Edoardo : [post n° 263941]

Restare in equilibrio.

Non so se qualcuno ha mai pensato o è mai riuscito a mantenere una collaborazione regolare con i datori di lavoro e al contempo lavorare con una sua autonomia, magari con P.iva. Si riesce? A livello contrattuale che formula è consigliabile?
Questo lo chiedo perchè se da un lato non voglio perdere il riferimento dei titolari, dall'altro vorrei provare a far qualcosa di mio o ad essere in grado di poterlo fare. Non parlo necessariamente di essere socio ma di avviare una formula sperimentale concertata.. ..che se ti va bene ti sganci o ti associ, se ti va male rimani ad occupare una posizione in uno studio che, al di là del periodo, è ben strutturato ed ha un bacino di clienti che ti dà da mangiare.
Edoardo :
Spero mio malgrado di non essere frainteso per la "venalità" e la crudezza del mio pensiero. Vorrei tuttavia "fare l'artista" e parlare l'"architettese" ma purtroppo la contingenza e i tempi che viviamo impongono un certo cinismo e spirito dissacrante. Da qui la mia brutale analisi, che auspico comunque sia da voi capita.
sil :
Comprendo perfettamente il tuo pensiero. e condivido la tua perplessità. Personalmente trovo che siano necessarie tutte le carambole del caso per tentare lo sgancio, anche perchè, non sempre i temi ed i progetti trattati dallo studio/azienda per cui si lavora, sarebero compatibili con i nostri eventuali e potenziali nuovi clienti. Difficilmente invece, se te ne vai potri tornare, vuoi per orgoglio personale, vuoi per le scelte di coloro per i quali hai prestato servizio. Sganciarsi però di questi tempi è molto difficile: l'architettese lo parlano gli architetti low cost su internet, spopolando e sputt.. il mercato con bizzarre ed impraticabili proposte unitamente alle archi star che poi hanno qualcuno che si prende la briga di rendere potabili le loro idee, mentre a tutti gli altri non resta che parlare necessariamente un linguaggio più "praticone" (nell'accezione buona del termine) per poter sperare di potersi a casa qualcosa.
Sto vedendo uno spopolare di architetti low cost su internet, per non parlare degli illustri colleghi che vincono le gare con l'80% di ribasso per una direzione lavori in lombardia venendo dalla campania che prima ancora che chidermi se sarà possibile e come staccarsi definitvamente per un giovane, mi chiedo che fije farà l'architetto che lavora nell'ediliza privata
Ily :
Gli arkitetti low-cost su internet: parquet anche in cantina, mobili laccati ipermoderni, infissoni ad anta unica che fanno tanto figo, cucina con penisola anche in 2 metri per 3, faretti come se grandinasse, bagno con piastrelloni di 1 metro di lato e lavandino quadrato di cristallo blu, e ovviamente water nascosto alla vista perchè quando si entra in bagno vedere subito il water è disdicevole.
Progetti tutti uguali, tutti "moderni" e tutti "fighi", costruiti in serie a partire da tre o quattro modelli base e riassemblati all'infinito.
Facile progettare così. Come vestirsi di verde quando è di moda il verde, semplicemente perchè non hai lo sbattimento di trovare altri colori negli scaffali nascosti...
sissi :
si, e le pareti grigie... a qlc piaceranno anche ma a me mettono una tristezza...
carmen :
Sono riuscita a mantenere una collaborazione regolare lavorando presso dei datori di lavoro per quasi dieci anni, nel contempo riuscivo a trovare dei lavoretti ed a portare avanti i miei cantieri ed a farmi dei clienti (ovviamente lavorando anche i fine sett. o le festività se era necessario...).Dopodichè ho deciso per lavorare in proprio, più dura più stancante ma con molte più soddisfazioni... Consiglio anche a te questa strada di più autonomia in tutto!
ps. non si arriva a fare l'architettese vero e proprio ma ad avere una propria opinione che conta qualcosa in più rispetto in uno studio dove magari stai davanti ad un pc dalla mattina alla sera...
