ER : [post n° 339371]

...buttarsi?

buongiorno a tutti! siamo in tempo di crisi e lavorare presso gli studi significa essere trattai e pagati in modo abbastanza dubbio. Sento che alcuni un po' più maturi di me (ho 28 anni) all'inizio, non trovando lavoro, si sono buttati senza avere la minima esperienza a fare il libero professionista, quindi ad avere a che fare con pratiche edilizie, clienti e quant'altro senza avere la minima idea di come girasse il mondo del lavoro. Se c'è qualcuno che ha provato può darmi un riscontro e/o consigli? Si riesce a sopravvivere anche se si parte da zero, da soli? Grazie
Arch&Cons :
C'è chi potrà criticare il tuo discorso, uscirsene con la storia che devi fare esperienza (seee ... sai cosa rispondo io al 50enne che prende un incarico, non sa gestirlo con conseguenti problemi con la committenza e chiama me, inscenando uno spettacolo teatrale sul fatto che devo fare esperienza? O mi paghi o se vuoi risolvere il tuo problema senza pagare, ti arrangi e te ne torni a studiare come facciamo normalmente noi giovani), ecc. Il problema vero è capire come trovare i clienti in un mercato in cui non ce ne sono proprio più. Quindi non partire dal presupposto che le condizioni siano quelle idilliache di cui hai sentito parlare (ma che noi non abbiamo mai visto) perchè c'è il rischio che parti e poi ti ritrovi con un pugno di mosche. Tentare non nuoce, peggio che vada non concludi niente, ma più in basso di così (se non hai già un lavoro) non puoi andare.
Arch3B :
C'è modo e modo di partire da zero, e c'è modo e modo di fare l'architetto; a mio avviso se non si sa nemmeno cosa sia una DIA non c'è alcuna speranza, sempre che non si affronti la professione come un simpatico passatempo utile a rompere la noia, magari limitandosi alla progettazione architettonica pura.
Se invece partire da zero significa mettere in pratica le conoscenze apprese durante un qualunque tirocinio professionale fatto anche da geometra dopo il diploma, prima di laurearsi, si potrebbe avere qualche possibilità in più, ma l'unica strada secondo me è cercare di collaborare con altri colleghi e mettersi a disposizione, consapevoli che difficilmente c'è alternativa al pedalare a vuoto per 3 o 4 anni.
Si può anche prendere in completa autonomia il lavoretto dal vicino di casa, ma se ci si trova a dover pagare un altro professionista per completare l'accatastamento piuttosto che la legge 10 inizialmente non preventivati per inesperienza (documenti senza i quali non puoi ne aprire ne chiudere la pratica principale)..... si rischia di andare in pari tra parcella chiesta al cliente e collaborazioni esterne .....da li a rimetterci dei gran soldi tra tasse varie, è un attimo.
Da questo punto di vista, farsi "schiavizzare" sottopagati a inizio professione, comporta un certo tipo di tutele che molti non considerano: rischiare di non guadagnare, ma imparare senza rimetterci soldi (e faccia).
Poi è chiaro che ci sono architetti che si limitano a disegnare, ma gestire l'intero processo edilizio che sta dietro la banale ristrutturazione di un monolocale è tutt'altra cosa.

Luca :
Ho 28 anni, sono architetto iunior e ho lavorato per qualche anno all'interno di studi vari per non molti mesi e pagato poco più di 2 euro l'ora per 10 ore al giorno continuative. La cosa non è sostenibile ne psicologicamente ne economicamente. Ho deciso di aprire p.iva e di iscrivermi all'ordine, lo farò a Maggio.

Sono esperto di renderizzazione fotorealistica (ci ho fatto la tesi e altri lavori extra universitari) e non mi aspetto di trovare decine di clienti. So che la situazione che mi aspetta sarà difficile e per questo vorrei improntare l'attività anche su pratiche catastali, stime e certificazioni energetiche (anche se queste ormai le può fare chiunque).
Ho ben chiaro le difficoltà che mi attendono ma ho anche ben chiaro che non voglio più schiavizzarmi negli studi degli altri per misere 600 euro al mese.
Guadagnare 600 euro al mese con una attività propria è di gran lunga più soddisfacente che guadagnarle sotto pressione e con una scarsa soddisfazione personale.

