MaUrO : [post n° 369529]

RAPPORTO COMUNE-PRIVATO

Salve,
comincio con il ringraziare anticipatamente tutti coloro che mi sapranno dare un consiglio in merito.
Sono un giovane studente di architettura, ed ho un familiare che possiede un vecchio teatro nella città in cui vivo.
Il teatro risale agli inizi del '900, ed è ormai da decenni in disuso, e quindi riversa in una totale condizione di degrado.
Premettendo che non ci sono le condizioni economiche per il mio familiare di ripristinare e riportare ai vecchi sfarzi l'architettura originaria, volevo sapere quali potessero essere gli eventuali interventi da proporre al comune o eventualmente a privati, affinchè questo piccolo gioiello architettonico possa essere in qualche modo recuperato.
Grazie, buona giornata a tutti.
gioma :
Il primo passo da fare consiste nel consultare gli strumenti urbanistici comunali vigenti per capire in quella zona quali sono gli interventi consentiti.
ArchiFra :
come dice gioma, prima si verifica cosa si può fare, fermo restando che ristrutturazione o restauro sono sempre consentiti per recuperare e mettere in sicurezza.
il passo successivo ma che può benissimo essere contestuale, è di andare in comune a proporre una convenzione o patto unilaterale d'obbligo: per esempio si potrebbe proporre al comune di farsi carico delle opere e lasciargli poi la gestione del teatro, il che implica che il tuo parente resta proprietario ma per tot decenni non intasca i profitti che vanno al comune. oppure che le opere sono a carico suo (e magari lì bisogna muobversi epr trovare sponsor) ma che i profitti vengono divisi e gli vengono scontate o azzerate le tasse comunali gravanti sullo stabile.
non è affatto materia semplice, ma le convenzioni esistono e sono anche molto diffuse. si tratta di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti
ponteggiroma :
concordo con ArchiFra.
Se il sindaco e chi gli sta intorno, sono persone illuminate, si può provare a trovare un accordo su qualche idea che può andare dalla cessione di aree in cambio di CDU a centinaia di altre ipotesi, ma sempre con un occhio volto alle ristrettezze economiche in cui versano attualmente gli enti locali.
MaUrO :
Salve,
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Ho controllato, e lo strumento urbanistico vigente è un P.R.I che annovera la zona interessata come zona B - Intensiva esistente, nella quale sono previsti interventi quali manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, e ristrutturazione edilizia (ma non quella urbanistica).
A questo punto mi chiedevo se fosse possibile, in casi estremi, richiedere al Comune un cambio di destinazione d'uso del lotto interessato, e se si con quali termini.
Grazie ancora.
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