Lucia : [post n° 268495]

nominativi sulle tavole consegnate

Ho bisogno di delucidazioni in merito alla procedura di consgena delle tavole e degli elaborati svolti durante la sessione d'esame. In rete non sono riuscita a trovare rimandi a normative che regolano lo svolgimento degli esami di stato per l'abilitazione, ma ero rimasta che per legge dovessero essere NON nominativi....è così?
perchè nella sede dove ho tenuto l'esame all'ultima sessione di giugno ci hanno obbligati a scrivere nome e cognome su ogni elaborato consegnato e anche sulla busta chiusa consegnata con tutto dentro...
Ante e Post :
A Roma il nome va sulle tavole e vanno anche firmate mi pare
Credo che la procedura di mettere il nome in una busta ecc ecc sia una norma solo in alcune facoltà, nella minor parte.
al :
ogni sede ha una procedura diversa,,
mamox6 :
a mio giudizio devi fare in modo da invalidare la prova scritta. Prendi un buon avvocato, come farò io quando andrò a visionare lo scritto, dato che neanche questa volta sono stato ammesso agli orali, e rifare l'esame.
Lucia :
era quello che avevo pensato anch'io...in teoria gli esami di stato dovrebbero non essere nominativi...però volevo capire se esistevano specifiche normative che vietano questa cosa....
uffina :
anche a me è successa la stessa cosa: a napoli si firma tutto! quando ho detto questa cosa alla commissione di parma mi hanno guardato scioccati!
al :
scusate ragazzi, ma siete convinti che l'anonimato sulle tavole, sia garanzia di trasparenza? voglio dire, se la commissione X, delle sede Y è composta, chiamiamoli così, da uomini di mondo e ognuno ha dei nominativi segnalati, ci vuole così tanto ad aprire le buste ove è indicata l'identità dei candidati e, associandola alle tavole, operare traffaldinamente? oppure, se uno conosce un commissario d'esame, facendo una foto dell'elaborato prima di consegnare(non si potrebbe, lo so..) oppure semplicemente, riproducendo gli elaborati nei giorni successivi, e facendoglieli vedere, non aggira facilmente l'anonimato?..il problema è di correttezza persomnale, delle istituzioni, ma anche, consentitemi, di impreparazione..io che seguo questa bacheca da anni e ho la possibilità spesso di vedere elaborati d'esame in numero elevato, vi garantisco che forse ho visto una volta su cento, progetti non ammessi che forse meritavano l'ammissione..poi se volete spendere soldi con avvocati fate pure
uffina :
al, oggi non lavori? sono le 11.59...
Lucia :
AL hai ragione, chi vuole aggirare le "regole" il modo lo trova sempre...e non posso certo autogiudicare la mia preparazione, però penso che effettivamente qualcosa nel sistema non funzioni: se siamo in così tanti a non passare l'esame di abilitazione, perchè ci è stato permesso di laurearci? non sono qui a dire "è stato fatto un dispetto a me", ma a dire "qualcosa non va, fermateci prima se non ci giudicate all'altezza, mi va benissimo".
Poi credo che un esame di abilitazione che porti il nome di "esame di stato" debba venir strutturato come tale, non tanti tipi di tracce diverse per ogni università, tempi differenti, modalità di svolgimento differenti...per non parlare die costi differenti: perchè tutto questo? e, consentitemelo, perchè un costo così elevato dell'esame, che tra l'altro deve venir corrisposto ogni volta che lo si ripete?! ho fatto un breve calcolo...a Ferrara sono passati del nuovo ordinamento 38/140...contando che è stato richiesto un pagamento di euro 350 alla facoltà + 50 statali, e moltiplicando anche solo i 350 euro per i 100 non abilitati (ai quali si chiederanno nuovamente i soldi!) viene una bella cifra di euro 35.000: tutti quei soldi la facoltà li spende in un giorno per un esame di stato?!
al :
uffina, io ho i capelli brizzolati, sono il titolare, non un dipendente, sono in attesa in ufficio di persone che sono in ritardo, e ieri ho lavorato fino alle 22, sabato e domenica ho lavorato buona parte della giornata..nelle ultime 4 settimane, per la correzione di bozza di un testo su normative di cui sono autore, non ci sono state pause, se non per mangiare e dormire..quindi non credo di rubare nulla a nessuno..a te lucia risponderò più in la perchè suonano..comunque gli argomenti che menzioni, se fai una ricerca su miei vecchi interventi, hanno già ricevuto abbondanti risposte
uffina :
non c'era bisogno che mi rispondessi...era solo una battuta! take it easy! ;)
Ale :
A firenze era tutto in forma anonima, nome solo in busta chiusa. Anzi hanno fatto troppe raccomandazioni di non fare segni di riconoscimento, io avevo sbagliato a ripassare con la china, e non ho potuto cancellare in nessun modo, e ho dovuto rilucudare tutta la pianta, altrimenti potevano esser segni di riconoscimento.
Anche se son d'accordo che é tutto di facciata...visto che se vogliono sapere di chi sono le tavole basta che aprino le buste!!!