Secondo me conta abbastanza anche il modo con cui ti fai conoscere dalla futura committenza in termini di comunicazione.
Sono convinto che se vuoi progettare soltanto fai bene a NON aprire p.iva e non metterti in proprio. Se invece intendi la professione dell'architetto più come un fornitore di servizi legati all'architettura (catasto, mercato immobiliare, eventuale compravendita, atti, rendering, fotoinserimenti per studi tecnici ecc...) allora magari puoi rimanere a galla.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i colleghi più navigati ed esperti del mio ragionamento.
In ogni caso io mi metterò in proprio e rischierò. Male che vada chiudo p.iva e cambio lavoro (cosa che ho pensato più volte di fare sinceramente).
biba :
Ciao ER, beh che dire, se i tuoi amici sono riusciti con zero esperienza e zero clienti a mettersi in proprio e a sbarcare il lunario, li stimo molto. Avranno avuto delle apparizioni in sogno che gli spiegavano come si gestisce un cantiere, quali sono le norme da applicare e soprattutto dove trovare dei clienti. Io lavoro da 6 anni e come vedi ancora frequento una bacheca su internet da cui imparo ogni giorno qualcosa; ho i miei lavoretti ma ho anche uno studio tecnico che è il mio principale datore di lavoro e senza il quale morirei di fame molto in fretta. Il nostro mestiere è complesso, non facciamo sculture per cui basta avere il talento, ci vogliono anche delle competenze, che a mio avviso si acquisiscono solo con l'esperienza fatta lavorando con qualcun altro di più esperto. Certo, imbastire una CIL in cui sposti un muro, leggendo sul modulo che cosa devi allegare e poi avviare un cantiere facendolo poi gestire al muratore...probabilmente sono capaci tutti, però questo non mi sembra un gran modo di fare l'architetto.
Arch3B :
biba, i suoi amici si sono buttati, partendo da zero, in autonomia, senza esperienza, con coraggio e determinazione.......ma non si sa se sono ancora vivi....
XD
Luca :
Non so come intendete la professione dell'architetto, personalmente fare l'architetto non significa soltanto avviare e/o gestire un cantiere.
Fare l'architetto significa anche occuparsi di:
- pratiche catastali
- certificazioni energetiche
- stime immobiliari
- perizie tecniche
- progetti di interior design
- Modelli 3D e Rendering per terzi
- Fotoinserimenti per terzi
- tanto altro in ambito di servizi.

10 / 15 anni fa i geometri appena diplomati aprivano il loro studio tecnico senza necessariamente essere passati per anni e anni di schiavitù non retribuita all'interno di studi avviati.
Se uno è veramente un bravo architetto si mette a studiare come si redige seriamente una DIA, una CILA e tutto il resto senza necessariamente essere stato anni a redigere DIA gratis dentro uno studio.
Se uno è veramente un bravo architetto si mette a studiare come si redige una stima immobiliare (cosa che non ha poi una difficoltà così insormontabile dal momento che agenti immobiliari diplomati al liceo classico lo fanno tutti i giorni).

Insomma io non ho mai visto con interesse questi "anni, anni, anni" di praticantato (semigratuito o mal pagato) per imparare a fare cose che, tutto sommato, puoi benissimo imparare da solo eventualmente anche facendo qualche sbaglio e pagandone le conseguenze (benvenga sbagliare).

E' chiaro poi che se un giovane architetto senza esperienze intende dirigere un cantiere da 5milioni di euro e magari seguirne anche la sicurezza...secondo me non ha capito niente del suo presente ne del suo futuro. Bisogna avere l'umiltà di riconoscere i propri limiti e STUDIARE le cose che non si sanno senza farsi necessariamente sfruttare da altri di continuo.

Quindi, chi vuole mettersi in proprio è giusto che lo faccia a patto che si occupi di cose che sa già fare oppure che può imparare a fare da solo.
Luca :
Non so come intendete la professione dell'architetto, personalmente fare l'architetto non significa soltanto avviare e/o gestire un cantiere.
Fare l'architetto significa anche occuparsi di:
- pratiche catastali
- certificazioni energetiche
- stime immobiliari
- perizie tecniche
- progetti di interior design
- Modelli 3D e Rendering per terzi
- Fotoinserimenti per terzi
- tanto altro in ambito di servizi.

10 / 15 anni fa i geometri appena diplomati aprivano il loro studio tecnico senza necessariamente essere passati per anni e anni di schiavitù non retribuita all'interno di studi avviati.
Se uno è veramente un bravo architetto si mette a studiare come si redige seriamente una DIA, una CILA e tutto il resto senza necessariamente essere stato anni a redigere DIA gratis dentro uno studio.
Se uno è veramente un bravo architetto si mette a studiare come si redige una stima immobiliare (cosa che non ha poi una difficoltà così insormontabile dal momento che agenti immobiliari diplomati al liceo classico lo fanno tutti i giorni).

