Spesso capiscono pochissimo di edilizia storica, e sopratutto di comportamento strutturale degli edifici storici.
Con qualche lodevole eccezione, ovviamente.
Siete d'accordo?
Ily : [post n° 355693]
Ho notato che gli ingegneri...
sono contraria, conosco un paio di ingegneri specializzati nel campo che sono molto più sensibili di certi nostri colleghi
Mi tocca dissentire. Lavorando in uno studio di architettura e ingegneria che si occupa solo di edilizia storica.
Invece, ho sentito cose da far drizzare i capelli, da colleghi architetti.
Invece, ho sentito cose da far drizzare i capelli, da colleghi architetti.
Ricordo il mio prof. di Statica a FI (si chiamava come una bufera) che ci diceva quanto era più bravo rispetto al fratello ingegnere nel consolidare edifici storici......perchè lui faceva strutture isostatiche mentre il fratello ricopriva tutto di cemento armato. Una roba del genere insomma.
Seriamente, credo che la differenza sia nell'approccio mentale: un ingegnere tende alla massima tenuta a scapito della morfologia e tipologia originarie, un architetto per salvare "il bello" e la qualità originaria tende a soluzioni inefficaci o insufficienti.
Penso che i due approcci, nella loro massima evoluzione, portino ad un identico risultato di sintesi.
Penso che i due approcci, nella loro massima evoluzione, portino ad un identico risultato di sintesi.
...diciamo che in effetti oltre lui c'era pure il Paradiso ( DR COSTA sa..).
Forse il Padreterno aleggiava come loro anziano mentore in quel di FI... ...aveva i baffetti e insegnava pure lui...
Ricordo tuttavia che offesi quello vero in treno poichè, accortomi di aver dimenticato di trovare le reazioni e diagrammare una sotto-struttura, lanciai un bestemmione che fece tremare l'intero vagone (in livornese credo si dica moccolo). Per fortuna non c'erano suore come erano solite esserci e, sempre per fortuna, fui ammesso all'orale ma con riserva.
Forse il Padreterno aleggiava come loro anziano mentore in quel di FI... ...aveva i baffetti e insegnava pure lui...
Ricordo tuttavia che offesi quello vero in treno poichè, accortomi di aver dimenticato di trovare le reazioni e diagrammare una sotto-struttura, lanciai un bestemmione che fece tremare l'intero vagone (in livornese credo si dica moccolo). Per fortuna non c'erano suore come erano solite esserci e, sempre per fortuna, fui ammesso all'orale ma con riserva.