Dopo l’ultimo smacco proveniente dall’obbligatorietà di dotarsi del P.O.S. dal 30 Giugno 2014 per i Professionisti, ci troviamo pienamente d’accordo con il Presidente del C.N.A., l’arch. Freyrie, nel definire questa imposizione “stupidamente vessatoria” per i professionisti e molto vantaggiosa per il sistema creditizio.
Dichiariamo quindi apertamente che non installeremo il P.O.S. nei nostri studi professionali.
Ciò premesso riteniamo di dover avversare con altrettanta determinazione quanto previsto dal D.P.R. 7 agosto 2012 n. 137 che impone a tutti gli Architetti e gli Ingegneri italiani, così come avviene per altre categorie, l’obbligatorietà della formazione professionale continua mediante il conseguimento di crediti formativi per l’aggiornamento della competenza professionale intesa come “insieme delle attività necessarie ad accrescere la competenza professionale in relazione alle evoluzioni scientifiche, tecnologiche, normative, legislative, economiche e sociali.”
Rispetto ai crediti formativi non abbiamo ancora sufficiente chiarezza e trasparenza quanto alla loro caratura (punteggio), qualità formativa (docenza), organizzazione (Ordini Professionali e chi altro?), costi (gratuità o businnes?).
Non conosciamo la genesi di questo D.P.R. e del conseguente Regolamento, di certo sappiamo che all’interno delle categorie professionali interessate non ci sia stato un sufficiente dibattito, ne ci risultano prese di posizione critiche da parte dei Consigli Nazionali e degli Ordini territoriali, i quali dovrebbero tutelare gli iscritti anche dalle forme più alte di costrizioni ed imposizioni.
Ci sembra comunque che questa imposizione onerosa e stancante, ancorchè derivante da una Legge dello Stato, meriti definizioni più espressivamente congrue allo stato di esasperazione dei colleghi; la definizione di Freyrie sul POS “stupidamente vessatoria” esprime disappunto e contrapposizione ma è eccessivamente politically correct; “una luridezza” la definisce con una certa rabbia un collega cagliaritano; noi meno elegantemente la riteniamo una “immane cazzata” (anonimo sui teli coi quali Christo impacchettò le Mura Aureliane) o con maggior efficacia una “cagata pazzesca” (Fantozzi sulla corazzata Potemkin).
Ciò nondimeno, per il momento, ci adegueremo precisando che, con questa nota provocatoria, auspichiamo l’apertura di un serio dibattito tra i colleghi in merito a questo ulteriore appesantimento dell’esercizio della libera professione, soprattutto per i giovani, i quali, oltre alle difficoltà oggettive del mercato del lavoro, si vedono obbligati ad adempimenti che disincentivano l’intrapresa della libera professione.
Crediamo inoltre che tutto questo legiferare sulla nostra testa di fatto non si configurerà come un vantaggio ma, al contrario, ridurrà la già precaria sostenibilità della libera professione e conseguentemente delle Casse Previdenziali.
La formazione dovrebbe essere un must per ogni professionista, alla quale va lasciato il libero arbitrio di farla o meno.
Il fatto di aggiornarsi riguardo a tutto quello che concerne la professione, dovrebbe essere di per se autodeterminante ovvero, se non sto al passo con i tempi, ne va della mia credibilità e competenza professionale, quindi è il mercato in se ad emarginarmi o escludermi.
Ma questa dev'essere, ripetiamo, una scelta personale, non imposta dall'alto.
Soprattutto per i giovani professionisti, il fatto di essere obbligati a frequentare dei corsi a pagamento, per di più in questo periodo di crisi, è un'ulteriore spada di damocle. Altra cosa se i corsi fossero gratuiti e non obbligatori: paghiamo infatti un'iscrizione annua e non si capisce bene per quale motivo, visti gli scarsi servizi offerti dagli ordini professionali, caso strano presenti solo in Italia e pochissimi altri paesi dell'UE.
Gabriele : [post n° 341894]
Formazione continua Professionisti
condivido che quella sulla formazione sia una norma poco chiara e senza definizione delle sanzioni.
il POS poi io ho una linea fissa teletu che funziona come un cellulare (infatti è senza filo) ma non regge nè fax nè pos che faccio anche la linea telefonica di rete?? sono pazzi!!! NO AL POS!!
il POS poi io ho una linea fissa teletu che funziona come un cellulare (infatti è senza filo) ma non regge nè fax nè pos che faccio anche la linea telefonica di rete?? sono pazzi!!! NO AL POS!!
Tutto giusto, purtroppo come al solito non siamo in grado di fare gruppo e a fronte di tanta gente che la pensa in questo modo ce ne è altrettanta che si è già dotata di POS e sta facendo corsi su corsi (gratuiti
ce ne sono moltissimi, di scarso interesse però), legittimando di fatto quanto ci è stato imposto...
ce ne sono moltissimi, di scarso interesse però), legittimando di fatto quanto ci è stato imposto...
Come non condividere? La professione di cui parliamo è TUTT'ALTRO che libera!! E' ingabbiata, in primis perché la grande maggioranza di chi la intraprende al giorno d'oggi apre una PIva solo perché costretto da studi e aziende che altrimenti non lo assumerebbero, con grandi difficoltà e oneri da versare nel momento in cui decidesse di cancellarsi dall'ordine e dalla cassa per iscriversi ad un'altra e non perdere i contributi versati, infine ora questi obblighi ridicoli come il pos (che mai userai) e i crediti formativi, che ti obbligano a spendere, e seguire anche corsi che non ti servono per il settore in cui operi, e perdere ore di lavoro (per assurdo, chi non lavora autonomamente dovrebbe pure prendersi le ferie per seguire un corso).
Io invito tutti a ignorare queste normative insensate e imposte da chi la professione non sa cosa sia..
Io invito tutti a ignorare queste normative insensate e imposte da chi la professione non sa cosa sia..