Insomma io non ho mai visto con interesse questi "anni, anni, anni" di praticantato (semigratuito o mal pagato) per imparare a fare cose che, tutto sommato, puoi benissimo imparare da solo eventualmente anche facendo qualche sbaglio e pagandone le conseguenze (benvenga sbagliare).

E' chiaro poi che se un giovane architetto senza esperienze intende dirigere un cantiere da 5milioni di euro e magari seguirne anche la sicurezza...secondo me non ha capito niente del suo presente ne del suo futuro. Bisogna avere l'umiltà di riconoscere i propri limiti e STUDIARE le cose che non si sanno senza farsi necessariamente sfruttare da altri di continuo.

Quindi, chi vuole mettersi in proprio è giusto che lo faccia a patto che si occupi di cose che sa già fare oppure che può imparare a fare da solo.
Arch3B :
Il mercato anni fa era sensibilmente diverso da oggi, così come i sistemi di acquisizione delle pratiche; se oggi ti imbarchi in un accatastamento al terreni con leggerezza, rischi di non avere alcuna possibilità di portarlo a termine. (e direi per fortuna, visto che l'accettazione manuale negli anni passati ha creato incongruenze ed errori che oggi dobbiamo risolvere noi).
Non parlo di farlo bene o di farlo male, parlo di non avere alcuna speranza di farlo registrare, precludendoti la possibilità di dichiarare una fine lavori di un cantiere minuscolo, che magari scade a breve, con conseguenti sanzioni per la committenza.
E' chiaro che in teoria si può fare tutto, ma si impara e si fa esperienza solo andando sempre un pochino oltre le cose che già sappiamo fare molto bene, quindi consiglio anche se volete essere totalmente autonomi, di avere sempre e comunque un collega (meglio 10!) di fiducia, con più esperienza di noi a cui chiedere consigli preziosi, evitando di farsi le ossa a spese della committenza e della vostra professionalità.

Luca :
Si, era sottointeso che ci si appoggia agli uffici tecnici (nel loro caos totale) o comunque a un collega che sia preparato in tal senso.
Ma in linea generale io vedo che ci sono alcuni corsi (anche online) tenuti dagli ordini degli ingegneri che sono davvero molto formativi per tutta la parte catastale e che fugano ogni dubbio riguardo l'inizio e la fine delle pratiche.
Io sto seguendo uno di questi corsi in videoconferenza e devo dire che sono straordinari. Idem per i libri di testo tecnico / pratici sul catasto.

Quello che volevo dire è che per imparare a fare le pratiche è insostenibile stare 3 anni in uno studio a 500 euro al mese in cui la maggior parte del tempo è per fare i caffè ai titolari. Tutto qui. Io l'ho fatto per 4 anni per la parte rendering ora, visti i guadagni da ridere, mi sono deciso a metteremi in proprio con tutti i rischi del caso.
ER :
Grazie a tutti per le risposte! Non so cosa dire, non c'è lavoro e se per caso trovi qualcosa gli studi se ne approfittano... una persona nelle mie condizioni non sa dove girarsi e non ha la possibilità di fare la minima esperienza per poter almeno sperare di impostarsi un futuro con questa professione.
Provare a buttarsi può essere una soluzione ma senza clienti ci si sfracella contro un muro...
Speriamo in bene, per tutti
Luca :
L'incertezza è tanta, specie in questo periodo.
La cosa "meno peggio" da fare secondo me è quella che da più soddisfazione.
Intendo dire che se da dipendente guadagneresti max 600 euro al mese forse potresti riuscire a guadagnarle anche da Libero Professionista con un po di impegno e tra le due cose a questo va scelta quella che quantomeno ti da più soddisfazione personale essendo comunque una retribuzione "ridicola". Credo che la libera professione dia comunque una maggiore soddisfazione personale ponendo al centro di tutto il fatto che stai costruendo qualcosa che ti appartiene veramente.

Io mi sto formando autonomamente sulle cose che non so attraverso corsi e libri. Per riuscire a rimanere a galla secondo me bisogna specializzarsi in qualcosa o diversificarsi ma, soprattutto, abbandonare il concetto dell'architetto come progettista perchè è proprio difficile che venga commissionato un progetto vero e proprio agli inizi.

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