ArchiFra : [post n° 317747]

sono sul disperato andante (consiglio)

riassumo: licenziata alla nascita di mio figlio nonostante di maternità abbia fatto solo 2 settimane, non trovo lavoro ormai da oltre 3 anni: in ben 3 colloqui volevano iniziassi subito ma, avendo risposta affermativa alla domanda se avessi figli, cambiavano idea e non mi volevano più nonostante fino a 5 secondi prima si profondessero in lodi per il mio cv.
io non ce la faccio più. al di là del fatto economico, che è davvero pesante, io sto patendo tantissimo il fermo intellettivo. non ditemi di studiare e aggiornarmi per conto mio, cerco di farlo, ma tra la depressione subentrata per sentirmi una fallita e il fatto di non avere riscontri pratici a quello che cerco di immagazzinare, è difficile.
io ho bisogno di tornare ad avere un contatto in ufficio, di avere scambi e occasioni di crescita, di fare, di mettere a frutto le mie competenze.
ora riprovo con le autocandidature visto che a tutti gli annunci possibili ho risposto venendo scartata in quanto troppo vecchia (dopo i 30 anni non fanno il contratto di apprendistato) o troppo donna o troppo qualificata.
mi sono proposta perfino come bidella, raccolgilitrice di pomodori, colf. zero.

cosa potrei mettere nella lettera di presentazione? la verità? oltre che ovviamente puntare sulle mie qualifiche aggiungo il disperato bisogno di lavorare? come la metto giù in modo da non essere patetica ma facendo capire che io la volontà di lavorare e fare ce l'ho, nonostante un figlio?
non so più cosa fare, mi sento una perdente, una fallita, una che ha sbagliato tutto nella vita.
michele :
é molto triste la tua lettera... spiace molto e più che altro mi sento di scriverti che da collega ti sono vicino. Dopo i 30 è altamente sconsigliabile cercare lavoro presso gli studi. concorsi per il pubblico impiego? un'amica dopo 6 tentativi ce l'ha fatta...
biba :
no, no, no ArchiFra!! No! Non sentirti né perdente né fallita! Accidenti è un vero schifo che una ragazza debba trovarsi nei guai per aver deciso di diventare madre, neanche fosse una cosa di cui vergognarsi! Mi devi scusare, io non ho consigli da dare anche perché ancora non sono mamma (e non lo sono perché temo esattamente quello che sta succedendo a te) però non potevo fare a meno di scriverti per manifestarti la mia solidarietà. Lo so, serve a poco e niente, ma credi che non sei l'unica a sentirsi frustrata e a pensare di aver sbagliato strada nella vita. Sei hai fallito tu mi sa che abbiamo fallito in molti sai! Ti auguro che presto salti fuori qualcosa e che possibilmente sia meglio che i pomodori.
max :
io andrei dai carabinieri.
quello che racconti mi sembra un abuso a tutti gli effetti.
ArchiFra :
max, è storia di 3 anni fa, ho già fatto causa. oggi la questione che mi si pone è: come mi propongo? perchè fino ad ora la strategia di puntare solo sulle mie competenze ha fatto un buco nell'acqua, anzi, è andata a mio discapito perchè essendo troppo qualificata mi si preferiscono neolaureati... è allucinante, devo sentirmi in colpa perchè ho un figlio, perchè ho 33 anni e perchè mi sono fatta un mazzo tanto tra lavoro e corsi.
Ily :
Semplice: non dire ai colloqui di lavoro che hai figli.
Ily :
So che non è corretto, ma nemmeno il comportamento di quegli schiavis... volevo dire, imprenditori, è corretto.
Troppe volte si viene considerati limoni da spremere, e quando uno non ha più niente da dare, pam, un bel calcio in quel posto, vieni buttato via come un paio di vecchie ciabatte e avanti il prossimo.
Ti sono solidale!!!
Edoardo :
Cose da pazzi in un Paese ormai allo sfascio, anche morale. Abolizione delle P.Iva per i dipendenti, abolizione delle collaborazioni se non in un regime di associazione e dei contratti farlocchi (chiamati flessibilità) oppure disciplina di questi ed introduzione del compenso minimo. Parallelamente: abbattimento IRPEF ed incentivi per le assunzioni, scalari al fatturato. Ovvero REGOLE e DIGNITA'. Inoltre i ministri per le "Pari Opportunità" che cosa fanno innanzi a queste situazioni? Maahhh...
ivana :
Non ho consigli da darti, ma solo la mia solidarietà. Ed anche la mia rabbia. Non sei fallita...vogliono solo fartelo credere perchè tu possa accettare paghe e lavori non dignitosi.
pepina :
quanto quoto max!Spero che tu trovi persone oneste d'ora in poi, che non considerino i figli come ostacoli (perchè poi non lo capisco)...
kitto :
Solidarietà e vicinanza prima di tutto.
Giusto per capire: ai colloqui ti hanno mai prospettato la possibilità di lavorare fuori orario-ufficio? e tu magari hai risposto "come faccio con un figlio" o cose del genere?
Perchè altrimenti davvero non si spiega.
Hai mai pensato alla possibilità di metterti in proprio?
Kia :
@Kitto
Il nocciolo della questione è che se archiFra ha p.iva (mi pare che non lo specifichi ma suppongo che ce l'abbia come un po' tutti noi del forum) non dovrebbero manco chiederle se può lavorare fuori orario d'ufficio. Nel senso che dovrebbe esserci un obbiettivo (una pratica, un computo, ecc.ecc.) e poi uno se lo fa anche da casa propria. E' che probabilmente alla collega viene proposto una condizione lavorativa del tipo "metti-le-tende-in-studio" e già questa cosa è odiosa per una persona senza figli, figuriamoci se ce li hai.
@Edoardo
hai proprio detto giusto: siamo un paese allo sfacelo MORALE, che è anche peggio dello sfacelo economico.
ArchiFra :
quelle 3 volte in cui mi venne richiesto se avevo figli, risposi che:
1) mio figlio va all'asilo fino alle 16, prorogabile fino alle 18
2) in caso di malattia del figlio a casa starebbe mio marito, dipendente pubblico

