archfolle : [post n° 309956]

Datemi un consiglio voi.....

Ciao a tutti, ho bisogno di un consiglio....sono due mesi che sono a casa senza lavoro, ho lasciato uno studio dopo 6 anni perchè oltre ad avanzare soldi dell'anno precedente, non poteva garantirmi una continuità (cmq ci sono stati altri motivi).....per cui a dicembre o deciso di chiudere il rapporto di lavoro. Sono abilitata ma non mi sono ancora iscritta all'ordine (non aveva molto senso farlo senza lavoro)...cmq sia questo è tutto premessa per dire che questa mattina ho fatto un colloquio di lavoro, il primo dopo tante richieste. E' uno studio di un geometra che non si lamenta per niente della crisi, anzi mi ha detto che ne ha molto di lavoro, il colloquio non è andato male ma...arriviamo al punto, mi dice che mi farebbe un contratto di 6 mesi intanto (ok giusto mi sta bene), ma che comunque la paga è di € 1.000, ma che però avrò tredicesima e anche quattordicesima, e tutto quello che ha un contratto.....premetto prima prendevo € 1.300. Lo studio si trova a 25 km circa da dove abito, e devo contare anche che devo mangiare fuori......
Ditemi voi € 1.000 ma quanto è svalutato il nostro lavoro...non so che fare, accetto la proposta perchè cmq ora sono a casa ed è meglio di niente..non sò, sono uscita avvilita dobbiamo svenderci per lavorare, ci tocca dire è meglio di niente.....aiutatemi a ragionare perchè sono proprio in palla!!!!!
grazie a tutti...
archiiunior :
Muovitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.......................... Muovitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii....
Prenditi € 1000 di stipendio, poi cerca clienti e lavora per te, ritira il timbro o sfrutta a percentuale quello del geometra...............................
archfolle :
Mi son dimenticata di dire che lui vuole un architetto per firmare quello lui non può........in questi due mesi a casa, e comunque anche prima, ho sempre cercato clienti, ma c'è una moria impressionante, almeno dove abito io....e non sono nemmeno più una bambina.....
Comunque grazie del consiglio archiiunior... :-)
ponteggiroma :
Fatti 6 mesi e vedi che aria tira, magari sfrutta il fatto che firmi e timbri facendo pesare l'ago della bilancia a tuo favore, dopo i primi sei mesi e una volta che hai capito che aria tira nello studio, puoi ricontrattare o andartene, ma ti consiglio di non lasciare nulla di intentato.
pepina :
vai, e anche di corsa! :)
archfolle :
Grazie, veramente grazie ragazzi....voi non avete idea di quanto sono preziosi vostri consigli perchè siete del mestiere, e come ogni cosa bisogna essere in mezzo per capire, non sò perchè sono andata così in palla! Non è stato solo per i soldi, ma perchè mi sono sentita svenduta...
GRAZIE!
kia :
cogli l'occasione anche perchè non si tratta di uno stage gratuito ed è sempre meglio di stare a casa (almeno hai una entrata). Però occhio a quello che firmi e ritratta sul compenso perchè un conto è fare attività di studio e un conto è mettere il timbro. Timbro=responsabilità.
archfolle :
Si hai ragione kia, comunque per i primi 6 mesi mi ha detto che non gli interessa che io abbia il timbro, mi ha detto che tutti i suoi collaboratori sono pagati così, anche l'architetto che ora è in studio ma che va via.....quando gli ho detto quanto prendevo prima e che ero pagata a km quando uscivo e spese varie è rimasto un pò così....mi ha risposto che quelle sono le paghe che girano, però ha preso in mano il telefono per chiamare il suo ufficio paghe per sentire...(non so bene cosa) ma non c'era nessuno....sai dopo 7 anni di lavoro mi sembra un pò di tornare indietro, tutto qui!!!
però mi state rincuorando.....
pepina :
vedila come un andare avanti per un'altra via
archfolle :
Veramente ragazzi/e mi avete sollevato un pò il morale..vediamola come un altro inizio..hai ragione pepina...per un'altra via! poi se non provo non posso sapere, e altra cosa da stare a casa a zero e stare oltretutto fuori dall'ambiente di lavoro e peggio che prendere poco e rimanere nel giro....
