Ily : [post n° 342187]

Io rifarei architettura

Io ho avuto fortuna, lo ammetto: ho scelto a sedici anni.
A chi dice che se potesse tornare indietro non rifarebbe architettura: ma a voi l'architettura piace? Perché l'avete scelta? A me piace tantissimo, ne sono innamorata, non riesco più a farne a meno: mi piace guardare un paesaggio, una città, un edificio, un mobile, un lavoro di grafica, e capirli, è la nostra realtà.
A chi dice che non lo rifarebbe perché la situazione del nostro settore è pessima: ma oggi è uno schifo totale ovunque. Il mondo del lavoro in Italia fa schifo ovunque. Nelle ditte ci sono capi e datori di lavoro che vedono i dipendenti solo come limoni da spremere, e non capiscono che così facendo perdono un sacco di soldi.
A chi dice che la burocrazia è allucinante: mai provato ad aprire un bar o un ristorante?
A chi dice che si lavora gratis: e i giovani avvocati e commercialisti?
A chi dice che era meglio lavorare subito dopo il diploma: ma l'università non vi ha aperto un mondo? Non vi ha aiutato a capire come viene (mal) gestito il territorio, o i beni culturali? Non vi aiuta a capire una mostra d'arte, o anche solo un mobile ikea? Io grazie all'esame di economia urbana e ad alcune letture (metropoli per principianti) riesco ad esempio a farmi un'idea del perché esistono gli outlet, e del loro impatto sul territorio, o perchè hanno tanto successo le lottizzazioni nella campagna, o i danni del turismo di massa, insomma a provare a capire la nostra realtà...
Tnt :
Vorrei poterla pensare come te, cara Ily. Io l'architettura la amo e mi piace moltissimo. Però senza voler risultare banale, chiedo: a te come va? Lavori in studi e/o da libero professionista? La crisi si è fatta sentire?. Perché io adoro questo lavoro, però quando non riesci a sopravvivere (nel senso letterale del termine) e ti sei buttato in ogni sfida pur di provarci, i conti a fine mese devi farli quadrare e a quel punto, forse, l'architettura la ami ancora, ma la puoi solo trasformare in un passatempo o una passione, perché altrimenti non riesci nemmeno a sopravvivere, a mangiare e ad avere un tetto sotto cui stare. Te lo dico da giovane (purtroppo disilluso). Forse è andata così solo a me...
DR COSTA :
A me piace l'odore delle riviste e dei libri di architettura quando li apri per la prima volta...ahahha..una droga
Ily :
A me va male, ovviamente. Ma l'architettura non c'entra niente col lavoro che faccio. Il lavoro è lavoro, la vita è fuori dal lavoro.
Paolo :
Nessuno di noi penso abbia mai detto, in questa bacheca, che l'architettura fa schifo. In quasi tutti i post si dice solo che facendo l'architetto, oggi, non si può vivere. Non è necessario citare come contraltare le qualità che ognuno di noi ha acquisito facendo questa facoltà, questo lo sappiamo benissimo e nessuno ce lo può togliere.
Noi siamo un'impresa, anomala ed intellettuale ma impresa è; e se a fine mese non riesci a coprire neanche le spese beh, come professionista puoi chiudere baracca. Se non abbiamo un committente, non siamo architetti; siamo solo laureati in architettura, esperti di progettazione, di disegno industriale o di restauro.
Conosciamo tutti i problemi del territorio, amiamo tutti osservare il volume di un edificio ben progettato, far correre l'occhio sulla linea di un mobile di buon design; ma tutto ciò può passare in secondo piano se a questo non corrisponde un guadagno che ti consenta di vivere. Il resto, come diceva qualcuno che tutti conosciamo, sono parole nel vuoto.
kia :
il gusto per un mobile di design puoi avercelo anche se non hai fatto architettura. Soprattutto se non fai l'architetto ma fai un altro mestiere forse puoi permetterti pure di comprartelo....Il problema non è comunque la facoltà di architettura ma quello che è diventato il lavoro. A me mette ansia la marea di normativa che bisogna conoscere, il fatto delle asseverazioni, il fatto che in comune un tecnico ti dica A e un altro ti dica B sulla stessa cosa, il fatto che se sistemi un appartamento finchè campi verranno sempre a rompere le palle a te per qualsiasi cosa anche per il faretto da sostituire, ecc.ecc. insomma, personalmente non so se sono portata a sopportare tutto questo. E' vero che il mestiere può avere tante sfumature ma quella in cui sono finita io non è proprio il massimo! ah!ah! mi chiedo se non sarebbe stato meglio andare a bottega da qualche artigiano e non "a bottega" negli studi di architettura....
