Alessio : [post n° 343247]

Quali fasi per rendere un lavoro snello e veloce un lavoro?

Buongiorno a tutti!
Dopo aver lasciato il mio umile lavoro di tecnico in uno studio di Interior Design, ho deciso di prendere coraggio e iniziare il mio percorso autonomamente.
Essendo una persona precisa (forse fin troppo purtroppo) sto iniziando a imbastire uno schema mentale di come potrebbe svolgersi senza particolari problemi l'inter progettuale con il cliente.
Nel vecchio studio non ero io a occuparmene, ma ho notato un'accozzaglia di fasi e quant'altro che portavano sempre a problematiche (sia nella fase di progettazione ma, sopratutto, nella fase di esecuzione).
Vorrei chiedere a voi, che sicuramente siete più esperti e navigati, un'iter progettuale semplice e lineare. Io pensavo di seguire il solito schema progettuale ma, nel dettaglio, voi come vi muovete?
Per esempio io pensavo di svolgere una progettazione preliminare prevalentemente in 3D (sketchup e render) per far vedere l'ambiente ai clienti così come l'ho pensato, quindi senza nessuna pianta o sezione. Partire con la progettazione definitiva (piante, sezioni e altri render) fino alla progettazione esecutiva (tecnici e altro dove sono un pò più esperto avendo fatto prevalentemente quello!).
Mi sapete dare qualche altra dritta gentilmente? Voi seguite un percorso simile? O preferite altre alternative? Vi ringrazio tantissimo

Alessio
john :
Per dirtene una? Un mio collega cominciava con un bel preliminare in 3D dove lasciava a bocca aperta il cliente....poi però si trovava a combattere con problemi di budget, o con colonne di impianti che non gli permettevano più di aprire "quella porta" che nel render risolveva quella parete, o infissi che poi non si potevano sostituire, o quello scarico che non poteva far spostare quel bagno....etc etc

per me se proprio si vuole avere uno schema bisogna partire da un solido stato di fatto, sopralluogo e rilievo e ascoltare le esigenze del cliente...con un preliminare che al contrario di quel che si pensi già deve contenere la soluzione ai problemi macroscopici....e non solamente (anche se aiuta) l'idea finale del progetto con i render....io prima mi assicuro fattibilità e problemi esecutivi, studio il tutto e poi al cliente glielo mostro piano piano a seconda di quello che vogliono...il render a limite lo faccio alla fine quando le planimetrie e le scelte son ben definite.
Alessio :
Ecco John era proprio quello che, forse, immaginavo.
Come ho scritto la mia precedente esperienza lavorativa mi ha portato proprio al problema che hai citato tu sopra. Aver fatto un progetto preliminare (sbattone di ore e ore di progetti su rhino su una pianta data dal mio datore) per poi? Avere dei problemi macroscopici in fase progettuale.
Il problema che oramai il cliente si è fatto la bocca con render, video e quant'altro (come se per fare un render bastasse un battito di ciglia) quindi può essere utile renderizzare un'ambiente solo dopo la fase progettuale? Purtroppo essendo all'inizio possono essere domande un pò banali ma sinceramente vorrei cercare di limare le problematiche che ho sempre incontrato collaborando negli studi.
Grazie per la risposta.
john :
A mio avviso il render è un complemento alla progettazione e non il punto di partenza come ti dicevo...molto lo usano per stupire....ma dipende dall'entità del lavoro...Come un tempo si faceva con i plastici. Ovvio che se stai presentando una fattibilità di un grande appalto o una pianificazione territoriale un render o un plastico danno un idea chiara a chi "ignora" le tavole progettuali..

Ma se si parla di progettazione residenziale credo che per prima cosa lo stato di fatto ed il "progetto" siano d'obbligo per la fase preliminare...
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