Grazie di nuovo ero solo offuscata dalla delusione!
mia :
Fantastica la frase "sono queste le paghe che girano"... Infatti l'architetto che c'era prima si è stufato, no? Coraggio archfolle! Ti sei data da fare e hai trovato qualcosa in pochissimo tempo (mio marito, più o meno stessa storia, è a spasso da luglio...). In bocca al lupo per il tuo nuovo lavoro!
fanny :
vai,ma stai bene attenta a quello che firmi e che timbri!!!fidarsi è bene,ma nn fidarsi è meglio.......un grande in bocca al lupo
kitto :
Ho cominciato a leggere le prime due o tre risposte e preferisco non continuare ad andare oltre, visto che ti invitano ad accettare e di corsa pure! E che siamo allo svuota-tutto di qualche supermercato?!! (e secondo il mio modesto parere è per colpa di questi signori che ci troviamo nella situazione che tutti ben conosciamo).
Siamo seri.
In primo luogo, bisogna capire quale sarà la tua mansione.
Se devi fare la dipendente (cioè hai un orario, uno stipendio ecc.) allora 1000 euro netti (spero non lordi) sono onesti, almeno all'inizio.
Se invece devi firmare, allora parliamo di un'altro pianeta perchè:
1. non puoi firmare come dipendente, ma devi aprire P.Iva;
2. se apri P.Iva allora non parliamo più di tredicesima e quattordicesima;
3. ti devi iscrivere all'Ordine con relativo onere.
Inoltre non esiste che firmi e prendi 1000 euro al mese, ma subentra un discorso di percentuale (50% e 50%? 40% e 60%?) perchè come ben sai a ogni firma corrisponde una fattura. Vuoi essere la prima in Italia che fattura 50.000 euro e ne percepisce 12.000 euro?!
Per concludere:
1. se devi fare la dipendente, accetta 1000 netti o rilancia se non fossero netti;
2. se devi firmare, accetta solo concordando una percentuale che reputi giusta.

In bocca al lupo!
ponteggiroma :
kitto dal mio stretto e personale punto di vista sono convinto di una cosa: che per archfolle come per tutti il lavoro da dipendente presso uno studio tecnico è e deve essere un punto di partenza e non un punto di arrivo, visto che la precedente esperienza gli è andata male deve cogliere la palla al balzo e rimettersi subito in carreggiata. Se vali e sai farti apprezzare e conoscere nell'ambiente non hai altri modi per poter aspirare ad una libera professione, non è mai troppo tardi per farlo... Importante è non mollare e smettere di crederci.
Edoardo :
Libera professione consiglio anch'io... ottimo sì, ma per fare l'architetto. Se ti sai far valere come architetto non professionista, può essere altresì un'ottima rampa di lancio (o rifugio antiatomico) anche lavorare per qualcuno, regolarizzata, costruendo un rapporto da vedere in ottica soprattutto collaborativa per una sua eventuale evoluzione, ovvero COLLABORAZIONE = SOCIO = PERCENTUALE. Evitare come la peste di accollarsi le responsabilità mai veramente gestite da te e delle quali puoi determinare al 100% il contesto e la sorte, oltre alle spese.... abbinate alle fatturette da fame. Se è uno che un dipendente lo assume sai già al 70% che è una persona corretta e seria, altrimenti, per come la vedo io, è solo un buffone (mi scusino i bottegai archistar).
Edoardo :
Ops, volevo scrivere "NON puoi determinare al 100% il contesto e la sorte", mi scusino di nuovo i bottegai miliardari benefattori.