al :
Cara Lucia, eccomi a rispondere alle tue osservazioni “PERCHÉ CI È STATO PERMESSO DI LAUREARCI? “ noi italiani ci facciamo vanto dell'università aperta a tutti, e quindi abbiamo (fonte rivista INARCASSA e IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA di giugno) il 40% degli architetti europei (parlo degli iscritti all’ordine..pensa se eliminassero l’esame di stato) però guai a parlare di numero chiuso..anzi quando su istanza della CEE è stato introdotto anche in Italia, noi italiani, furbi , ci siamo inventati la triennale e la specialistica (questo riforma Zecchino - Berlinguer), oltre alla moltiplicazione di sedi e distaccamenti universitari... per architettura si è passati da 10 facoltà con un unico corso di laurea ( 1982, anno della mia iscrizione all’università) ad una trentina tra facoltà e distaccamenti e un’ offerta formativa oggi di 55 corsi di laurea diversi, scavalcando così, legalmente, il numero chiuso.. (andiamo comunque meglio dell'anno scorso quando IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA ne menzionava 128 di corsi per architettura..santa Gelmini)...è per altro anche da menzionare la riforma Moratti che, credo, abbia legato i finanziamenti universitari ai risultati (leggasi numero dei laureati), determinando la legge del “tutti promossi, tutti laureati (in buona parte impreparati) e, aggiungo io, tutti precari e incavolati”..ma se nel 68, nel 77, nel 90, nel 2003 e nel 2010 (le mitiche rivolte universitarie che ricordo), invece di chiedere l'università per tutti (e quindi di bassa qualità e anche per gli stolti) si fosse richiesta una università che prepara veramente, con professori degni di questo nome, con corsi che insegnano il mestiere, e quindi a progettare con le norme caotiche che caratterizzano la professione, unitamente ai vincoli economici e di fattibilità, oggi probabilmente ci sarebbero solo 10 facoltà, solo un corso di laurea in architettura, pochi e selezionati professori, per merito, così come pochi studenti… sareste (saremmo) quindi molti meno, molto più preparati e probabilmente sarebbe più facile superare l’esame di stato, e sentiremmo meno la crisi, lavorativamente parlando..mi piacerebbe verificare in che anno i numeri dei bocciati all’esame di stato si sono impennati..ho paura che tutto ciò sia avvenuto a partire dalla fine degli anni ’70, come conseguenza del “mitico 68”..e infatti fu dagli anni 80 che un architetto inaugurò, con successo, la stagione dei corsi di preparazione a pagamento…non si inventò nulla, propose solo ciò che si faceva usualmente fino al 1968 ad architettura..tante esercitazioni guidate di 8 ore, sotto l’occhio vigile di professori o assistenti preparati, per ogni corso di composizione architettonica (oggi progettazione)…così si imparava a progettare ed ecco perché l’esame e la prova progettuale in 8 ore..quante ne hai fatte, tu di queste prove durante il tuo corso di laurea? Nessuna,penso, come me d’altra parte, perché è impossibile, con l’università di massa gestire ciò..il problema è che l’università di massa genera un volano economico che si auto alimenta, e se ne “impippa”(concedimi la licenza poetica, presa da A.Pennacchi, premio strega dell’anno scorso)) del vs futuro e del futuro dell’Italia…con questo andazzo siamo destinati ad essere fagocitati dai paesi emergenti..e contro questa battaglia legale tra nazioni, noi avremmo bisogno di pochi laureati preparatissimi, non migliaia di laureati che non sanno far nulla (quest’ultima ripresa da un post di Alfonso2, uno dei pochi, su professione architetto che sembra pensarla , almeno su questo argomento, come me)…

Per quel che riguarda il tuo secondo appunto, e cioè che L'ESAME DI STATO PER ARCHITETTI SI SVOLGA CON TEMI UGUALI IN TUTTE LE SEDI sarebbe secondo me scorretto, stante le notevoli differenze morfologiche e normative a livello locale (L.R. - P.R.G./PGT/ - R.E.- ecc.)..Il ns esame di stato non può essere assolutamente paragonato ad un esame di maturità, o ad un esame da notaio o avvocato, poiché per loro fortuna, le norme afferenti le loro professioni (salvo che per le sentenze dei TAR regionali), sono uguali in tutta Italia ...

Per quel che riguarda i COSTI, sicuramente le università e lo stato ci lucrano sopra, però l’organizzazione e la gestione dell’esame sono qualcosa di più di quanto tu descrivi; ti ricordo infatti che:
• Il MIUR deve predisporre l’ordinanza ministeriale che fissa date e regole d’esame di anno in anno
• Si devono predisporre, da parte delle singole università, i bandi e il materiale burocratico afferente l’esame (regole interne, verbali, aggiornamento sito, ecc), a seguito dell’ordinanza del MIUR
• Si devono gestire, tramite segreteria, le iscrizioni e le verifiche della documentazione
• Si devono predisporre i temi attraverso apposite riunioni delle commissioni, oltre alle relative fotocopie
• Devono essere pagati i commissari, che partecipano alle riunioni di cui sopra, alle giornate d’esame (prove scritte, prova orale) , agli incontri per le correzioni, e, in alcune sedi, al ricevimento per spiegare cosa è stato fatto di sbagliato ai candidati bocciati
• Deve essere pagato tutto il personale addetto al controllo dell’università, nelle giornate d’esame, sia come supporto ai commissari in aula, che per verificare che non entrino sconosciuti, o che non si telefoni dai bagni, ecc
• Deve essere pagato il personale addetto alle pulizie, che lavora spesso, stante gli orari in cui finiscono le prove scritte, fuori orario usuale
• Deve essere registrata al Ministero l’abilitazione

