ArchiFra : [post n° 307725]

chiusa la p. iva: sconforto

3 anni fa sono stata licenziata (p. iva ma timbravo il cartellino e avevo orario fisso) causa parto nonostante in maternità sia stata 15 giorni anzichè 5 mesi, da allora niente lavoro perchè sono troppo vecchia (32 anni quindi niente apprendistato), troppo qualificata, troppo donna, troppo italiana perfino per fare le pulizie o raccogliere i pomodori (a tanto sono arrivata, a chiedere di fare la bracciante). ogni tanto qualche lavoretto per privati, neanche un ace grazie a groupon e ai colleghi disonesti, in compenso tanti contributi da pagare e spese da sostenere.
da un anno esatto non fatturo più NIENTE. con la mazzata di inarcassa che ha portato a 3.000 i contributi minimi ho deciso di chiudere partita iva. io non sono l'ente assistenziale della nostra cassa, c'è ujna crisi da paura e loro che fanno, aumentano del 200% i contributi nel giro di 4 anni???? ovviamente nel silenzio degli ordini, tutti zitti, tutti muti, attenti solo a spartirsi il magna magna e a giocare coi nostri soldi illegalmente investendo in derivati e cosucce varie per farsi la cresta. contributi a fondo perduto, magari vendo anche un rene per fare contenta inarcassa!
mis ento una fallita, se potessi tornare indietro rinuncerei alle mie passioni e mi iscriverei a qualcosa d'altro, a fisioterapia per esempio. non mi piace ma chi se ne frega, almeno non arriverei a fine mese alla canna del gas.
Ily :
ArchiFra, non sai quanto ti sono vicina.
Io per ora purtroppo non devo pormi il problema se avere o non avere figli... Ma sono stufa... tanto stanca. Stanca di dover pagare pagare e sempre pagare.
E onestamente stanca anche delle lamentele dei pensionati minimi, degli esodati e dei cassintegrati. Perché questi non hanno capito che con la crisi che c'è non c'è trippa per gatti per nessuno... E mi dispiace dirlo, ma un pensionato al minimo non ha mai versato contributi in vita sua (o li ha versati in misura trascurabile; noi dovremo versare contributi per tutta la vita e avremo - se l'avremo - una pensione paragonabile a quella sociale), un esodato ha comunque il tfr e spesso ha avuto una buonuscita supplementare per dimettersi, un cassintegrato qualche sussidio ce l'ha, un lavoratore a tempo indeterminato può fare vertenza. Quelli come noi invece se perdono il lavoro non solo non hanno alcun sussidio, ma anzi devono pagare, e i nostri unici ammortizzatori sociali sono la famiglia (se può aiutarci) e la Madonna (o meglio San Precario). Se poi rimaniamo incinta, spesso tutto quello che abbiamo è un calcio nelle gengive. Se la gravidanza è a rischio (vero!) e non possiamo lavorare... beh sono problemi nostri.
Altro esempio: fin che c'erano gli studi di settore i dipendenti se ne disinteressavano, adesso che lo studio di settore (il redditometro) lo applicano sulla loro pelle, tutti a indignarsi!
Io mi indigno se non aumentano le pensioni sociali, se mettono gli operai in cassintegrazione o cambiano le carte in tavola agli esodati, mettendoli in seri guai; ma dico anche: perché nessuno si occupa di noi, ma ci hanno solo buttato addosso tutto il peso della flessibilità?
archisperanzoso :
Ciao ArchiFra, quanto scrivi ricorda molto la mia condizione...anche io ho 32 anni e vedendo come si è chiuso il 2012 e come si è aperto il 2013 sento il peso del fallimento addosso...che purtroppo sta diventando anche il fallimento della vita privata per assoluta mancanza di prospettive...io provo a resistere fin quando posso e ne ho la forza...che al momento consiste nel partecipare a concorsi di progettazione che ho sempre fatto e che qualche volta mi ha portato bene sebbene sia sempre troppo poco...purtroppo quando penso a ciò che tu scrivi (...spesso ) mi viene solo in mente o di mollare tutto e chiudere tutto provando a fare e pensare ad altro oppure svoltare completamente incurante di tutto e di tutti e cercare nuove condizioni in altri posti prima di darla per vinta...perchè come te anche io ho inviato e invio cv pure per altro genere di lavoro ma mai avuto rispondenza...alla fine ci si comincia a stancare e logorare tanto...E NON E' GIUSTO...
