renols : [post n° 291149]
ristrutturazione
buongiorno, ho ristrutturato il mio appartamento, ultimo piano, abbassando il soffitto con utilizzo del sottotetto. l'impresa che ha effettuato i lavori mi aveva detto che non servivano autorizzazioni visto che non si toccava il tetto. ora mi dice che bisogna richiedere una scia in sanatoria. cosa devo fare e di chi è la responsabilità? grazie a tutti
La tua!! Perchè l'impresa fa quello che gli si "ordina"...
Scusa la crudeltà, ma purtroppo c'è questo malcostume di andare prima dal muratore e poi eventualmente interpellare il tecnico se ci sono i soldi!!!!
Cmq sia adesso dovrai dare l'incarico ad un tecnico (spendendo il triplo per la parcella del tecnico!!!) e corrispondere una sanzione al comune, presentando anche dei progetti di sanatoria (al genio civile e comune) salvo che sia sanabile ciò che è stato realizzato...
Scusa la crudeltà, ma purtroppo c'è questo malcostume di andare prima dal muratore e poi eventualmente interpellare il tecnico se ci sono i soldi!!!!
Cmq sia adesso dovrai dare l'incarico ad un tecnico (spendendo il triplo per la parcella del tecnico!!!) e corrispondere una sanzione al comune, presentando anche dei progetti di sanatoria (al genio civile e comune) salvo che sia sanabile ciò che è stato realizzato...
scusami Pitosto ma forse non mi sono ben spiegata, io non mi sono rivolta ad un muratore , ma per impresa intendo studio di architettura con relativa impresa di costruzioni. io ho parlato solo con l' Architetto che si è preoccupato di far eseguire i lavori da persone di sua fiducia. Il problema è che prima mi ha assicurato che non serviva la Dia perchè rientravano in lavori ordinari, poi per l'intervento di un condomino ha detto che sarebbe stato meglio chiedere subito la Dia, poi che era meglio chiedere una Scia in sanatoria, e questo, credo di aver capito, perchè non ha rispettato le misure delle altezze, (sotto è alto 2 metri). Il mio disappunto è proprio questo se mi fossi rivolta solo ad un muratore non potevo pretendere la parte legale/amministrativa ma mi sono rivolta ad un professionista che aveva capito che non avrei fatto i lavori se non in regola e quindi prima ha preso i soldi e poi mi ha detto che non si potevano fare.
grazie della tua risposta
grazie della tua risposta
I tuoi timori sulla responsabilità sono comprensibili, ma la tua descrizione dei fatti mi sembra un po' ingarbugliata. Da come scrivi, sembra che tu ti sia rivolta ad un tecnico ma che lo stesso , forse, abbia sottovalutato l'entità dell'intervento. Ora non è facile, capisci, dare un consiglio sulle responsabilità in questa sede senza conoscere il progetto, il luogo, lo stato di fatto, etc etc etc
. Prima la tua preoccupazione sono i titoli autorizzativi, poi sono i soldi. I tecnici andrebbero incaricati per questo, fare le cose secondo le regole. Purtroppo molti tecnici, oggi, non svolgono questo ruolo, prendendosela con la burocrazia, con questo o con quello, ma fanno solo da azzeccagarbugli, in parallelo ai tecnici comunali, per ottenere il massimo nel minor tempo possibile. Tutto questo poi, in casi in cui qualcuno ci metta il naso, vedi il "condomino" di turno, va a creare queste situazioni in cui il committente si trova in un vortice di inadempienze e responsabilità che non si poteva certo aspettare proprio per aver incaricato un tecnico. Ora purtroppo ti trovi in condizione particolare che si può risolvere solo trovando un tecnico di fiducia che ti sappia spiegare, avendo in mano tutta la documentazione, come procedere per sistemare le cose. Purtroppo, sembra, tu abbia solo scelto un professionista non adeguato, come succede in molti campi...col dottore, col dentista, col meccanico, con l'idraulico, col commercialista...
. Prima la tua preoccupazione sono i titoli autorizzativi, poi sono i soldi. I tecnici andrebbero incaricati per questo, fare le cose secondo le regole. Purtroppo molti tecnici, oggi, non svolgono questo ruolo, prendendosela con la burocrazia, con questo o con quello, ma fanno solo da azzeccagarbugli, in parallelo ai tecnici comunali, per ottenere il massimo nel minor tempo possibile. Tutto questo poi, in casi in cui qualcuno ci metta il naso, vedi il "condomino" di turno, va a creare queste situazioni in cui il committente si trova in un vortice di inadempienze e responsabilità che non si poteva certo aspettare proprio per aver incaricato un tecnico. Ora purtroppo ti trovi in condizione particolare che si può risolvere solo trovando un tecnico di fiducia che ti sappia spiegare, avendo in mano tutta la documentazione, come procedere per sistemare le cose. Purtroppo, sembra, tu abbia solo scelto un professionista non adeguato, come succede in molti campi...col dottore, col dentista, col meccanico, con l'idraulico, col commercialista...
