pico : [post n° 65804]

E' giusto fare solo concorsi?

Parlavo qualche sera fa ad una cena con un collega e mi raccontava come sia dura la vita dell'architetto impegnato sempre e solo a fare concorsi di ogni tipo, uno via all'altro, senza sosta. Di giornate intere passate in Studio, dalla mattina alla sera, uscendo non prima delle 22 e sempre più spesso in prossimità delle scadenze di consegna, anche tirate notturne fino alla mattina senza sabato e domenica. Il tutto per circa 1000 euro netti al mese e nessuna speranza di vincerne uno... (a questo proposito me ne ha dette di ogni...). Con relativo azzeramento della vita sociale e di relazione (infatti è da tre anni che fa questa vita e non ce la fa più).

Ma il problema non è questo, professionalmente parlando, questo giovane collega non ha passato un minuto della sua vita in cantiere! Non sa neppure cosa sia, cosa si deve fare, come ci si deve organizzare, come muoversi. Niente. Mi ha anche confessato che non ha mai fatto un progetto suo per nessuno e non è il solo perchè lì da lui sono in una decina nelle stesse condizioni.

Allora mi chiedo, è sensato per un architetto basarsi solo sull'esperienza in concorsi e tralasciare tutto il resto? Essere sepolto in uno Studio tutti i giorni su autocad e non conoscere nulla della "vita sul campo" dell'architetto?

