Vi racconto una cosa.
Abito a Milano e ho la ragazza a Pavia, qualche settimana fa mi aggiravo nella zona di Borgo Ticino (Pavia) passeggiando senza una particolare meta. Ho notato così numerosi palazzine, di max 2 piani, in corso di ristrutturazione. Leggendo chi fosse il progettista e il direttore dei lavori, scopro con mia sorpresa che erano TUTTI geometri! Non c'era un architetto. Che dico uno.
Questo mi porta a pensare che allora il cliente si rivolge ai geometri per convenienta di costi, naturalmente. Pensando che le stesse cose che può fare l'architetto (costando di più) le può fare il geometra (chiedendo di meno). Il che vuol dire che l'architetto per rimanere competitivo deve per forza stare più basso, in termini di onorario, dei geometri? E' assurdo.
Comunque tanto per chiarire la diatriba e la confusione di competenze dei geometri/architetti/ingegneri edili/periti edili, vi riporto un passaggio interessante che, si spera, possa chiarire almeno "sulla carta" queste differenze:
Nel Protocollo CNI n. 4137 del 20/10/2000 del
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI, al punto 4 è così riportato:
"Al contenuto ed al livello di studi dei geometri, e dei periti edili, circoscritti ad un ambito puramente "ricognitivo" di nozioni tecniche di base, senza il corollario delle cognizioni e degli approfondimenti delle "scienze" matematiche, fisiche, chimiche, economiche e delle tecniche delle costruzioni, esclusive agli studi di livello universitario, che solo possono conferire al tecnico quella competenza e quella "sensibilità" necessarie per affrontare i problemi della sicurezza e dell'inserimento ambientale. Del resto, in nessun Paese europeo è consentita l'attività di progettazione ai diplomati delle scuole secondarie superiori".
Chi volesse leggere tutto il documento, il link è questo:
www.edilio.it/forum/topic.asp?cod=23&forum_id=8&l=1&topic_id=4406
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