Paolo :
Ciao ArchiFra, io proprio oggi ho trasferito lo studio dal posto dove ero in affitto alla mia abitazione.
Almeno così abbatto le spese e pago solo l'affitto dell'abitazione.
Lo so, non sarà come prima, riceverò i clienti (SE ci sono!) a casa, ma tanto non è questa la cosa più grave; molte volta e sono stato io ad andare a casa dei clienti, proprio come un medico, visto che molti non vogliono scomodarsi per venire fino al tuo studio.
Allora tanto vale restarsene a casa e risparmiare pure la benzina per lo spostamento casa- lavoro.
Non so come posso esserti di aiuto, so che non servirebbe a niente dirti "non ti scoraggiare" perchè quando lo dicono a me....non reagisco molto bene.
Ma voglio solo augurarti che qualsiasi cosa ti riserverà il futuro, non rimpianga mai quello che hai fatto e studiato fino ad ora, che in un modo o nell'altro ti ritornerà utile.
In bocca al lupo
sam :
ArchiFra, non dirmi così.......io, architetto, 32 anni quest'anno, P.iva ma orari fissi e regole da rispettare (come se timbrassi il cartellino), sono incinta e a luglio nascerà con molta gioia il mio primogenito, ma da luglio in poi non so cosa accadrà.....ho avuto già un problemino e sono dovuta rimanere a casa qualche giorno....spero di poter lavorare fino alla fine, ma non lo so....e dopo il parto? boh.....qui non si capisce niente e non c'è nessuna certezza....quello che è certo è che dobbiamo sempre pagare e sottostare a tutti!!! che tristezza
cristark :
ciao Archifra la tua storia è tristemente simile a quella di tante giovani colleghe! Ti va di condividerla sul sito di A.D.A. associazione donne architetto? Anche nei momenti peggiori il confronto ed il dialogo possono costituire un valido aiuto, se non altro psicologico! Puoi contattarci su email, abbiamo da poco istituito la rubrica "racconta la tua storia"!
ArchiFra :
CRISTARK, ho provato a mandare una mail ma il sistema mi da errore dopo aver inserito il codice, spero sia arrivata
archistufo :
Archifra, quello che ti dico non è scontato, io lavoro, come quasi tutti credo, in uno studio che non è il mio, in nero ( i capi non mi danno alternativa), senza prospettiva alcuna, di nessun genere, ne nella vita privata ne in quella professionale, oramai sono circa tre anni che lavoro ma dinanzi a me vedo solo il buio totale.......... e avete ragione, ovunque ti proponi e dici che sei archietto ti rifiutano a priori, roba da matti...
L'unica cosa che mi è stata utile è la forza d'animo che mi sono imposto, se no già stavo al manicomio, per cui non ti abbattere, perchè se fai così è la fine......, oramai stiamo toccando il fondo già da un pezzo, prima o poi si risale in qualche modo, il problema però che il tempo scorre e mi sono crollati addosso i miei 30 anni e mi ritrovo un pugno di mosche in mano.........
Fusilla :
Ciao Fra!
Che dire, anche io sono nella tua stessa situazione, a giorni andrò a chiudere la p.iva tanto lavoro non ce n'è e io i 3000 euro l'anno di contributi richiesti dalla cassa (più l'ordine, il commercialista ecc ecc) proprio non li posso pagare. E dove li prendo se non mi vogliono nemmeno a far le pulizie??? Ormai ho 36 anni, sono incinta del mio secondo bambino e quando avrò partorito avrò 37 anni, chi mi vorrà più a quasi 40 anni e con due figli??? Nessuno.
Quanta amarezza sto provando in questo momento? Tanta.
E piango quando penso alla gioia dei miei genitori il giorno della mia laurea, a quanto avevano sognato quel momento pensando che almeno io avrei avuto un futuro decente.
Invece le cose non sono andate così, e non vanno così per nessuno qua in Italia.
Pazienza, tengo le dita incrociate affinchè almeno il lavoro di mio marito duri.
Però è una situazione davvero umiliante. Tanto.
