciato l'italia c'è un abisso. E non sto parlando di geni. Quindi ogni tanto mi chiedo se tutto questo abbia un senso.
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