Andrea : [post n° 152354]

media del voto di laurea

scusate ragazzi/architetti ma secondo voi conta veramente il voto della laurea (a meno che nn prendi 110 con o senza lode)
per fare domande nei vari studi professionali sia italiani che stranieri?
grazie
gigi :
conta quello che sai fare, fatti un bel book e non guardare gli attestati vari che dicono poco
alinger :
Per me nell'ordine contano:
1) Competenze informatiche (un bel portfolio)
2) Età
3) Voto di laurea
patty :
non lo chiede nessuno...
Campanellino :
guarda....in vita mia avrò fatto una trentina di colloqui e nessuno se ne è mai interessato...né alla tesi né tantomeno al voto.
mow :
Io nemmeno l'ho scritto sul cv e nessuno me l'ha mai chiesto. Conta solo ciò che sai fare realmente.
ciao.
mow
desnip :
Il voto non conta nulla.
leslie :
Il voto di laurea interessa solo nel caso di concorsi pubblici...quando vai a fare un colloquio invece nessuno te lo chiede...
Se sei appena laureato, possono chiederti su cosa hai fatto la tesi (per vedere su che tipo di argomenti sei orientato) e con chi (per vedere se conoscono il relatore) ... per il resto ciò che conta sono le tue esperienze lavorative o le tue conoscenze, il tuo impegno e l'umiltà di ammettere che c'è sempre da imaparare...io ho iniziato a lavorare in uno studio da laureaNDA e se avessero seguito la logica del voto di laurea non avrei dovuto nemmeno iniziare dato che la laurea ancora non l'avevo!
matteo.s :
Non serve a nulla.
Però può essere un elemento discriminante per decidere a chi fare un eventuale colloquio di lavoro (almeno nei grossi studi di architettura).
nik :
per mia esperienza posso dire che cosa conta per entrare negli studi di progettazione:

1- Età
2- Sesso
3- Chi ti "presenta"
4- Prima impressione al colloquio
5- Competenze informatiche

sarà solo la mia umile esperienza... forse non molto rappresentativa.
posso dire che nello studio dove ho lavorato per anni i curricula di autocandidatura venivano cestinati di default, specialmente se si trattava di ragazze in età che veniva considerata "a rischio maternità" (dai 25 in su... quindi qualsiasi laureata in architettura al di sotto dei 45anni... ergo qualsiasi ragazza).
dal nome direi che sei maschio, pertanto hai già qualche punto.
sono appetibili i giovanissimi geometri maschi, che non diano l'idea di voler spiccare il volo dopo aver imparato a sufficienza.
preferibilmente conosciuti da una qualsiasi sciura pina che possa garantire sul loro essere "bravi ragazzi".

io ero capitata per caso in quello studio e posso ritenermi fortunata SOLO perché ho potuto respirare progettazione e burocrazia.
diciamo che ho imparato, ho captato, ho capito... ma nessuno ha insegnato, perché si sa che se ti insegnano poi tu te ne vai...
le competenze informatiche contano molto, ma nessuno ti dirà "bravo". piuttosto, se le tue capacità sono spiccate, ti potrebbero accusare (più o meno apertamente) di voler fare sapientino.

il voto nemmeno te lo chiedono (io devo dire purtroppo).
desnip :
non sono d'accordo in tutto con nik.
La verità è che agli studi (se ci sono persone con un minimo di intelligenza), conviene che le persone "imparino".
Infatti a che giova tenersi persone che non sanno fare niente?
nik :
ho precisato che ho parlato solo della mia esperienza.

dove lavoravo il "capufficio" (che era dipendente, non era il capo... che non c'era mai) faceva in modo che facessimo quello che lei chiedeva, giusto o sbagliato che fosse, e detestava che noi "sottoposti" prendessimo iniziative personali (era vietato anche solo fare una telefonata di chiarimento al tecnico comunale, o, peggio, rivolgere la parola ai clienti per comprendere le loro esigenze).
la convenienza per chi "dirige" sta nell'ottenere il "lavoro fatto", senza "perdere tempo con gli insegnamenti" e mantenendo il controllo sui giovani, che difficilmente si sentono pronti per camminare da soli (e così restano schiavi più a lungo possibile).
"trasmettere il sapere" è da molti considerato alla stregua di un impoverimento di sè, perché si sta arricchendo l'altro.

naturalmente non è così dovunque e non tutti sono così avari.
io stessa do tutto quello che so, amo veder crescere le persone a cui riesco ad insegnare qualcosa..
purtroppo non ho incontrato -sul lavoro- un capo che ci tenesse a fare formazione, e lo stesso è successo anche a mie amiche e miei amici.
è ovvio che se non sei capace di far niente sei un peso (e vieni allontanato), ma -in molti studi, non in tutti- quando intuiscono che sei sveglio e capisci ed esegui e produci, ti spremono.. ma ti fanno capire che resti un sottoposto indottrinato dall'università ma sempre con poca, pochissima esperienza.

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