Zeus :
Purtroppo i sogni da studenti si infrangono contro una barriera rappresentata dal nepotismo e dal clientelismo. E' una situazione che interessa tutte le professioni alle quali l'accesso è praticamente sbarrato. In Italia i lavori si tramandano da padre in figlio, con poche eccezioni, è difficile farsi strada in campi in cui non puoi contare sull'aiuto di qualcuno. E' il trionfo della mediocrità che porterà questo paese al collasso e alla povertà. La generazione che ci ha preceduti è stata di gran lunga la peggiore della storia,
una generazione di egoisti e furbi che ha scaricato sulle generazioni che verranno i costi della loro inettitudine. Siamo ancora in tempo per fermarli, bisogna interessarsi delle sorti di questo paese e preservare i nostri diritti e quelli dei nostri figli.
Ily :
E come Zeus, come, che se non ci fossero i nostri genitori molti di noi sarebbero in coda alla Caritas?
Tata72 :
Possibile che non si riesca a far niente? Siamo tanti e siamo tutti nella stessa situazione, facciamo qualcosa: una petizione, una manifestazione, un mail bombing. Non si può stare sempre a guardare mentre ci portano via tutto. I commessi sono scesi in piazza perchè non volevano lavorare la domenica e noi? Chiediamo a Inarcassa che cambi qualcosa per favorire chi quei 3000 euro non li ha: una contribuzione ridotta per un paio di anni per chi dimostra un fatturato sotto i 5000€, oppure proporzionale al fatturato. Non so quanto ci guadagnino gli Ordini o Inarcassa se se ne va tanta gente. Ricordiamoci poi che in quanto liberi professionisti noi non abbiamo diritto agli ammortizzatori fiscali e molti di noi non hanno più neanche l'età per trovare un lavoro (over 35 sei finito!!). E non parlatemi di selezione naturale, per favore...
Zeus :
Intanto cominciamo con mandare a casa chi ci ha trascinati in questa situazione, abbiamo una buona occasione con le prossime elezioni, non votiamo e convinciamo più gente possibile a non votare i partiti e le persone che da sempre fanno i politici e i loro interessi, in alternativa votiamo i movimenti fatti di persone come noi che conoscono i problemi veri della gente.
Ily :
Tata, le petizioni e le manifestazioni sono già state fatte dai ragazzi di Iva Sei Partita, con risultato nullo.
I commessi sono scesi in piazza, e sai qual è il risultato? A Bologna la BIBLIOTECA COMUNALE è aperta di domenica, e sempre a Bologna un supermercato è rimasto aperto la mattina di NATALE.
Ci hanno fatto sopra un servizio al telegiornale regionale, con tanto di commessa che intervistata diceva (sorridendo) "così se qualcuno si è dimenticato qualcosa per il pranzo... ci siamo noi!". Poveretta, immagino che abbia dovuto rispondere così perché se avesse detto la verità (e cioè più o meno questo: @§*ç°%£) il 27 si sarebbe trovata la lettera di licenziamento in mano.
Se ne va tanta gente gli ordini ci perdono, ma tu ci perdi di più perchè non puoi più lavorare :-(((
Ily :
Zeus... basta che in tutta Italia votino 1000 persone, che non andare a votare in massa sarà perfettamente inutile.
Edoardo :
1000 escort, ad esempio...
:( :
Non ho figli a carico, non ho 30 anni. Ne ho 26 e mi sono laureata da un anno. La mia condizione per i piú è considerata ancora rosea. E per i piú intendo chi una laurea in architettura non ce l 'ha. Dopo un numero imprecisato di CV, prima mandati per lavori inerenti all'edilizia, poi per qualsiasi lavoro, mi sono resa conto di avere una laurea che non vale niente...in un anno un colloquio serio, il resto collaborazioni gratuite...
ponteggiroma :
26 anni?... ho capito bene 26 anni???? E pensare che a 26 anni mi mancavano ancora 4 esami + tutto il resto. Vai prendi il volo e non pensarci!
