UNAPOCOFURBA : [post n° 329938]

Consiglio a un'universitaria disperata.

Ciao a tutti. Sono una ragazza iscritta ad a architettura e penso di aver fatto un grave errore leggendo i vostri commenti. Il problema e che non so come rimediare. Mi spiego: ho sempre pensato che fare l'università dovesse essere per qualcosa per cui vale la pena, cavolo! Studiare per raggiungere un tipo di lavoro che mi piacerebbe fare, ma non utopico, ecco... e non pensavo davvero che fare l'architetto lo fosse così tanto. Premetto che sono sempre stata una brava studentessa a scuola, ho sempre pensato che avrei voluto continuare la mia formazione, per crescere personalmente e migliorare la mia condizione futura. Dopo il diploma ho passato tutta l'estate a scervellarmi su quale facoltà scegliere, che potesse sì piacermi ma, al contempo, cosa molto importante per me, offrirmi un buon sbocco lavorativo, un buon compromesso. Escluse con sicurezza le ingegnerie (odierei il lavoro), economia (noia), giurispr (orrore!), e le umanistiche (nah), ero indecisa fra qualcosa di scientifico, e pensai anche per un attimo ad architettura, ma la scartai subito; mi attirava sì l'idea di fare progetti e l'uso di autocad, ma non mi convinceva del tutto perché l'idea di progettare nello specifico edifici non mi esaltava; inoltre a storia ddell'arte a scuola l'architettonico era quello che odiavo di più, insomma. Per questo la scartai e pensai alle professioni sanitarie, ma non provai nemmeno il test che ero certa non avrei passato (l'estate era agli sgoccioli), mi iscrissi a biologia, campo che mi ha sempre appassionata ma di cui mi rendeva insicura la situazione del dopolaurea, perché anche qui non mi vedevo così appassionata da voler fare a tutti i costi una facoltà con così poche possibilità...ma la scelsi anche perche le materie eventualmente potevano servirmi per preparare i test per il prossimo anno, se avessi voluto. Questo pensiero mi assillava da morire, e mi abituai all'idea di provare anche odontoiatria. Sapevo che biologia non mi avrebbe portata da nessuna parte e per sicurezza mi iscrissi anche al test di architettura,  nel caso non fossi riuscita in nient'altro (pensavo, facoltà pseudo "inutile" per facoltà pseudo "inutile": -intendo difficoltosa lavorativamente parlando- , meglio architettura per cui mi sento più portata, vaquelpaese!) mi sembrava una facoltà più incline alle mie capacità, più semplice per me e forse più adatta perché, nei limiti della realtà,  é un lavoro creativo. Nonostante tutto lo studio mirato ai test, ma iniziato tardi, non passai odonto, passai invece logopedia e ortottica ma non fisioterapia, mia prima scelta delle triennali. Non mi sentivo comunque soddisfatta, e quando uscirono i risultati di medicina (stesso test di odontoiatria), e vidi tutti i miei ex compagni di corso entrare (tutti al 2○ tentativo, si erano iscritti a bio per ritentare) feci spallucce e "affrontai" la delusione decidendo di cambiare tutto il mio percorso iscrivendomi ad architettura, che avevo passato senza studiare, perché nella mia testa pensavo che se non potevo fare odontoiatria almeno con architettura avrei avuto qualche possibilità, con impegno, di crescere professionalmente, cosa che ortottica non mi dava, e che comunque considero per me importante. Ma credo di aver sbagliato tutto. I vostri commenti mi hanno spaventata da morire, e non so come ho fatto a fare una scelta così avventata, sotto la spinta della delusione e del fallimento, sono stata un idiota... Oltre a scoprire che la situazione lavorativa per gli architetti è pessima (mi ero informata, ma non abbastanza, pensavo che "tanto è cosi per tutti meno che medici e ingegneri, se uno é bravo e ci si impegna ce la fa") anche all'estero (su cui io avevo contato), ho capito che le materie che io vorrei approfondire, sono ben altre, nonostante non abbia un mestiere dei sogni, ed é stato stupido buttarsi su un campo in cui ci si lancia ormai solo se davvero appassionati, considerato come vanno le cose. I miei avevano cercato di avvertirmi, soprattutto sulla situazione degli architetti, ma io non li ho voluti ascoltare. E ho combinato il pasticcio. Ho perso un anno, forse perderò anche questo, perché loro mi appoggerebbero se decidessi di riprovare i test ad aprile e settembre, anche se l'idea di perdere un altro anno mi spaventa da morire, vedo gli altri andare avanti e io rimanere sempre ferma. È davvero così tragica la situazione? È solo a causa della crisi? Come pensate possa essere in futuro...? Per quanto niente e nessuno ti assicurerà mai un buon lavoro, non possiamo negare che in campo sanitario sia più semplice trovarlo, se ci si impegna, e penso siano lavori comunque decisamente appaganti! So che è brutto risultare così cinici già a quest'età...  So che il consiglio che si da é "fai quello che ti piace" ma mi sembra sempre molto riduttivo... e in questo caso a me piacciono tutti e due i campi, non ho scelto quello più semplice lavorativamente perché sono stata una stupida... con queste premesse, avebbe senso lasciare per tentare i test, o ormai continuo quello che ho scelto e mi attacco?
Luca :
Ho letto molto attentamente il tuo messaggio e mi sembrava di ascoltare me stesso sia a metà del percorso ad architettura sia adesso che ho finito. In pratica hai scritto quello che scriverei anche io.

Ti dico prima che cosa ho fatto io e, alla fine, ti dico cosa secondo me dovresti fare tu.

Ho lavorato per 7/8 anni nell'ambiente artistico musicale raggiungendo livelli molto vicini alla "svolta professionale" senza tuttavia mai svoltare veramente. A quel punto, incassate mille delusioni, decido di iscrivermi ad architettura perchè tra le facoltà era quella che mi interessava di più.
Provo il test ad architettura e non lo passo. Nel frattempo conosco la mia attuale ragazza (con cui ormai sto da 8 anni) che prova il test ad infermieristica e lo passa al primo istante.
Io ho pensato di fare la stessa cosa viste le innumerevoli possibilità lavorative ma il mio carattere sensibile e troppo apprensivo me lo ha impedito. Così riprovo per la seconda volta architettura (triennale) supero il test. Inizio i corsi.

Ho fatto il primo e il secondo anno più o meno tranquillamente (molto meno che più). Al terzo anno iniziano i problemi.
Inizio a rendermi conto di cosa mi aspettava nella professione. Inizio a vedere un ambiente che proprio non mi piace. Delle prospettive veramente inesistenti. Lavoro sicuro ZERO. Lavoro da libero professionista (quindi meno sicuro) ZERO.
Ho iniziato a mandare curriculum negli studi di architettura ancora prima di laurearmi perchè ero abbastanza ferrato con i modelli 3D e Rendering e inizio a lavoricchiare in qualche studio di Roma.
3 mesi in uno studio...3 mesi in un altro.....dove chi lavorava li faceva tutto tranne che progettare edifici. Ovviamente io, che ero uno studente, lavoravo percependo solo i soldi della benzina.
Tutto questo ha rafforzato in me l'idea che l'architettura era un mondo che proprio non faceva per me in termini di lavoro e di guadagni.

Ho iniziato a demoralizzarmi, non riuscivo a capacitarmi di come io che mi sono sempre reputato una persona intelligente e seria possa aver fatto una scelta così azzardata ed essere arrivato al terzo anno di un corso di laurea INUTILE che, tra le altre cose, non ti insegna assolutamente niente della professione.

Allora a questo punto (ero all'inizio del terzo ed ultimo anno) ho deciso di cambiare tutto e di tentare il test per le professioni sanitarie, test che però ci sarebbe stato diversi mesi dopo. Allora usufruisco dell'ex art. 6 e inizio a seguire corsi a Tecniche di Laboratorio Biomedico che era l'unica facoltà psicologicamente sostenibile (anche se avrei voluto fare logopedia). Le materie mi appassionavano veramente tanto (decisamente di più di quanto mi appassionassero le lezioni "tutta teoria" ad architettura). Per motivi che non sto qui a dire dopo 1 mese di lezioni ho dovuto sospendere il corso.

A quel punto ho deciso di terminare gli studi ad architettura per prendermi la laurea visto che mi mancavano 5 esami ma con l'intenzione di ritentare le professioni sanitarie.

Ora mi sono laureato lo scorso 29 Ottobre con 106/110 dopo tantissim fatica psicologica più che fisica. Mi ritrovo impossibilitato a immaginarmi un futuro con una laurea triennale di questo tipo.
La mia compagna nel frattempo sono 3 anni che lavora profumatamente pagata. Altri miei amici logopedisti e infermieri idem (guadagnano veramente bene). Io invece? Io non riesco a immaginare il mio futuro da architetto semplicemente perchè questa professione (specie triennale) è una professione che non è considerata adeguatamente da nessuno.