Hope :
ciao archfolle...purtroppo per me sono già da un pò di tempo alla ricerca di collaborazioni fruttifere che purtroppo non trovo...volevo chiederti: "ma come hai trovato queste ' opportunità ' ? ". Candidandoti ad offerte di lavoro? Oppure autocandidandoti? O ancora con il passaparola?...E giusto per curiosità qual'è la regione in cui vivi?...scusa se ti chiedo tutto questo...è che la mia speranza di lavoro si sta affievolendo...e di mio non riesco a trovare lavoretti che mi fanno andare avanti...
archfolle :
Ho letto tutti i vostri consigli, sono andata a dormire pensando a questo e a tutto quello che avete detto voi, quello che dici kitto è assolutamente vero sono questi signori che rovinano tutto.Mi rendo conto che accettare una condizione così è svendersi e continuare ad incentivare questa situazione, ma ripeto a malincuore ho un affitto da pagare e devo vivere(tenendo presente che stò cercando anche di fare altro, tipo cameriera, ma non riesco a trovare nemmeno quello). Però tutti mi avete dato consigli utili ed informazioni che non sapevo, (comunque i 1000 sono netti), quindi sono giunta alla conclusione che per i 6 mesi di prova può starmi bene quello che mi propone dopo NO, ponteggiroma dice bene ho bisogno di un trampolino e purtroppo stando a casa e cercando commesse, che non trovo, concludo poco......
Come avete detto negli ultimi commenti darò delle condizioni io dopo i sei mesi.
Per rispondere a Hope, io rispondo ad annunci, invio CV, ma questo stranamente è arrivato in modo diverso...mesi fa quando ancora lavoravo avevo inserito il mio CV nel sito dell'ordine, quindi è stato lui a contattarmi. La regione....Veneto.....
Ora attendo il secondo colloquio, magari tanti discorsi e poi non mi chiama.........Vedremo...
Siete stati tutti utili...come sempre!!!!
Hope :
in bocca a lupo per tutto archfolle e vivi questi mesi con serenità poi le cose si chiariscono man mano...io vivo in campania e dopo aver vinto un concorso di progettazione ed aver ricevuto premi da altri concorsi le cose sembrano andare per il peggio...mha...........
archfolle :
Grazie Hope, non demordere...mai mai.....guarda ho tante paure per il mio futuro, ho tante idee, ho tanta voglia di lavorare quanta però di avere una famiglia.....ho avuto tante delusioni (come tanti tanti altri), si cade ma bisogna sempre rialzarsi...per cui in bocca al lupo anche a te, credi in quello che fai sempre anche se intanto non è l'architetto!!!
ponteggiroma :
Fare l'architetto o non fare l'architetto questo è il dilemma... ah quanti danni che ha fatto questa benedetta università italiana, ci hanno montati per benino con paroloni altisonanti del tipo "decostruttivismo, minimalismo, linguaggio architettonico..." e noi carichi e gonfi siamo usciti dalle università pensando di poter continuare così e convinti che solo così si poteva essere Architetti (con la A maiuscola), onorati e rispettati mentre chi non ce la faceva era un fallito... Ora finalmente che i nodi iniziano a venire al pettine ci iniziamo a rendere conto che la nostra è una professione come tutte le altre che necessita di sudore e fatica e spirito di sacrificio. La bottega si proprio la buona vecchia bottega che facevano una volta gli artigiani, pittori, scultori, architetti ( ... gratis!) è quella che ci permette di diventare un vero professionista e non i paroloni altisonanti ed i titoli accademici da mostrare in giro.
hope :
caro pontiggiroma credo che sudore, fatica e spirito di sacrificio purtroppo appartengono a noi tutti nel momento in cui si è deciso di mettere piede all'università...consapevoli che si protrarranno fin quando non si decide di smettere di lavorare o fare completamente altro...e quindi rinunciando non a quanto predicato da quei ' bei ' prof. universitari ma a quella vocazione che ti porti dentro che seppur troppo poco pagato o addirittura impiegando tanto tempo nel competere in un concorso è impagabile nella gratificazione di riuscire a dare una risposta ad un problema, di vederla realizzata o addirittura di vincere un concorso e di averci visto giusto a differenza di tanti prof. e professionisti che vedono giusto solo il loro clientelismo e nulla più...il problema non penso che sia così semplice, è vero che il sistema universitario è inceppato ma lo è peggio ancora il sistema economico per cui diventa persino difficile svolgere una qualsiasi pratica, direzione lavori etc...per il semplice fatto che non c'è e per quello che c'è ne siamo talmente in tanti da svalutarci gli uni con gli altri togliendoci dignità lavorativa...lo stesso vale nel collaborare con uno studio...gli standard son troppo bassi perchè è una continua speculazione...per cui ora mi sento di dire ben vengano ogni tanto quei paroloni altisonanti dell'università, dipende da come li si ascolta, perchè possono essere ricchezza in tempi di assoluta povertà non solo economica ma anche dello spirito...