Che sia solo questa la strada per "far uscire prima o poi la pallina col tuo nome"? A che prezzo però?
patty :
caro Pico...è giusto o no?
dipende...dipende da quello che vuoi fare nella tua vita professionale di architetto...
ho colleghi amici che amano solo il cantiere, altri che amano il lavoro d'ufficio e quelli che vogliono solo disegnare...quelli che vogliono fare urbanistica e quelli che si occupano solo dell'architettura d'interni....o della progettazione del verde....e chi vuol fare un po' di tutto...
...io partecipo ai concorsi nel mio tempo libero....e trovo la cosa estremamente stimolante...anche se poi c'è chi dice che sono tutti combinati...e magari lo sono...ma per me sono una linfa vitale....
credo sia giusto esplorare un po' tutti gli aspetti della professione....e magari dopo scegliere quello che preferiamo fare.....
ciao
guido giamberto :
E' anche vero Patty che ci sono architetti che passano la vita a fare concorsi e non ne hanno mai vinto uno, allora che senso ha? hai ragione a dire che la professione ha tanti aspetti da esplorare, ma c'è il pericolo che "bramare" una vincita ad un concorso è come vincere al Seperenalotto. Hai le stesse possibilità, da "sig. nessuno". Ed è una cosa risaputa ormai.
Perdita di tempo, fatiche ed energie? Forse. Esperienza? Posso dire di sì. Gratificazioni? Poche. E quindi?
pico :
Il discorso si può ampliare a dismisura...
patty :
quindi...io personalmente non vorrei vivere di soli concorsi...perchè non è quello che mi interessa....
ma non vivrei nemmeno di sole dia o di solo cantiere...perchè anche questo non mi interessa....
a me piace progettare con la committenza, confrontarmi con tecnici comunali o vigili del fuoco...disegnare esecutivi...lavorare con strutturisti ed impiantisti...e poi...vedere che quello che ho pensato e disegnato...prende forma....più o meno bella....
...partecipare ai concorsi...come dicevo...è uno stimolo in più...ed a volte può anche succedere di vincere....senza nessun appoggio...come è capitato al mio gruppo...soprattutto all'estero....
lorenzo :
... i concorsi sono interessanti o quando uno non ha niente da fare o se è sicuro di guadagnarsi qualcosa; se uno lavora alle dipendenze di qualcuno il discorso potrebbe variare un pochino ma solo un pochino, perchè comunque viene pagato; secondo una modesta mia opinione è meglio fare le dia, almeno se capita un lavoretto privato uno sa che pesci prendere. Lavorare in uno studio e fare i concorsi significa prolungare gli studi di architettura stando sempre sul teorico senza avvicinarsi alla realtà.
Come tutte le cose l'ottimale sarebbe una professione in cui uno fa un pò di tutto.
pico :
Mi viene in mente anche un'altra motivazione che sprona chi fa solo e sempre concorsi, la voglia e la speranza di essere famoso. E certo cari colleghi. Chi non sogna di essere un architetto famoso? Nel senso che se si "azzecca" il concorso giusto e si vince, si possono aprire porte in termini di lavoro, soldi e conoscenze. Forse. perchè può essere anche che sia solo una meteora che arriva e passa. E poi tutto torna come prima e si ricomincia con la speranza di vincerne un'altro. Va bè.
lorenzo :
anche io ci ho pensato; faccio un concorso e se magari va bene chissà?
Poi, riscendendo coi piedi per terra, sapendo per esperienza personale cosa succede nei Comuni, ecc, ho sempre desistito; forse un giorno, quando qualcuno mi dirà che se faccio il tale concorso lo vinco allora lo farò;
sinceramente per me il tempo delle illusioni è da un bel pò passato.
Non voglio essere banale; sicuramente i concorsi internazionali sono interessantissimi, ma li c'è lo scoglio della lingua e delle unità di misura; i concorsi italiani? No... per farmi prendere in giro dal geometra del comune di vattelappesca che ha già il suo compare pronto?
patty :
...che si diventi famosi facendo concorsi in uno studio altrui....
la leggenda metropolitana per cui Renzo Piano è diventato famoso vincendo il concorso per il Centre Pompidou....non tiene conto del fatto che lui ed i suoi colleghi avevano già anni di gavetta alle spalle....
io preferisco i concorsi "minori"...quelli che non ti rendono certo famoso...ma che ti danno una chance in più di poter vincere e creare qualcosa di tuo...lasciare una piccolissima impronta di te...
per me hai ragione lorenzo, quando dici che bisognerebbe imparare a fare un po' tutto...per me...
...poi, vedo tanti colleghi che preferiscono occuparsi del rendering, della modellazione dell'animazione...mah! è solo questione di scelte....
pico :
...hai ragione anche tu. Sapessi quante me ne ha raccontate quel mio amico sui concorsi... Sono tre anni che li fa e ormai ha perso il conto di quelli a cui ha partecipato. E' la solita storia, non vincono mai i più belli...
patty :
...è curioso che ci sia sempre qualcuno che scrive che di queste cose non si parla...mentre invece ne parlano tutti....
tutti dicono che i concorsi sono truccati....ma poi si scrive che nessuno lo dice....com'è questa cosa?
io non nego che ciò sia possibile....anzi probabile...forse una norma....
...forse per me partecipare ai concorsi è un modo per vincere la mia pigrizia...ammetto che a volte è sconfortante vedere i risultati...e a volte mi chiedo se sono io...che non capisco....comunque...ci passo le notti!
io ho vinto qualche concorso in Francia...paese che io adoro....e forse lì è tutto più semplice....se uno sconosciuto architettucolo...riesce a farsi notare...non so...
zen :
il clientelismo e' una specialita' italiana, conosciuta nel mondo al pari della pasta, tutti ne parlano tutti ,lo odiano, ma tutti cercano un aiutino......e poi le scuole crollano, gli aeroporti vengono adattati con navette su rotaie (sky bridge fiumicino terninal c/satellite)perche non si ha il coraggio di demolire e si pensa sempre e solo al rappezzo che per poi andare in posti di provincia come Dortmund e scoprire che hanno una stazione aeroportuale piccola si , ma progettata con Qualita'
archi :
a mio parere i concorsi servono soprattutto per confrontarsi con la propria professionalità. senza il tema proposto da un concorso non penso che ci siano altre occasioni di crescita. credo che i lavori prodotti ad un certo punto possono servire per potersi presentare a qualsiasi committenza con un "book" di proposte dalle quale sia possibile capire realmente quanto vali.
zen :
ma in questo modo si rischia di diventare un architetto utopista come quelli dell'800, molte cose non le insegna la normativa ma la pratica di ogni giorno e poi i concorsi costano tempo e quindi e' come se si investisse sesterzi in un fondo perduto perche i vincitori gia' si sanno prima dell isrcizione
lorenzo :
da pane amore e fantasia a pane amore e concorsi.
Scusa la battuta; la crescita professionale va bene, quindi è giusto ogni tanto fare i concorsi, però non si vive di solo pane, quindi viva gli "imbocchi in fogna" che portano denaro sonante.
Giorgio :
anch'io come molti di voi sono del parere che é giusto fare ciò che ci piace e sopratutto, per evitare delusioni, fare ciò che vorremo fare da grandi. Infatti mi rendo conto che ci sono Architetti e Architetti, come tutti i mestieri anche il nostro é composto da tante professionalità ogniuna delle quali importante e diversa dalle altre, unite solo dal titolo professionale, ma non dalla professionalità. Ci sono arch che fanno gli strutturalisti (simil ing.) allestimenti, disegnatori cad, renderisti, utopisti, progettisti, scrittori, giornalisti, rappresentanti..... etcccc questo é il bello di essere arch. che puoi fare tutto e nulla allo stesso tempo. Come del resto tutti i mestieri credo sia importante prima decidere cosa fare da grandi.... e muoversi di conseguenza. Quindi il fatto di fare concorsi.... se ti pagano per quello che fai e sei contento.... non ci vedo nulla di strano. Io preferisco fare l'arch. modesto, ma artefice di tutte le cose piccole o grandi che siano, dalla idea alla realizzazione. I concorsi li faccio per spendere soldi e sognare..... Ciao
zen :
Mi stupisce che tu parli ancora del cosa faremo da grandi, visto che con questa affermazione giustifichi il fatto che oggi un architetto puo iniziare ad essere economicamente autonomo a 40 anni un po' tardi per uscire di casa e per investire nelle pensione, saro' cinico come dicono molti ma non ho la benche minima intenzione di lavorare fino a 80 anni, perche nell'autunno della vita bisogna lasciare spazio ai giovani ed eventualmente aiutarli poiche l'alzheimer e' in agguato. Per foruna daltronde la natura decide da se la durata della vita e cosi le vecchie mummie che si credono dio in terra finiscono sotto terra
pico :
Cinico ma efficace. :-)
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