pico : [post n° 63746]
Ma allora quanto dobbiamo chiedere?
Colleghi e colleghe, in questo mare di cifre e di lavori così diversi non si riesce chiaramente a definire in che termini debba essere valutato il nostro lavoro. La tariffa a vacazione per esempio, è definita in 57 euro all'ora (se si opera da soli) ma sembra intesa come costruzione edilizia e non come ristrutturazione o ridistribuzione interna. Quindi quest'ultima come si calcola? Quanto devo chiedere all'ora? Perchè l'onoraio calcolato sia attraverso le tabelle e all'ora, l'architetto debba sempre scegliere quello più basso, se no il cliente comincia a protestare perchè è troppo caro? Ma accidenti, però quando vanno dall'avvocato o dal ginecologo che chiedono 200 euro per mezz'ora, non fanno tutto sto casino. Glieli danno e stanno zitti. Ma chi siamo noi, una categoria minore con la quale si deve sempre contrattare sul prezzo?
Per non parlare poi di quando ci si deve far pagare per le rese grafiche di un progetto! Per qualsiasi cosa tu faccia, magari 6 tavole in A3 colorate con cura, il cliente non vuole darti più di 50 euro, tanto cosa vuole che siano: "Sono solo disegnini". Ma vi sembra giusto?
quello che possiamo fare è alzare la qualità delle nostre prestazioni per non essere criticabili come categoria.
educare i clienti a scegliere la vera qualità e non il minor prezzo.
abituarci a fare preventivi il più possibile precisi, anche a rischio di rimetterci se alla fine il lavoro è stato un po' di più.
questo forse restituirà fiducia nella cetegoria.
non ci pagheranno mai come i notai, ma magari la situazione migliorerà prima che diventiamo tutti 80enni!!!
educare i clienti a scegliere la vera qualità e non il minor prezzo.
abituarci a fare preventivi il più possibile precisi, anche a rischio di rimetterci se alla fine il lavoro è stato un po' di più.
questo forse restituirà fiducia nella cetegoria.
non ci pagheranno mai come i notai, ma magari la situazione migliorerà prima che diventiamo tutti 80enni!!!
cosa fondamentale, ritengo sia quella che ognuno di noi assuma una serie di atteggiamenti verso la committenza tali da non far sminuire l'immagine complessiva della categoria o semplicemente la difficoltà del lavoro che abbiamo fatto.
Molti committenti (anzi penso che sia il credo comune) ci considerano o come una specie di artisti stravaganti che fanno disegnini, o come falliti ingegneri.
Quindi quando si tratta di emettere parcella non ci facciamo vedere titubanti sul quanto chiedere o timorosi di stare a rubare qualcosa a qualcuno. Magari con fermezza e freddezza esponiamo la tabella professionale, completa di tutti i calcoli, ribadendo che per ragioni di limiti deontologici non può essere ribassata. Ribadiamo comunque che ogni variazione sui patti ovviamente descritti sulla lettera di incarico debba essere computata a parte.
Solo così l'intera categoria potrà uscire da tale mediocrità.
Molti committenti (anzi penso che sia il credo comune) ci considerano o come una specie di artisti stravaganti che fanno disegnini, o come falliti ingegneri.
Quindi quando si tratta di emettere parcella non ci facciamo vedere titubanti sul quanto chiedere o timorosi di stare a rubare qualcosa a qualcuno. Magari con fermezza e freddezza esponiamo la tabella professionale, completa di tutti i calcoli, ribadendo che per ragioni di limiti deontologici non può essere ribassata. Ribadiamo comunque che ogni variazione sui patti ovviamente descritti sulla lettera di incarico debba essere computata a parte.
Solo così l'intera categoria potrà uscire da tale mediocrità.
Lorenzo ha ragione!
Ma non dimentichiamo che ci assumiamo un sacco di responsabilità che anche noi a volte dimentichiamo.
E' giusto sottolineare anche questo davanti alle lamentele sulla parcella.
Ma non dimentichiamo che ci assumiamo un sacco di responsabilità che anche noi a volte dimentichiamo.
E' giusto sottolineare anche questo davanti alle lamentele sulla parcella.