Tia :
Bhè l'università è l'università e fa il suo mestiere. Certo, chi naviga solo all'interno di quel ristretto ambito accademico non ha mai visto cosa succede fuori e se lo immagina solo per sentito dire: la giungla più totale, dove se non tiri fuori i denti rimani indietro e non sei nessuno, non roba da smidollati professori che si crogiuolano nel tepore confortante del loro studiolo conquistato con clientelarismi e trafile. Però non possiamo criticare l'università in toto se non per il fatto che gli esami che ti preparano alla professione sono troppo pochi. Anche la formazione teorica, i laboratori in cui ci fanno avventurare in progetti faraonici un giorno possono tornare utili. Dipende da quanto uno e in grado, una volta tuffatosi nell'oceano della professione, di cavalcare l'onda. Se riesci a rimanere a galla ti possono capitare anche progetti ambiziosi in cui aver progettato biblioteche, alberghi musei etc.può fare la differenza tra il poter accettare o dover servire sul piatto d'oro una grande occasione ai colleghi più esperti.
Tia :
Ma per rispondere ad archfolle io credo che sia giusto accettare. 14 mila uro annui netti sono un bel gruzzolo che se ti metti in proprio vedrai solo dopo diversi anni. Unico consiglio, introduci una "tassa timbro" che ti dovrà corrispondere extra ogni volta che firmi. La responsabilità si paga.
Edoardo :
Ma quante pippe mentali, ancora a parlare di unìversità come fosse una pastiglia che uno deve prendere per forza. L'architettura deve essere una vocazione sennò fai il tecnico PER fare il tecnico. Un mio amico ha scoperto, dopo vari mestieri, di avere vocazione per la pasticceria ed è felicissimo, fa dei semifreddi buonissimi. Io domani vado a fare il tecnico in mezzo a gente che fa telefonate e conta i soldi, però ricorderò sempre quelle esperienze con mio padre, da bambino, in cui ho cominciato ad apprezzare l'arte e l'architettura... le piazze, le chiese... 10 anni prima dei tensori di deformazione o della composizione fine a sè stessa. Il tutto ci forma, e spesso chi ostenta la propria formazione è il primo ad essere privo di vocazione. Non confondiamo la professione col professionismo poi, perchè mentre il professionismo è un fine per chi lo pratica, la professione, a mio modesto parere, deve essere sempre considerata un mezzo.
archistufo :
l'Università Italiana DEVE ESSERE RIFORMATA, così com'è non ti avvia a niente, c'è un abisso enorme tra le gigantesche c.....e che si dicono nelle nostre blasonate facoltà di architettura e la realtà del mondo lavorativo. Te lo dico io che lavoro in uno studio dove si fa TUTTO, ma se dico di tutto è veramente tutto, all'inizio mi sentivo veramente ignorante......
Il problema grave del nostro sfruttamento continuo e della nostra svalutazione totale, sia professionale che economica, parte proprio dal percorso di studi, carente di qualsiasi forma di attività formativa fuori dalle mura delle facoltà. punto.