Il lavoro non esiste, la società ci considera come geometri avanzati, niente di più. Contratti di lavoro non esistono e gli studi di architettura fino a che possono ti sfruttano con un rimborso spese.
Se sei proprio fortunata invece trovi uno studio che ti paga 1000 euro al mese lordi assunta con partita iva a cui devi togliere:
- IVA;
- INARCASSA OBBLIGATORIA (circa 2mila euro l'anno fisse + percentuale sul tuo guadagno);
- ASSICURAZIONE PROFESSIONALE OBBLIGATORIA (almeno 350 euro l'anno);
- FORMAZIONE OBBLIGATORIA IN ARCHITETTURA (altri tanti euro anno);
- VIAGGI, SPESE DI MACCHINA e VARIE.

Prima di fare tutto questo devi superare l'esame di stato molto difficile e selettivo che è composto da 4 esami separati in cui fai cose che l'universitò non ti insegna di certo (disegno a mano, ristrutturazioni, pratiche amministrative, leggi e normative urbanistiche e tanto altro).

Ti posso assicurare che il guadagno di un laureato in scienze dell'architettura come me (se avesse la fortuna di lavorare) è di circa 400/500 euro PULITE al mese.
Sicuramente qui ci sarà gente che non la penserà come me (meno male!!!) ma....rifletti bene sulle tue prime scelte (professioni sanitarie) che attualmente mi sembrano proprio le uniche che ti creerebbero un futuro almeno dignitoso. Avoglia a dire che anche gli infermieri non lavorano: SONO BALLE! NON GLI CREDERE! Gli infermieri lavorano tantissimo e tutt'oggi hanno tantissimo lavorano. Per non parlare di logopedisti e fisioterapisti. Non credere alle voci di corridoio ma affidati a persone che un po conoscono l'ambiente.

Cosa dovresti fare secondo me?
Dovresti abbandonare subito architettura (visto che tra l'altro non mi sembra ti piaccia poi così tanto) e tentare il test ad una delle professioni sanitarie a scelta tra: logopedia, fisioterapia, infemieristica, tecnico di laboratorio, tecnico della prevenzione sui luoghi di lavoro.
Non fare il mio stesso sbaglio se sei giovane e hai ancora tempo. Io ho 28 anni e per me è tutto troppo tardi per cambiare ma tu pensaci bene. Tirati fuori dall'architettura finchè sei in tempo.

Scusate l'allarmismo ma sono veramente stufo di fare il buonista della situazione e consigliare agli altri di "seguire i propri sogni". Basta con questi sogni, le persone (specie se giovani) vanno consigliati con l'esperienza diretta e questo post mi ha dato uno spunto anche per sfogare una gran parte di rabbia che ho dentro nei confronti di certe facoltà e certi settori professioni non sono altro che una fabbrica di illusione alla stregua dei talent show televisivi.

Un "dottore" in Scienze dell'Architettura.
Luca :
Detto questo se vuoi maggiori informazioni (anche sulle professioni sanitarie di cui sono aimè abbastanza esperto) puoi contattarmi alla mia mail email . Sono felice di poterti dare consigli perchè so che significa fare un percorso sbagliato e investire tanto tempo e soldi in qualcosa che non ti ripagherà mai adeguatamente.
UNAPOCOFURBA :
GRAZIE! Era una persona con questo tipo di esperienza ciò che cercavo. Io vivo nel mondo universitario dove la gente ancora non pensa al futuro, né ha le esperienze giuste per potermi consigliare. Sono spaventata da morire e mi sento colpevolissima per aver già perso un anno, ma mi sforzo di pensare al futuro, quando magari la prospettiva orribile di un altro anno perso mi sembrerà nulla in confronto a ciò che mi spetta... ho paura di trovarmi con una laurea in mano e mille rimpianti. Solo una cosa; so che una semplice triennale non serve a molto... non pensi che con la specialistica le cose migliorerebbero? Credi che con qualche anno di gavetta sottopagata possa migliorare la situazione, sperare di avere qualcosa di dignitoso fra le mani? Io contavo sull'estero ma, leggendo blog e siti in inglese, ho letto che architettura é sconsigliatissima anche lì e questa cosa mi ha sconvolta sul serio, perché le cose pensavo che là funzionassero, e sicuro funzionano meglio, ma... ha senso spendere tempo e soldi per questa laurea nonostante tutto? Se qualcun altro volesse darmi il suo parere e riportarmi le sue esperienze ne sarei felicissima, davvero, perché mi sento il cuore sotto una pietra e ho davvero bisogno di confrontarmi con chi é nel settore e, perché no, offrirmi qualche consiglio di vita... grazie...
Alfonso 2 :
Ciao, mi aggancio a quanto scritto sotto perchè sotto sotto è anche la mia storia. Dopo i geometri per gli stessi motivi di tanti (voglia di studiare, di completarsi, di fare qualcosa di tutto sommato importante, ecc.) inizio architettura. Lavorando nello studio di un mio parente (geometra) mi rendo conto di quanto poco considerato sia il lavoro di architetto. Mi rendo conto dell'errore ma non voglio buttare gli anni spesi e gli esami passati.
Allora mi sono buttato a testa bassa sugli studi per finire con un 108.

Dopo la laurea circa 12 anni fa ormai, e dopo una breve esperienza in un'altro studio decido di cambiare del tutto.
Butto anima e corpo in un master all'estero dove sono stato preso per puro miracolo essendo architetto ed essendo un master volto prevalentemente agli ingegneri.

Master che mi ha permesso di avere il lavoro che attulamente faccio. Non me la sento di darti un consiglio ma se fossi rimasto a fare l'architetto sicuramente starei un pò peggio di come sto ora.
UNAPOCOFURBA :
Ciao Alfonso. Se posso chiedere, che genere di mansione svolgi? Non ha niente a che vedere con l'architettura? Anche all'estero, come ho letto, gli architetti sono poco cobsiderati? Che stupida non aver chiesto prima di accettare il posto...Posso davvero basare un percorso di studi sperando nell'occasione di svolta?
Luca :
Le tue sensazioni di paura e insoddisfazione le provavo anche io durante gli studi e le provo decisamente più accentuate adesso dopo essermi laureato.
Tu mi chiedi se una quinquennale possa cambiare le cose e io mi sento di risponderti che l'architetto quinquennale (senior) ha più competenza dello iunior, questo è poco ma sicuro. Fa 2 anni in più che sono pieni di laboratori e anche approfondimenti dal punto di vista strutturale. Detto questo a livello lavorativo per esperienza diretta ti dico che la situazione tra triennale e quinquennale non cambia molto (per non dire che non cambia per niente).
Il lavoro non esiste ne per il triennale ne per il quinquennale e, dove esiste, è veramente sotto-sotto-sottopagato sia per l'uno che per l'altro.
Il lavoro pratico che un architetto svolge in uno studio di architettura è più o meno il medesimo sia per l'arch. iunior che per il senior: si fa qualche pratica amministrativa, un bel po di fotocopie, tanti modelli 3D, Rendering.

La differenza forse più sostanziale tra le due figure si avrebbe nella libera professione dove l'architetto senior non ha limitazioni in termini di possibilità edificatorie mentre lo iunior è un po più limitato. Tuttavia la libera professione oggi è praticamente un miraggio, qualcosa di impossibile per l'eccessiva tassazione e la completa congestione del mercato immobiliare ormai saturo, fermo, paralizzato.

C'è un decreto che sancisce le differenze tra iunior e senior e in parole molto povere la differenza principale tra iunior e senior è che lo iunior può progettare edifici adottando metodologie standardizzate mentre il senior non ha limitazioni. Cosa significa "metodologie standardizzate"? La norma non specifica il significato di questa frase ma mi è stato spiegato (da un architetto dell'Ordine di Roma durante il corso di preparazione agli esami di stato) che significa che mentre il senior può condurre sperimentazioni sulle tecnologie costruttive, sui materiali lo iunior deve usare elementi già noti e già ampiamente studiati e provati (tipo cemento armato, acciaio senza condurre sperimentazioni fantasiose e, permettimi, anche poco applicabili oggi come oggi in un paese come questo).

