Campanellino : [post n° 108008]

spese di casa

Visto che la sede della mia attività, dal punto di vista fiscale, è casa mia, riflettevo sulla possibilità di dedurre dalle tasse e scaricare l'iva delle spese relative alla casa quali luce, gas, ecc...

Premettendo che il mio volume di affari è veramente ridicolo, mi chiedo se:

1)ciò è una cosa che si fa normalmente, anche nei casi come il mio, dove la maggior parte del lavoro è svolto presso altri studi e, almeno per ora, solo una piccola parte è svolta a casa? Oppure in questi casi è considerato illecito?
2)questo implica che, negli studi di settore (che dovrò presentare per la prima volta quest'anno, in quanto è il secondo anno di attività) dovrò dichiarare esattamente tutte le attrezzature e gli spazi di casa che corrispondono a ciò che scarico?
3)ciò mi espone maggiormante al rischio di controlli fiscali?
lorenzo :
provo a rispondere, anche se non ho la certezza assoluta:
1) se hai la partita iva fiscalmente tu svolgi l'attività nel domicilio fiscale che hai dichiarato, quindi il fatto che lavori in uno studio di altri è ininfluente, quindi puoi scaricarti al 50% le bollette se sono intestate a te (uso promiscuo abitazione - studio);
2) questa è più difficile; nello studio di settore dovrai dichiarare l'uso promiscuo e la superficie destinata ad abitazione e quella destinata all'attività, ma per le spese credo (ripeto... credo) che valga sempre il 50% indipendentemente dagli spazi che dichiari;
3) se hai un volume d'affari esiguo, come dici, presumo che non risulterai congrua con gli studi di settore (la congruità sta intorno ai 14000 euro se non sbaglio), quindi abbattere un volume d'affari esiguo con spese che te lo rendono ancora più esiguo potrebbe nel primo caso vanificare le spese che ti sei dedotta in caso di adeguamento allo studio di settore, nel secondo caso se non ti adegui allo studio di settore dichiarerai il volume d'affari con le spese dedotte, sapendo che è possibile un accertamento da parte dell'agenzia delle entrate.
Campanellino :
Grazie Lorenzo, è tutto chiaro, tranne una cosa al punto 2):
negli studi di settore devo per forza dichiarare l'uso promiscuo, anche se lavorassi solo presso altri studi e, per assurdo, in casa non avessi neanche un pc? In questo caso la superficie destinata all'attività sarebbe pari a ZERO, dichiarando diversamente dichiarerei il falso e farei sembrare come se avessi più strutture di quelle che ho o che posso permettermi...

Questo fa scaturire un altro dubbio per quanto riguarda il punto 1):
Mi stai dicendo che un libero professionista può IN OGNI CASO scaricare le spese relative al suo domicilio fiscale, oppure che può farlo solo nel momento in cui dichiara negli studi di settore che una certa parte di tale domicilio è adibita all'attività?
Perché in realtà un libero professionista che lavora come consulente non svolge l'attività nel suo domicilio fiscale, quindi teoricamente non dovrebbe avere la possibilità di scaricarne le spese in quanto non sono spese relative alla sua attività...ma allo stesso tempo dovrebbe dichiarare di possedere ZERO superficie adibita all'attività.