Archfolle io accetterei, dati i tempi, però io ti consiglio vivamente di pensare bene a firmare qualcosa, guarda che se qualcosa non va, a te vengono a pizzicare...........
giupy75 :
gli architetti per vocazione non lavorano , semplicemente perchè questo mondo(o meglio questa italia ) non è un paese per vocati all' arte e al gusto . Come si puo' leggere dal post di archfolle questo è un paese dove si va avanti con la "compravendita " di firme ; ed è questa la vera pillola che devi ingoiare senza alternative .Sta per iniziare un nuovo ciclo politico ; qualcuno ha sentito parlare di salvaguardia del patrimonio pubblico-privato artistico ?? dello stato del lavoro intellettuale ?? di libera professione ?? cosa si sente in giro : aumento inarcassa ,assicurazione obbligatoria , pos obbligatorio , pratiche energetiche su group-on , obbligo preventivo . Ci hanno abolito i parametri tariffari (nei lavori privati ) in nome del liberismo ? ma , sempre in nome del liberismo non dovrebbero eliminare anche gli ordini professionali ??
ponteggiroma :
PROFESSIONE - ARCHITETTO: c'è chi sceglie da subito di fare la "professione" mettendo i piedi a terra e pensando che quello che ha acquisito durante gli anni di pesanti e sfiancanti studi è solo una parentesi, ottima, ma necessaria a fornirti una preparazione culturale di base utile solo ad ampliarti la visione del mondo, ma non del mondo lavorativo e poi c'è chi sceglie di fare "l'architetto" in un mondo dove tale figura è ormai obsoleta e priva di utilità, un mondo dove contano le capacità e la preparazione scientifica, manageriale e settoriale, rischiando di avvitarsi in una spirale senza uscita e poi viene sui blog a sparare a zero su tutti perchè si sente sfruttato e/o perchè la sua arte non viene capita.
Edoardo :
Allora era meglio fare ingegneria.
Per me tuttavia, alla fine, no.. e non vengo dall'istituto d'arte ma dallo scientifico. Ci lavoro coi tecnici... ne conosco i limiti e paradossalmente mi apprezzano per la mia "diversità". I veri fustrati sono quelli che avrebbero voluto fare i tecnici e che considerano la loro formazione un'esperienza, una parentesi. Questo non esclude la professione ed i suoi problemi, la realtà, ma il professionismo fine a sè stesso come punto di arrivo.
ponteggiroma :
Ci lavoro coi tecnici... ne conosco i limiti..., ognuno ha i suoi limiti e sono dovuti al fatto che il processo edilizio è diventato talmente settoriale da non poter permettere un controllo globale, così come il mestiere dei medici, degli avvocati ecc... Ciò non dev'essere origine di frustrazione, ma consapevolezza che i processi tecnologici, se da una parte hanno reso più semplive la nostra vita, da un'altro hanno richiesto capacità professionali fino a qualche anno fa inimmaginabili. Il professionismo se ben fatto è "necessariamente" un punto di arrivo e ciò per qualcuno può essere origine di frustrazione. Il resto fa parte della cultura personale e della semplice speculazione intellettuale.
Edoardo :
Questo lo condivido, ma un architetto deve poter gestire i processi restando forte nel suo ruolo ed il progetto, il suo compimento, devono poter essere determinati e controllati sempre, essere il cardine. Questa imho è professione, ed è sempre stato così... altrimenti "te se magnano a mozzichi". Avremmo perciò il manovale che fa un muro a modo suo, il capomastro che acconsente e lo fa vedere al direttore di cantiere che ne prende atto e chiama il direttore lavori. Questo alza le mani e si prepara a dirlo al cliente... ..e il cliente dice: "La prossima volta chiamo il muratore". Il ruolo dell'architetto deve essere sempre un ruolo di gestione delle maestranze e dei processi, ma non sono mai i processi il fine del suo lavoro (se fa l'architetto).
ponteggiroma :
...hai dimenticato un particolare, quelli di cui parli tu sono processi di lieve entità facilmente gestibili da unico professionista (più o meno facilmente, pensa a tutti i prodotti che esistono in edilizia...anche solo per il semplice risanamento del calcestruzzo o all'isolamento di un edificio). Per i processi più complessi ti renderai conto che le variabili e gli ambiti di conoscenze sono talmente ampi che è umanamente impossibile gestire tutte le singole sottofasi senza un adeguato controllo effettuata da professionisti specializzati.