La situazione all'estero non la conosco quindi non mi esprimo.
In ogni caso non farei troppo affidamento alla quinquennale ora come ora.
Fermo restando che se tu ti laureerai fra 5 anni magari qualcosa si sarà sbloccato ma, personalmente, ho i miei dubbi.
step :
ciao UNAPOCOFURBA, sembra che il momento è difficile sia per il laureato, che vuole lavorare, che per lo studente che non sa cosa studiare...penso che sia difficile darti un consiglio, però se potessi tornare indietro subito dopo il diploma avrei cercato un lavoro ( part time ) non preoccupandomi di tardare gli studi, e poi una volta laureatomi avrei provato a spendermi bene la laurea presso l'azienda che mi avrebbe assunto...oggi ho la sensazione che prima ti inserisci nel mondo del lavoro meglio è...
UNAPOCOFURBA :
E, tornando indietro, riprenderesti quella laurea? O ti orienteresti su altro?
bonaparte :
Ciao, ti lancio la mia testimonianza, che invece è di quelle appassionatissime... ho sempre voluto fin da bambina lavorare con le cose belle, quando ho scelto l'università ero indecisa tra: arch., design o dams... essendo architettura la più selettiva era la prima scelta, certo il test mi avrebbe dato risposte... arrivo seconda in classifica: è la mia! i primi due anni me li divoro, non sono mai scesa al di sotto del 30... poi però i corsi diventano sempre più ediliza e sempre meno il bello che cercavo... strappo una laurea svogliata e affrettata e vado a lavorare nel nord europa (dove i triennali sono benvoluti come bachelor, in tantissimi, la maggior parte lavorano in aziende e studi come bacelor, ben stipendiati, con orario fisso...) e capisco che per fare il mio lavoro non c'è assolutamente bisogno di una specialistica come ti fanno credere in Italia... Io arredo e lavoro con il design, alcuni miei colleghi hanno fatto semplicemente un istituto d'arte e vanno alla grande... Intanto però con il mio attuale marito decidiamo di sposarci e decido lasciare il mio lavoro fantastico per tornare in Italia, poichè lui aveva da poco investito in un'attività sua... Qui è tutto più difficile: nessuno mi guarda o mi assume, perchè non sono architetto e non sono arredatrice. allora prendo l'abilitazione come junior e al contempo faccio un master biennale di arredamento, così chiudo un contratto con uno studio di interior design che opera in Italia e all'estero... del tutto dignitoso: mi rimanevano mille euro netti per un part-time e avevo il tempo di curare miei clienti, che in effetti avevo... dopo anni sono diventata mamma e ho mollato lo studio, che già era in crisi, per dedicarmi alla maternità e ai miei clienti... ma ora non ci sto più dentro e chiudo p.iva... come già scritto nel mio post di qualche giorno fa. allora ti dico: ci vuole passione immensa, anzi strabordante, e un biglietto per l'estero! altrimenti cambia subito, il tempo che perdi ora lo rimedierai poi, ho 2 colleghi che si sono iscritti a scienze infermieristiche a 38 anni, vuoi mettere?
Edoardo :
"Ognuno deve fare quel che più gli piace... ...se se lo può permettere". Questa massima, che non so se esiste ma m'è venuta in mente ieri, nasconde trentamila compromessi, ma al contempo riconosce il valore immenso che può avere l'essere sui PROPRI binari. Se non si è riconosciuti bisogna andare a portare PIL in qualche altra nazione forse, oltre che nel proprio portafoglio... finchè si può. Io andrei per la mia strada ma completerei gli studi fuori, creando una testa di ponte. Ad es. un mio amico s'è scoperto gelataio... dopo venti lavori come rappresentante non pagato. E va benone, perchè gli piace ed è bravo.
Ily :
Aggiunto anche alcune considerazione, perché da questo punto di vista sono una voce decisamente fuori dal coro.
Non c'è nulla di peggio di studiare una cosa che non appassiona, tutti i giorni per cinque o sei o sette anni. E poi lavorare in un campo che non appassiona.
Tutti i giorni della tua vita.
E poi aggiungo anche una cosa: ma chi l'ha detto che un architetto deve progettare? A me i laboratori di progettazione proprio non sono mai piaciuti. Però amo l'architettura e rifarei tutto da capo.
Infine: chi ti dice che tra cinque o sei anni, quando sarai laureata, la situazione non sarà cambiata in meglio?
Quindi ti direi: ami l'architettura? Sei felice quando vai a lezione? Se sì, prosegui, se no, fai sempre in tempo a cambiare.
step :
Sulla scelta universitaria non ho dubbi...non avrei potuto studiare altro...oggi anche io vivo una condizione di forte difficoltà...sono laureato da 5 anni e le cose anzichè migliorare di anno in anno, purtroppo peggiorano e sono giorni che sto davvero riflettendo sul mio futuro. Io se tornassi indietro mi sarei fermato al diploma, anticipando la crisi di 10 anni...alcuni amici hanno fatto così ed ora si trovano con contratti a tempo indeterminato a 30 anni...Una cosa importante però devo dirti ed è che se sei inserita o sei brava ad inserirti in un contesto di persone più o meno facoltose allora è tutto diverso. Si lavora, si guadagna e ci si toglie soddisfazioni...Io l'ho sperimentato collaborando per persone così inserite...occorre lavorare di più sulle pubbliche relazioni...tutto parte da lì...e tutto parte da lì per fare proprio qualsiasi cosa ( consulenze, pratiche , perizie....etc...)...
Edoardo :
Comunque Catalano direbbe: "E' meglio fare una cosa bella, che piace e che ti fa diventare ricco... ...di una brutta, che ti fa schifo e ti porta pure alla miseria". ;-D
poipoi :
Io trovo ancora che sia il miglior corso di studi sulla piazza. Ti apre la mente, ti costringe ad essere pratico, stimola la creatività. Non ce n'è così.
Con questa preparazione puoi fare l'architetto oppure qualcos'altro.
Non butterei un anno di studi. È triste per tutte le categorie.
A meno di iscriversi ad ingegneria con indirizzo gestionale o economia negli USA.
Luca :
Certo che ci vuole una certa fantasia ad affermare che "architettura" sia il miglior corso di studi sulla piazza oggi come oggi...
fulser :
mah... se c'è una che non può dare consigli sono io, cmq ci provo.
Tanto per cominciare vedo che architettura non è stata la tua prima scelta e che i corsi non ti piacciono, perciò non vedo proprio che ci stai a fare lì; hai perso un anno? E che sarà mai! Sei ancora in tempo a cambiare tutta la tua vita!
Senza entrare nel mio caso personale, che è forse troppo specifico, che dovrebbe dire i miei amici laureati con specialistica che stanno chiudendo partita Iva? Quello che mi colpisce del tuo post è il fatto che ti definisci "disperata" e avrai, da quello che dici, 20 anni. La maggior parte di noi dovrebbe impiccarsi direttamente. E' questo atteggiamento che mi preoccupa: tirati fuori da quella spirale. Non sai cosa fare? Fermati e vai a lavorare da commessa, da badante, a fare le pulizie in qualche posto (non sto scherzando, la mia amica che chiude partita Iva tira su qualche soldo stirando nelle famiglie) così ti rendi conto cosa vuol dire lavorare. Purtroppo da noi non c'è questa cultura del lavoretto, e solo adesso mi rendo conto dei danni che ci ha causato, perchè si comincia a rendersi conto dei veri problemi tardi (quanti di voi hanno avuto un vero reddito prima dei 30anni??).
So di essere dura, ma probabilmente potresti essere mia figlia e se qualcuno non te le dice adesso queste cose... quello è il vero pericolo: intortarti nell'autocommiserazione (non ho potuto fare quello che volevo, non sono riuscita a passare il test, non ce l'ho fatta, non so che fare, non me l'hanno fatto fare.....), non la facoltà sbagliata.
I percorsi adesso sono duri tutti; per giunta, architettura ai miei tempi era durissima e già allora era una cosiddetta facoltà per ricchi, perchè si sapeva che usciti dall'università per anni non si sarebbe guadagnato niente: figurati adesso, che tutta la filiera dell'edilizia è in ginocchio.
Se non sai cosa fare, ripeto, fai un qualunque lavoro, vai alla pari all'estero, impara BENE una lingua oltre all'inglese, ma non cincischiare apettando che un segno arrivi dall'alto a dirti quale sarà il tuo futuro, perchè quello te lo puoi costruire solo te e nessun altro. Per troppi anni noi italiani abbiamo fatto così, e guarda dove siamo andati a finire.
ivan :
io penso che oltre architettura quasi tutte le lauree sono svalutate oggi,purtroppo è la realtà del nostro paese,non per niente le iscrizioni sono calate molto negli ultimi anni,riguardo la laurea in scienze infermieristica anche la si fatica molto ad avere un buon contratto,fuori montecitorio e pieno di proteste di infermieri frustati dissocupati o precari.Io invece il consiglio che darei un ragazzo oggi e quello di andare a imparare un lavoro,purtroppo l'italia non è piu come 20 anni fà
step :
Fulser io credo che siamo così non perchè non si ha voglia di fare il lavoretto, ma perchè per anni l'italia, volutamente con la i minuscola, non si è innovata...ed anzichè mettersi sulle spalle dei giganti e cercare quell'innovazione che avrebbe fatto bene in tutti i settori, ci siamo messi invece sulle spalle dei nani...e adesso c'è una bella generazione che paga di tutti gli errori commessi da quelle precedenti...
UNAPOCOFURBA :
Non ho mai sognato di fare l'architetto da piccola. Mi sarebbe piaciuto sì avere un lavoro creativo, ma ho sempre cercato di stare coi piedi per terra, non ho fatto l'artistico ma lo scientifico, non ho scelto subito architettura (l ho pensata e scartata quasi subito) ma facoltà più "sicure", e in effetti non mi é mai pesato così tanto perché non ho mai sentito di abbandonare la mia vocazione artistica, che continuavo a coltivare nei ritagli di tempo come hobby. Non ho mai scelto qualcosa che sapevo avrei odiato, se no avrei fatto ingegneria o giurisprudenza. Mi sono buttata ora in questa facoltà, e fino a poche settimane fa ero anche abbastanza convinta, anche se é stata una sorta di ripiego per non avere superato i test che mi interessavano di più. Ma, non essendo anch'essi i miei "sogni da una vita", ma semplicemente cose che mi sarebbe piaciuto fare, come l'architetto, ma più concrete, ho pensato: quelli sono andati, già ho perso un anno, fare l'architetto sarà un po' più difficile (non ne ho un'idea romantica) però non si sa mai nella vita, ci penserò poi, e una laurea ormai ci vuole per qualsiasi cosa... (e poi io non voglio smettere gli studi). Se mi impegnerò riuscirò a raggiungere quel che voglio. Adesso però sì é rotto qualcosa... forse non riesco a buttarmi in un campo solo perché mi piace quando so che é così difficile camparci, non riesco a perseguire questa idea che mi ero fatta, considerato che io, a fare altre cose che non siano l'architetto, mi ci vedrei. Ma pensare di abbandonare non mi fa comunque stare bene, nonostante vada a lezione ma non riesca a seguire, passo i pomeriggi a studiare e non mi entra nulla... forse non mi piace cosi tanto come pensavo, ma come posso dirlo? Sto facendo matematica fisica disegno storia dell'architettura... Sono confusa e impaurita, non so davvero che fare, e non posso prendermi tempo perché gli esami si avvicinano, il test di aprile si avvicina,tutto si avvicina qualsiasi cosa decida di fare.
Edoardo :
Un mio amico fa il chitarrista blues e si può permettere di soggiornare in uno studio di un prof. progettista che dona apprendimento. Ma non è un lavoretto, forse il suo è un vero lavoro... quello del chitarrista intendo. P.S. è l'unico essere umano di mia conoscenza che è sempre stato sollecitato dai vicini di NON smettere di suonare. Ed era pure in un grosso condominio!
UNAPOCOFURBA :
Fulser, per carità, non sei stata dura ma anzi ti do assolutamente ragione. Hai ragione anche a criticare il mio atteggiamento, mi sento disperata perché colpevole di un'altra scelta sbagliata, frutto per altro di riflessioni su riflessioni, e perché vivo ancora nel mio piccolo mondo di amici e ex compagni di scuola che sono tutti iscritti all'uni, mantenuti dai genitori, senza pensieri... Pochi o nessuno si é posto il problema del dopo. Io cerco di riflettere ma faccio anche fatica a staccarmi dalle convenzioni... sbaglio, sicuramente. Quello che posso fare adesso é rimboccarmi le maniche e decidere. Certo é che se lascio non ho intenzione di rimanete a casa da mammà a piangermi addosso, studierei per i test dell'anno prossimo e vedrei di organizzarmi per andare a impararmi una lingua fuori di qui. È solo che ho troppa paura di fare un altro errore. Di pentirmi di aver lasciato, di non trovare le motivazioni necessarie. Volevo realizzare qualcosa nella mia vita e pensavo l'avrei fatto passando per l'universià, al 100 %, e però continuo ad avere questa senzazione del "é tardi, mo dove vai"... certo é che devo ancora trovare la mia strada, ma cosi facendo non so se la troverò mai..
fulser :
per step:
infatti sono d'accordo, ma l'innovazione non casca dal cielo, bisogna saperla fare e se non ci sbatti il muso in modo pratico non impari; per giunta le nostre scuole (nessuna scuola) non ti preparano in questo senso... così arrivi facilmente ai 25 anni senza nessuna esperienza lavorativa e vedi delle situazioni di gente che casca dal pero.... avere talento e idee non è mica sufficiente, devi saperle realizzare. Lo so che ci non è la voglia che manca, ma perdonami, per vari motivi ho avuto recentemente a che fare con gli attuali studenti e sono un gregge, quello che gli dice il prof loro fanno e c'è molto poco senso pratico.
per UPF: appunto, non fai che confermare quello che ho detto, e continui a ripetere quanto hai già spiegato. Siamo a novembre e sei già lì a preoccuparti per aprile?
Stai entrando nella spirale dell'autocompatimento. Esci da lì, non hai ancora perso niente, sei ancora in tempo a fare tutto quello che vuoi. Fai conto che ti abbia dato una sberla, se fossi lì forse te la darei. E non ti raccontare l'alibi che tutto si avvicina, che non puoi prenderti tempo, blablabla.... quelle sono scuse, in italia ce le siamo raccontate per anni le favolette: tutti i ladri al governo, io non sono come i nostri politici..... poi se c'era l'occasione di saltare una fila quasi tutti l'hanno fatto, basta vedere quelli che al governo ci sono appena saliti.
Perdonami ma ripeto, hai l'età per essere mia figlia, se non ti piace non sprecare tempo e non farlo sprecare a quelli veramente motivati; tra l'altro così stai solo facendo il gioco dei baroni universitari. E incomincia a decidere tu, adesso stai sperando che qualcuno risolva le cose per te. Non è così che funziona.
Ripeto, nessuno può decidere per te, purtroppo devi sbatterci il muso, meglio ora che poi.
fulser :
ops. ci siamo accavallate...
NON HAI PERSO NIENTE!

