Edoardo : [post n° 320531]

Perchè non esageriamo? Ma sì...

" Secondo me l'architetto deve diventare esclusivamente una macchina esecutrice, non deve pensare... deve compilare. Io sono ancora più radicale e netto (dall'alto della mia esperienza plurisecolare): non c'è bisogno neppure che l'architetto si chiami così, quel che conta è produrre ed imparare a fare le cose, anzi, uniformerei i titoli con geometri ed idraulici o ragionieri... oppure eliminerei del tutto le facoltà che tanto insegnano cose inutili (vedasi il rogo dei libri attuato dalle SS e la selezione dei cosiddetti mestieri utili prima dell'internamento nei lager). Eh già, avrebbero dovuto metterci in una capsula appena nati e spararci le nozioni e le norme in vena, altro che viaggiare, osservare, sviluppare il senso critico con la cultura e PER CHI CE L' HA anche una prorpia intelligenza critica attiva... sono distrazioni dalla retta via, che è quella del professionismo equivoco da quattro soldi. "
Dico solo una cosa, un parere personale, in merito alla deriva professionistica idiota che serpeggia in molti interventi: RAUS! ;- ) E che non si tirino in ballo le archistar che non sanno far star su le opere... oppure gli artistoidi disciplinati dal tecnico con le stimmate. Il mestiere dell'architetto non è solo mero professionismo o tecnicismo, non basta compilare pratiche o fare una DL... da parer mio è ben di più, solo che bisogna riuscire ad arrivarci e non fare come la volpe e l'uva. Molti esercitanti secondo me non saranno mai architetti in vita loro, forse saranno buoni tecnici... un pò per contingenze un pò perchè forse non hanno certe caratteristiche (come peraltro alcuni archistar politici). E mi ci metto pure io così non mi additate.
Faccio il nome di un vero architetto: Carlo Scarpa. Non era anche un artista? Non aveva cultura? E per questo non era anche un tecnico? Non curava i lavori? Snobbava gli esecutivi facendo solo disegni astrusi? Non conosceva i materiali? Ecco, il mio pamphlet notturno è finito: pensieri, pareri, opinioni: ho già messo su una tisana.
ponteggiroma :
ognuno deve fare il suo lavoro: gli architetti gli architetti, i tecnici i tecnici, i geometri i geometri, i filosofi i filosofi, i politici i politici ecc... ci sarà pure una selezione naturale... o no? Il problema nasce quando qualcuno cerca a tutti i costi di fare qualcosa per la quale non è portato.
ponteggiroma :
gli architetti-artisti come dici tu al giorno d'oggi non hanno più ragione di esistere in quanto non più supportati da un mecenatismo che gli affidava la possibilità di un controllo culturale alla loro opera. Il controllo "culturale" caro edoardo oggigiorno lo possiede solo la finanza e pertanto mi sembra semplicemente assurdo che un laureato uscito dalle nostre facoltà abbia la benchè minima possibilità di esprimere quello che ha potuto esprimere l'illustre artista da te citato. Insomma inutile agitarsi tanto per discussioni anacronistiche e senza senso a mio avviso... cercate di fare il vostro lavoro nel miglior modo, se ne siete capaci, altrimenti lasciate perdere e fatene un altro...
kitto :
Carlo Scarpa è morto. E con lui la sua epoca. Oggi le istanze sono cambiate e quello che 50 anni fa era ammirevole nel 2013 fa tenerezza. Gli artisti devono iscriversi alle Accademie, è ora che le facoltà di architettura siano frequentate da gente seria (studenti ma soprattutto docenti): TOGLIETEVI IL FARFALLINO!

