Arch&Cons : [post n° 365859]

Abitazione e indirizzo dello studio: conflitto

Per obbligo del mio Ordine professionale devo segnalare un indirizzo per il mio studio e quindi di solito, qualora uno non ne abbia uno, viene messo l'indirizzo di residenza. Abito in un condominio in cui, per regolamento condominiale affisso dagli anni '70 nell'androne della scala (non citato nel contratto d'acquisto in quanto l'appartamento è stato comprato su carta, prima ancora della costruzione della palazzina), è vietato l'insediamento di studi professionali. Qualora intendessi aprire p.iva (non insediare uno studio nell'appartamento), dovrò comunicare un indirizzo che, mi è stato detto, può essere anche quello di casa. Cosa potrebbe succedere nel caso in cui i condomini o l'amministratore scoprissero che l'indirizzo del mio studio è coincidente con quello dell'abitazione in cui vivo? Potrebbero fare storie anche se è accatastato come abitazione, arredato ed utilizzato come tale? Grazie a chi vorrà chiarirmi le idee.
kia :
mica lo fai diventare A/10. Per me è tutto ok. La residenza (intesa come A/3 o quel che è, per intenderci) è compatibile con lo studio professionale.
pepina :
almeno nella mia regione è ammessa la variazione di destinazione d'uso se inferiore al 25% senza alcun obbligo di denuncia.

penso che tutte le finte p.iva qui dentro abbiano lo studio in casa
kia :
www.laleggepertutti.it/45906_se-labitazione-e-adibita-anche-a-studio…
vi linko quello che sapevo io. Non è una fonte ufficiale ma dice meglio quello che intendevo dire nel mio post iniziale
pepina :
alla fine diciamo la stessa cosa. :)
Arch&Cons :
Vi ringrazio davvero per le vostre delucidazioni.
desnip :
Non solo le finte partita iva! Dai colloqui con colleghi miei coetanei, vedo che tutti ci siamo "ritirati" a lavorare in casa...
La situazione è quella che è...
pepina :
siamo tutti come paguri! :)
Arch&Cons :
Vista la disoccupazione ormai a tempo indeterminato (io definisco "disoccupazione" sia lo stare a casa perché non si trova lavoro, sia il lavorare a gratis in uno studio), ho deciso di provare ad avviare lo studio. Ho cercato dei coetanei interessati a condividere questa avventura, ma non ho trovato nessuno con sufficiente coraggio (o convinzione) perché preferiscono lavorare negli studi e portarsi a casa quello che gli danno come rimborso spese. Io non ho neanche quello, o forse sono sfortunata e tutti gli studi che incontro, non mi offrono neanche il rimborso spese sufficiente per pagarmi le spese vive; o forse loro si accontentano mentre io ho visto cosa vuol dire lavorare ed essere pagati e quindi non mi accontento delle briciole che non mi danno a fine mese ... Siccome a lavorare sarei da sola, siccome ho questo appartamento attualmente non usato, siccome ho i soldi necessari, pensavo di riarredarlo come casa-studio. Mi sembra decisamente più intelligente come investimento piuttosto che buttare i soldi per pagare 2 anni una stanza in coworking ... qui almeno, se dovesse andare male, mi resta pur sempre una casa arredata in un luogo di villeggiatura che posso usare (abito a 20 km, di sicuro "non ci esco nei weekend"). Mamma mia come sono pragmatiche le nuove generazioni abituate a lavorare e poi a non essere pagate!!!.
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