Sai quello che diceva John Lennon? più o meno: La vita è quella cosa che ti succede quando sei impegnata a fare qualcos'altro (Double fantasy, 1980).

In tanti anni questa è l'unica cosa che posso dire che ho imparato e che è vera.

Se aspetti di essere preparata per fare le cose, non le farai mai. E' solo facendole che impari a farle. Se le cose le vivi, non sbagli mai, lo sbaglio sta nello stare lì ad aspettare. Mentre sei lì che aspetti, per ognuna come te, ci sono almeno 10 indiani o cinesi che stanno studiando, sudando, e si stanno preparando per prendere il tuo posto.
step :
Giusto fulser ora sono d'accordo con te, più che il senso pratico manca quello critico...questo ho avuto modo anche io di notarlo in diverse occasioni...però soffro come un matto quando penso che la soluzione sia quella di andare all'estero per qualsiasi cosa...la democrazia in questo paese è ad un livello tale che ti dice " ti ho dato la possibilità di nascere qua...adesso cresci altrove"...e noi come tante pecore andiamo là dove il pascolo è più verde...ma mai si pensa come fare a rinverdire in maniera più bella quello nostro...mi sento molto arrabbiato perchè in realtà chi ci ha amministrato e amministra ha sempre cercato la soluzione più facile ed immediata ad un problema senza mai guardare oltre il proprio naso...e questo è diventato un modo di pensare...si mettono tutte pezze...
ponteggiroma :
alla fine della mia carriera universitaria ho avuto anch'io lo sconforto ed il terrore di ritrovarmi a mani vuote e secondo me è tipico di una facoltà come architettura, vuoi per la vastità dei campi che ti trovi ad affrontare, vuoi per l'elevato numero di colleghi. Di una cosa sono certo, devi studiare e prepararti tantissimo per la tua futura professione e sappi che non ti dovrai mai accontentare del semplice titolo, ma dovrai sempre, sempre, sempre... dimostrare che nel tuo settore sei al top della preparazione e professionalità.
Per il resto concordo in toto con fulser
fulser :
step, tutto vero, questo è uno strano paese, è sempre stato così e credo che qualcosa non cambierà mai.
Almeno facciamo le cose per bene nel nostro piccolo: io se in un ufficio pubblico vedo qualcosa che non va, una volta stavo zitta (per timidezza), adesso no, urlo e mi faccio sentire. Per troppo tempo abbiamo girato il muso da un'altra parte; è dura, ma bisogna ricominciare ad indignarsi e impegnarsi in prima persona altrimenti le cose non cambiano (e vincono i parassiti che tutti conosciamo).
step :
fulser sono d'accordissimo con te ed è quello che quotidianamente faccio e dico di fare anche ad altri...il brutto è quando ti dicono " rilassati e che vuoi fare cambiare il mondo?"...e in realtà vorresti far capire che si può vivere meglio in altro modo svegliandoci TUTTI...
per UNAPOCOFURBA: fermati, davvero. Quando si è agitati, preoccupati non vanno prese decisioni...spegni il cervello e quando lo riaccendi vedi che succede...il mio consiglio poi penso lo hai letto...
Luca :
Lasciando per un attimo da parte tutti i discorsi relativi al futuro offerto dall'architettura a me UNAPOCOFURBA sembra appassionata molto di più ad altre materie che non all'architettura. Mi sembra che a lei piacciano di più le materie sanitarie piuttosto che l'ambito architettonico altrimenti non si sarebbe posto proprio il problema.
Lei dice che non ha mai avuto una passione ne per l'architettura ne per le materie sanitarie ma infatti un bravo medico non è detto che da piccolo voleva fare il medico. Le passioni arrivano anche conoscendo le materie e vedendone le possibilità lavorative.