A quello che mi sembra di capire il tecnico con cui hai parlato tu era dell'impresa, pertanto ha parlato dal punto di vista dell'impresa e non in veste di tecnico al di sopra delle parti, pertanto in pieno conflitto di interesse. Ricorda che il tecnico, se è un professionista, dovrebbe lavorare negli interessi del committente e non dell'impresa. Ti conviene, come dice giustamente john, sentire un professionista estraneo alla vicenda e cercare di concordare con lui la soluzione migliore, magari vedendo le carte ed effettuando un sopralluogo.
"scusami Pitosto ma forse non mi sono ben spiegata,".
A me sembra che ti sei spiegata benissimo: "l'impresa che ha effettuato i lavori mi aveva detto che non servivano autorizzazioni"....
Che ha effettuato i lavori.
Non l'architetto a cui ho dato l'incarico di redigere il progetto e di farlo poi realizzare dalla sua impresa....
A me sembra che ti sei spiegata benissimo: "l'impresa che ha effettuato i lavori mi aveva detto che non servivano autorizzazioni"....
Che ha effettuato i lavori.
Non l'architetto a cui ho dato l'incarico di redigere il progetto e di farlo poi realizzare dalla sua impresa....
scusa renols, ma questo "famigerato" architetto avrà presentato qualcosa in comune ed avrà fatto anche la direzione lavori con un relativo fine lavori presentato in comune... Cosa ha dichiarato?
non ha presentato nulla,insisteva che non serviva perchè lavori ordinari, ecco perchè mi chiede di presentare una scia in sanatoria, mi sono accorta che non ha rispettato le altezze e quindi credo proprio non passerà nulla nè dia nè scia nè dil
mah a mio avviso dei documenti su sto benedetto lavoro ci devono essere .. bisognerebbe poterli vedere per capire di che stiamo parlando. La cosa mi sembra alquanto anomala detta così sinceramente.
La cosa che mi sembra di aver capito è che questo "tecnico" avrebbe voluto far rientrare tutto l'intervento in manutenzione ordinaria e quindi in alcuni casi non serve neanche la comunicazione al comune e questo può essere anche vero, a Roma capita, probabilmente poi a seguito di qualche lamentela di "condomino" (mi pare che lo abbia scritto nel primo post) il tecnico si sia innervosito ed abbia consigliato alla cliente di presentare la Scia (in sanatoria in quanto i lavori sono già cominciati). Ora mi chiedo:
1) se i lavori rientrano "veramente" in M.O. non cambia la condizione e la scia non servirebbe.
2) se non sono state rispettate le altezze minime la scia in sanatoria non serve a nulla, non è mica un condono, per "sanatoria" si intende il mettere in ordine una pratica trasmessa in ritardo che presuppone comunque regolarità, pagando un ammenda per lavori iniziati o in caso per varianti non dichiarate.
Ergo il "tecnico" se le cose stanno così ha fondamentalmente valutato male il tipo di intervento o volutamente ha fatto credere al cliente che non servissero autorizzazioni e oltretutto fatto eseguire dall'impresa un opera irregolare. Non ci sono molte alternative e tornando alla prima domanda del primo post, tanto per chiarire, le responsabilità sono del tecnico ma anche del proprietario.
1) se i lavori rientrano "veramente" in M.O. non cambia la condizione e la scia non servirebbe.
2) se non sono state rispettate le altezze minime la scia in sanatoria non serve a nulla, non è mica un condono, per "sanatoria" si intende il mettere in ordine una pratica trasmessa in ritardo che presuppone comunque regolarità, pagando un ammenda per lavori iniziati o in caso per varianti non dichiarate.
Ergo il "tecnico" se le cose stanno così ha fondamentalmente valutato male il tipo di intervento o volutamente ha fatto credere al cliente che non servissero autorizzazioni e oltretutto fatto eseguire dall'impresa un opera irregolare. Non ci sono molte alternative e tornando alla prima domanda del primo post, tanto per chiarire, le responsabilità sono del tecnico ma anche del proprietario.
Cara Renols, purtroppo se non ci sono documenti o prove sei tu responsabile dell'abuso e quindi accollarti delle spese che john ha esposto!
A questo punto sta a te decidere se continuare ad affidarti alle prestazioni di questa "l'impresa/studio di architettura", o (se fossi in te) consultare un altro tecnico "licenziando" il tecnico che ti ha arrecato questo danno!! Non per sparlare di un collega, ma non mi sembra che abbia avuto una condotta deontologicamente corretta! Peranto una valutazione corretta della casistica va affrontata andando a fare una ricerca documentale per poi confrontarla con la realtà e vedere se è possibile salvare il salvabile....
A questo punto sta a te decidere se continuare ad affidarti alle prestazioni di questa "l'impresa/studio di architettura", o (se fossi in te) consultare un altro tecnico "licenziando" il tecnico che ti ha arrecato questo danno!! Non per sparlare di un collega, ma non mi sembra che abbia avuto una condotta deontologicamente corretta! Peranto una valutazione corretta della casistica va affrontata andando a fare una ricerca documentale per poi confrontarla con la realtà e vedere se è possibile salvare il salvabile....
Secondo me la colpa se c'è è del direttore lavori... è lui che deve verificare la conformità alla normativa vigente trattandosi di opere difformi da un ipotetico progetto iniziale.