Hermes :
Quoto Paolo, alcuni sembra che vivano su Marte (o su una rendita, o su un parente). Purtroppo senza FARE non si IMPARA a fare, percui, purtroppo, nemmeno si E'... ...ma CI SI SENTE architetti. Io sono una pover'anima di questi più o meno, adesso. Sentirsi arch. cmq. è un giusto caposaldo... ma con umiltà e senso della realtà.
Ily :
Ma... scusate, chi di voi, potendoselo permettere, continuerebbe a lavorare? Su, siate sinceri.
Tnt :
Quoto Paolo... Se il lavoro fosse un'altra cosa rispetto all'architettura allora la rifarei anche io tutta la vita. Credo inoltre che se un lavoro ti appassiona non smetti di farlo solo perché hai la possibilità economica di campare senza quello ma anzi, forse lo fai con più determinazione. Diversamente, se ami un lavoro alla follia ma non arrivi alla fine del mese, che ti piaccia o no puoi insistere ed insistere, ma ad un certo punto se vuoi "vivere" devi guardare ad altro. In merito alle conoscenze e alla cultura che mi ha dato la facoltà posso dire di esserle riconoscente a vita e che questo prezioso tesoro non me lo toglierà nessuno, anche se devo oggettivamente constatare che sono state queste stesse facoltà a produrre gente che distrugge il paesaggio, il territorio o quant'altro. Insomma, se rimaniamo "in condizioni ideali" e fuori dalla realtà di ogni giorno allora anche io rifarei tutta la vita architettura. Se invece ci caliamo nel mondo dei giorni nostri allora magari farei prima un'altra facoltà che mi permettesse di lavorare davvero e sopravvivere, poi per passione farei architettura.
ponteggiroma :
Assolutamente ingegneria...., magari integrandola con qualche corso ad architettura di disegno e storia, a mio modesto parere almeno il 70% degli esami che ho sostenuto dovrebbero essere inseriti nel piano di studi di "filosofia", nulla togliendo alla facoltà di filosofia....
pepina :
ma Edoardo....dov'è?
GeoAlessio :
...Edoardo -> Hermes...
pepina :
Grazie GeoAlessio di avermi svelato l'arcano.....mi ero persa qualche puntata ;)
kia :
si avevo notato anche io che Edoardo è Hermes....dallo stesso aneddoto sul tizio che gli ha commissionato la villa e poi nn lo voleva pagare!!
pepina :
che memoria di ferro ragazzi!!!
buona giornata (dai che è mercoledì)
Edoardo :
@ponteggiroma... il problema, almeno per me, fu la commistione di esami "di ingegneria" con esami in materie cosiddette "fru fru", che potevano non esserlo ma lo diventavano.
Hermes :
Ah ah! Per me l'hanno sospeso.. in effetti è strano. Deve aver commesso una violazione, insultando qualcuno o calunniando... Stando così le cose potrei "essere" anche Alfonso, che mi par di ricordare scrivesse qui "once upon a time"... e Baldo??? Ricordate Baldo? Potrei scrivere una poesia...
john :
Cara Ily, la bellezza della nostra disciplina secondo me, è proprio quella che citi tu. "Smontare" quasi tutto quello che ci circonda e saperlo analizzare e sintetizzare, anche solo per se stessi.

A me piaceva molto medicina, ma non avevo quello spirito di "missione" dentro, e fin da scuola ho pensato che l'unica disciplina assimilabile a questo concetto ma senza le stesse implicazioni era l'architettura, vista come la realizzazione di un "corpo" fatto di tanti elementi (come il corpo umano che tanto mi affascina) , con il più il bello di poterlo progettare e non solo di "sistemare" a posteriori come fa il medico..