Secondo me UNAPOCOFURBA è una persona intelligente perchè, a differenza di tanti suoi colleghi e ragazzi che fanno l'università tanto per impegnare qualche anno, lei si è posta anticipatamente il problema di cosa farà o non farà nel suo futuro. Questa è un aspetto di maturità che hanno veramente in pochi.
Hai fatto benissimo a porti questi problemi e perdere 1 anno non significa niente. Io mi sono iscritto all'Università a 23 anni e ho concluso a 27.
Quasi tutti gli studenti universitari hanno perso 1 o 2 anni prima di prendere la strada giusta. Non sai neanche quanti studenti di architettura arrivano ad architettura dopo 2 o 3 anni di ingegneria!!!

Per come parli, anzi per come scrivi e per l'enfasi con cui accentui certi concetti, il tuo futuro NON è nell'architettura ma nelle professioni mediche. Questa è ovviamente la mia percezione e non la verità dei fatti.
Arch&Cons :
Volevo fare una precisazione rispetto ad una frase di Step: "la democrazia in questo paese è ad un livello tale che ti dice " ti ho dato la possibilità di nascere qua...adesso cresci altrove"". Io ho scelto architettura perchè era il percorso migliore che mi avrebbe consentito accedere a quello che volevo fosse il mio lavoro: sono passati 15 anni da quando me ne parlarono, ho seguito corsi di studi inerenti, ho acquisito titoli inerenti, ho fatto la gavetta inerente. Dopo 15 anni, ancora adesso nessuno sa cosa faccio di mestiere ... quanti anni bisogna aspettare in Italia perchè la conoscenza si diffonda? All'estero questo lavoro esiste, c'è una cultura, ci sono gli albi specifici, ci sono posizioni lavorative, le società se hai un buon curriculum (anche italiano) lo leggono, lo valutano e ti rispondono ... in Italia non c'è niente di tutto questo, o meglio, c'è un'abilitazione professionale che non vale una cippa, che è derisa da tutti e che non ti permette di firmare nessun progetto. E io, amando anche la progettazione, cos'ho fatto? Non ci ho pensato due volte e ho preso la strada principale, quella che mi consentiva di fare "tutto", compreso quello che volevo fare io ... risultato? quando mi presento con il titolo professionale che mi consente di firmare i progetti, automaticamente divento ignorante in materia perchè l'architetto, per il 99% delle persone, non ha competenze nel mio settore. Quindi mi trovo le gambe segate dal mio stesso titolo professionale che però, mi abilita a fare il mio lavoro. Visto che affare che ho fatto?
Luca :
Potremmo parlare, volendo, anche dell'UTILITA' SOCIALE effettiva di un architetto oggi rispetto a quella che può avere un professionista in altro settore...tipo quello sanitario....sarebbe interessante parlarne. Peccato però che la maggior parte degli architetti non ne parla per non "demoralizzarsi" troppo.
Gianni896 :
Benvenuta nel mondo dei grandi!
I dubbi, le incertezze e le paure fanno parte della vita..., tu nel tuo messaggio hai scritto cose..."di università"..., ma in fondo hai descritto cose..." di vita".
Ora come ora, professionalmente parlando, camminiamo tutti su un percorso molto difficoltoso, stretto e impervio.
Su quel sentiero ci sei tu, studentessa universitaria in architettura con 1001 "problemi".., c'è l'architetto già laureato, che magari è padre/madre di famiglia..., è senz'altro avrà altri problemi, probabilmente più grandi dei tuoi..., e c'è anche molta altra gente..., non ti sarà di grande consolazione, ma pensa per un attimo che tu, con tutte le tue "angosce", sei tra quelle messe meglio, se non altro hai ancora il tempo dalla tua parte, hai il tempo per cambiare "percorso"
La tua domanda ("ormai continuo quello che ho scelto e mi attacco?") te la riproporrai molte altre volte nella vita, magari anche in circostanze in cui ti giocherai qualcosa di più importante di 4 esami all'università, e la risposta sarà sempre la stessa: "io ci provo e faccio del mio meglio...." , l'unica cosa che potrai fare sarà impegnarti e sperare che vada tutto come desideri, ma sapendo che fare del tuo meglio potrebbe non bastare.
A mio parere stai serena e prosegui...
Ciao


Ally :
Ciao UNAPOCOFURBA! Non ho letto tutto tutto però ho capito il senso e ti capisco. Il punto centrale, mi sembra, è che architettura non ti piace veramente, la stai frequentando per prendere una laurea. Dovresti chiederti se davvero hai voglia e se ti conviene frequentare l'università. In fin dei conti hai un diploma, io ti consiglio di cercarti SUBITO un lavoro e poi potrai chiarirti le idee.
In bocca al lupo!
Luca :
concordo con Ally, cercati SUBITO un lavoro e preparati per il test alle professioni sanitarie o a odontoiatria (se tornassi indietro farei proprio quest'ultima)! IN bocca al lupo!
UNAPOCOFURBA :
In un certo senso é così Ally, più o meno: non é che architettura non mi piaccia, non é quello il punto... È che non mi piace abbastanza (o meglio, non mi APPASSIONA abbastanza) da frequentarla pensando "io ci provo anche se lavoro 0, non mi vedo a fare nient'altro in ogni caso quindi la faccio! Provo a realizzare il mio sogno!" perché io a fare altro mi ci vedo. Non distruggerei un sogno. E la voglia di studiare in generale ti assicueo non mi manca,se adesso decido di continuarla é perché se cambiassi nuovamente rimarrei 2 anni indietro e dai, diciamolo, a cosa posso aspirare con un diploma??? Io donna? Che mestiere imparo? Per questo meglio una laurea che nulla, penso... Sapete che per qualsiasi concorso pubblico di qualsiasi ambito il laureato vince, é ovvio, e ormai si laureano tutti! Il discorso a settembre era: faccio i test di cose che mi interessano, qualsiasi cosa passo architettura è l'ultima scelta. Ho passato 3 cose su 5 e in preda a un raptus ho scelto cmq architettura, x motivi descritti sopra, pensando che non ci avrei mai più pensato su. Era il mio percorso punto, in qualche modo nel lavoro mi sarei arrangiata. Ma se mi dite che é una laurea bella solo da un punto di vista culturale allora me le studio a casa le cose... Scusate il cinismo ma sono fatta così... Mi piace la cultura accompagnata all'utilità.
john :
Seguire tutta la discussione di venerdì sera è difficile, molto....io anche mi sono pentito e continuo (a volte) a invidiare amici che lavorano in banca e si fanno le settimane bianche, hanno le ferie ben definite, mettono su famiglia e sono a casa sempre alle sette di sera...poi rifletto che forse non sopporterei quel tipo di vita e mi rimetto in carreggiata e te lo dice uno che ha quasi 40anni, con tutte le difficoltà che mi porto dietro

Il problema è che hanno svilito la nostra professione, ormai vista praticamente non più necessaria...."L'architetto? ma che fa l'architetto? io sono capace di fare lo stesso"

l'interior designer arreda, il geometra progetta, accatasta e risolve i problemi burocratici, l'ingegnere (cavolo) fa i calcoli strutturali...etc etc etc l'architetto? boooohhh...hanno reso la nostra professione un hobby...
UNAPOCOFURBA :
Capisco... chissà, qualcuno di voi consiglierebbe la facoltà di architettura a suo figlio?
UNAPOCOFURBA :
Penso che farò così, anche se é difficile pensare di allontanarsi dagli studi ler un anno con nessuna garanzia...
Luca :
Oggi sconsiglierei caldamente architettura a mio figlio. Fra 10 anni non lo posso dire, forse no...non so come sarà il mercato del settore in una previsione così a lunga gettata...magari le cose saranno migliorate o sarà peggiorato tutto. Di questo passo non vedo segni di alcuna ripresa!
arko :
Nientedimeno tutto questo papiello per chiedere A NOI se hai fatto bene?
Tu non solo fai una facoltà che credi non ti porterà a niente...ma non ti piace nemmeno...io lo sapevo benissimo che avrei dovuto fare il medico, ma ho fatto una scelta di "cuore" e tutt'ora, nonostante tutto, non farei mai un'altra facoltà...
quindi...ben ti sta..le scelte universitarie si fanno per due motivi:
1. passione ( scelta mia)
2. possibilità post laurea

