Edoardo : [post n° 257437]

Disastro nucleare in Giappone

Quali scenari porterà un eventuale (totale) disastro nucleare in un'economia globale già provata dalla Crisi.
Quali politiche energetiche ci aspettano?

Un pensiero al popolo giapponese e a quei bambini rimasti soli, sperando che la situazione non degeneri del tutto.
Isil :
per uno strano caso le tragedie, gli sconvolgimenti si susseguono.......quelli che credono che dobbiamo continuare sulla strada del consumo e della crescita infinita forse cambieranno idea. Quelli che non lo credono già vanno da 1 altra parte. Una cosa è certa: gli avvenimenti sono così profondamente intrecciati che non si può pensare che spegnendo la televisione tutto torni come prima.
Ily :
Caro edo, mi hai preceduto nell'aprire il post.

Io credo che arriveremo a una sana, sanissima decrescita.
A razionare l'energia elettrica, e all'architettura di sopravvivenza.
Ma la situazione è molto grave.
Edoardo :
Allora, secondo me la decrescita non esiste e non è attuabile.
La storia è sempre andata avanti per crescita - traumi - ricostruzione - crescita - traumi - ricostruzione ecc. ecc.
Mentre noi parliamo nei nostri salotti di "decrescita" le masse arabe hanno fame di crescita, così come i giovani ingegneri Indiani.
La decrescita è un fenomeno locale per i paesi ricchi, ma in un Mondo che locale non è più.
E globalmente, moltiplicando lo sviluppo e la crescita x il num. di abitantii coinvolti, mi sembra improbabile una decrescita globale.
Mors tua vita mea.
Edoardo :
Noi viviamo e bruciamo ogni giorno, il nostro metabolismo e le nostre sinapsi ci rendono delle piccole centrali di energia...
...è naturale quindi che cerchiamo di guadagnare, crescere, occupare, accoppiarci, mangiare.
Non si può giudicare giusta o sbagliata la natura umana e la storia si ripete.
I paesi ricchi si possono ridimensionare forse (per necessità) ma sarà un trauma e ciò favorirà la crescita mostruosa dei restanti 6 miliardi di persone.