si da per scontato che un uomo anche se a figli se ne disinteressa, mentre una donna no, e che una mamma non può essere anche una brava lavoratrice. l'esempio dei paesi nordici, in cui l'occupazione femminile è pari a quella maschile, qui non viene recepito :(
ciccio :
UNICA SOLUZIONE:
_ PASSAPORTO_
_ LASCIA QUESTO PAESE _
_ IMPARA INGLESE_
_IN OLANDA TROVI LAVOR IN UN MESE_
CIAO
Ily :
Il problema è il lavoro fuori orario di ufficio non dovrebbe proprio esistere, se non in casi veramente eccezionali (1-2 volte al mese massimo).
Per la semplicissima ragione che uno deve organizzarsi la propria vita, sia che debba andare a prendere il figlio all'asilo, che a giocare a boccette cogli amici al circolino. Avere degli orari di lavoro fissi (o comunque conosciuti in anticipo) semplicemente permette di organizzare la spesa, le pulizie di casa, gli aperitivi cogli amici, le gite col figlio, i week end fuori porta, insomma la propria vita.
E nei paesi "nordici" (Svezia, Olanda, Norvegia) da quel che mi risulta nessuno si ferma mai (o molto raramente) oltre l'orario di lavoro, e chi lo fa troppo spesso viene visto come disorganizzato e/o persona che si vuol far notare, e mal visto da capi e colleghi.
Kia :
@ciccio:
non penso sia proprio così...ma vabbeh.
biba :
HA! HA!! Kitto mi fai morire dal ridere quando dici: "ai colloqui ti hanno mai prospettato la possibilità di lavorare fuori orario-ufficio? e tu magari hai risposto "come faccio con un figlio" o cose del genere? Perchè altrimenti davvero non si spiega".
Si spiega, si spiega, anzi per la mia esperienza è normale (purtroppo). A me in più di un colloquio hanno chiesto direttamente se avessi intenzione di farne dei figli...cioé, non ne avevo, ma il solo fatto che avessi eventualmente intenzione di farne sarebbe stato un problema!!! A una certa età non siamo Tecnici, siamo femmine=incubatrici. Infatti ero arrivata ad andare ai colloqui senza la fede. Sarà scorretto ma, come dice anche Ily, ti ci costringono!
kitto :
Come ho scritto altre volte, io ho un mio studio e leggendo il post di ArchiFra mi sono messo nei panni di chi le ha fatto il colloquio.
L'unico problema che potrei avere a prendere una collaboratrice sposata sarebbe la sua disponibilità nelle consegne impreviste. Penso che capiti a tutti di trattenersi in studio oltre l'orario di lavoro per delle consegne. Ovviamente occasionale, ma il problema si pone ed è importante sapere di poter contare su un aiuto del genere.
ivana :
ah ho capito! Che stupida...il problema è che come donne non offriamo tutte le garanzie sulla nosttra disponibilità a fare straordinari non pagati e richiesti all'ultimo minuto...E chissà come fanno gli studi di architettura all'estero dove questo problema non si pone, chissà...
ArchiFra :
scusa, io pur avendo una gravidanza a rischio (e infatti mio figlio è nato prematuro di un mese e mezzo) sono sempre andata in ufficio, smettendo solo una settimana porima del parto perchè sono stata messa a letto sotto farmaci per bloccare le contrazioni... e la settimana dopo ho ripreso a lavorare perchè mi hanno ricatattata, salvo ingiungermi via mail di non farmi più vedere 3 giorni prima che tornassi in ufficio a full time quando mio figlio aveva 2 mesi. più disponibile di così si muore, scusa! non si può a priori scartare una persona ipotizzando che sarà inaffidabile solo perchè ha un figlio: a te non deve interessare se esco dall'ufficio alle 17.30 per recuperare il figlio all'asilo e poi passo la notte in bianco a casa mia per finire la consegna e rispettare le scadenze, a te deve soilo interessare che io le scadenze non le lasci cadere nel vuoto!