tu hai toppato l'una e l'altra, e mo t'attacchi.
lilla_y :
Sinceramente parlando..Io mi sono iscritta ad architettura perché era un campo che mi affascinava moltissimo e volevo inseguire il mio sogno di diventare interior designer..ora, dopo tant anni di studio, di gavette (e attualmente sto ancora nella fase "esperienza professionale" dopo 10 anni in vari studi GRATIS), dopo aver provato corsi di formazione professionale in interior design, master, ecc.. posso dire che se dopo la scuola avessi saputo che fare l'architetto significava fare fotocopie, lavorare per gente che non ti paga o ti paga solo il rimborso benzina, anche 12 ore al giorno, anche nei week end...beh, forse era meglio andare a fare la commessa, sicuramente avrei guadagnato molto più che la miseria che guadagno ora... E' avvilente e se un giorno mio figlio volesse seguire le mie orme, lo manderei subito a lavorare!!
Kia :
ho letto adesso un po' in ritardo il post iniziale di UNAPOCOFURBA....quelli che tentavano a caso test di ingresso dopo l'estate della maturità c'erano anche ai miei tempi. Io ero abbastanza convinta all'epoca....ma non ci ho pensato l'estate della maturità a cosa mi sarebbe piaciuto fare dopo il liceo! Se uno ha le idee poco chiare penso sia più opportuno prendersi una pausa e cercarsi un qualsiasi lavoro piuttosto che scegliere un corso di laurea X giusto per fare qualche cosa. Comunque sei ancora in tempo per cambiare se non sei convinta della scelta perché hai l'età anagrafica dalla tua parte. Pensa che molti cambiano anche parecchio dopo con laurea e abilitazione per le contingenze delle vita....
Per quanto riguarda le previsioni sul futuro...è abbastanza difficile dire come sarà l'edilizia tra 3-5 anni....però secondo me non è quello il punto. A leggere il post iniziale non mi pare che trasudasse passione o interesse per la materia ....e già questo mestiere è difficoltoso per chi ha molta passione e convinzione.
Kia :
...comunque ripensandoci...all'epoca mia non esisteva internet (o meglio c'era ma non era una cosa che avevano tutti come adesso) per prendere info sulla facoltà e sul lavoro e in generale su qualsiasi cosa. Magari se ci fosse stato anche questo canale di informazione sarei incappata in un forum come questo e non avrei scelto architettura semplicemente per il discorso che faceva Edoardo cioè che "Ognuno deve fare quel che più gli piace... ...se se lo può permettere"....però capisco che quando si ha 18-19 anni è difficile entrare in questo ordine di idee anche se magari qualche segnale c'è già....(per esempio nel mio caso, gli altri amici che sceglievano di fare architettura erano per lo più figli d'arte...però vale anche per avvocati, ecc.ecc.).
john :
@ arko: pure io dovevo fare il medico....ma il Padreterno mi ha fatto ipocondriaco e non ce l'ho fatta....due passioni avevo ed eccomi qua...(non so quanto con la prima mi sarebbe andata meglio)
UNAPOCOFURBA :
Arko... ma va... dai? Che gran scoperta! E secondo te io a cosa ho pensato? Ho scelto 3-4 test a caso pagandoli 100 euro l'uno giusto così per divertimento?! Non credo abbiate letto con attenzione il mio post. Primo: sapete com'é, MAGARI può capitare che esistano al mondo anche persone che NON hanno una particolare passione per un campo lavorativo o una materia NÉ le idee chiarissime fin da subito, MA hanno delle semplici preferenze e voglia di studiare e prendersi un pezzo di carta per migliorare il proprio futuro. Io ho iniziato a pensare all'università già dalla terza superiore ma ancora nell'estate della maturità ero confusa. Sapevo per certo no cose umanistiche, no ingegnerie giurisprudenza economia. Mi rimaneva campo biologico sanitario e architettura. Ma uno che cazzo ne sa a 19 anni che tipo lavoro lo appassionerà? Cerca di conciliare le cose come può, Può PROVARE A IMMAGINARE e vedere se quella scelta é conciliabile anche con la realtà, orientamento a scuola neanche ne fanno!. Mi sono iscritta a biologia ma poi ovunque dicevano che con biologia non si fa nulla (anche se si fa molto più che con architettura a quanto pare, io non lo sapevo). Mi piacevano molto le materie ma non me ne sono resa conto di quanto mi interessasse finchè non l'ho lasciata. Penssvo anche che il mestiere di architetto non fosse male, che di edifici siam circondagi, che fosse una figura importante, che il lavoro con un po' di impegno si trovasse, e mi sono iscritta lì. Ma tutti mi state dicendo che mi sbagliavo. Quindi ho sbagliato di nuovo.
UNAPOCOFURBA :
Comunque l'età anagrafica dalla mia parte più o meno... Ok che ho solo 20 anni, siamo a novembre ma se lasciassi dovrei per forza iniziare il prossimo anno e sarebbe un altro anno perso sommato a quello perso l'anno scorso. Quindi due in ritardo in confronto ai mieo coetanei. E ci mettono addosso la paranoia cje dobbiamo laurearci presto, che poi nessuno ci prende, e siamo indietro con la media europea già usciti dalle superiori, e qui e là... non so se sia vero o no che poi per il mercato sei vecchio ma capite che uno si agita un attimino...
ponteggiroma :
tu hai toppato l'una e l'altra, e mo t'attacchi.
arko ... mi sto sbellicando!
Edoardo :
Io dovevo fare il Cadetto - Ingegnere... o al massimo carriera in Finanza.
UNAPOCOFURBA :
Vabbé gente... che dire... Mi dispiace che il vostro lavoro e la vostra situazione sia così frustrante da spingervi a godere quasi delle indecisioni e degli errori di una ragazza giovane... che tristezza, mi dispiace per voi... a questo punto mi viene da pensare, grazie a Dio posso ancora scampare da questo tipo di futuro!
desnip :
Ho letto con una certa fatica (e non tutto), ma devo dire solo una cosa: per arko, standing ovation!!!
archistufo :
Unapocofurba non ti devi avvilire, certo però che avere le idee più o meno chiare ti aiuterebbe a non perdere tempo,e non vivere l'ansia della laurea a 24 anni che è veramente una ca....ta......
te lo dice uno che si è laureato abbastanza presto lavorando anche, e che ha fatto una scelta molto consapevole all'inizio, ossia io ho scelto di fare un corso indirizzato molto sul restauro perchè è una cosa che mi affascinava molto già quando frequentavo il mio istituto d'arte (che a sua volta scelsi consapevolmente fin dalla prima media) peccato che ora mi trovo a fare cose veramente lontane anni luce dal bel mondo tutto rose e fiori del restauro che mi piaceva tanto....
Con tutta franchezza, se vuoi avere un minimo di certezze dopo gli studi allora cambia decisamente strada, certamente ora qualcuno mi attaccherà di troppo cinismo, però se proprio dobbiamo dirla tutta dai... L'ambito sanitario, ad ogni tipo, ordine e grado, ti darà sicuramente molte più certezze e concretezze, cosa che architettura non ti da assolutamente, a meno che tu non abbia modo di investire tutta una serie di risorse economiche e varie su te stessa, cosa che io purtroppo non ho avuto modo di fare ne dopo la laurea, ne adesso e credo neanche in un futuro prossimo.
Bye bye
arko :
Hai capito desnip?
Sta signorina di vent'anni viene qui..scrive una sorta di trattato sulle sue decisioni pre-universitarie, e pretende pure che leggiamo tutte ste fregnacce di cui, perdonaci regazzì, ma poco ci cale... e poi ci fa anche la tiratina d'orecchie perchè non abbiamo ben compreso le sue terribili paturnie decisionali...
Cara Unapocofurba, questo è il forum P+A, professione architetto...
il forum P+P, professione-psicologo, è in fondo a destra.
ciao.
poipoi :
arko.
potrò anche essere d'accordo con te.
ma non sei gentile, e questa acredine eccessiva denuncia qualche problema non risolto, come se ti fossi reso conto anche tu di aver sbagliato scelta.
Te la prendi con lei, ma te la stai prendendo con te stesso.
Mi sbaglio?
Arch&Cons :
unapocofurba, nessuno di noi si aspettava questa crisi, nessuno di noi durante gli anni dell'università pensava che avremmo imparato così tanto dai corsi universitari per poi perdere tutto, ma veramente tutto, una volta entrati nel mondo del lavoro (perchè ciò che abbiamo imparato non serve e il mondo del lavoro è ad un livello decisamente meno "pensante"). Quando vedi un architetto che non sa tirare una riga ad autocad e non sa cos'è un rapidograph ma va avanti, quando ti fanno colloqui cercando di dimostrare che "ne sanno" ma i discorsi del tuo interlocutore finiscono con una serie di aneddoti tecnici che per te si tramutano in barzellette da raccontare agli amici al bar, quando poi vai a lavorare e inizi a percepire la "discutibilità" di quello che fanno, ti chiedi cosa sia l'architetto. Ti chiedi come abbiamo fatto a perdere così tanto, passando da Bernini all'architetto che non è nè un geometra, nè un ingegnere, è semplicemente qualcuno che fa un lavoro che possono fare anche altri professionisti abilitati. A questo punto c'è da chiedersi: ma sono gli altri che hanno iniziato a lavorare sul nostro stesso campo oppure siamo noi che abbiamo perso le nostre capacità che ci rendevano diversi dagli altri? Può darsi che sia io che ho una visione utopica della professione dell'architetto e quindi opti per la seconda, ma di una cosa sono certa, l'architetto ha perso tutte le competenze artistiche che sono state alla base del suo lavoro fino alla fine dell'ottocento e che lo distinguevano dalle altre figure più tecniche, cioè il geometra e l'ingegnere. La verità è che il mondo è andato avanti, l'Italia no, anzi, tutto quello che aveva conquistato, lo ha addirittura perso. La crisi può esserci in qualsiasi settore ... secondo me non è frutto di scelte giuste o sbagliate, è un fattore di sfortuna (ci mancherebbe altro che, essendomi laureata in mezzo alla crisi, qualcuno mi venga a dire che io l'ho alimentata. No, sono solo stata sfortunata perchè se nascevo prima o dopo, mi sarebbe sicuramente andata meglio).
john :
Quoto arko in pieno, all'inizio si può dare un consiglio, ma quando avevo 20 anni io non c'erano i forum ed erano i 40enni a tirarmi le orecchie...ora sembra il contrario.