Edoardo :
Con la crisi continui a lavorare, Carmen?
Nello specifico eri assunta con gestione separata INPS o avevi P.Iva?... o cosa...?
Io una opinione, stando davanti al PC "quasi" tutto il dì, riesco ad averla anche come dipendente... anche se ciò non mi dà reali soddisfazioni.
Sarei moooolto esigente adesso, forse troppo per le reali possibilità che offre il mercato.
E per fare "lavoretti" sto dove sto.
Non che pretenda di fare musei o masterplan, ma anche solo un'abitazione o un negozio... ...o una ristrutturazione dove posso metterci del mio.
Grazie comunque per i consigli.
carmen :
io per lavoretti intendo ristrutturazioni edifici, appartamenti, consulenze artistiche architettoniche, se va bene nuove abitazioni o nuovi interventi,etcetc...Non ti consiglio di fare solo quello che stai facendo ma di provare a portar avanti una cosa dall'inizio alla fine...io sicuramente ho imparato molto di più a mie spese che a consegnar un lavoro a fine giornata a qualcuno che poi il giorno dopo metteva il suo timbro sui miei disegni...
carmen :
dimenticavo con p.iva fin dall'inizio
Edoardo :
Ok, Carmen.
Qui la P.iva NON me la fanno aprire, dovrei licenziarmi dopo più di 5 anni che son qui e loro si scaricherebbero così ogni responsabilità.
Ovviamente il lavoro """mio""" sarebbe da portarsi avanti dal concept all'esecuzione, ma gli ingegneri kapò non ti considerano al loro livello e quindi vengo tenuto fuori sia dalle D.L. e in buona parte dagli esecutivi chiamiamoli architettonici che li fa l'ingegnerino... ...prossimo genero di uno di questi.
Sicuramente una cosa è certa... ...per avanzare richieste devono tornare ad esserci progetti nuovi. Il problema è che veri progetti (Piani particolareggiati resid. e produttivi, PdC residenziali e ristrutturazioni ecc ecc..) MANCANO da 3 anni.
Se ti fai esperienza su un progetto definitivo ed esecutivo di una lottizzazione di 26000 mq è dura mettersi in proprio e fare i garages agli amici. Speriamo che torni ad esserci un pò di fermento.
Combinare un contratto Commercio & Servizi, in cui ti versano i contributi all'INPS con un'attività "parallela" (gestione separata) è possibile?
Kia :
Xedoardo:
nn so con contratto commercio come il tuo ma pensa a tutti i professori di liceo architetti che hanno un contratto con inps e poi hanno la loro attività di architetti con loro p.iva.
Suggerisco telefonata all'agenzia delle Entrate per capire se nello specifico del contratto commercio si può. Ma nn vedo motivi ostativi.
Ma poi scusa la domanda che mi sorge spontanea, ma tu hai iscrizione all'ordine? tutte le collaborazioni di cui parlavi pre-crisi dove progettavi a destra e a sinistra per una geometra erano in contemporanea con contratto che hai ora con gli ingegneri? se si, per curiosità come te le facevi pagare?......
Edoardo :
Progettavo a destra e sinistra ma non ero in politica, diciamo non ero un "responsabile"...
Comunque erano collaborazioni occasionali con ritenuta del 20% versata da loro.
desnip :
Caro Edo, tu cerchi la quadratura del cerchio....
carmen :
penso che nella vita a volte ci si deve buttare per ottenere ciò che si vuole, o almeno provare...è dura lavorare in proprio ma penso sia più dura per una donna magari con famiglia o prole al seguito, che per un uomo magari libero e a d inizio carriera...
carmen :
x desnip
ahahah hai centrato nel segno!!!
DR COSTA :
Tralasciando le problematiche contrattuali, non vedo perchè i tuoi capi ti licenzierebbero nel caso tu aprissi la PIVA.
