Edoardo : [post n° 308125]

Architetti Svizzerì: "Ma voi in Italia come fate?"

Li ho conosciuti ad una cena, erano liberi professionisti e tutti benestanti di famiglia. Senonchè, ad un tratto, con la discussione caduta sulla grande concorrenza interna che abbiamo... questi mi hanno RISO IN FACCIA, dicendo: "Ma voi in Italia come fate, con gli ingegneri ed i geometri che fanno il vostro lavoro?" Praticamente sono sbiancato, perchè questa semplicissima verità ha ribaltato tutto il mio punto di vista accorato sulla crisi. Poi ho pensato che magari da loro non esistono archigeometri o tuttologi, ma gli architetti fanno gli architetti. Ma se là gli architetti possono fare gli architetti vuol dire che i geometri possono fare i geometri... e gli ingegneri fanno i tecnici, non vanno a fregare i progetti agli arch. e firmano tutto a ribasso tutto come da noi. Un'isola felice??? Forse, al di là dei soldi che comunque girano anche se meno di un tempo, questa chiara distinzione dei ruoli consente ai progettisti di essere riconosciuti come tali, e la cultura generale, la gente, associa il progetto all'architetto. Il progetto architettonico E' l'architetto.
SR :
Se ci fosse la distinzione dei compiti lavorerebbe ognuno con le proprie competenze e con le proprie soddisfazioni professionali. Si favoriscono così gruppi che danno comunque qualità al servizio.

Ahimè in Italia l'andazzo è opposto, ognuno "ruba" nell'orto dell'altro pensando di arricchirsi, di essere più furbo. Questo porta alle conseguenze attuali...una guerra fra poveri intellettuali, una guerra dove nessuno o pochissimi ne escono vincitori. Abbiamo un vuoto di regole, ma innanzitutto un vuoto di senso civico, di educazione e dignità, a tutti i livelli, per cui se regole non ci sono, regna l'anarchia.

Se invece ognuno ha le proprie competenze, nel rispetto della dignità di ciascuno, si otterrebbe il massimo della qualità, la pluralità di servizi offerti, favoriti dall'associazione delle varie figure professionali e un adeguato ricompenso per quello che si offre.

Vogliamo dare agli Architetti la progettazione e il restauro?
Vogliamo dare agli Ingegneri le competenze strutturali ed impiantistiche?
Vogliamo dare ai Geometri le pratiche catastali e il cantiere?

Da soli si fa il parziale...insieme si fa forza e da completezza. Nessuno pesta i piedi all'altro. Semplice, no?

Scusate la logorroica esposizione. Non mene vogliate. :)
In bocca al lupo a tutti.
Ily :
SR... se io devo progettarmi una casa mi sembrerebbecurioso andare dall'architetto per il progetto, dall'ingegnere per la struttura, e dal geometra per l'accatastamento...
Poi la progettazione riguarda inevitabilmente anche l'aspetto strutturale e impiantistico...
Edoardo :
Dipende dalla casa. E' chiaro che se la casa firmata dal geometra o dall'inznìr in realtà la progetta un architetto........................ ;- )
Edoardo :
Comunque, per farsi due risate, basta vedere un progetto definitivo BRASILIANO, di un complesso appartamenti, ad esempio. Lo guardavo... ..tutti muri di 20 tra proprietà, e 10 interni. Praticamente un layout. Ho detto al mio ingegnere titto-lare, amico del costruttore: E la struttura??? Ah, ma là la mettono dopo! Ecco, questo è un caso estremo che va nell'altro senso, ovvero la progettazione sembra essere avulsa dalla parte strutturale... ...chissà, magari là gli architetti fanno il progetto poi anzichè scornarsi con gli strutturisti e lavorare insieme...VANNO A BALLARE LA SAMBA o in spiaggia a Copacabana. Chissà, forse approfondirò....
SR :
@Ily... ma se vai in uno studio dove 3 teste lavorano seriamente, credo sia un vantaggio per il cliente, soprattutto in senso di qualità e pluralità di vedute. Non metto in dubbio le competenze di ciascuno, ma se fossimo organizzati in gruppi plurali senza fregarci il lavoro, staremmo meglio.
La mia è solo una opinione.
Poi una domanda: con tutti questi architetti...si fa architettura in Italia? C'è ricerca architettonica? Qualità?

Io dico che si fa edilizia e non architettura...Voi che ne pensate?
Buona Domenica ;)
SR :
@Ily... ma se vai in uno studio dove 3 teste lavorano seriamente, credo sia un vantaggio per il cliente, soprattutto in senso di qualità e pluralità di vedute. Non metto in dubbio le competenze di ciascuno, ma se fossimo organizzati in gruppi plurali senza fregarci il lavoro, staremmo meglio.
La mia è solo una opinione.
Poi una domanda: con tutti questi architetti...si fa architettura in Italia? C'è ricerca architettonica? Qualità?

Io dico che si fa edilizia e non architettura...Voi che ne pensate?
Buona Domenica ;)
Edoardo :
SR, come fa ad esserci qualità e ricerca se non esistono veri concorsi; il95% dell'architettura è in mano ad un manipolo di archistar politicizzate che sfrutta i veri potenziali talenti senza dar loro nè crescita nè compensi; se non c'è alcuna cultura. Una volta si poteva lavorare, ora è rimasto nulla o quasi.
SR :
Hai perfettamente ragione Edoardo... la qualità non può basarsi sul mercato delle "svendite" professionali.
Il merito va premiato, per questo occorre cambiare le regole e soprattutto il modo di fare architettura ed ingegneria in Italia.

Ci vuole una gran rivoluzione ridando dignità a chi lavora seriamente e soprattutto il giusto compenso.
I concorsi sono quasi sempre pilotati e poi una cosa...come mai all'estero i concorsi non hanno limiti di età mentre in Italia, in genere, si?
Perchè non si premia l'idea a prescindere da chi è l'ideatore?...mah.

La cultura è in serio rischio nel nostro paese, abbiamo concesso il deterioramento in tutti i campi, con buone eccezioni che resistono, ma spazzate via le cose inutili, risorgeranno quelle valide. Occorre crederci e cercare tutti assieme a scardinare le lobby. Utopia?
Un saluto e buon lavoro :)

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