Ognuno penso abbia la propria idea di architettura ed il bello sta proprio lì. Siamo gli unici "multidisciplinari" magari non approfondiamo tutto, ma ditemi chi studia storia, fisica, urbanistica, progettazione, statica, filosofia, diritto, economia, matematica, impiantistica etc etc etc materia umanistiche e scientifiche che non possono essere messe su piani diversi ma affrontate allo stesso modo se si vuole essere un buon architetto (o architutto come dico spesso)

Io passavo dai templi Greci alle Catene Cinematiche in un paio d'ore, e sfido chiunque ad affermare che sia facile per il cervello adattarsi a concetti così diversi e assimilarli allo stesso modo, non tutti lo sanno e possono fare. Così come io al contrario non saprei e non riuscirei a studiare e assimilare tutti i "diritti" che seppur vari, alla fine sempre di legge si parla.

A me questo ha sempre affascinato. Non so voi ma tutti gli "altri" per quanto molto preparati su un argomento non sono mai pluritematici, ma abbastanza monotoni. (nel senso stretto del termine).
Poi ci si specializza ovvio, ma l'elasticità che crea nella mente l'architettura secondo me è da pochi.
Insomma, ho visto ingegneri fare strutture mirabolanti...ma bloccarsi a casa davanti a uno scarico che perde, perché? perché lo scarico che perde va affrontato lì per li, dopo che il problema si presenta e non prima, prevenendolo, come spesso loro fanno. Io quella mentalità non la ho e per quanto possa magari portare vantaggi nel mondo del lavoro, pur potendolo fare (visto che la mia laurea me lo permette) non potrei mai essere chiamato Ing. avrei un approccio errato.

Poi con il lavoro il tutto si è ampliato e si diventa anche burocrati, fiscalisti, legali, commercialisti, impiantisti....è questo il bello no???

Scusate se mi sono dilungato....
biba :
Mah, Ily, credo che il 99% di noi che stiamo su questo forum ami l'architettura, altrimenti nel tempo libero navigheremmo piuttosto su siti di auto/moto o di borse/scarpe! (a seconda dei gusti)
Ed è verissimo anche che il lavoro occupa tanta parte della nostra vita e che, quindi, non si può scegliere solo per gli sbocchi lavorativi, senza che ci sia almeno un minimo di interesse o di passione per la materia.
Però dire che rifaresti architettura perché tanto "oggi è uno schifo totale ovunque. Il mondo del lavoro in Italia fa schifo ovunque" mi sembra una visione un po' semplicistica. Io non so come sei messa tu e non mi permetto di giudicarti né se stai bene né se stai male, però in generale bisogna essere anche un po' concreti e io nella mia esperienza devo dire che con l'architettura campare è molto molto molto difficile. Più che in altri campi dove, è vero, oggi si fatica comunque tantissimo ad inserirsi, però noi a differenza dei dipendenti non abbiamo proprio all'orizzonte la prospettiva di un'assunzione, quindi non avremo mai la tranquillità del lavoro dipendente. E capisco che a te magari questa prospettiva non ispiri, e rispetto la tua posizione, ma a me ispira molto meno non potermi fare una famiglia, sentire di non aver costruito fin qui nulla di solido, di non essere davvero autonoma economicamente pur con tutti gli sforzi fatti. Mi ispira pochissimo fare un lavoro che è visto come mettere un timbro su un pezzo di carta, come un hobby, come una cosa che quando presenti la fattura ti senti quasi in imbarazzo. Qualche volta penso che prendersi un diploma tecnico sarebbe stato meglio, sarei entrata prima nel mondo del lavoro e forse adesso, anziché andare ai battesimi dei figli degli altri, crescerei i miei.
KLA :
Quoto Biba in tutto e per tutto!!
Bella l'architettura...meravigliosa, ma che delusione la vita reale!
Guardo con occhi sognanti i figli di architetti con studi avviati che venivano all'università con me e che oggi hanno il privilegio di fare il mestiere che tanto amiamo.