:( :
si 26 anni, laureata al politecnico di torino, con 110 lode e menzione...e non trovo niente (in qualsiasi campo)...vi fornisco uno scorcio sul mondo dei neo-laureati...NESSUNO trova niente, non un ex compagno di studi che sia riuscito a trovare un lavoro...perchè è cosi difficile trovare lavoro? perchè il lavoro non c è, e per quel poco che c è siamo troppi! ad un anno dalla mia laurea l ho capito (non che ci volesse un genio)...dopo una serie di colloqui in cui anche i titolari dei grandi studi di torino ammettevano la mancanza di commesse...detto questo, che fare? ieri notte mi è venuta in mente un'idea...non è un'idea per risolvere la crisi, anche perchè di fronte questa crisi siamo tante formichine e sono convinta che le soluzioni possano arrivare solo dall'alto...vuole essere piu una protesta...sono convinta che le università italiane siano un' organizzazione per tenere in piedi un magna magna generale (a quanti di voi è capitato di avere come professori il nonno, la nipote, il cugino o a quanti di voi è capitato di avere liberi professionisti il cui vero scopo nell'insegnare era di farsi una buona pubblicità e prendere commesse importanti)...e il sistema italiano non funziona (strano eh?!), non funziona per niente...sforna professionisti (siamo il paese con il numero di architetti più alto in italia) che non servono sul mercato...dopo l'agognata laurea ti rendi conto di aver buttato tanti anni della tua vita x una professione che al 98% non praticherai mai...e non solo, sei troppo qualificato ma senza esperienza per fare qualsiasi altro tipo di lavoro....e allora le pensi tutte (per un certo periodo ho pure valutato di iscrivermi alla scuola serale per periti meccanici...) ora venendo alla mia idea... ho pensato di cercare un modo per diffondere la voce, per "salvare", i ragazzi in procinto di iscriversi all'università desistendoli dall'idea di fare architettura...sicuramente alcune persone sono innatamente architetti ed è giusto che coltivino il loro sogno...ma quanti potrebbero fare altro?? non so quante volte mi sia rimproverata questa scelta sbagliata...penso inoltre che sarebbe anche un modo per "salvare" noi...non andando a rimpilzare un mercato che è già fin troppo saturo...il mezzo di comunicazione per diffondere questo messaggio ho pensato possa essere facebook, creando un gruppo, qualcosa cosi...mi rendo conto che quest'idea sia molto criticabile e che abbia delle reminescenze gelminesche...fermare l'istruzione non penso sia certo da considerarsi un'azione da paese civile...ma quest'italia non ha più nulla di civile, a mio avviso...
Fusilla :
Ecco ponteggiroma questo è uno dei miei grandi rimpianti, non essere andata via subito dopo la laurea. Anche io a 26 anni ero laureata, mia mamma mi avrebbe spedito ovunque pur di darmi altre opportunità ma io non ho voluto (non mi andava di pesare ulteriormente sui miei genitori) ma tornassi indietro andrei al volo e spero, un giorno, di poter dare ai miei figli questa opportunità se ce ne fosse bisogno.
ponteggiroma :
secondo me care Fusilla e ;(, la laurea in architettura è solo un fiore all'occhiello ormai, un distintivo, una decorazione, ma niente di più; appena usciti dalla facoltà bisognerebbe istruire i ragazzi e prepararli al fatto che devono reinventarsi un nuovo lavoro che potrebbe, o non potrebbe, avere attinenze con l'edilizia, ma comunque partire da zero non dando per scontato nulla e soprattutto dimenticarsi i 110 e lode e menzioni varie perchè nella vita reale non servono a niente. Voi siete state fortunate e brave a finire presto gli studi, ma sono sicuro che con dedizione e applicazione si può arrivare a buoni-discreti livelli, una cosa è certa: "scordatevi l'architettura in senso accademico"
desnip :
Mi dispiace andare in controtendenza, ma il problema non è la laurea in architettura. La situazione è nera in tutti i settori. Nessuno si salva e in tutti ci sono degli sporchi sfruttatori.
Vi cito la situazione di alcuni miei familiari (e quindi a me nota), ma i casi possono essere tanti altri:
- una laureata e masterizzata in beni culturali, che lavora GRATIS agli Uffiizi, dovendosi pure pagare alloggio e tutto il resto a Firenze;
- un cuoco diplomato al Gambero Rosso, assunto a nero da un ristoratore e messo a pulire i cessi e spaccare la legna;
- una logopedista finta partita iva, che si infortuna sul luogo di lavoro, costretta dal datore di lavoro a mentire al pronto soccorso su dove sia accaduto;
- un medico specializzato costretta a vivere a 300 km da marito e figlia per guadagnare 800 euro al mese;
- una biologa che a 2 anni dalla laurea riesce ad essere "assunta" solo da laboratori dove deve lavorare gratis....
