M(arch)zio : [post n° 310639]

Consiglio primo colloquio

Ciao a tutti, finalmente dopo aver inviato centinaia di curriculum, uno studio mi ha chiamato e abbiamo fissato una data per un colloquio conoscitivo.
Vorrei avevre qualche consiglio sia da chi ha già sostenuto un colloquio, sia da qualcuno che magari ha già esamito un futuro possibile collaboratore.
Per esempio una cosa che vorrei chiedervi subito è: devo portare una copia cartacea del mio portfolio secondo voi?
Grazie
toro80 :
ciao.........porta copia del cv ed un portfolio con alcuni lavori dell'università giusto per dare un idea, eppoi massima tranquillità e vedrai andrà tutto bene!
Tia :
Ogni tanto faccio dei colloqui con persone che mi mandano il CV, anche se finora sto assumendo solo tra coloro che hanno già svolto un tirocinio universitario presso il mio studio. Quello che ti posso dire è questo.
Se ti ha chiamato i casi sono due: o è il classico "ne vedo cento e poi scelgo" abbastanza raro, oppure gli piace il tuo CV ed il colloquio serve solo per vedere in faccia la persona.
Cerca di essere te stesso e fai vedere voglia di fare e spirito di collaborazione. Non essere troppo fiscale sugli argomenti economici. E' possibile che l'offerta iniziale sia bassa ma che dopo uno o due mesi il compenso incominci a salire. A mio avviso è meglio entrare e poi tirare la briglia in seguito. Una volta che sei dentro sarà difficile per il datore mandarti a casa, se ti ha messo dietro ad un progetto è più facile accettare una proposta di aumento che lasciare scoperto un processo già avviato che procede bene. Su questo aspetto lascia parlare lui.
In bocca al lupo!
s.h. :
ciao tia...anche io come tanti sono un giovane architetto alla ricerca di lavoro...vorrei approfittare di questo post per qualche consiglio...ho inviato tanti c.v. non avendo alcuna risposta...a questo punto mi chiedo: ''ma quali sono davvero quelle caratteristiche su cui ci si sofferma e destano attenzione almeno per avere un colloquio e conoscersi?''...a volte ho la sensazione che non si è buoni mai per niente...
Tia :
S.h. , considera innanzitutto che il lavoro adesso è pochissimo e uno non sempre, anche se vorrebbe, può permettersi un collaboratore. Conosco colleghi anche meno giovani di me che si ammazzano di lavoro perchè non riescono a garantire uno stipendio ad un collaboratore quando prima ne avevano diversi. Detto questo, se ci sono le condizioni per pensare ad un'assunzione, è chiaro che si valuta il candidato non una ma dieci volte. Su cosa si basa la valutazione? Innanzitutto sulle capacità: se ho bisogno di una persona a cui affidare i computi preferisco un candidato che ha già svolto una mansione di questo tipo. Contano anche certe predisposizioni personali, può piacere un'ateneo di laurea piuttosto che un altro, contano master e corsi di specializzazione. Chi non ha ancora elementi di specializzazione perchè esperienza non ha potuto farne per scarsità di lavoro deve puntare sull'esibizione di buona volontà e voglia di imparare e di spendersi per questo lavoro. Anche a te in bocca al lupo!
M(arch)zio :
Tia, ti ringrazio per i preziosi consigli che non mancherò di seguire. Approfittando della tua gentilezza vorrei porti un altra domanda: avrei intenzione di presentarmi al colloquio con una versione cartacea del mio Portfolio (lo stesso che ho mandato allo studio per mail) in modo da poterne magari discutere con qualcosa da sfogliare sotto mano. Secondo la tua esperienza può essere cosa gradita, o è solo una perdita di tempo perchè l'architetto lo ha già visionato e non gli importa di rivederlo?
Grazie ancora della disponibilità
sissi :
Sicuramente è una questione che va a fortuna però io in quasi 10 anni in cui ho sempre lavorato presso studi e fatto colloqui ogni tanto, mi sono fatta un'idea diversa da quella del primo post di Tia.
Quelli che "ne vedo 100 e poi scelgo" non sono così rari, direi che è la maggioranza, tante volte mi è capitato di arrivare al colloquio e di dover attendere perchè prima c'era un altro colloquio, oppure di uscire e incontrare altri candidati o che il "selezionatore" prendesse il mio cv da un plico di altri cv.
Mi ritengo normodotata, forse non particolarmente in gamba però nel mio lavoro ci metto impegno, non faccio mai assenze o ritardi, insomma la "collaboratrice media", i miei datori di lavoro mi sembra siano sempre stati soddisfatti di me, eppure ottenere l'aumento è sempre stata una battaglia, sia per me che per i colleghi, forse più che l'aumento mensile mi pare ci sia più la tendenza a dare un bonus a fine anno o a fine progetto. Certo se è la prima esperienza non avrai molto potere contrattuale in fase di colloquio ma non sperare troppo in un aumento, ecco.
E comunque, con la crisi, ho visto lasciare a casa colleghi più validi e con più esperienza di me solo perchè avevano uno stipendio più alto del mio.
Questo, ripeto, in base alla mia esperienza, non è detto che sia la regola.

