ponteggi... ma sei sicuro che sia giusto pensare che dobbiamo essere tutti uguali? CI sono persone che hanno aspirazioni diverse, qualcuno si venderebbe la madre per i soldi... altri vogliono fare i poeti. Io sono per il libero arbitrio... trovo pittosto stucchevole insistere nel considerare tutti deficienti quelli che decidono, magari perchè hanno testa in certe cose più di altri, di restare in ambiti poco remunerativi e schiavizzanti. Io li rispetto, non ho rispetto invece di chi, spero in buona fede, li considera degli idioti. Ovvio che: 1) E' molto più facile se si hanno le spalle coperte o si è mantenuti; 2) Per il motivo precedente non considero tali scelte come giuste in assoluto ed io stesso ho intrapreso una strada di compromesso. Non ho la pretesa con questo di insegnare a vivere a nessuno e di stabilire quali siano le cose migliori "in assoluto".
P.S. esistono facoltà migliori o scuole diverse, IMHO, per fare altre carriere o professioni più remunerative... a leggere certi commenti sembra che qualcuno si sente "fregato", mi dispiace... ma forse non siamo tutti uguali e non abbiamo avuto tutti le stesse esperienze.
Edoardo : [post n° 370113]
Volevo fare l'architetto, ma... (2)
Nella sostanza, per quanto mi riguarda, lasciavi intendere questo... forse dovresti spiegarti meglio?
@mrc77 che scrive: "L'architetto è un mestiere tecnico".... ovviamente SONO D'ACCORDO! Nessuno ha mai detto non lo sia... tuttavia l'essere un mestiere tecnico non significa che esso sia un mestiere MERAMENTE tecnico, altrimenti non ci sarebbe nessuno schizzetto ma solo conti. Anche scrivere un romanzo è un mestiere tecnico... o scolpire il marmo. Poi però abbiamo Manzoni e Michelangelo...
insomma... l'Architetto e' Brunelleschi non Michelangelo, nell'architettura c'e' linguaggio ma attenzione, viviamo in un periodo in cui il design e' applicato alle architetture ma sappiamo che e' una strada effimera come le grandi firme che le creano. Con questo non si intende che fare solo pratiche voglia dire esprimersi come architetti in modo completo, non e' affatto cosi'. la professione forma e se un medico lavora come commerciale di valvole cardiache e non fa altro alla fine non sapra' piu' prendere in mano un bisturi.
Ora qui siamo tutti tecnici e va bene, ma l’università, almeno quando l’ho fatta io, mica ti prepara a questo! Ti fanno progettare su grande scala, complessi residenziali, edifici pubblici, teatri, musei, piazze, addirittura città, mica ti insegnano a compilare una cila…!!
E tu prendi spunto dai tuoi miti, che ne so, koolhas, eisenman, zaha hadid e disegni cose bellissime e vai avanti pensando che un giorno le farai davvero…
Magari vai anche a fare qualche stage in questi studi, poi però esci dalla facoltà e nulla è come ti hanno fatto pensare e non trovi lavoro, perché in realtà non sei stato preparato al mondo del lavoro…ed inizi a fare i concorsi, ma non ci campi e poi non ci credi più e alla fine chiedi al tuo amico geometra, che lavora da 5 anni prima di te, se ti insegna a compilare una cila…nel frattempo ti trovi uno studio dove ti sfruttano, ma almeno impari qualcosa e prendi 2 soldi, ma devi essere abbastanza intelligente da lasciare quell’attività nel giro di pochi anni, sennò muori lì dentro schiavizzato a vita..
Una cosa te la insegna la facoltà di architettura, la dimestichezza compositiva, l’armonia tra spazi e forme, il senso del gusto, la cultura del rimando, la sensibilità con cui approcciare ad un progetto partendo dai suggerimenti del contesto…insomma strumenti per lo più ‘concettuali’ e non certo pratici..