E' da vedere però, quanto ciò sarà sostenibile... ...e si preparano già le guerre del futuro.
steni :
Caro Edoardo, mi sembra che ti contraddici quando tu stesso, visto che concludi (giustamente) dicendo che una crescita per sei miliardi di persone non è sostenibile!
Del resto, può essere che hai ragione tu, gli uomini saranno così folli da scatenare guerre per "l'ultimo goccio di petrolio" o per continuare ad avere macchine sempre più scintillanti.
O forse, visto che la storia non è solo un percorso semplice e lineare, scopriremo strade diverse.
A tal proposito probabilmente tu, come molti altri, ritieni che la decrescita sia qualcosa solo per radical-chic perché non ne conosci bene i fondamenti...
Per te, o per chiunque ne voglia sapere di più, riporto qui sotto quello che è una sorta di "Manifesto della decrescita"...
meditate gente, meditate...
“La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso; distinguere la qualità dalla quantità; desiderare la gioia e non il divertimento; valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione. La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.”
Maurizio Pallante
Edoardo :
Steni, apprezzo comunque il tuo post, sorretto tuttavia da un voluto fraintendimento di ciò che ho scritto.
Non è mai esistita nella Storia nè mai esisterà un'epoca in cui l'uomo POTENDO non abbia ricercato il maggior benessere possibile, ammazzandosi pure per raggiungerlo.
Solo che ora non è più Carlo V che vuole l'oro del Messico, ma miliardi di persone che vogliono arrivare al benessere attraverso la democrazia.
La decrescita come stile di vita personale è condivisibile, come dottrina sociale è una bufala.
Quale sia il vero benessere è relativo affermarlo... ...per chi magari ha già tutto (noi) è fare un passo indietro, per 2 miliardi di cinesi venuti dalla miseria e dalla vita rurale (vera no agriturismi) è comprarsi tutto il possibile.
Chi siamo noi per dire cosa è giusto per 6 miliardi di persone affamate di benessere?
Ergo non mi contraddico parlando di insostenibilità, ma più che di de-crescita parlerei di equità della distribuzione della ricchezza che permetta una crescita (diritto per tutti) ma sostenibile.
steni :
Forse siamo più in accordo di quello che pensi.
Hai usato un verbo significativo "POTENDO". Ma perché, ti sembra che POSSIAMO?
Infatti il punto non è "imporre" la decrescita come "dottrina sociale", perché astrattamente "giusta".
Sei miliardi di uomini e donne (per ora, ma anche quel numero è destinato a crescere)….NON POSSONO continuare a crescere puntando allo stile di vita occidentale, perché DEVONO fare i conti con le risorse e le materie prime della terra, che, non solo non sono infinite, ma STANNO GIA’ FINENDO! E questo è un FATTO sotto gli occhi di tutti. E chi non lo riconosce, o è in malafede o è disinformato.
Prendiamo il petrolio, che è la materia prima su cui si basa il nostro stile di vita.
Il così detto “picco del petrolio” è già stato superato da qualche anno e sono molti le prove a carico di questo fatto (anche se nessuno osa dircelo ufficialmente): ciò significa che stiamo andando verso l’esaurimento.
Si ma, ci viene detto di solito, prima che finirà passerà molto tempo, le future generazioni se ne dovranno preoccupare, non noi. Lasciamo stare la palese assurdità di tale discorso…il fatto è che per sentire gli effetti di questa mancanza, non bisogna aspettare che venga estratta “l’ultima goccia di petrolio”, perché man mano che le riserve diminuiscono, il prezzo aumenta. Ora, poiché tutta la nostra vita ruota intorno al petrolio (dalle scarpe, ai telefonini, alla manutenzione delle strade, al carburante dei trattori). Quando il petrolio costerà 180 $ al barile e la benzina 2 - 2,50 € al litro (sparo cifre a caso, ma non siamo troppo lontani!)… forse DOVREMO rivedere il nostro stile di vita, perché non saremo più in grado di sostenere l’attuale livello di consumo. Semplicemente.
Ovvio che questo non vuol dire che i cinesi dovranno tornare a morirsi di fame, ma anche loro DOVRANNO ridimensionare le loro ambizioni.
Sono, però, d’accordo con te sul fatto che queste saranno tante scelte personali, perché prima che i politici avranno il coraggio di dirci che dobbiamo cambiare il nostro stile di vita… e si farà di conseguenza qualcosa livello collettivo…passerà ancora mooolto tempo.
Ti suggerisco questo sito www.ilcambiamento.it/ che racconta quotidianamente cose un po’ diverse da quelle che ci vengono dette e di come la gente si sta muovendo.
Edoardo :
Sì, dai, ho capito... non sono indottrinato ma ho capito, è che se lo vai a dire a un cinese forse capisce di meno (e i cinesi contano un pò di più, essendo un pelo di più di noi).
Il "ridimensionamento" deriva dalla necessità di adattarsi ad un cambiamento dell'economia, non è una scelta. Nessuno sceglie di rinunciare alla bella vita, è da ipocriti affermarlo. Tu preferisci mangiare una carota del tuo orto, io preferisco andare al ristorante POTENDO e se non posso cerco di fare il cu_o a chi può e se non ci riesco, alla fine, coltivo l'orto. Magari mi piace ma non sarò mai felice, forse lo saranno i nostri nipoti (se fracassiamo anche le TV).
E' brutto e da ignoranti, ma è la natura umana. Le masse povere se avessero potuto avrebbero abbandonato i loro campi un tempo, non per nulla esisteva l'Imperatore e il Papa per assoggettarli.
Io penso che questa crisi delle risorse e dell'economia porterà (nella realtà, non nell'utopia) a crisi sociali dovute a disparità di reddito insostenibili per la gente. Ci saranno rivolte contro i ricchi, una lotta di classe globale non dovuta alle ideologie ma scaturita dall'aumento dei prezzi per le materie prime (in Tunisia è scoppiata la rivolta per l'aumento del prezzo del pane, mentre Ben Alì si faceva paracadutare in villa il gelato direttamente da Saint Tropez).
La natura umana non è così nobile per accettare certe cose e per capirlo dovremmo andare in mezzo a chi lotta e soffre per stare meglio.
Concludo sottolineando che finchè i politici che indicano la via, vanno in pensione a 50 anni con 12 mila euro/mese... ...mi sa di presa per il cu_o.
Il cambiamento di cui parli deve portare ad un superamento del Capitalismo, solo così la redistribuzione della ricchezza e l'aumento della qualità della vita (che non è l'i-phone), potranno costituire la base socio-politica solida su cui cambiare il nostro stile di vita. Ci vorranno decenni.
Il resto è utopia.
Edoardo :
P.S. Superare il capitalismo può portare al ritorno del baratto, nei casi estremi... ...ho visto mi sembra in nord Europa comunità che fanno circolare una loro moneta per gli scambi interni a questa.
Stampare una banconota da 500 euro costa 20 centesimi... ...pensiamo alle banche allora e al signoraggio.
Edoardo :
P.S.2: Non vedo l'ora di progettare e veder realizzato il centro commerciale! Perchè se non lo faccio io lo fà un altro!!! E spendere i (pochi) soldi di questo lavoro, per farmi l'orto, oppure il SUV (scherzo, meglio una spyder)!
_______
Sono antiquato e cafone, oltre che ignorantone... ...che ce posso fà? (sicuramente non sono ipocrita)
Edoardo :
P.S. 3 (no Playstation)

