comemai : [post n° 231921]

Cronaca di una partecipazione per un affidamento di incarico

Sono un architetto neoabilitato che da qualche mese collabora con ex colleghi
per concorsi di idee e affidamenti di incarichi per lavori pubblici.
Siamo in tre, dei quali il piu' dinamico, da un po' di tempo, cerca di ottenere la fiducia di una professionista affermata della citta' per ottenere i requisiti
economici di altri professionisti e partecipare insieme
ai bandi di affidamento, nell'interesse comune di tutti e tre.
Da precisare che fino a qualche mese fa ho lavorato
nello studio di questa professionista (su indicazione
sono stato segnalato a lui da questo mio collega che è anche amico, ci ho lavorato -retribuito una inezia- lo scorso anno per 3 mesi dopo i quali mi ha annunciato che la collaborazione sarebbe stato sospesa, esattamente durante l'ultimo giorno di lavoro
adducendo come motivo il non avevan sufficiente giro di affari)
Si è profilata qualche giorno fa la possibilita' di partecipare ad un bando di affidamento visto che la professionista si è convinta a fornire a noi tre la capacita'
tecnica ed economica necessaria di altri professionisti, piu' giovani di lui.
In seno al gruppo di giovani professionisti coetanei, internamente, mi è stato
dato l'incarico di redigere la redazione metodologica e la relazione dei requisiti tecnici che fanno insieme 80 su 100 punti potenziali (tralasciando il ribasso sul prezzo ed altro).
Questo incarico mi è stato dato "su fiducia" (visto che in un altra occasione ci si era accorti di questa mia predisposizione) dai colleghi, che
- a quanto mi è stato riferito-han dovuto convincere la capogruppo della mia capacita'
(visto che qualche mese prima ho lavorato nello studio di lei senza entrare mai nelle sue "grazie") naturalmente,
non essendo iscritto all'ordine, non
è stato possibile farmi partecipare come soggetto mandante (non credo che mi sarebbe stato permesso comunque pur da abilitato).
In sostanza, ho lavorato da casa inviando al collega coetaneo
il materiale di volta in volta elaborato che lui avrebbe girato
alla capogruppo, portatrice dei fatturati, dei curriculum e delle dotazioni di altri professionisti.
Nelle relazioni ho incluso dati sensibili , incluse le email,
dei soggetti partecipanti, che mai personalmente hanno
avuto a che fare con me, ma che hanno avuto scambi di idee sulla mia relazione con i miei colleghi e con la capogruppo solo il giorno prima in cui consegnassi
il materiale definitivo (è quanto mi ha riferito il mio collega-amico promotore).
Il giorno in cui si sarebbe preparare la busta il mio collega-amico mi invita ad inviargli personalmente via mail il materiale ma in quel momento non ho disponibilita' della rete.
Cosi mi invita a consegnarla a mano a lui dandoci appuntamento a pochi metri dalla sede dello studio dove stavan preparando la busta
(della capogruppo, lo stesso studio dove pochi mesi prima
lavoravo io la cui titolare-capogruppo
di questo raggruppamento-ha sempre manifestato una certa sfiducia nei miei confronti)evitando di entrare nello studio, anche se io avrei avuto il piacere "civile"
di dare un saluto alla capogruppo personalmente cogliendo
l'occasione. La linea internet riprende ad essere attiva
cosi invio a catena il materiale definitivo a tutti i partecipanti, scrivendo nel campo dei destinatari in ordine: la capogruppo, il mio collega promotore,
i due professionisti portati dalla capogruppo, l'altro mio collega usando le email che eran nei curriculum datimi per redigere la relazione.
La relazione viene ad essere letta immediatamente
dalla capogruppo che ne è pienamente soddisfatta, e da un professionista,
cosi' preparano la busta per l'offerta che l'indomani viene inviata manualmente (da me e dal collega promotore) nella sede preposta.
Ma alla capogruppo arrivan notizia, nel frattempo, che
ai due professionisti partecipanti è arrivata
l'email di un certo X, la mia (a loro il mio nome e cognome risulta sconosciuto ma non alla capogruppo) e lei va su tutte le furie perche' si è sentita scavalcata. La capogruppo insulta il collega promotore che si prende le responsabilità dell'accaduto e che poi (dopo-mi han riferito-
una certa esitazione nel volermi riferire l'accaduto) assieme all'altro mio collega, mi rimprovereranno l'errore che avrei fatto di non rispettare le gerarchie. Per me è stato
un gesto lineare, dal momento che tutti eran stati
informati che la relazione sarebbe stata fatta
da me, essendo colui che coi due
professionisti che partecipavano alla gara, e della
cui presenza son stati informati tutti. In
sostanza ho elaborato un documento finale
in cui figuravano le "vite professionali" di 5 professionisti
ai cui mi è sembrato giusto inviare i documenti per
presa conoscenza.

Io dovrei fidarmi di questi miei colleghi che sono amici
ma ora in un secondo momento incomincio
ad essere maligno avanzando l'ipotesi che sia stata
taciuta a tutti i componenti la vera paternità della
relazione metodologica e che le ire della capogruppo,
sian dovute al fatto che involontariamente
le ho svelato la vera paternità della relazione, non solo
a lei ma a tutti gli altri componenti che forse
sapevano ben altra cosa. In sostanza la capogruppo
si è sentita presa in giro da questi miei colleghi
che le han fatto credere di essere loro gli autori
delle relazioni, non potendo far altro che
nascondere il mio contributo, essendo io inviso alla
capogruppo.

C'è anche la possibilità che la capogruppo
abbia fatto credere agli altri due professionisti
che sia stata lei l'autrice della relazione
(in effetti lei nei tempi passati le faceva),
menzogna caduta dopo il mio invio di email.
comemai :
Dimenticavo...a voi che ne pare? son vittima o carnefice?
elpianificator :
...tu hai fatto tutto bene...non è colpa tua se non ti hanno raccontato tutto o se ti hanno detto cose che poi non sono vere...la prossima volta impareranno dai loro errori, la trasparenza è alla base di tutto. Ma molto spesso, troppo spesso, non è così...
comemai :
ho avuto la sensazione che avessi il torto io , estendendo la lista dei destinatari del lavoro finale anche agli altri componenti del gruppo che non sono mai stati i miei referenti diretti ma indiretti. Ma siccome mi è sempre stata assicurata la conoscenza del mio operato da parte dei miei colleghi pensavo di non dover creare mai a loro simili imbarazzi. Ma a questo punto è lecito essere maligni.
elpianificator :
appunto, si sono fregati da soli...tu non sai quante volte capita che chi ti gira lavori sappia tante cose che non sai e che scopri col tempo o che non voleva dirti...il brutto è che non si capiscono le motivazioni...se lavoro per te dimmi tutto no? non siamo mica in competizione...e lavoriamo meglio entrambi...bah.
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