Edoardo : [post n° 327772]

Collaborazione con vincolo di percentuale su contratto.

Fermo restando che l'apprendistato è un'altra cosa, ed il lavoro da dipendenti mal si sposa con QUALSIASI studio-società di architettura di QUALSIASI dimensione per mentalità..... .....non sarebbe logico, per stimolare una mentalità flessibile volta al raggiungimento della consegna, dell'obiettivo, stipulare un CONTRATTO valido legalmente dove il professionista si impegna a riconoscere al "collaboratore a P.Iva" una percentuale sulla fattura? Ad esempio, io collaboro con una Superstar per un grattacielo la cui parcella sarà 20 milioni di euro. La Superstar mi fa firmare per un 2%, ovvero 400.000 euro, ed io collaboro. Non sarebbe questa una forma logica, piuttosto che pagare delle ore, se va bene? Se mi paghi a ore sono un dipendente, o no?
erre :
Mi sono trovato a ragionare su questa cosa molte volte, sia quando collaboravo per altri studi, sia ora che sono libero professionista e mi avvalgo saltuariamente di collaboratori, e per quanto il ragionamento sembra logico, non sono mai riuscito a darmi una risposta ad un'altra domanda: quando uno studio ha diversi lavori non è detto che vadano tutti bene: alcuni potrebbero andare anche in perdita per diversi motivi (committente che non paga, imprevisti a cui far fronte senza poter rivedere il compenso concordato).

