sara : [post n° 129428]

uffa

Oggi è una giornata un po' così. Dopo quasi un anno dalla presentazione di un progetto, una bella villettina in collina, recentemente in comune si sono degnati di esaminarla...
Ovviamente sono più le cose che non vanno (secondo loro) di quelle ok e così mi tocca riprendere in mano un lavoro che pensavo finito e ricominciare a lavorarci su.
Mi sento un po' depressa....capita anche a voi??
beppe :
non hai fatto prima delle bozze con le indicazioni che ti hanno dato i clienti? o sei andata subito al definitivo?
sara :
Caro Beppe...altro che bozze...
In genere prima di arrivare al definitivo , per quel che mi riguarda, produco una discreta quantità di disegni. Il punto è che nel comune in cui vivo c'è un regolamento urbanistico scritto un po' a cane (nel senso che spesso e volentieri non dice ciò che non si deve fare o almeno non in modo chiaro) così ci si sente abbastanza liberi di fare, o almeno provarci, l'architetto.
Spesso e volentieri mi sento dire che il progetto è molto bello, ma purtroppo non passa per tutta una serie di cavilli e interpretazioni che non ho saputo leggere nel regolamento.
La depressione vera alla fine è questa: chi sono io un architetto o un avvocato??
Sapere leggere bene il regolamento e soprattutto sapere interpretarlo (laddovoe non c'è niente di chiaro) mi sembra sempre di più dovere essere il mio mestiere. La cosa mi stomaca alquanto.
Non so a voi!!
beppe :
purtroppo per te è che non ti sei scrollata d'addosso ancora quel fantastico senzo dell'accademico che caratterizza un pò tutti i neolaureati in architettura. Ma quando hai da confrontarti con un insieme di leggi e regolamenti vari (parte integrante del lavoro) ti trovi subito di fronte a degli ostacoli che metteno un pò di lato quel senso di libertà nel progettare.
Questo succede nell'ambito del privato, nel settore della progettazione pubblica le cose cambiano, anche perchè molte restrizioni vanno in deroga e si ha quella libertà intellettuale che contraddistingue questa nostra professione, che forse, se fatta con grande amore e passione, risulta essere ancora la più antica ed in assoluto la più bella.
Ciao
gigi :
la progettazionre e' l'ultima cosa, prima il tecnico si documenta vede cosa si puo' fare e cosa no, analizza i costi definisce il progetto preliminare.................se hai lavorato bene prima il progetto viene accettato, altrimenti c'è un problema.
Ma la soluzione del problema la puoi trovare studiandoti la normativa, e accumulando esperienza; oggi sagli domani pure prima o poi raggirerai l'ostacolo