Se lavori le tue otto ore per loro, cosa fai le restanti o i fine settimana saranno affari tuoi.
Per il resto scordati di fare architettura, nel 99 % dei casi ti ritroverai a fare schifezze come piace alla committenza, perizie, docfa ecc.
Se ti capiterà un edificio da progettare, fare architettura sarà veramente difficile a meno che tu non trovi committenti "illuminati" e con soldi da spendere.
Insomma un sacco di responsabilità e poca soddisfazione, se invece ti accontenti di progettare, e fare la DL di qualsiasi cosa allora prova a lavorare anche da solo, male che vada la chiudi e rimani dove sei.
Edoardo :
Attualmente l'unico legame sentimentale l'ho con una Kona bi-ammortizzata, ovvero con una bici. Potrei sfruttare questa situazione per buttarmi?... ...chissà.
Comunque la carriera, a meno che non te la crei da solo, è molto difficile da perseguire un pò per tutti, soprattutto in un paese dove devi essere introdotto e/o ricco e/o sposarsi la figlia/o di un occupante posizione professional-clientelare.
Non si può mollare un lavoro per avventurarsi nei concorsi... mmmhhh, lo farei avessi qualche centinaia di migliaia d'euro cash, o se vi fossero tanti, ma tanti, ma tanti concorsi e lavori minori per mangiare, come dovrebbe essere, partendo con poco, facendo qualche debito.
Comunque finchè posso non mollo l'ideale da perseguire. Anche solo per non darla vinta ai privilegiati introdotti o ai mariuoli opportunisti politici...
Sbaglio? Sono idealista o un pavido inadatto alla "professione" di non si sa bene cosa?
Edoardo :
DR COSTA è vero e purtroppo sono cosciente di ciò.
Il problema è che ho avuto anni fa la botta di fortuna+bravura di avere in mano un lavorone (eseguito a ca__o o giù di lì) di un bel progetto che mi ha dato notorietà locale e mi ha fatto sentire l'ebbrezza di essere veramente io il progettista, per questo non posso tornare indietro, almeno a livello di mentalità.
La gioia di arrivare con gli sci nel "mio" ristorante ed entrare mescolandomi alla gente (i fruitori della mia architettura) mi ha fatto venire le lacrime agli occhi più volte. E mi ha fatto pensare a mia madre, che mai ha potuto vederlo realizzato.
E' pazzesco che sia finito tutto. Non lo posso accettare.
DR COSTA :
Non ho detto di non buttarti, ho semplicemente detto che se lo fai ti dovrai accontentare come fanno molti, compreso me di progettare tutto, dal garage all'appartamento, dal capannone, alla bifamiliare ecc.
In tutto questo può capitarti l'occasione per esprimerti davvero come architetto, mettendo daccordo committenza,mercato, regolamenti, leggi, costi, ecc. e progettando una vera architettura.
Edoardo :
Certo COSTA.
carmen :
e dai Edoardo...buttati anche tu apri sta maledetta P.Iva e fa vedere a tutti cosa sai fare veramente!!!
Edoardo :
Be quite, babe...don't worry about me...
poi so andare in mountain bike, sciare, disegnare, andare a funghi e cucinarli, preparare degli ottimi sughi... ...ecco cosa so fare!
A parte scherzi, dovrei fatturare sui 40.000/50.000 euro l'anno almeno per sganciarmi del tutto. Mi serve un innesco...
carmen :
non devi sganciarti dal tutto ma aprirti una strada tutta per te !!! solo questo!!!
ps mi sembra che sai far anche ridere su questo sito quando occorre...:)
Edoardo :
E vai!! Carmen, tradirò la mia bici per te. Smack!