p.s. la gente seria sogna anche senza farfallino, ma con un pizzico di minore autoreferenzialità.
Edoardo :
Vedo che per essere un tema "anacronistico" fa ancora effetto, tuttavia. Gli epitaffi "farfallino" e "filosofi" mi fanno un pò tenerezza, ma anche rabbia. Non trovo comunque, nelle vs. risposte, un argomento che uno di dibattito serio... vi limitate rabbiosamente a demolire presunti castelli... ...e poi? Che resta? Quali elementi mettete sul piatto? Faccio presente che se Scarpa è morto tanti altri sono vivi... ed il discorso, meno puro forse, resta valido: non si può coprire una voragine con una pecetta. Ci vogliono argomenti... ed io non ne vedo, solamente constato con tristezza un atteggiamento massimalista e pure pretenzioso che non porta a nulla. Ripeto, magari vi fossero risposte che possano mettere in evidenza quale può essere OGGI il ruolo di un architetto, io ho fatto un pamphlet per tirare fuori gli argomenti, sono tutto orecchi. Per me il suo ruolo OGGI è quello che ha avuto sempre e tale deve essere: i processi e le complessità per me sono uno stimolo non una tomba.
step :
Ciao Edoardo un giorno mi fu detto che per essere architetto bisognava vivere nell'architettura (purtroppo anche questa è deriva o arroganza professionistica)...ho risposto che sebbene non io viva nell'architettura so di sicuro come degli interventi non debbano essere fatti...vivo in un contesto che è stato tirato su da quelle persone ( architetti ,ingegneri e geometri ) per cui il progetto E' saper fare semplicemente la pratica e farla passare o fare una D.L. magari con un occhio pure chiuso o assolvere a tutti quegli aspetti meramente burocratici...in realtà vivendo in un contesto così alienante ho capito che il problema è culturale...pratiche, D.L., etc...sono solo degli aspetti tecnici, mezzi che devono avere come fine la QUALITA' di un intervento a cui tutti devono PARTECIPARE. Ciò non è utopia perchè se nel passato anche recente queste persone (architetti ,ingegneri e geometri ) avessero ricoperto il proprio ruolo che hanno svolto con un pò di sensibilità sociale avrebbero prodotto un qualcosa che sicuramente aiutava a far vivere meglio.Credo che in realtà le facoltà non insegnano cose inutili, sono le persone che le fanno diventare inutili...
Ily :
Il quesito che si pone Edoardo a mio parere è fondamentale, e badate bene, io sono la prima a dire che l'architetto è sopratutto un TECNICO.
Eppure... eppure l'architettura è anche arte, perché l'arte emozione e l'architettura trasmette emozioni.
Perché una Pieve del XIII secolo tutta di pietra, costruita da un capomastro analfabeta con tecniche e materiali poveri mi emoziona tanto, e ci trasmette la presenza del divino, mentre la Chiesa di Fuksas a Foligno (o quella di Aalto a Vergato) no?
Perché la Torre del Mangia sembra così leggiadra, quasi eterea, mentre certi grattacieli appaiono goffi e pesanti?
Perché il Partenone ha proporzioni perfette?
In tutti quei casi c'è qualcosa di più della semplice esecuzione a regola d'arte... C'è come una sensibilità particolare, un qualcosa in più che non riesco a definire...
Per fare spazi idonei funzionalmente e ben progettati, durevoli e costruiti a regola d'arte basta un ingegnere, o anche un geometra. L'architetto invece ha proprio quel qualcosa in più... Poi è ovvio che ci saranno architetti (come ad esempio la sottoscritta) che preferiscono non fare i progettisti (e magari dedicarsi solo alla progettazione strutturale).
kitto :
"Per fare spazi idonei funzionalmente e ben progettati, durevoli e costruiti a regola d'arte basta un ingegnere, o anche un geometra."
È proprio qui che ti sbagli: un edificio, qualsiasi sia la sua destinazione, è una macedonia di giusti dimensionamenti, materiali, impianti, funzioni NON IL RISULTATO DI UNA SEMPLICE SOMMA di tutti questi ingredienti e per far questo non serve l'artista, l'ingegnere, il geometra, ma un progettista chiamato architetto :)
ponteggiroma :
edoardo la tua discussione è sterile. Da che mondo è mondo gli architetti hanno lavorato per i committenti (mecenati), pertanto curavano e curano i loro interessi, siano essi papi, nobili, borghesi, dittature, banche o palazzinari. Ti renderai conto che la possibilità di esprimere la tua creatività dipende solo ed esclusivamente da quanto siano "illuminati" i tuoi committenti. Ovvio che una cosa è lavorare per Lorenzo Medici ed altra cosa è lavorare per Caltagirone. Voglio concludere col dire che il nostro lavoro anche se enfatizzato (a volte anche troppo) non è mai stato finalizzato ad altro scopo se non a rendere un servizio a chi ci paga e se in questa fase storica abbiamo i committenti che abbiamo puoi combattere contro tutti i mulini a vento che ti pare, ma la tua unica consolazione sarà una buona "tisana".
pepina :
io propongo una birra...
Ily :
Comunque anche Leonardo da Vinci e Michelangelo lavoravano per un committente e dovevano rendergli conto...
marco :
Io penso che un architetto debba essere prima di tutto un tecnico. I tempi sono cambiati, non ci sono più quei committenti lì. E ci sono anche 100.000 leggi da rispettare, con relative responsabilità.
E' pieno di architetti che vengono presi a calci nel sedere perchè si chiede loro di risolvere un problema "A" ma si risponde con una soluzione "C" ad un problema "B" ancora non sorto.