Oltretutto "dispiace che il vostro lavoro e la vostra situazione sia così frustrante da spingervi a godere quasi delle indecisioni e degli errori di una ragazza giovane"....

AHAHAHA ma dico io...

Vai all'estero, ti fai un favore.
Arch&Cons :
John, ironicamente, prima però lascia scappare all'estero chi è sempre stato convintissimo e non trova lavoro perchè è stato così tanto ingenuo da continuare ad aggiornarsi per diventare un buon professionista che sa quello che dice e quello che fa (o almeno, ci mette tutta la sua buona volontà), ma si è ritrovato in un paese che fa della mediocrità e dell'aggiornamento nullo la propria bandiera.
UNAPOCOFURBA :
Mi dispiace che quando avevi vent'anni tu i forum non c'erano, ma guarda un po' nel 2013 esistono e io e tutti i miei coetanei per fortuna ne possiamo farne uso per informarci. E, Arko, guarda un po', succede pure che siano spazi LIBERI dove tu non sei obbligato a commentare le mie lamentele di cui non t'importa (e ci sta benissimo, ci mancherebbe, mi sembra normale). Io spero che da adulta sarò in grado di consigliare a un giovane una scelta di vita, o perlomeno dargli un parere, dato che ci sarò passata anch'io e avrò una panoramica più chiara di come funziona il mondo e il settore in cui lavorerò. Ed io infatti cercavo consigli di persone consapevoli e con qualche anno in più alle spalle di esperienza di vita e del settore, non di gente che si sente sgridata da una 20enne (eh?! Credimi a me del fatto di non sentirmi compresa -mai detto fra l'altro - da uno sconosciuto importa tanto quanto a te frega delle mie lamentele... :) ) però certo é curioso l'atteggiamento di alcuni di voi, e infatti non sono l'unica ad aver pensato ad insoddisfazioni personali. L'unica cosa che mi rimane da capire é se la crisi di questo mestiere derivi dalla crisi economica o dal mondo che é cambiato, questa laurea mi abilita a fare cose che ormai quasi nessuno può richiedere o che possono fare in altri 14 professionisti? Bene, basta saperlo prima e mi adeguo al mondo...
ponteggiroma :
Mi dispiace che quando avevi vent'anni tu i forum non c'erano....
e forse si stava meglio, perchè si ragionava con la testa propria!
arko :
ma infatti molti di noi ti hanno consigliato, giustamente, di "levare mano", in italiano: cambia aria. L'architettura in via del tutto teorica dovrebbe essere un campo dove si guadagna bene... lo è ma solo per pochi ben ammanigliati...
e allora, si fa architettura soprattutto per passione, a mio modo di vedere. se vuoi guadagnare fai economia.
@poipoi
in un certo senso la frustrazione c'è, ovvio... non so tu come sei messo, mi auguro meglio di molti tra quelli che postano qui. all'università ti fanno vedere l'architettura...nella vita fai edilizia se ti va bene... a me è andata benino...qualche bell'appartamento l'ho progettato e realizzato..non mi lamento... ma cmq mi aspettavo altro quando mi sono iscritto alla facoltà...La frustrazione però non c'entra nulla con il discorso in questione... qui stiamo parlando di una persona a cui l'architettura non piace...ed è inoltre cosciente che se le va bene farà la schiava per almeno 10 anni in qualche studietto di geometri a 500 al mese... la questione quindi si sposta e diventa: sorella cara, ma chi te lo fa fare?
desnip :
arko, sono d'accordo con poipoi che un pochino hai esagerato.
Da parte mia mi fa solo rabbia leggere il papiello di unapocofurba, da cui emerge:
1) l'architettura alle superiori le faceva praticamente schifo
2) ha cambiato non so quante idee e quante facoltà
3) non ha fatto una scelta in base alle sue aspirazioni nè in base alle prospettive future
4).... ce ne sarebbero tante alle altre. allora cosa vuole?
Di fronte a tanti suoi coetanei che si fanno il mazzo quotidianamente e che chissà se riceveranno le soddisfazioni che meritano, fa veramente rabbia.
Io posso consigliarle solo di cambiare davvero facoltà sennò tra qualche anno ce la ritroviamo pure come collega e considerato come nella nostra professione si va avanti a botta di "ciorta", capita pure che ci ruba il lavoro...
Edoardo :
Io non ci capisco più niente (in generale).
UNAPOCOFURBA :
Ponteggiroma... ma che vuol dire? Cioè adesso non ragiono con la mia testa perché mi informo e ascolto consigli e pareri?? Mah! 1) non mi faceva schifo, non mi faceva impazzire ma due ore di arte a settimana mi sembravano un po'poche per decidere categoricamente che l'architettura non mi sarebbe mai piaciuta (e infatti non è così) e mi attiravano molto altri lati di questa disciplina. Non avendo le idee chiarissime l'ho considerata quindi come una possibile buona scelta 2) ho fatto una scelta in base alle mie aspirazioni (tipologia di lavoro che mi sarebbe potuta piacere - possibilità di crescere e specializzarsi all'occorrenza ) ma anche a quello che il numero chiuso all'università mi ha permesso, e sto cercando di informarmi sulle reali prospettive future proprio qui 3) ho cambiato una facoltà sola e ho capito tardi di aver sbagliato perchè nonostante le prospettive fossero simili a quelle date da architettura, solo iniziando questo percorso ho appreso che in realtà l'altro campo mi attirava di più, ma fino a poco fa credevo fosse il contrario e inoltre pensavo fosse anche più facile vivere con una laurea in questo campo piuttosto che nell'altro 4) infine dunque, non so se l'hai capito, ma la pappardella, per la millesima volta, gira intorno al fatto che mi sono accorta tardi che l'architettura mi piace ma non mi appassiona come credevo avrebbe fatto, e per di più é diventato quasi impossibile praticarla e viverci, ma ormai ho cambiato e ho chiesto se vale la pena continuare considerando le prospettive future e il fatto che mi interessano anche campi diversi e più sicuri a cui non sono riuscita ad accedere 5) per noi oggi non é così semplice scegliere il percorso di studi che sentiamo più nostra perché é tutto a numero chiuso e le facoltà che costituiscono i compromessi migliori fra passione e mondo del lavoro sono le più selettive e richieste. Non sapete davvero quante persone siano costrette a scendere a compromessi. Andate a informarvi sui pasticci che hanno fatto quest'anno con i test di ammissione a medicina etc, centinaia di giovani costretti a perdere soldi e un anno di studio perché il governo non sa mettersi d'accordo e cambia idea prima dopo e durante i test di ammissione. Comunque un po' di info le ho ricevute e adesso valuterò, ma non prendetevela così tanto
Arch&Cons :
"L'unica cosa che mi rimane da capire é se la crisi di questo mestiere derivi dalla crisi economica o dal mondo che é cambiato, questa laurea mi abilita a fare cose che ormai quasi nessuno può richiedere o che possono fare in altri 14 professionisti?" ... dipende, secondo me, da tutti questi fattori messi insieme. Innanzitutto questa crisi economica è stata generata da errori politici che hanno colpito il nostro settore e da questo, tutti gli altri correlati (Imu che ha scatenato da un lato l'immissione sul mercato delle seconde/terze case diventate invendibili perchè nessuno vuole, a sua volta, comprarle viste le tasse; banche che non concedono mutui o che li concedono a tassi troppo alti e quindi il nuovo resta invenduto o spesso non si riesce neppure a completare perchè nel frattempo fallisce l'impresa; comuni con i soldi bloccati che non possono investirli in infrastrutture e servizi, ecc.). C'è stato un tentativo di riforma delle professioni nel 2001 (quindi ormai quasi 13 anni fa), probabilmente dettato dall'Europa che ha richiesto un allineamento agli altri paesi, peccato che l'Italia forse (giusto "forse") non l'ha seguito proprio alla lettera, creando figure che non sono mai state accettate, nè assorbite dal mercato del lavoro. A fronte del tentativo di divisione delle competenze che è stato un mezzo fallimento, l'architetto è rimasto la figura di riferimento, peccato che se la generazione che ha preceduto la nostra si è occupata quasi solo di nuova costruzione (quello era il mercato che andava per la maggiore, quindi hanno seguito quella strada), è stato necessario un aggiornamento professionale legato alle nuove tecnologie (disegno a cad, rendering, simulazioni, ecc.) che sono venuti a cercare nella lista delle competenze acquisite all'università dalle nuove generazioni. C'è stato così un cambiamento nella richiesta delle competenze, scoprendo che, chi più, chi meno, tutti noi giovani le possediamo, e questo, insieme alla crisi che ha fatto chiudere molti studi, ha generato una ricerca di lavoro subordinato (presso studi altrui) smisurata, consentendo al titolare di scegliere il candidato economicamente più conveniente tra numerosi candidati (spesso è quello che può non pagare, cioè lo studente obbligato a fare stage curriculari o il neolaureato). Purtroppo queste "esperienze professionali" (chiamate stage) non sono mai state regolamentate e l'Italia intera, scoperta la risorsa che non comportava spese, ha iniziato ad usarla a più non posso (e questo non è successo solo nel nostro settore). Quindi, se opti per andare in uno studio a fare la gavetta, ormai ci sono 200 persone davanti a te e 200 dietro di te, tutte con competenze simili per quella posizione e vincerà il miglior offerente; se opti per un settore più specialistico, non "ad alta frequentazione", potrebbe molto essere difficile riuscire a fare una gavetta tradizionale in uno studio altrui perchè non c'è nessuno che se ne occupa e devi avere il coraggio di imparare quasi da sola. Cosa sia meglio non lo so. Economicamente vince chi chiede meno perchè a fine mese ha i soldi in tasca, ma magari complessivamente guadagna meno di uno che all'inizio è sempre stato scartato perchè non aveva le competenze medie ricercate, ma ha iniziato ad avere committenti suoi e a farsi pagare il giusto. Non so quale strada sia più giusta o più furba e se avessi una risposta certa alla tua domanda, ora per me non esisterebbe questa crisi. Spero di esserti stata d'aiuto.
ponteggiroma :
Una, non ho mai detto che non ragioni con la tua testa ho solo detto come la penso in merito ai consigli che si possono dare in un forum, dove non si può sperare che con 4 parole si riescano a risolvere problemi così intimi e delicati, infondo si parla del tuo futuro e non mi sembra poco. A mio modesto parere di certe cose se ne parla con persone che ti conoscono veramente e che ti stanno vicine e di cui tu hai stima e fiducia... Mi sembra semplicemente inappropriato un forum come sede di riflessione su certe problematiche... proprio perchè i consigli che ne scaturiscono sono astratti e generici, non riferiti quindi ad una persona che si conosce personalmente. Poi forse dipenderà dalla mia età, ma io qui mi limito a qualche consiglio professionale ed a qualche battutina, mentre per il resto mi sono sempre affidato e mi continuerò ad affidare ad amici e familiari veri in carne ed ossa (come dice qualcuno)
In bocca al lupo
Kia :
@unapocofurba
secondo me sono passati troppi anni dal nostro primo anno di università. C'è gente qua che ha 10-15-20 anni più di te. Se penso che al primo anno di uni ero disperata per essere stata bocciata in Analisi 1...ma veramente disperata, adesso ci ripenso e mi sembra veramente una minchiata in confronto alle cose che sono venute dopo.
Arch&Cons :
"perché é tutto a numero chiuso e le facoltà che costituiscono i compromessi migliori fra passione e mondo del lavoro sono le più selettive e richieste" ... sai qual'è la differenza tra me e te? Che io, scelta una facoltà ed un corso a numero chiuso (nel mio anno passavano 1 su 5), ho passato tutta l'estate sui libri perchè quel corso era quello che m'interessava (chiamala "passione" se vuoi) sperando con tutta me stessa di riuscire ad esorcizzare il fatto di non passare il test. Difatti l'ho passato. Non ho mai pensato nemmeno per un istante di dire che era difficile perchè era a numero chiuso e selettivo, semmai questo mi ha spronato a metterci più impegno perchè quello era ciò che volevo fare e quindi avevo solo quella possibilità.
Kia :
comunque il numero chiuso mica l'hanno inventato ora. Io mi iscrissi nel 97-98 e già c'era....e si disegnava a mano, non c'erano i crediti ma le annualità, l'internet a casa era quasi fantascienza, i pc portatili erano per i figli di papà, i cellulari pesavano 10 kg,ecc.ecc.....ma il numero chiuso c'era e come!!!
Luca :
Ho letto alcuni commenti di desnip e di arko e li trovo veramente assurdi.
Confermo che in voi c'è assolutamente qualcosa di "irrisolto" personalmente altrimenti l'idea di venire a porsi così sgarbatamente in un form non vi sarebbe neanche sfiorata.