Ciascuno di noi ama l'architettura ma fa ancora più male quando fai un lavoro che non ti stimola per pagare le bollette e sperare un domani di metter su famiglia e nel "tempo libero" ti ritrovi a fare la libera professione o meglio ti ritrovi ad aggiornarti sulle 10.000 leggi e cavilli burocratici che ci sono anche per presentare una semplice CILA.
Cmq concordo con DR COSTA il profumo delle riviste/libri nuovi è spettacolare! Mi rincuora sapere che non sono l'unica che "sniffa" i libri : )
ponteggiroma :
@john interessante il tuo discorso sulla multidisciplinarietà, ma forse rischia di essere un'arma a doppio taglio per il lavoro perchè se da un lato ci fa credere di poter spaziare in vari settori dall'altro ci mette in situazioni rischiose. Chi fra di noi ha rifiutato un incarico per il semplice fatto che non rientrava negli standard dei lavori fatti precedentemente? Ben pochi credo.... Quindi, quello che vorrei dire è che spesso grazie (o per colpa) della multidisciplinarietà della nostra preparazione, spesso dovuta a semplice presunzione, si vedono in giro lavori svolti in maniera non molto ortodossa (eufemismo). Ricordiamoci che il nostro lavoro è destinato a garantire la realizzazione di beni durevoli e nel pieno rispetto della sicurezza....
Non possiamo sapere tutto di tutto solo perchè abbiamo in mano un pezzo di carta che ci qualifica per farlo e ricordiamoci che spesso le conseguenze dei nostri errori le pagano gli altri.
ponteggiroma :
@ edoardo come vedi il discorso è assolutamente personale, infatti, mentre con analisi, scienze, tecnica, storia, geom descrittiva, dis e rilievo... ecc non ho avuto problemi con i fru fru.... ho rischiato di perderci la salute. A titolo esemplificativo: un paio di progettuali....anzi diciamo 4!.
Arch&Cons :
Concordo con ponteggiroma sulla questione della multidisciplinarietà perchè io ho visto architetti con 30 anni d'esperienza più di me prendere incarichi senza averne le competenze e poi restare intrappolati nel limbo tra il progetto ormai su carta e la committenza illuminata che lo rifiuta in toto causa incapacità progettuale. Se il progetto palesemente non funziona e non sta in piedi (non solo nel senso statico), credo che la committenza possa tranquillamente rifiutare di portarsi a casa il progetto.
DR COSTA :
Ma è proprio il tipo di studio multidisciplinare che ci permette di essere degli architetti; io lo vedo tutti i giorni in cantiere; ad esempio l'Ingegnere che mi fa i calcoli strutturali del C.A. non sa un tubo di acustica e di risparmio energetico, mentre l'altro ingegnere che mi fa l'acustica e mi calcola i disperdimenti energetici non sa niente di strutture. Chi è che fa tornare tutto??? L'architetto; perchè in un progetto i singoli professionisti non hanno una visione completa, non hanno le capacità di immaginare l'edificio finito, ognuno progetta bene la sua parte, è l'architetto che coordina tutto.
Io conosco benissimo la normativa urbanistico edilizia e quel che basta quella inerente le strutture, l'acustica, il risparmio energetico.
Io non potrò mai entrare nel merito dei calcoli strutturali ma il C.A. lo conosco benissimo, lo vedo se hanno messo meno staffe o le hanno messe male. Lo stesso per l'acustica, io non la verifico ma so dove andare a cercare e risolvere i ponti acustici so quali materiali vanno usati ecc. lo stesso per il risparmio energetico.
Poter affrontare ogni volta problematiche diverse che spaziano dal restauro a gli impianti alle strutture, questo secondo me ci ha insegnato studiare architettura.