Per quanto riguarda il portfolio, dopo i miei innumerevoli colloqui sono giunta alla conclusione che lo porto e lo tengo in borsa, lo mostro solo se me lo chiedono.

Un grosso in bocca al lupo!
s.h. :
ciao Tia, vorrei chiederti un altro consiglio...secondo te quale specializzazione può garantire un inserimento più semplice?...
Arch&Cons :
Tia, le tue risposte sono veramente molto interessanti. Vorrei invece sapere come valutate i curriculum che vi arrivano di persone che hanno titoli post-laurea. All'inizio pensavo di venir scartata perchè lo studiare e il frequentare corsi aveva sottratto tempo all'esperienza professionale, ma poi, ad un colloquio, sono rimasta un po' spiazzata quando mi è stato spiegato che questo succede perchè costo troppo. Mi ritrovo quindi condannata ad avere un titolo che ha validità per i concorsi pubblici (italiani ed esteri) e per fare la libero professionista con un mio studio, ma vengo scartata come collaboratrice dagli studi. Voi come valutate i curriculum di chi ha un titolo post-laurea? Li buttate oppure li prendete in considerazione? Grazie per le vostre risposte.
Tia :
Rispondendo un po' in qua e in là, non è tanto il titolo in più che conta, quanto il saper fare. Ti faccio un esempio. Se hai lavorato in uno studio che faceva certificazioni energetiche e le sai fare benissimo, non importa che tu abbia l'abiltiazione, stessa cosa per la sicurezza. L'avere il risconoscimento può servire in sostituzione dell'esperienza: hai studiato, hai fatto esercitazioni su temi di quel tipo, quindi se dovessi affidarti una mansione di quel tipo sapresti dove mettere le mani pur non avendo esperienza.
Quanto a quali specializzazioni avere... io penso di essere uno studietto nella norma che fa un po' di tutto quello che gli capita anche se da un po' mi stanno arrivando temi interessanti e di rilevo. Lo studio medio fa sia i computi che il catasto che la sicurezza che la certificazione che i rendering, quindi ogni tipo di specializzazione può far comodo prima o dopo. Quindi specializzati in quello che ti piace di più, sapendo che prima o dopo tornerà utile anche a te come libero professionista. Poi lo studio che seleziona se in quel momento ha un lavoro che richiede la tua specializzazione di sicuro ti metterà in cima rispetto agli altri candidati.
Poi c'è la questione "titolo aggiuntivo / esperienza = costo maggiore". E' vero, è giusto che chi vale di più prenda di più, ma uno può anche decidere di porsi economicamente al livello degli altri e dunque risultare più appetibile, ma deve specificarlo chiaramente, altrimenti si dà per scontato che la paga debba essere maggiore. D'altro canto ci sono anche delle situazioni in cui chi assume ha bisogno di una figura con una preparazione tecnica che egli stesso non possiede ed è disposto a pagare di più per avere un determinato profilo. Come fare a capire se è possibile tirare sul compenso? L'unica è avere fiuto, a volte devi radiografare il capo come lui fa con te, il tuo intuito deve capire se è uno che lavora davvero e viene pagato, se i suoi clienti sono buoni, stabili e solventi (considera che molto spesso non lo sa neanche lui...)
Tia :
@M(arch)zio confermo quanto detto da toro80: se hai già mandato il cv digitale non occorre che lo riporti cartaceo. Invece un portfolio cartaceo coi TUOI progetti è graditissimo per capire come sei come architetto, che alla fine di tutto, è quello che conta.
Arch&Cons :
Forse ti sembrerà una domanda stupida, ma come fa uno a specificarlo chiaramente, se al giorno d'oggi le selezioni si fanno solo ed esclusivamente tramite curriculum cartaceo e senza nessun tipo di colloquio (o se li fanno, è perchè hanno erroneamente risposto ad un collega quando in realtà cercavano un tirocinante)? Elimini gli ultimi step di una formazione magari specialistica dal curriculum?
Tia :
In effetti è vero, c'è sempre un problema di difficoltà i comunicazione alla base. Molti candidati indicazioni di questo tipo le scrivono già nell'email di presentazione. Anche il fatto di scrivere che sarebbero disposti a fare anche un part-time permette di capire che c'è interesse a trovare un accordo. Oppure si telefona e si parla direttamente col titolare che è sempre una bella cosa.
Arch&Cons :
Tia, ti ringrazio ancora per i tuoi consigli. Purtroppo, per la mia esperienza, citando il part-time hai qualche riscontro che però cade sempre nel nulla appena citi le parole "rimborso spese", "retribuzione", "partita iva".
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