Cosa succederebbe in questi casi al collaboratore?
simona :
Giusto erre! E poi io sono molto stimolata a fare bene anche se ho un fisso. Si chiama onestà.
DR COSTA :
Ma perchè pagarti il 2 % se posso avere tutti gli schiavi che voglio (direbbe l'archistar di turno)?????
Se poi vogliamo essere corretti basterebbe assumere anche per due mesi con il contratto nazionale; se uno è bravo gli puoi aumentare lo stipendio ma una percentuale sul fatturato implica anche una percentuale sulle perdite una presa di responsabilità civile e penale nel progetto insomma non è così semplice.
Se una persona è fondamentale per lo studio insomma la devi pagare di più; il problema è che in Italia gli "stipendi" sono così bassi perchè non c'è lavoro per tutti e chi "possiede" il lavoro lo paga come meglio crede.
Inoltre, aggiungerei, che il 98 % degli studi sono costituiti da una sola persona!!!!!!! I maxi studi delle archistar sono ripieni di stagisti, ma se vai a vedere quanti sono assunti veramente saranno al massimo 5-10 persone e sono studi grandi.
Insomma in Italia applicare questo tipo di pagamento o comunque una qualche forma corretta di retribuzione commisurata con l'impegno ed i risultati ottenuti è praticamante impossibile.
martina :
risolvere le perplessità nella deontologia e nel codice civile.
Edoardo :
Il concetto è semplice: "Chi non è associato LAVORA PER TE". Chi travisa questo cristallino concetto è in malafede. Il resto sono speculazioni.... "bottega", "esperienza".. Chi ha un'attività regolare e fattura non è un pittore del '400 ma un titolare d'azienda del 2013. Punto e basta. Chi ha la partita Iva deve esercitare per sè od associato a qualcuno, chi non lavora per sè deve essere assunto perchè fa un lavoro subordinato. Poi si può discutere di flessibilità varie e di aliquote IRPEF proporzionali al fatturato... Chi ritiene di mettersi in studio gente che non gli serve o è scemo, o fà carità, o fà fare esperienza. Nell'ultimo caso devi essere certificato da un ente per potertelo permettere e puoi farlo SOLO con studenti ai quali riconosci dei CFU pre lauream.
DR COSTA :
Edoardo nessuno contesta queste cose, ma forse non sono inerenti il post in oggetto nel senso che un conto è pagare quello che devi un collaboratore un altra cosa è dividere anche con percentuali basse il fatturato.
Uno studio associato magari fattura milioni di € e paga regolarmente i suoi dipendenti che lavoreranno 40 ore a settimana.
In un altro post si contesta questo fatto dicendo che se necessario si lavora anche la notte.
Te titolare lavorerai la notte i tuoi dipendenti fatte le loro ore di straordinario se ne vanno a casa; in tutto il mondo funziona in questo modo.
Insomma i collaboratori sono una spesa come tante dello studio quello che rimane pagate le tasse si divide tra i soci.
In nessuna parte del mondo si è obbligati per legge a fare socio qualcuno o a dividere percentuali di fatturato.
Sono io proprietario dello studio che, semmai, per non farmi scappare un collaboratore bravo, lo faccio associare o gli aumento lo stipendio.
Il problema è che in Italia questo tipo di cose non possono funzionare semplicemente perchè non c'è lavoro e nessuno, anche se pagato il minimo sindacale lascerebbe il proprio posto.
Edoardo :
Hai ragione Dr. COSTA, infatti il discorso è stato sdoppiato in una parte di analisi.. e l'altra di ipotesi (volutamente forzata). Occhio però a mettere sullo stesso piano collaboratori=dipendenti, a me risulta che solo in Italia la gente sta sotto padrone (chiamatelo come volete) con partita IVA. Provocatoriamente allora ho affermato: se non sei sotto sei "con", ed a casa mia "con" vuol dire godere degli stessi diritti ed utili, oltre che oneri. Ecco per paradosso che spunta l'associarsi come unica alternativa, allo stato attuale. So inoltre di studi di superstar che NON PAGANO i "dipendenti senza contratto", e sono proprio quelli per cui applicherei l'obbligo di assunzione con aliquota IRPEF massima (eccetto stagisti). Sarò ripetitivo... ...purtroppo il mio discorso parte dal "casus belli" e tenta di arrivare ad eviscerare tematiche più radicali ce richiederebbero una riforma totale, dei contratti e delle professioni.
DR COSTA :
Mi trovi daccordo; negli studi ci dovrebbero esserci o dipendenti nel senso assunti con contratto ( 24000 € lordi) o associati che vengono pagati a percentuale in base a quanto concordato con lo studio.
Questo perchè se devi sborsare tutti quei soldi per una persona devi lavorare tanto figurati se ne hai 10.
Insomma devono sparire i concorsifici che partecipano a 100 concorsi l'anno perchè tanto non pagano le persone.
Se hai dieci persone ti costano 240 000 € l'anno e allora devi iniaziare a fare due conti su quanto è conveniente fare concorsi.
In questo modo si ridistribuirebbe la "ricchezza" perchè allora uno studio partecipa a 10 concorsi perchè ha solo 2 persone e non decine di studenti ecc. non pagati; lo stesso vale per gli incarichi.
Le PIVA devono essere solo quella dei soci dello studio come in una normale azienda.
Ma siccome abitiamo nel paese dell'incontrario succedono queste cose; i cantieri devono essere in sicurezza, i lavoratori regolarmente assunti e negli studi invece va bene averel'anarchia più completa, gente ammassata in pochi mq con poca luce, pagata male ecc. povero paese.
kia :
senza scomodare il codice civile e la deontologia, servirebbe che leggi venissero applicate....ops, dimenticavo la riforma Fornero che dice che gli ordinistici sono tutte vere p.iva. A parte gli scherzi tutto quello che succedeva negli studi pre-riforma Fornero era cmque sanzionabile ma tanto non c'erano controlli.
Ily :
DR COSTA ci sono grossi studi che partecipano a decine di concorsi e gare producendo lavori di qualità infima (perché lì la gente lavora 12-13 ore al giorno perché i ritmi sono allucinante) con decine di persone tutte a partita Iva pagate 1400-1500 euro lordi al mese (per gli orari di cui sopra, però).
Perché non si manda l'ispettorato del lavoro in queste fabbriche di palloni travestite da studi tecnici?
Ily :
Ci si chieda nelle sedi competenti come può uno studio di grosse dimensioni, che di dipendenti veri ha solo il segretario (e spesso neppure quello) ed è oggetto ogni mese di decine di fatture di architetti/ingegneri/geometri giovani (tutti o quasi con meno di 35 anni), tutte guarda caso sempre dello stesso importo, ma che ha una sede con decine di postazioni di lavoro... basterebbe fare 2 + 2: mandare un ispettore in orario lavorativo a vedere tutte queste persone al lavoro, chiedendo i relativi contratti di lavoro e coperture INAIL. Troppo difficile vero?
DR COSTA :
Ily ma il mio post diceva esattamnente questo.
Finance :
Sono molto interessato! Magari mi incasso un pizzo se faccio un salto da questi produttori di palloni (prego non cinesi grazie, loro sono autorizzati!) perchè l'erario riceve più soldi dai furbetti! Ops ho parlato di pizzo! Intendevo pizzino! Altrimenti se sanno ci pago le tasse anche io come loro, aha haa!!!!!
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