Scusa se sono stata un po' ridondante ma non riesco a venirne a cvapo!
lorenzo :
Se tu apri partita iva significa che lavori in proprio e che quindi disponi di una sede in cui operi. Il fatto che in realtà svolgi l'attività di "finta" lavoratrice dipendente anche se è cosa diffusa (anche io lo sono), va in contrasto con il regime fiscale che ti sei scelta, ossia il lavoro autonomo.
Per assurdo, nessuno ti obbliga a possedere un pc; puoi svolgere l'attività anche sul tavolino di cucina con riga e squadra, e scrivere le relazioni con la vecchia macchina da scrivere e fare i conti a mano o con il pallottoliere.
Se dichiari di non avere uno studio dedicato e di non utilizzare la casa ad uso promiscuo la domanda da parte del fisco viene spontanea: ma dove diavolo svolgi la tua attività di lavoratore autonomo? (la risposta noi la sappiamo ma fiscalmente non si può dichiarare). Io nello studio di settore ho dichiarato 6 mq (nella mia camera da letto da 12 mq svolgo la cosiddetta attività promiscua...).
Quindi nello studio di settore o dichiari di avere uno studio, o dichiari la promiscuità, non c'è scelta.
Per scaricarti le spese della casa-studio al 50% dovrai dichiarare sullo studio di settore che tu fai uso promiscuo, altrimenti se dichiari uno studio a se naturalmente non puoi detrarti le bollette di casa ma quelle del fantomatico studio.
Però ricordati che non è possibile dichiarate zero superficie adibita all'attività.
Campanellino :
Chiarissimo!!!
Quindi riassumendo:
1) sono obbligata a dichiarare l'uso promiscuo, quindi a definire quanti mq della casa sono adibiti all'attività
2)di conseguenza va da sé che posso detrarre le varie spese di casa...da verificare se al 50% o in percentuiale diversa a seconda dello spazio che dichiaro, giusto??
lorenzo :
attenzione, non voglio darti certezze; spero che intervenga anche qualcun altro.
Che tu fai uso promiscuo se non hai uno studio è ovvio.
Le spese le potrai detrarre solo se le bollette sono intestate a te; per la pecentuale come ho detto prima credo che siano sempre il 50% indipendentemente dallo spazio che dichiari nello studio di settore.
Per le spese di casa ci sono luce, acqua, gas, telefono, adsl, condominio, ecc; vorrei capire anch'io se tutte si possono detrarre oppure no (che senso avrebbe scaricarsi la bolletta dell'acqua?).
Se fosse veramente così allora potremmo scaricarci anche il mastro lindo e il mocio vileda, ma non penso che siano prodotti "strettamente necessari" per lo svolgimento della nostra professione:)
Ronin :
1) la regola base dovrebbe essere niente trucchi: se tu dichiari di avere una sede in cui lavori, e poi non ci lavori, se vengono a cercarti e non ci sei ti rovinano...
Dichiarare l'uso promiscuo non rende necessario dichiarare le attrezzature (che poi quali sarebbero, telefono e caldaia?): queste ultime possono benissimo essere acquistate come privato invece che come LP (così normalmente è, infatti).
2) le spese che elenchi si possono detrarre quasi tutte, ma quasi nessuna conviene; infatti, per uso non solo residenziale, si deve fare dei contratti in cui il costo di solito è più elevato, sia come canone che come tariffa; normalmente tale aumento del costo si "mangia" tutto il vantaggio; resta quindi solamente un elevato numero di fatture (che di solito si traduce in un costo più alto del commercialista...). Che io sappia, cmq, si scaricano solo i consumi (quindi le spese condominiali di un immobile ad uso promiscuo non sarebbero scaricabili; non ne sono sicuro però).
3) mastro lindo e mocio vileda si possono scaricare eccome: forse che se ho un ufficio dove lavoro non lo devo pulire? Se pago una ditta per venirmi a fare le pulizie, quella la scarico, dunque che differenza ci sarebbe se le pulizie me le faccio io?
Il fatto è che non conviene perdere tempo per registrare spese così piccole (e se fai passare 10.000 euro di fattura al supermercato come spesa per prodotti di pulizia, mi sa che se ne accorgono...).
Campanellino :
....a rigor di logica sarebbe sensato scaricare TUTTE le spese relative alla casa, quindi anche quelle necessarie per la pulizia, visto che sicuramente una piccola percentuale (non meglio identificabile!) serve anche a pulite quei metri quadri che ho dichiarato come adibiti all'attività!! Normalmente anche chi ha un ufficio le scarica...
BOO!!! Speriamo che intervenga qualcun altro più esperto di noi!!!
Campanellino :
Riguardo al punto 1):
vuoi dire che alla voce "superficie locali destinati esclusivamente all'esercizio dell'attività" posso mettere anche ZERO? Non è quindi obbligatorio dichiarare un tot di mq, come diceva Lorenzo?
Campanellino :
hoappena letto qui, al CLUSTER 14