Kia :
Se mi è concesso dire una cosa, sono un po' stufa di sentire cose tipo se nn sei in politica, imparentato con tizio o se non sposi la figlia del caponon lavori. Si, è vero che è pieno di paraculi, e ne conosco tanti, ma per fortuna conosco anche gente normalissima che lavora semplicemente perchè si dà molto da fare (anche nel fine settimana. E se la cosa sconvolge alcuni allora consiglio di cambiare lavoro direttamente) senza parentele e senza altre agevolazioni. La cosa mi fa molto piacere e mi fa nutrire qualche speranza anche per me che nn sono figlia d'arte. E' chiaro che sto parlando non di grandi progettazioni ma di cose normali (appartamenti, mobili, catasto, perizie, ecc.), cose che a tanti fanno schifo perchè si sentono Renzo Piano ma che consentono comunque di mantenersi e di avere un minimo di autostima. D'altra parte tolti i concorsi che magari richiedonodi aver fatturato somme pazzesche precedentemente e l'essere figli del super-architetto di provincia con lo studio avviato, resta questo (appartamenti, mobili, catasto, perizie, ecc.), ma uno già lo poteva immaginare quando si è iscritto all'università. Questo è il mio modesto parere.
Edoardo :
Anch'io, come te Kia, sono un pò stufo di sentire sempre le stesse cose, hai ragione.
Ma permettimi un'opinione tu a questo punto: "Se avessi immaginato quando mi iscrissi all'università che questa tipologia di lavori sarebbe stata il mio futuro sarei andato a fare altro, molto probabilmente".
Diciamo allora che se da un lato bisogna ANCHE saper fare i lavori di base, dominio spesso di tecnici, e rispettare questa categoria di lavoro, ritengo sia sempre necessario, anzi indispensabile, guardare a dei concorsi o proporsi per qualcosa che ci faccia fare un salto di qualità.
Il problema è che i mezzi per fare il salto di qualità non sempre sono belli e trasparenti. Per non dire di peggio, purtroppo.
Kia :
Sai cosa, più che altro? io quando mi sono iscritta all'università non pensavo di ritrovarmi a fare la libera professione (apertura p.iva) per forza ma pensavo che ci sarei arrivata per gradi (aprirla quando sarei stata pronta io) e non della serie "o così o non lavori". Per il resto mi immaginavo che ci sarebbe stato molto ma molto lavoro di base anche per costruirsi un'esperienza di tipo pratico che l'università di certo non ti dà.
Ma poi dipende anche dal tipo di soddisfazione professionale che uno cerca. Magari tu preferiresti la strada dei concorsi e magari vincere, che ne so, la progettazione e d.l per la costruzione di un nuovo teatro mentre a me piacerebbe essere bene nel campo dei lavori di restauro nella mia città (dove si fa praticamente quasi solo questo) e già sarei contenta come una pasqua.
Kia :
sorry, volevo scrivere "bene inserita".
Edoardo :
Sì, anche se la soddisfazione si può avere pure nelle piccole cose (che in realtà possono essere grandi), non nego che solo un certo tipo di lavoro, progettato da me, potrebbe rendermi veramente realizzato.
E' necessario da una parte avere l'umiltà di comprendere le cose semplici, saper ascoltare, sporcarsi le mani... ...dall'altra cercare di trovare sempre un'identità in queste piccole cose, identità che ci può dare l'autostima per tentare il salto di qualità. Quello che vedo invece, ma non è colpa nostra, è un appiattimento sulle routines tecnico-burocratiche che ci rendono alla stregua di un tecnico qualsiasi (born to do that).
Per farti un esempio, quando io farò ballare i tecnici sotto la mia progettazione sarò felice, finchè la mia progettazione non è altro che un esercizio compilativo ripetuto, adattato all'ingegnerino che mette i pilastrini ogni 3 metri perchè "Va fatto così" e preferisce le travi in spessore per economizzare, a scapito del progetto degli spazi, io NON sarò felice.
Così come quando ristrutturi una stalla e il tecnico titolare rifiuta di investire in elementi che ne possano evocare la tipologia, proponendo il solito scatolotto anonimo e chiede: "Sta bene?"... ...io gli rispondo che non sono un dottore.
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