depressione: oggi stai sotto un treno e domani sti sulla luna, se io ieri mi fossi licenziato oggi non avrei ottenuto la promozione (e ancora non ho realizzato)
lolo :
dalla presentazione del progetto in comune? Un anno?,priam di darti una risposta?
fabio :
cavolo che stress.. c'è da riconoscere il nostro accademismo da neolaureati, per evitare rogne bisogna avere molta coscenza della tecnica e delle norme, io faccio sempre affidamento e chiedo consigli a un ingegnere sennò non farei piu nulla
sara :
In effetti è vero...nonostante sia già un bel po' che mi sono laureata, spesso i miei lavori sono più teorici che pratici. In realtà sto sperimentando sulla mia pelle e anche su quella dei miei clienti ciò che si può fare e ciò che non si può.
Non credo per questo di essere una cialtrona irresponsabile...la qualità dei miei progetti si vede, almeno penso, e la cosa davvero importante è che spesso non mi arrendo a chi mi dice che in collina (vista spettacolare mare monti da lasciare senza fiato) devo rispettare la tipologia (peraltro inesistente ) della tipica casa in cui prevalgono i pieni rispetto ai vuoti...
I miei clienti sanno che non ho una grandissima esperienza in fatto di amministrazione pubblica, ma si fidano di me e sono d'accordo con me nel cercare di portare a casa un risultato soddisfacente ( non riesco proprio a capire perchè sia così difficile fare una casa contemporanea...siamo nel 2007 e non nel 1900)!!
La cosa che ultimamente mi ha davvero sconvolta è stata di sentirmi dire da un tecnico del comune che nessun architetto, nel mio comune, aveva mai osato presentare un progetto di una villa con delle grandi vetrate (laddove la vista lo consentiva e anzi lo esigeva) e tra l'altro nel caso specifico il regolamento non le vietava...però siccome non le aveva mai fatte nessuno... non sapevano se lasciarmele fare oppure no.
Dico io...io sarò pure un po' una capra da questo punto di vista però secondo me la colpa è anche dei professionisti che non si fanno sentire e soprattutto non si fanno rappresentare dall'ordine in qualche forma di protesta.
Possibile che non si possa fare nulla per cercare di fare delle cose più decenti???
SCUSATE LO SFOGO
sara :
A proposito dei due mesi...
FORSE NEL TUO CASO PASSANO DUE MESI...IO MI SONO TROVATA SPESSO E VOLENTIERI A DOVERE ANDARE A PROTESTARE IN COMUNE PER DELLE PRATICHE DI CUI NON AVEVO NESSUNA NOTIZIA DA MESI (ALTRO CHE DUE).
PER NON PARLARE DELLE MATTINATE PERSE PER FARSI RICEVERE E PER OTTENRE UNA RISPOSTA AI PROPRI QUESITI.
Spesso mi sono trattenuta dall'andare a litigare con tutti anche perchè spesso e volentieri mi sono sentita dire, da colleghi più esperti, che è del tutto inutile e controproducente...se si vuole continuare a lavorare...bisognare inparare a pazientare...
gigi :
ma se in toscana si metterebboro a costruire cse ultramoderne i tedeschi e i vip'S non ci anderbbero piu', non conosco il tuo progeto ma credo che il tecnio comunale volesse un minimo rispetto per l'architettura della zona, sto pensando ad un casale ad esempio. Se poi ti posso consolare ti dico che la nuvola di fuxas a roma ormai e' evaporata e il maxxi di Zaha Hadid va avanti piu' per le minacce di denuncia per danni(visto che doveva essere terminato anni or sono) che per effettiva volonta' di realizzare un museo moderno.
sara :
peccato però che il mio progetto non ha niente a che vedere con la nuvoladi fuksas e poi tra parentesi chissenefrega dei tedeschi che arrivano in italia e vogliono trovare il casale come dicono loro.
Io sono a favore del paesaggio e della sua tutela (non della disneyland italiana creata a misura degli stranieri), ma anche ad aiutare i giovani architetti (che non sono fuksas e nemmeno renzo piano) a fare il proprio mestiere senza abbandonare il gusto della progettazione.
Ma evidentemente sono pochi quelli che la pensano come me.
sara :
sempre per gigi...
inoltre nel mio progetto non c'era niente di ultramoderno,ma un grande rispetto per l'ambiente nel quale doveva essere costruito!!
beppe :
visto che qualcuno ha parlato di nuvola...io credo che si dovrebbe scendere da quella nuvola e mettere i piedi per terra e cercare di vedere veramente le cose come vanno. Ci sono passato prima di qualcuno di voi, con stesso entusiasmo e stesse prerogative, ma, aimhè, il momdo del lavoro è diverso da quello che pensate. Se qualcuno invece vuole lasciare sfogo alle proprie inclinazioni ed indole può sempre trasferirsi a Dubai, dove gli arabi ammettono tutto di più. Ci sono colleghi nostri che si sono arricchiti.
sara :
e va bè scenderò dalle nuvole anch'io, ma senza cambiare idea...
se perdi l'entusiasmo è dura, caro beppe, lavorare!!!
fabio :
se si perde l'entusiasmo è veramente dura, ma tante volte quando si affronta un cliente questo crede di avere davanti a se un renzo piano o uno dei tanti famosi da rivista e chiedono cose che fanno accapponare la pelle senza tener conto del punto di vista dell'architetto, il suo essere, il suo plasmare una ben determinata forma frutto di idee e anni di studio e rielaborazioni, credo si debba scendere troppe volte a compromessi e non mi sembra giusto dal pounto di vista architettonico, scendo a compromessi se nascono problemi tecnici -strutturali e di costi troppo elevati.. il resto credo debba essere rispetto perc hi ha studiato per anni e studierà per dare qualcosa al cliente e all'ambiente che ci circonda
beppe :
vedi che non voglio dire che tu debba perdere l'entusiasmo. Dico solo che devi adattare il tuo sapere con le esigenze dei regolamenti, del potere economico del cliente nonchè dei sui gusti. In fondo è lui che deve abitare la casa e non tu e se a lui quella determinata vetrata sulla vallata non piace, mica puoi obbligarlo a tenerla. La tua capacità sta nel riunire tutti questi fattori e tirare fuori qualcosa di bello. Lo so, non è facile. Siamo liberi professionisti in fondo, se una cosa non ci va di farla come i clienti desiderano allora possiamo anche rifiutare l'incarico.
Ciao
sara :
grazie per i consigli non volevo passare per quella che si crede chissachi...anche perchè assicuro che non è così.
So perfettamente di che tipo di persone parli quando tratteggi il profilo di architetto di cui sopra.
Pienamente d'accordo sul rispetto per il cliente, ma io non sono proprio così. Il progetto di cui parlavo deriva da un'idea dello stesso cliente e di un suo amico architetto che purtroppo è morto. Dopo anni in cui questo progetto è rimasto nel cassetto...il testimone è passato a me e alla figlia dello stesso architetto che oggi non c'è più. E' un progetto "ereditato" che solo in parte è mio...e le vetrate non sono una pensata mia; io ho solo re-interpretato dei disegni e delle idee e dato forma a un progetto concreto. Non mi sognerei mai di fare la gradassa a spese di altri e oltretutto, a me le case dove si vede troppo la mano dell'architetto, mi fanno anche abbastanza pena.
Ho solo le mie idee e vorrei riuscirle a mantenerle, soprattutto quando si tratta di dar forma a dei desideri.
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.