ponteggiroma :
No desnip non do colpa alla crisi, questi casi ci sono sempre stati da che ne ho memoria io e dipendono tutti da un sistema marcio che non garantisce il merito, ma solo la parentela
Fusilla :
Ponteggiroma guarda io sono molto affezionata al mio lavoro, mi piace e anche da sfruttata l'ho sempre svolto con amore perchè mi appassiona, quello che io contesto è l'essere tagliati fuori da tutto come se fossimo degli incapaci buoni solo a giocare con le matite colorate. Se cercano una cassiera e mandi il cv manco ti rispondono, se cercano una donna delle pulizie manco ti guardano, ecc ecc. Non so se questa cosa è generalizzata e riguarda anche le altre lauree, io questa ho, ma, onestamente, vedo che mio marito, che è diplomato, ha fatto tanti lavori diversi e più volte è stato anche assunto per svolgere mansioni nelle quali non aveva alcuna esperienza, cosa che a me non è mai capitata. Sta di fatto che se non ti fai sfruttare (ma qui onestamente sta diventando difficile anche quello) allora puoi morire di fame perchè tanto un altro lavoro non te lo offrono a meno che tu non sia amico/parente di.... Poi il momento è difficile per tutti, ho fatto la preselezione per il famigerato "concorsone" per la scuola e non vi dico che pena a vedere gente di 40/50 anni che anziché aspettare la pensione aspetta ancora un posto fisso...
ponteggiroma :
quello che forse mi ha salvato è stato il fatto che mi sia "disaffezionato" da subito ... In bocca al lupo a tutti quelli che vogliono fare gli architetti... Io non più grazie... devo sopravvivere!
ponteggiroma :
scusa, ma ho letto bene?...aspettare la pensione a 40 anni???? Ma starai scherzando? Io mi sento ancora un toro...e non ne voglio sapere proprio di andare in pensione
archistufo :
Ragazzi oramai io sono talmente esausto che ogni mattina, quando mi sveglio, ho l'impressione di andare alla forca.......
Io ho avuto la fortuna/sfortuna di lavorare in uno studio associato a conduzione familiare, cioè la triade Ing/arch/geom. con annesso strutturista e perito agrario e propagine ultima di commercialista/assistente notarile, roba da matti....., praticamente ho dovuto resettare tutte le c......te che mi hanno messo in testa durante gli studi......
Ho imparato molte più cose dopo un anno di lavoro la dentro che non in svariati anni di ricamini vari sulle tavole che non vedrà e non vorrà vedere mai nessun cliente...............
La cosa più grave che noi architetti in Italia siamo considerati propio gente terraterra, io vivo in quella gabbia di leoni ogni cristosanto giorno, e nonostante siamo avviati da più di 40 anni, la mia vicecapo, cioè la figlia architetto del capo ingegnere, la quale ancora vuole e può combattere contro i mulini a vento della mentalità gretta dei clienti cercando in vano di abituarli all'architettura, premesso che allo studio traffica gente anche milionaria......, quindi non è nenche un problema di soldi, è che la gente non apprezza il nostro lavoro in quanto professionista, e spesso ti i clienti ti vengono a dire << ....vabè ma tu un disegnino hai fatto......>>, ma secondo voi, quale avvocato ti mette a ruolo una causa senza almeno un cospicuo anticipo? ma ovviamente nessuno....... questa è la difefrenza tra noi e il resto del mondo..........
detto questo, spero di cambiare presto mestiere e già ci sto provando, non me ne frega proprio un fico secco della laurea e tutto il resto (nonostante il mio 110 e lode con pubblicazione), la delusione è stata talmente aspra che veramente mi scivola tutto addosso, qui bisogna vivere, ed io non mi posso permettere di arrivare a 50 sulle spalle di altri, tanto oggi la gente non ti valuta certo per il mestiere che fai ma per quanto è gonfio il tuo portafoglio......., è brutto tutto questo e non è facile da accettare ma non c'è altra via d'uscita.
desnip :
Ma se uno vuole fare un altro lavoro (commessa, pulizie, consegnapizzaadomicilio), non so dove sia il problema: non mettete la laurea in architettura nel curriculum!
Se la mettete, lo so bene purtroppo che non vi prenderanno in considerazione, anche se non è giusto...