Poi sta a te applicare questo bagaglio nelle piccole cose, anche nell’appartamento della signora maria puoi realizzare qualcosa di unico, creando in una modesta superficie un’armonia tra gli spazi e le inclinazioni della signora maria ed andare fiero del tuo lavoro sentendoti un po’ architetto, pensando di aver salvato la signora maria dalla bruttezza in cui versava prima la sua vita e dandole nuovi spunti di un abitare più decoroso. La signora maria parlerà bene di te e dirà ai suoi amici vedi, l’architetto mi ha fatto questo e quello, guarda che bello che è adesso…e via al passaparola…
Poi certo, era meglio fare un villaggio turistico alle maldive, ma per quello, come dice edoardo, devi avere il tempo di frequentare i campi da golf…un giorno, chissà, magari farai anche quello.. :))
E tu prendi spunto dai tuoi miti, che ne so, koolhas, eisenman, zaha hadid e disegni cose bellissime e vai avanti pensando che un giorno le farai davvero…
Magari vai anche a fare qualche stage in questi studi, poi però esci dalla facoltà e nulla è come ti hanno fatto pensare e non trovi lavoro, perché in realtà non sei stato preparato al mondo del lavoro…ed inizi a fare i concorsi, ma non ci campi e poi non ci credi più e alla fine chiedi al tuo amico geometra, che lavora da 5 anni prima di te, se ti insegna a compilare una cila…nel frattempo ti trovi uno studio dove ti sfruttano, ma almeno impari qualcosa e prendi 2 soldi, ma devi essere abbastanza intelligente da lasciare quell’attività nel giro di pochi anni, sennò muori lì dentro schiavizzato a vita..
Una cosa te la insegna la facoltà di architettura, la dimestichezza compositiva, l’armonia tra spazi e forme, il senso del gusto, la cultura del rimando, la sensibilità con cui approcciare ad un progetto partendo dai suggerimenti del contesto…insomma strumenti per lo più ‘concettuali’ e non certo pratici..
Poi sta a te applicare questo bagaglio nelle piccole cose, anche nell’appartamento della signora maria puoi realizzare qualcosa di unico, creando in una modesta superficie un’armonia tra gli spazi e le inclinazioni della signora maria ed andare fiero del tuo lavoro sentendoti un po’ architetto, pensando di aver salvato la signora maria dalla bruttezza in cui versava prima la sua vita e dandole nuovi spunti di un abitare più decoroso. La signora maria parlerà bene di te e dirà ai suoi amici vedi, l’architetto mi ha fatto questo e quello, guarda che bello che è adesso…e via al passaparola…
Poi certo, era meglio fare un villaggio turistico alle maldive, ma per quello, come dice edoardo, devi avere il tempo di frequentare i campi da golf…un giorno, chissà, magari farai anche quello.. :))
Infatti l'universita' e' responsabile di queste mancanze che sia chiaro, non forma, non da cultura tecnica e dovrebbe invece dare alcuni strumenti sul cantiere e sul diritto, sull'esericizio professionale che non da piu'. Dovrebbe insegnare anche le responsabilita' del nostro lavoro, i limiti, cosi' come fa la facolta' di medicina per fare un esempio. Con questo non dico che non dovrebbe insegnare a comporre
Scusate, ma un conto è la tecnica applicata al progetto (acustica x auditorii di Piano)... ...un conto è quella collaterale (accatastamento auditorii, fognature auditorii). La prima è parte del progetto e lo condiziona, la seconda no. L'architetto, che non è un tecnico "di acustica" (come non lo era Sharoun), deve avere DUE ORECCHI COSI' per stare a sentire il tecnico acustico ed a sua volta imparare ed ottimizzare il progetto (addirittura Sharoun usò come consulente il tecnico Von Karajan che OPS! era direttore d'orchestra). L'architetto vive nella tecnica ma io non lo considero un "tecnico" come considero, invece, un termotecnico. L'architetto dovrebbe andare oltre, perchè la tecnica deve essere a servizio dell'uomo e delle sue ESIGENZE. O no?