Tes : [post n° 210596]

RITENUTA D'ACCONTO

Buongiorno a tutti, ripropongo una questione già trattata abbondantemente in questo forum e vi chiedo scusa se insisto;-)!!
Da quello che ho sempre capito, un architetto, iscritto all'albo, non può effettuare prestazioni in ritenuta d'acconto.
Come sempre però, confrontandomi con altri colleghi mi sorgono dubbi, potreste aiutarmi?
Esempio: una conoscente, architetto, iscritta all'albo degli architetti e dei certificatori energetici, sostiene di effettuare certificazioni energetiche con ritenuta d'acconto, di aver chiesto a più commercialisti (e al suo ordine degli architetti) se potesse farlo e di aver ottenuto risposta positiva in merito!!
ma allora forse non ho capito nulla...
Quello che sapevo è che l'unica via è quella della p.i.
Si accettano consigli e indicazioni...e anche tirate d'orecchio per il tema trito e ritrito!!! ;-))
Grazie a tutti come sempre!!!!
beppe :
I soggetti (allegati III art.2 della 115/2008) abilitati alla certificazione possono essere solo coloro che sono iscritti ad ordini e collegi professionali. Premesso ciò, ai sensi dell'art.61 comma 3 del D.lgs276/2003 sono esclusi dal lavoro occasionale tutte le disciplice intellettuali che richiedono l'iscrizione ad albi professionali.
Pertanto ritengo che chi rilascia attestati di certificazioni energetica, nonchè esercita la professione di architetto, ing, geom, etc etc., senza avere partita IVA e quindi come lavoro occasionale con R.A. commette un illecito.
Fra :
azzardo, magari dico uno sproposito: non è che questa conoscente aderisce al regime dei minimi e quindi applica la ritenuta d'acconto in fattura?
beppe :
ma anche se è coi regimi minimi deve per forza avere la P.IVA. Ed in ogni caso la riteunta d'acconto non va neanche riportata in fattura in caso di privati che non sono sotituti d'imposta.
Tes :
grazie ragazzi, infatti Beppe anche io avevo "studiato" le vostre risposte precedenti e avevo interpretato come hai scritto tu...
Mi domando come sia possibile che ognuno venga consigliato da rinimati professionisti in maniera diversa...
Ok..come non detto..a gennaio mi tocca la partita iva!! ;-)
Mannaggia, ma una soluzione anche per i morti di fame che devono iniziare non la fanno mai?hahahahaha
beppe :
basta trovare un collaboratore o un amico professionista
ginger :
i regimi minimi consento, in caso di possesso di partita iva, di fatturare solo con la ritenuta. E' un regime che permette di non calcolare l'iva e quindi di non pagarla.
Lo stesso può dirsi di chi ancora non si iscrive all'albo e non ha partita iva ... le fatture prevedono imponibile e ritenuta.
Tes :
Grazie ancora a tutti..è che sembra un cane che si morde la coda.. a gennaio opterò per la p.i. con regime minimi, se e dico se inizia ad ingranare un pochino di più..alternativa consigliata da Beppe dell'amico, la sto già considerando
:-)))!!!
uff che giornata uggiosa
ArchiAle :
Non dimenticate le aliquote irpef!! Col regime dei minimi l'aliquota è fissa al 20 % per redditi inferiori a 30.000 €, mentre con il forfettino per i primi 3 anni con gli stessi limiti di reddito annuo si paga il 10%. Facciamoci due conti... Secondo me il fatto di pagare l'iva non deve spaventare, perchè in fin dei conti la paga il cliente (al posto della simpatica ritenuta d'acconto che comunque verserebbe). Sono soldi che "transitano" nel nostro conto in banca per poi arrivare all'erario tramite le nostre dichiarazioni dei redditi....
Fra :
io personalmente ho visto che mi resta di più in tasca col regime dei minimi rispetto a quando avevo l'agebvolato, ma c'è anche da dire che dipende da volume d'affari e spese... conviene sentire un commercialista che consigli sul regime migliroe per la propria situazione
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