Andrea :
Appunto se devi fare domanda in un supermercato, ci metti i tuoi dati,diploma e automunito
pure se la macchina non ce l'hai, tanto mica ti vengono a controllare il garage a casa
Ily :
Archistufo, le tue lamentele sono pienamente condivisibili!
Purtroppo col problema del "disegnino" ci scontriamo tutti... ed è un problema che si trascina da anni, perché (sopratutto in passato) molti architetti si presentavano come artisti creativi che non si occupavano di faccende bassamente pratiche, e quindi oggi la clientela (non tutta, per fortuna) vede l'architetto come artista e non tecnico...
archistufo :
Vedi Ily, mi hanno buttato subito fuori dal mondo delle fiabe quando sono entrato nello studio in cui lavoro ormai da quasi tre anni, lo ripeto, per fortuna mi sono scontrato subito con la realtà di questo mestiere, mi sono fatto un'idea molto ben chiara di come funziona sia il mondo dei lavori pubblici che quello nel privato, da una parte è stato meglio così, almeno fai subito il punto della situazione.......
Il problema è uno solo, come la metti metti, la stragrande maggioranza di noi proviene da famiglie medio-borghesi, di conseguenza non abbiamo i contatti "giusti" tra le schiere dei benestanti, tantomeno, almeno io, non ho nemmeno contatti con politici compiacenti, di conseguenza ci dobbiamo accontentare delle briciole, putroppo questa è l'amara realtà.........
ma lall fine le piccolissime briciole che restano quante migliaia di noi se le deve dividere? dilemma..........
desnip :
Più o meno tutti noi abbiamo dovuto smettere di credere alle favole quando abbiamo iniziato a lavorare. Ma a me la cosa che mi fa rabbia, è che quelli che fanno "architettura pura" (cioè priva di scartoffie e burocrazia varie), ci sono, eccome!
Un mio amico, ad es., lavorava per un'architetta che ristrutturava le ville e le case più belle delle famiglie più danarose di Napoli ( metratura minima 400mq).
E questa non aveva la minima idea di cosa fosse una dia, scia, accatastamento e roba del genere!
architekton :
anch'io ho lavorato per un arch che era entrato in un giro di commercianti ebrei gonfi di portafogli, guance ed ego. non sapeva fare una dia, una variazione catastale, non sapeva distinguere un abuso da un immobile regolare, progetti copia incolla di case da 200/300 mq, sempre gli stessi materiali e le stesse soluzioni, ma continuava a lavorare nel giro. in Italia il cliente medio, per quanto benestante, non distingue un arch preparato tecnicamente e davvero creativo, da uno che non sa nemmeno scrivere una mail in italiano corretto. quindi continua ad affidargli incarichi solo perchè l'ha conosciuto al Rotary o a cena dall'amico. invece io che gli preparavo le dia, verificavo la leggittimità degli interventi, facevo i progetti, li rendevo esecutivi, facevo i docfa, ma non ho contatti miei in ambienti tanto ricchi, ma solo povera genete nel quartiere popolare dove vivo, non riesco a farmi pagare nemmeno 300 € per una ristrutturazione di bagno e cucina. credo che se tutti noi riuscissimo ad entrare in contatto con clienti facoltosi riusciremmo pian piano, pur con tutte le difficoltà proprie di ogni lavoro autonomo, a farci una strada. ma è questo il problema: in Italia, i poveri frequentano poveri, i ricchi frequentano ricchi. io continuo a tenere aperta la p.iva e versare a inarcassa, solo nella speranza di riuscire ad entrare prima o poi in un giro di clienti più facoltosi ... sto cercando di capire come ...
chiaramente non so per quanto riuscirò a farlo perchè di anno in anno guadagno sempre meno e gli aiuti umanitari della famiglia stanno finendo ...
archistufo :
Vedi Architekton, io, come quasi tutti, siamo gente normale, e qui in italia, se sei gente normale, non è detto che ti venga riconosciuto il tuo valore professionale e cose simili, dato che qui in italia l'ignoranza e la grettezza mentale è uno stile di vita......... purtroppo i ricchi vanno dai ricchi, i poveri dai poveri e così via, non è che la gente va da me, o da te o chicchessia perchè sei uno capace, e per capace io intendo uno che ti fa il progetto fin dal principio, ossia misurazione terreno, progetto, genio civile, accatastamento, atto notarile ecc.... detto questo, a meno che tu non sposi un ricco/a benestante, che sta nel giro che conta, allora puoi pensare che forse un giorno ti faranno ristrutturare il "bagnetto" di 20 mq da circa 40000 euro solo di rivestimenti.......