Forse ho risposto ad minchiam, ma a quest'ora è così.
user :
parlare di committenti é un alibi. il problema non sono i committenti di oggi o di ieri o di domani. ci sono i buoni architetti e altri che non lo sono.
la prova é che anche oggi alcuni producono architettura. non faccio esempi: se avete bisogno che qualcuno vi indichi esempi cambiate mestiere.
parlare di architetto tecnico o non tecnico é anche questo, evidentemente, un vicolo cieco. l'architettura é un'arte e tutte le arti sono fatti anche tecnici.
carlo scarpa sará pure morto ma ció che ha prodotto no. se non siete d'accordo visitate le sue opere.
gianluca :
Edoardo puoi esecutare la tua arte affrontando un concorso di architettura, ma non puoi fare di più a meno che non ti capitino committenti colti e raffinati ma nessuno ha più il coraggio e la cultura di sperperare i propri quattrini per il mero gusto dell'arte!
Ily, Giulio II° per la sua tomba dovette aspettare moltissimi anni, riuscì a vederla per il rotto della cuffia e fu pronto a distendersi per l'eternità dopo aver sborsato parecchi soldi, tutti e subito... Ma era Michelangelo e Giulio ebbe pazienza, molta pazienza...
Edoardo :
Ponteggi, e perchè il committente sceglie di pagare te piuttosto che un geometra od un ingegnere? La tisana si è freddata. ;- )
Poi è chiaro che la committenza ha un peso determinante... tuttavia se non si ha la capacità di proporre ad essa soluzioni "ulteriori", non si potrà a mio avviso mai emergere, gradualmente. L'errore forse, di molti architetti, è il ricercare a tutti i costi il personalismo alienandosi dalla prestazione fondamentalmente di "servizio" e non partendo da essa attraverso il metodo esigenziale-prestazionale. Io ad esempio ho progettato un ristorante su delle piste da sci e sono riuscito a costruire una facciata vetrata inclinata a sud, per il panorama e l'osmosi con l'esterno... ..mai avrei pensato che il ristoratore, raggiante, mi dicesse che grazie a quell'orientamento a sud non spendeva quasi nulla di riscaldamento. Ho incontrato un interesse economico partendo da una volontà progettuale, gradita. Se facevo una capanna forse non succedeva...
ponteggiroma :
allora vuol dire che hai avuto la fortuna di incontrare un committente illuminato. Ti assicuro che nella maggior parte dei casi i committenti sono di quelli che "sanno già tutto"... con i noti risultati.
Edoardo :
Vabbè ponteggi, diciamo che è un Neanderthal con un DNA evoluto. La sua natura preistorica, tuttavia, è emersa quando ha fatto realizzare la vetrata al falegname del paese che l'ha convinto col motto: "Il legno va col legno" (il coperto è costituito da travi in lamellare calastrellate a doppia curvatura, fichissime). Se non che, per non fare entrare l'acqua c'avrà sparato 2 q.li di silicone... s'è pentito... ma ha abbassato lo sguardo. Pure la scala interna me l'hanno spostata... Comunque la DL se la sono sciroppata gli altri, il mio ruolo era finito, e purtroppo le carenze nelle opere di completamento alla struttura sono state notevoli, con qualche guizzo di qualità tuttavia. Avessi potuto... chissà. Alla fine il compromesso c'è stato, ma pure la soddisfazione progettuale.
Edoardo :
Adesso sto mortificando l'area cortiliva di un prog. di ristrutturazione di una casa rurale (trifamiliare ora).. per allegarlo ad un compromesso come proposta di variante. Chi compra comanda. Ed i miei bei corselli curvi vanno a farsi benedire. Mi metto in Stand By.
PP :
Si fa un gran discutere di artisti, tecnici, filosofi committenti ecc.ma credo che si perda di vista uno dei fondamentali valori di tutti i lavori..............la dignità del corrispettivo economico di ogni lavoro in proporzione al proprio sforzo e capacità intellettuale o manuale prodotta. Credo che questo problema non sia solo della nostra professione, ma non facciamo nulla per contrastalo cosa che possono permettersi altri Paesi che hanno più rispetto per la dignità del lavoro ........qualunque esso sia. Essere pagati meno di una donna della pulizie (senza togliere alcuna dignità a questo lavoro), è un problema che abbiamo permesso noi...........e il proliferare di pseudoarchitetti pronti a tutto pur di racimolare qualunque cifra (quello che offre secondo l'opinione comune non ha alcun valore per se e per gli altri) e con la mentalità "contadina" (nel senso -capiamoci- negativo del termine...... grezzo cinico e furbo nel pensare solo al suo orto e a se stesso), ci ha portato alla mancanza di dignità nel nostro lavoro e ci porta a lamentarci del mondo che ci circonda.Purtroppo Qualità e Merito uguale dignità lavorativa con corrispettivo economico non appartengono oggi a questo Paese e non si fa abbastanza per contrastalo. Forse ora è proprio qui il punto dolente di tutti .........non riuscire a vivere dignitosamente con il proprio lavoro!
Forse dovremmo fare uno sciopero intellettuale a livello nazionale ma sicuramente non basterebbe a fermare il fenomeno
ciao a tutti
marco :
Ovviamente non sono d'accordo sull'architetto tecnico ed artista, ma si tratta semplicemente di una opinione. C'è chi, per sua propensione, ha sviluppato il lato più tecnico e chi quello più artistico, solitamente i bravi tecnici sono "pippe" dal punto di vista della composizione, e viceversa. Ed è certo che una collaborazione fra queste due figure possa dare ottimi risultati.
A mio giudizio, e visto il mondo del lavoro che ho sotto gli occhi tutti i giorni, vince il tecnico che è sicuramente più richiesto. Ed infatti i bravi studenti di Architettura, quelli bravi in composizione, appena laureati finiscono a fare i render gratuitamente. Perchè vengono educati a cose che non sono richieste dal mondo del lavoro.
I lavori che capitano non sono la casa del milionario o il museo o altro, anche perchè quei lavori se li beccano i massoni. La maggior parte dei lavori che capitano sono pratiche edili "minori" che vanno comunque affrontate con professionalità e preparazione. Poi la speranza è sempre quella di lavorare sodo e seriamente e riuscire a raccogliere i frutti, come mi auguro per tutti noi.