http://www1.agenziaentrate.it/settore/studiapprovati/notesk_2005/tk1…

ma non capisco, sembra un controsenso: si parla di giovani architetti che operano in modo pressoché esclusivo per studi tecnici...poi si dice che operano nella loro abitazione ad uso promiscuo.....intende dire che collaborano ma come ESTERNI, lavorando da casa???
Ronin :
intendo che se non è vero che lavori a casa, è meglio che NON dichiari l'uso promiscuo.
lorenzo :
ma ne sei sicuro?
Ho verificato con gerico ed effettivamente il programma da la possibilità di non indicare l'unità locale dove si opera; ma la domanda sorge spontanea: se uno si scarica ad es. un monitor, dove se lo mette se non dichiara nemmeno un'unità locale? In questa maniera non potresti scaricarti nulla. Su questa questione sinceramente nutro forti dubbi.
Inoltre come fanno, anche con un controllo, a contestarti che non lavori a casa, oppure quanto ci lavori, se noi architetti siamo sempre in giro? E poi capita più o meno a tutti di fare a casa qualcosa, anche se infinitesimale, rispetto al volume d'affari complessivo, oppure portarci il lavoro a casa, oppure farci i nostri belli concorsi (che rappresentano sempre attività lavorativa, anche se non vinti), che comunque vanno dichiarati sullo studio di settore.
Inoltre, ronin, per l'uso promiscuo non mi pare necessario fare i contratti di fornitura business, ma vanno bene anche i family... per questo li deduci al 50%; sto sbagliando?
Campanellino :
ok, tutto chiaro, infatti io non lavoro a casa e vorrei evitare di dover dichiarare l'uso promiscuo...ma alloracome compileresti il quadro B?

http://www1.agenziaentrate.it/settore/modulistica/mod2006/profession…

A parte Comune e Provincia non saprei cosa inserire negli altri campi...più che altro non saprei come inquadrare la mia situazione!!!
lorenzo :
Gli attori siamo sempre noi :)


[post n° 79656]
desnip :
Dalla lettura di questo post deduco una cosa:
quando ho aperto p.i. ho indicato come domicilio fiscale la mia abitazione. Quando ho aperto lo studio, qualche mese dopo, quel simpatico buontempone del mio commercialista mi ha detto che non era necessario cambiarlo.
Ergo: ora non posso scaricare un bel niente???
lorenzo :
motivo in più per tenersi la contabilità da soli :)
A parte gli scherzi non so se è possibile dichiarare oltre al domicilio fiscale anche la sede operativa, come nelle società...
Se per i professionisti non è possibile, per l'agenzia delle entrate la tua sede risulta ancora quella di casa e quindi potrai scaricarti le bollette di casa al 50% e non quelle dello studio al 100%
Ti conviene comunque chiedere spiegazioni al buontempone
delli :
il tuo commercialista è proprio un "bontempone".... non ci vuole nulla a comunicare il cambio di sede fiscale e avendo dei locali come studio con fatture e bollette come "ditta" e non come privato mi pare evidente che sia meglio... ma la mia è una opinione non da commercialista... forse ha ragione lui ma io una verifica con un'altra fonte la farei (tipo un CAF o il tutor dell'agenzia delle entrate vedi tu)
bye bye
Ronin :
lasciatemi difendere un commercialista ingiustamente calunniato: ha ragione lui, il domicilio fiscale per le persone fisiche coincide con la residenza, salvo provvedimento dell'amministrazione tributaria.
vedi qui www.comune.jesi.an.it/MV/leggi/dpr600-73.htm (artt. 58 e 59)
lorenzo :
quindi è come le società
sede legale + sede operativa ??
desnip :
il guaio è proprio questo: che l'indirizzo della casa in cui abito non è lo stesso della mia residenza.
Alla fine ho 3 indirizzi: residenza, domicilio fiscale, e studio professionale: che casino!!!
Vuol dire che uno dei primi impegni di quest'anno sarà rettificare la situazione. Del resto, come dice delli, non ci vuole molto.
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