Te lo dice uno che vede tutti i giorni gente di ogni tipo ed estrazione, dal pecoraio, con tutto il rispetto per esso, al pezzo grosso da svariati introiti mensili da migliaia di euro, per cui sono entrato pienamente nella psicologia delle persone, o meglio degli "italiani"......, quasi quasi cambio mestiere, che da psicologo mi andasse meglio?
architekton :
La conclusione è molto amara: se non sei ricco non puoi fare l'architetto. almeno non in Italia, dove non c'è scala sociale. Magari riusciamo a salvarci, almeno per qualche anno ancora, se abbiamo la fortuna di essere aiutati dalla famiglia (genitori/mariti/mogli). Questo vorrebbe dire che noi che apparteniamo alla categoria dei "normali" (figli/mariti/mogli di impiegati/operai/simili) abbiamo sbagliato tutto nella vita, se teniamo conto che corso di laurea, abilitazione, eventuali specializzazioni ed anni di pratica professionale ci hanno impegnato una sostanziosa fetta di vita, in termini di tempo, investimenti economici e salute mentale! La colpa principale secondo me non è nemmeno della crisi, basta vedere quanto lavorano e quanto guadagnano gli arch che lavorano per i ricchi, nonchè quanto spendono i loro clienti per acquistare case e ristrutturarle.
Dunque o cambiamo lavoro (ma negli altri campi esiste la stessa difficoltà, diversi msg precedenti lo evidenziano), o "se buttamo tutti ar fiume" (ma molti di noi tengono famiglia, quindi non possono farlo), o tentiamo di capire come si arriva ad avere contatti coi "ricchi"! Non è facile nè i risultati saranno immediati, ma cos'altro ci rimane di provare? Magari non abbiamo la preparazione "tecnica" per farlo ma, visto che non abbiamo niente da perdere, perchè siamo già alla raschiatura del fondo, dobbiamo provare. scrivo questo perchè io sono alla frutta, lo studio lo sto chiudendo e quindi, prima di chiudere pure la p.iva e buttare il timbro, tento l'ultima carta, per non avere il rimpianto di non aver provato. io faccio fatica a capire come "incontrare" persone ricche, ma magari chi di voi è più sveglio di me, ci riuscirà.
Ily :
Caro Arkitecton (a proposito, bellissimo pseudonimo!), le tue parole a mio parere confermano invece che gli architetti normali non lavorano a causa della crisi: infatti, da che mondo è mondo, i ricchi le crisi le sentono molto meno.
Buone cose :-)
architekton :
Appunto Ily: se i ricchi comprano e ristrutturano lo stesso, in barba alla crisi, che colpisce solo il poveraccio (detto col massimo rispetto perchè io pure lo sono ...), loro hanno sempre bisogno e voglia di chiamare l'arch. quindi noi dovremmo "solo" riuscire ad entrare in contatto con questi. Provo a spiegare meglio ciò che voglio dire: inutile cercare di fare il bagnetto del "poveraccio" dietro compenso di pochi spiccioli, coi quali non si riesce a pagare l'inarcassa (per dirne una), piuttosto cerchiamo di arrivare a fare la ristrutturazione di 300 mq al ricco che se spende 800 mila € per acquistare la casa, 200 mila per i lavori edili e 300 mila per forniture, mobili su misura e quant'altro, con buone probabilità avrà meno problemi a pagare una parcella di n mila € all'arch.
Almeno questa è la mia esperienza: io faccio i bagnetti (ora manco più quelli!) e infatti non campo più perchè non incasso abbastanza per coprire le spese; il collega coi clienti facoltosi di cui vi ho raccontato, lavora sempre più e alza pure le parcelle: per un lavoro come quello descritto poche righe fa prende 15/20 mila dal committente, più provviggioni varie.
desnip :
per architekton: giusto per la precisazione, l'architetta di cui parlavo io è una preaparata su tutto quanto riguarda materiali, finiture, ecc. E' zero solo nell'uso del pc (di cui si occupava il mio amico) e per gli aspetti burocratici (di cui pare si occupasse l'impresa).
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