Edoardo :
Il succo non cambia, cambia se fai il tecnico.
giupy75 :
ponteggiroma ed Edoardo potreste farmi un esempio di Architettura intesa come oggetto costruito frutto di un processo terminato ?
ponteggiroma :
allora decisamente sono un tecnico e fiero di esserlo, almeno contribuisco costruttivamente ed operativamente al processo edilizio... lascio fare l'architettura a chi abbia capito cosa sia...
@ Giupy che vuoi dire???
hope :
mah...non mi sembra di aver capito...è emerso, allora, che chi progetta fa speculazione intellettuale e chi non progetta è un tecnico detto in maniera semplicistica ? ma chi progetta non fa pure la direzione dei lavori? e chi fa specificamente direzioni lavori o altro non dialoga con chi progetta? Penso che in ogni caso ci debba sempre essere una sana collaborazione, anche fra più figure specialistiche, e nessuna frustrazione perchè l'obiettivo è fare qualità che il più delle volte non c'è stata nel passato sviluppo edilizio...privilegiando proprio e solo quel processo edilizio separato da una ricerca architettonica...penso che le due cose vadano sempre insieme, altrimenti a cosa si contribuisce?!?...
giupy75 :
il processo edilizio (volente o nolente ) non comincia mai dai tecnici ma dalla politica (politiche urbanistiche-infrastrutturali rivolte quasi sempre a far cassa) . Ormai è un dato di fatto che l' italia è una delle nazioni con un indice di corruzione molto preoccupante . Corruzione è sinonimo di speculazione ,eco-mafia etc etc. L' architettura (in ittalia ), nelle prime fasi del processo che la generano, è come una pianta che viene seminata storta , e non puo' che crescere storta . Il tecnico è chiamato per potarla e darle forma e curarla o ristrutturarla ... MA SEMPRE UNA PIANTA STORTA RIMANE . Cresce cresce ... arriva una refola di vento e cade sul suo stesso peso . Cosa voglio dire ? che tu sia tecnico o sia Architetto poco importa , quando sarai chiamato è gia' troppo tardi .( perdonatemi la necessaria metafora e l' estrema sintesi , ma per sviluppare questo argomento dettagliatamente bisognerebbe scrivere un libro ;chi vuol capire capisca )
ponteggiroma :
Ok giupy posso essere daccordo con te sulla metafora della pianta storta, ma ciò avvalora la mia tesi per cui servono tecnici e professionisti in grado di tirarla su al meglio. Se lasciamo in mano il tutto agli architetti teorico-filosofi abbiamo poche speranze... Io lo dico perchè ho avuto a che fare con certa gente in cantieri complicati e ti assicuro che il loro apporto di danno è stato quasi irrecuperabile. Per fortuna ci sono i tecnici a metterci le toppe... (soprattutto ingegneri, architetti e maestranze)
Edoardo :
E com'è che "certa gente" ha l'incarico mentre altri bravissimi no? Perchè non danno l'incarico a quelli che risolvono tutto? Io tuttavia non faccio parte di "quella gente" ma mi pongo la questione.
hope :
pontiggiroma puoi raccontare questa esperienza, sono curioso?
pepina :
Ponteggi, condivido a pieno quello che hai scritto. Basti pensare a quelli che si sentono archistar ed ignorano le basi legislative.
Domanda :
Per i netti intendiamo dei soldi che rimangono in tasca dopo tutte le tasse?
A me hanno proposto 700 di onorario (+4%+IVA) per fare metà giornatà (se ho capito bene, non meno di 5 ore al giorno). Il lavoro più che altro consiste nella modellazione 3D (anche abbastanza complessa dei mobili morbidi etc), ma dovrei anche fare dei disegni architettonici. Visto che dei problemi economici per il momento non ne ho (salvo le spese per la partità IVA che ho già da tanti anni) e non sono più una bambina, tendo di non accettare. Cosa ne dite?
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