Tutto ciò ha un’ organizzazione e dei costi, sia per lo stato che per l’università..a titolo informativo, anni fa, ma non so se sia ancora in vigore, a Firenze pagavi la tassa dell’università solo una volta e se venivi bocciato si ripagava solo il contributo statale…verifica ciò, potrebbe essere un buon motivo per scegliere quella sede, stante anche le tematiche difficili uscite questa volta a Ferrara.. Sicuramente c’è anche da dire che le sedi , a detta di alcuni più facili, sono anche le più care..può essere anche quella una loro scelta strategica, molto all’italiana..”sono di manica larga, ma mi paghi di più”..ed inoltre si mette in moto un volano economico che coinvolge tutta la città (alberghi, ristorazione, ecc), con molteplice soddisfazione..ciò è strategicamente ed eticamente corretto? secondo me no..l’unica cosa che so è che tutto è difficile, quindi studia tanto e fatti aiutare da chi ne sa più di te, (che non sono quelli che hanno il tuo stesso problema)..
al :
Lucia, ti confermo che a Firenze se bocciati, le volte successive si paga solo il contributo statale
Lucia :
Caro Al, ti ringrazio molto per la tua risposta assolutamente completa ed esaustiva!
Ti dò ragione per quello che riguarda le università e il "meccanismo contorto" che ora le regola. Io che mi sono laureata due anni fa in corso (ho quindi appena compiuto 27 anni) posso solo immaginare come effettivamente funzionassero le università un tempo, anche tramite i discorsi di arch. famosi che si leggono sulle riviste e sui giornali d'architettura...e hai ragione, le università oggi come oggi raccontano tante belle favole ma non formano in modo corretto per quello che riguarda la VERA professione di un architetto, la quale, quindi, si inizia a "sperimentare" solo nel caso in cui si riesca a trovare un'occupazione capace di chiamarsi tale (cosa che ormai solo con un colpo di fortuna si può trovare). E parlo per esperienza professionale: da due anni e mezzo lavoro in uno studio d'architettura e posso dire con certezza che i meccanismi che regolano il nostro lavoro non vengono minimamente spiegati in sede universitaria, cosa sbagliatissima!!!
In questo modo escono sdalle università persone in parte ignoranti in materia, per le quali ovviamente l'esame di stato sembra un ostacolo insuperabile.
Sono comunque felice che, in un certo senso, tu mi dia comunque ragione sul fatto che qualcosa a monte non funziona, perchè non si può strumentalizzare così tanto un esame di stato, impugnandolo come arma contro i numerosi corsi di laurea e i numeri elevatissimi di laureati in architettura ogni anno in Italia. Purtroppo così, penso, venga da sè, in un Paese come il nostro, finire per lucrarci sopra!
Di Firenze che, dopo il primo tentativo, ti fa pagare solo la tassa statale, lo sapevo perchè la prima volta ho proprio tentato in quella sede..
Immagino che comunque dietro a sessioni per l'esame di stato ci siano giornate di organizzazione e molto tempo impiegato a sistemare tutto, cosa che va quantificata e pagata, però ritengo anche che se alcune facoltà chiedono di più e altre di meno, significa che chi ha le tasse più basse comunque riesce a fare conto pari (o almeno si spera), quindi chi ha le tasse più alte ci lucrerà sicuramente sopra (lo so, c'è anche da contare che il numero di iscritti varia di sede in sede, e quindi anche il costo complessivo)...insomma....bisognerebbe veramente scoprire questo vado di pandora e cercare di capire cosa effettivamente ci sta dentro..

Comunque hai ragione, benchè siano tutte cose che bisognerebbe sistemare, non risolveranno il il mio problema di ora, che posso solo superare applicandomi..
architettonicamente :
Io vorrei elogiare quei grandi professionisti e celebri autori... che frequentano questo blog è ci innondano di consigli,di sapere e cultura, che rubano il loro preziosissimo tempo per dedicarsi a quei giovani che non hanno superato l'esame di stato. Grazie..
nutriarch :
Ah ah !!!
Mau82 :
Ciao ragazzi.
Io non ho passato l'esame di stato ad alghero ed era in forma anonima. Poi l'ho tentato a Milano dove NON era in forma anonima. e sono stato promosso.
Io credo che essendo un esame statale debba essere obbligatoriamente anonimo. Secondo me è scandaloso che non lo sia. Ok che se uno vuole promuoverti può individuare il tuo compito, ma addirittura legittimare questa procedura mi sembra vergognoso. Addirittura a me hanno fatto scrivere se fossi stato studente o meno del politecnico. Che ve ne frega???
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.