Interessante il sito "Il cambiamento", l'ho aggiunto ai preferiti... ...così mi "indottrino", ne ho bisogno!
steni :
Si, sono d’accordo con te, il cambiamento non sarà indolore. Ci saranno grandi conflitti sociali. Ma questo non sarà dovuto certamente alle disparità (che già ci sono e ci sono sempre state). Ma al fatto che attualmente siamo anestetizzati dalla possibilità di andare il sabato al centro commerciale, possedere tv al plasma e 3 telefonini. Quando ciò non sarà più possibile, grideremo allo scandalo!
Comunque… non mi illudo di poter avere l’ultima parola con te!
Già mi ritengo molto soddisfatta che hai inserito “il Cambiamento“ tra i tuoi preferiti. C’è solo una controindicazione che mi sento di non dover tacere. Frequentare certi posti (anche virtuali) è pericoloso! Fra qualche tempo potresti accorgerti che sei felice anche senza Plystation e senza Spyder. E… un po’ più in là (ATTENZIONE!) potresti anche desiderare di realizzare un orto e soddisfare le tue necessità con l’autoproduzione, senza dover andare al centro commerciale. Lo so è un ipotesi terrificante…. Ma a volte anche le utopie diventano realtà
Edoardo :
Odio i centri commerciali, preferisco i sentieri di montagna e cibarmi dei porcini che trovo... ...salvo poi scoprire che per trovare quei 2 porcini ho fatto 20 km e bruciato 16.000 calorie e devo correre a comprare una fiorentina da 1 kg altrimenti svengo.

Che devo dire.... ...mi costruirò pure un arco da caccia!

E' dura... ...lo so...

E' stato un piacere Steni, veramente.
Ily :
x Steni

Già, ma a che prezzo? Quello di indebitarsi sempre di più, e lavorare sempre di più per pagare le rate, e rinunciare ad altre cose (un viaggio, una cena fuori, una serata al cinema).
Il risultato è che la gente è scontenta, insoddisfatta, si lamenta sempre di non avere mai tempo per fare oltre cose oltre al lavoro (e poi si anestetizza ogni sera davanti alla tv), di dover prendere sempre la macchina e poi di spendere un capitale in benzina (ma si comprano la villetta a schiera o l'appartamento nel paese del circondario), di spendere un sacco di soldi per i figli (ma chi li ha viziati?).
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