Il problema è che in Italia tutti sono bravi a fare tutto quindi troviamo ingegneri chimici che progettano edifici, geometri che progettano interi quartieri ecc. ; è il sitema Italia che non funziona poi possiamo anche dire che alcune materie del corso di studi andrebbero eliminate a favore di altre ma se la figura dell'architetto è completamente screditata in Italia non è certo colpa delle facoltà di architettura.
ponteggiroma :
costa... io mi baso sui dati. Sono ctu al tribunale di ........... dal 2008 e mediamente svolgo 4-5 incarichi annuali. Sai da cosa derivano la maggior parte dei contenziosi nei lavori piccoli, medi e grandi?... da architetti INCOMPETENTI e mi sono limitato al maiuscolo... molto più raramente da ingegneri e geometri. Ora io non so se la colpa sia da attribuirsi alla multidisciplinarietà o alle parcelle da fame, ma ti posso assicurare che la situazione reale con cui si ha a che fare nella maggior parte dei casi è questa. Ora potrete fare tutti i discorsi che volete sulla nostra formazione e magari accusarmi di remare contro la categoria, ma secondo me se non ci diamo una regolata finiamo veramente male....
poipoi :
sono d'accordo con dr costa
solo un architetto è in grado di gestire la complessità
un ingegnere no
mi baso sui miei dati
Ily :
Secondo me la colpa è da attribuire al fatto che troppi nostri colleghi pensano solo agli aspetti formali del progetto, insomma si comportano da artisti e non da tecnici.
E questo si nota anche in progetti di archistar, come ad esempio il famigerato ponte di Calatrava.
Hermes :
L'architetto non è un tecnico (nell'accezione attuale) ma fa il tecnico per necessità.
L'architetto vorrebbe fare l'artista ma spesso non lo è... ...e se lo fa, lo può fare solo grazie ai tecnici.
Un architetto che non progetta non fa l'architetto ma un altro mestiere.
Chi non fa l'architetto difficilmente può definirsi tale, forse dovrebbe definirsi professionista e basta. O tecnico... o gestore.
Io adesso non posso fare l'architetto... e la penso così. Percui ora, avendo studiato architettura per fare questo mestiere, mi considero un fallito... ed ho il coraggio e l'onestà di ammetterlo, a differenza di molti.
Hermes :
...fermo restando che la vita è fatta di altro e bisogna godersela anche se non si fa ciò per cui si è studiato. Inoltre concordo con quanti affermano che, a prescindere, tali studi siano stati importanti e tutt'ora possono essere anche utili a fare altro.
ponteggiroma :
chi deve ristrutturare casa vuole un tecnico che sappia ristrutturare case;
chi vuole costruire una nuova abitazione vuole un tecnico che sappia costruire nuove abitazioni;
chi vuole restaurare vuole un tecnico che sappia restaurare;
chi produce oggetti di design vuole un tecnico che sappia produrre oggetti di design;
chi vuole rifare il cesso di casa vuole un tecnico che sappia come si fanno;
ecc... ecc... ecc...
tutti questi potenziali committenti non vogliono architetti onniscienti, ma specialisti... volenti o dolenti è questo il futuro, nel resto del mondo funziona già così... in italia ancora ci dobbiamo arrivare... buon lavoro ragazzi!
Hermes :
ponteggi... e chi vuole un architetto? Forse non l'abbiamo mai visto perchè sta all'estero, chissà, ed infatti all'estero gli architetti fanno gli architetti... i geometri i geometri... gli ingegneri gli ingegneri.
E li pagano pure..
La specializzazione DA SOLA è l'antitesi (o il fallimento) di qualsiasi processo progettuale "umano", che sia di un oggetto da impugnare o di un masterplan a scala urbana e che è il perno della professione di architetto, diversa da quella del tecnico.
Il fatto poi che qualcuno non riesca a poter esercitare una professione intellettuale (in questo caso ANCHE tecnica) è un'amara realtà.. magari fa altro... ma spruzzare un pò di deodorante non manda via la puzza, serve solo a coprirla e ad illudersi che sia profumo.
Buon lavoro pure a te. ;-)
fulser :
Ily io ti batto: ho deciso a cinque/sei anni!
Eppure ho fallito su tutta la linea.
Ily :
Hermes, non ho ancora capito cosa fa un architetto :D
arko :
Nessuno ha compreso a fondo il post di Ily...parlate di soldi, lei parla di anima.
Ily, sappi che io ti comprendo e condivido.
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