UNAPOCOFURBA come vedi l'ambiente dell'architettura è veramente un calderone di tutto, da colui che ti sa dare un consiglio come una persona "normale" e da chi invece ti attacca gratuitamente perchè probabilmente si accorge che sta in un settore lavorativo in cui oggi guadagna 100 e per 10 mesi non guadagna niente....quindi, quale miglior soluzione se non quella di "sfogarsi" su un forum con gli altri?
Lo vuoi un consiglio vero?
Secondo me hai fatto benissimo ad informarti su un forum (benvengano forum in cui si discute) sulle prospettive future di questa "specie" di impiego che è l'architettura...ora cambia veramente tutto e buttati a capofitto su una delle professioni sanitarie e avrai un futuro quantomeno decente e sicuro.

Per quanto riguarda la tua domanda: Si, ci sono almeno altre 2 mega-categorie di professionisti (geometri e ingegneri) che possono fare tutto e anche molto di più di quello che può fare oggi un architetto. Fidati che quello che può fare l'architetto non è indispensabile e, soprattutto, lo possono fare altre figure spesso anche meno costose.
Fino a che sei in tempo pensaci e cambia università senza scoraggiarti (anche se non è facile considearato anche come ti hanno risposto qui).

desnip :
Luca, può darsi che nella mia vita ci sia qualcosa di "irrisolto", ma ti assicuro che proprio non riguarda il settore lavorativo!
Quando ho letto il post di unapocoforba, la prima cosa che ho pensato è: ecco perchè io, in un periodo in un cui tutti piangono miseria, tutto sommato non mi lamento, perchè il lavoro non mi manca, è un lavoro che mi piace tantisimo, per niente al mondo vorrei farne un altro. Perchè ho fatto quello che volevo fare. Con la mia laurea potevo fare l'insegnante, ora avevo uno stipendio sicuro, ferie, malattie, ecc. ma sarei una persona infelice e irrisolta, come dici tu.
Ma se vedo una che parte col piede sbagliato, con mille dubbi e incertezze, studiando qcsa che neanche le piace, come si può sperare che possa fare ingresso in un settore lavorativo e farlo con un minimo di successo?
Su una cosa però do assoltamente ragione a "una": l'ingiustizia del numero chiuso. Sono stata sempre contraria, per me la selezione si deve fare lungo il corso di studi.
desnip :
P.S.: cmq se qui c'è qualcuno di "irrisolto" quello sei proprio tu, Luca. Non fai che scrivere in tutti i post che avresi voluto fare una professione sanitaria, però ti senti troppo sensibile per quel tipo di professione, ecc. Insomma, vorresti farlo, ma perchè da buoni sbocchi lavorativi, non perchè ti ci senti portato. Non hai le idee chiare.
ponteggiroma :
quando la volpe non arriva all'uva....
dan_ark :
sicuramente si può discutere....però studiare architettura, la vera facoltà di Architettura cioè un corso unico della durata di 5 anni e stop, come si faceva fino a 8-9 anni fà era sicuramente più stimolante nonché costruttivo rispetto agli attuali corsi triennali...veramente inutili...senza offesa e con il max rispetto per chi ha fatto queste scelte..
un saluto
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