Per quanto riguarda il corrispettivo economico del lavoro c'è da dire come purtroppo, con l'abolizione dei minimi, si sia scatenata una guerra. C'è gente che per un lavoro semplicissimo si fa fare decine di preventivi, e vince quello che offre meno, fossero anche 5 euro di meno. Questo è anche dovuto al fatto che, e parlo sempre per la mia esperienza, molti neolaureati non trovando lavoro come dipendenti hanno aperto la partita iva e hanno svolto qualche periodo di lavoro come finti dipendenti presso qualche studio salvo poi avventurarsi nella professione da soli, vivendo ancora in casa puoi permetterti di fare preventivi stracciati, perchè hai tutto pagato e non hai spese. Poi quando hai uno studio, un affitto da pagare, una assicurazione RCP, un mutuo, una macchina tua, una famiglia con dei figli....voglio vedere se fai ACE a 80 euro o compagnia cantante.

Scusate sicuramente avrò fatto qualche errore di grammatica o di coniugazione dei verbi. Abbiate pazienza!

ponteggiroma :
marco, mi sembra un'analisi molto lucida della situazione attuale e concordo pienamente...
DR COSTA :
Lo voglio proprio vedere un neolaureato appena abilitato alle prese con un permesso di costruire o qualche ristrutturazione importante.
Si becca subito una denuncia per qualche "crocetta" sbagliata.
Non sono i neolaureati ma i grandi studi che fanno prezzi stracciati, se hai dieci persone pagate 500 € al mese ne fai di lavori...........e puoi abbassare i prezzi.
Edoardo :
MARCO, l'excursus sulla condizione della professione non può che essere condiviso... tuttavia il discorso dei rendering unica fonte di riuscita per un presunto "artista" (quanta tecnica invece!)... ...è un pò un luogo comune, assai circoscritto a realtà élitarie. Fino a tempi non sospetti c'era la possibilità invece di proporre in ambiti non élitari soluzioni diverse, qualità diverse. A me successe con tecnici che avevano bisogno di quel qualcosa in più rispetto al loro standard. Ora tuttavia questa dicotomìa tra ambiti elitari ed ambiti correnti è molto più marcata dalla Crisi.. ed alla luce di questo mostro può vacillare non solo il credo che abbiamo sulla nostra professione, bensì proprio la nostra autostima... che è ben più grave. Alla luce di questo è la dignità che dobbiamo saper difendere... ed è già solo quello un risultato (adesso).
PP :
Edoardo hai colto in pieno il problema e concordo pienamente .....ecco ciò che volevo sottolineare con dignità del lavoro. E condivido anche ciò che dice il Dr Costa.........e i fantomatici studi di settore penalizzano proprio i piccoli e giovani studi senza lavoro lasciando tranquilli e sereni i grandi studi commerciali che dichiarano il minimo richiesto e evadono tutto il resto (è possibile in un Paese occidentale configurarsi su misurai la propria personale tassazione senza un riscontro reale della vita quotidiana lavorativa? solo nel nostro Paese ognuno compila il proprio 730 e paga secondo le proprie esigenze.....non esiste una finanza capace di fare i conti.......o non si vuole?) ecco i 500 euro al mese ad un neo architetto che potrà aspirare nei prossimi 10 anni lavorativi (sempre se non trovano i tirocinanti gratis) ai 1000 euro.
Bella professione di artisti e tecnici!!
ciao PP
Martina :
Ogni Scarpa diventa scarpone .
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