lu : [post n° 481707]

Lavorare all'estero

Buongiorno,
dato che sono stufa di come vanno le cose in Italia sogno di trasferirmi all'estero per svolgere un lavoro (possibilmente attinente al mio settore...) soddisfacente e sopratutto remunerato adeguatamente. Sento però di avere alcune lacune, per esempio non so usare il BIM. Inoltre ho notato che per la maggior parte dei lavori inerenti i servizi di architettura richiedono la lingua locale piuttosto che l'inglese (infatti le offerte di lavoro sono soprattutto nella lingua locale). Nonostante sappia bene l'inglese trovo che questo sia un grande ostacolo. Sono comunque portata con la tecnologia e imparo abbastanza in fretta cose nuove, soprattutto per quanto riguarda i programmi, e inoltre la voglia di imparare e di mettermi in gioco non mi manca.
Ho provato a candidarmi per un paio di offerte come disegnatore a Lugano (lì almeno si parla l'italiano...) ma sono stata rifiutata.
Come mi consigliate di muovermi? Qualcuno che lavora all'estero ha dei consigli da darmi?
A me va bene andare da qualsiasi parte purchè non in Italia, ho solo voglia di scappare.
I.B.Architects :
ciao
riesci a mandarmi il tuo cv.
lu :
ciao,a quale email posso inviarlo?
I.B.Architects :
email
Giancarlo P. :
Buondì,
all'interno dell'UE bisogna distinguere tra Paesi dove le professioni di Ingegnere ed Architetto sono Tutelate (leggasi "necessario un Tesserino e/o Albo e/o Esame di Stato"), e dove non lo sono: in quest'ultimo caso, è la legge dell'Offerta vs Domanda quella che può favorire - o impedire - il trovar lavoro come straniero; mentre nel primo caso, l'Equipollenza della Professione è limitara ai Senior, ergo, ai Laureati Magistrali.

Al di fuori dell'UE, la situazione è variopinta; nel caso del Messico, è possibile lavorare nel settore AEC con la pura Triennale, ed addirittura senza chiederne l'Equipollenza presso la SEP, giacché i datori sono più interessati all'esperienza in campo piuttosto che ai titoli. Però, è necessario avere un Datore-Sponsor ancor prima di metter piede nel Paese, affinché possa lui chiedere il Visto di Lavoro per l'immigrato: siccome si tratta di una nazione dove i lavoratori a nero sono il 48% della forza-lavoro, va da sé che sia difficile trovar qualcuno disposto a far tutta la trafila migratoria, a meno di contare con un cv eccezionale e/o se è un Datore che ha già assunto stranieri in regola negli anni precedenti.

Sul fatto della lingua, non mi sorprendo affatto: non siamo Ingegneri Informatici, ed i mega-studi con millemila succursali in centomila paesi si contano sulle dita di una mano, sicché mi par più che logico che in Messico si debba lavorare in Spagnolo, in Germania in Tedesco, in Canton Ticino in Italiano (ma un po' di Romancio farà comodo, se qualche collega è dei Grigioni), e così via. Non so se sia stato un caso isolato o una norma de facto, ma una collega che ha lavorato nei Paesi Bassi è in effetti riuscita a trovare uno studio dove la lingua di lavoro era l'Inglese.

Occhio che non tutto è oro quel che luccica: io in Messico, ho lavorato 3 mesi in regola in un call-center Spagnolo-Inglese, dove chiedevano la Licenza Media ed Inglese Avanzato, perché le offerte che ricevevo durante il lockdown erano le italianissime "Cercasi Disegnatore con P.IVA o a nero, con pc proprio, auto propria, software a sue spese, pagato una miseria e per progetto", e solo dopo centinaia di mail, son tornato sui miei passi grazie ad una ditta di costruzioni con assunzione in regola e settimana lavorativa "leggera" di 44h (qua il massimo normale è di 48h+9h di straordinari), e 12 gg di ferie il primo anno.

Sicché, prima di fuggire dall'Italia a gambe levate, cercherei lavoro...in Italia, ma in altra Regione. Esaurite le opzioni nostrane, inizierei a cercare nell'UE, scartando tutti quei Paesi che

a) si parla una Lingua che non conosci, o che pensi sia difficile da imparare in tempi brevi: occhio che lo Spagnolo no es italiano con esses allas fines de las parolas, ma è decisamente più facile memorizzare il lessico del Settore, che documentare un progetto esecutivo in polacco...
b) La cui professione è tutelata: a meno che tu sia Laureata Magistrale, Abilitata ed Iscritta all'Albo, giacché in tal caso è possibile scegliere se lavorare in missione (Tesserino Italiano, ma affiancati da un Architetto del posto per la parte burocratica e firma), o far richiesta di ottenimento del Tesserino locale a partire dal riconoscimento di quello italiano (ogni nazione avrà il suo iter)
c) Il costo della vita è alto con rispetto al salario medio: a volte questo problema si riduce alle capitali ed alle metropoli, ma d'altronde tendono ad essere le città in cui è più facile trovar lavoro. Possono aiutare le pagine web di Eures, dove si presentano dati statistici e consigli sul mondo del lavoro

E solo in ultima istanza, inizierei ad espandermi al di fuori dall'UE: in tal caso, si aggiunge il filtro Immigrazione, ergo, scarterei tutti quei Paesi in cui l'iter per l'Assunzione in Regola sia eccessivamente complesso e/o troppo a carico del Datore di Lavoro. Un'alternativa sarebbe vedere quali Paesi son come il Messico, dove è possibile entrare con il Visto da Studente, e successivamente far richiesta di Lavoro Part-Time durante gli Studi, così da farsi conoscere e, ad un certo punto, notificare che si son abbandonati gli Studi per passare ad un Full-Time.

Nel frattempo, inizia a pensare in cosa potresti specializzarti, o formarti in anticipo: è vero che il BIM è oramai il presente in molte realtà, ma se il mercato venisse inondato da BIM Managers, verrebbero a mancare per esempio le specialiste in Progettazione di Facciate Traspiranti, le Cost Analysts, ed altri profili che esistono in quelle nazioni dove lo Studio Unipersonale coll'Architetto tuttofare (per necessità, o per ego) è in via di estinzione

Saluti,
Giancarlo
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