però penso anche che questa diffidenza nei confronti delle donne è colpa delle donne stesse, ovvero di quelle schifose furbastre che si mettono in anticipata appena fanno il test, anche se non hanno nulla, e che usano i permessi per prendersi ferie e portare i figli a gardaland o andare dall'estetista, o quelle che pianificano accuratamente due gravidanze in modo da stare a casa pagate quasi 3 anni per puro calcolo a scapito di colleghi e titolare
Kia :
Effettivamente c'è gente che ne approfitta alla grande. E ne conosco anche io. Poi c'è chi come te ( a potenzialmente me) si fa 2 settimane di maternità.
Ily :
Sarò strana io... Allora, sul lavoro l'imprevisto ci può sempre stare, ma qui leggo di gente che fa ore e ore di "straordinario" ogni settimana (dalle cinque in su, il che vuol dire un'ora al giorno minimo).
Ora, se uno fa sempre ore in più i casi sono due:
a) O è sbagliata l'organizzazione del lavoro (spesso del capo: se mi interrompi ogni dieci minuti per farmi fare 10 cose diverse, è ovvio che non ne finisco nessuna delle 10).
b) O c'è troppo lavoro per una singola persona.
Proprio non capisco la necessità di dover fare i week end e le nottate in ufficio, tranne in casi veramente eccezionali.
E scusate, trovo estremamente scorretto pretendere dai propri dipendenti/collaboratori/soci questa disponibilità incondizionata, e per tanti motivi diversi:
a) Ho da fare a casa. Non necessariamente figli: anche solo la spesa, se uno vive solo. O stare col proprio compagno a giocare a tressette.
b) Ho i miei impegni: se so che finisco alle 19, io mi prenderò impegni per la sera. Magari con un amico che non vedo da tempo, magari a un concerto per cui ho preso prima i biglietti. Magari faccio uno sport di squadra e ho allenamento.
Kia :
Ma scherzi Ily!solo il titolare dello studio ha una vita privata!!:-)))))
ArchiFra :
ha ragione kia, i collaboratori sono i nuovi iloti! non hanno diritto ad avere vita privata! la loro vita è il lavoro yuhh
Ily :
ArchiFra: hai fatto il classico vero? ;-)
ArchiFra :
no ily, scientifico ma ero una secchioncella fin da bambina :)
kitto :
Concordo con voi, ma purtroppo questi sono ragionamenti che possono fare i dipendenti pubblici....
C'è un abisso tra pubblico e privato in Italia, è un dato di fatto.
Ily :
Non credo proprio Kitto, penso spetti a ogni singolo lavoratore difendersi da sè meglio che può. Visto che dipendenti pubblici e privati devono comunque organizzarsi la vita allo stesso modo.
Edoardo :
Quasi 8 anni dipendente privato: forse 10 ore di straord. in tutto, e chiedendo per favore, anche questo è un dato di fatto. C'è in Italia chi sguazza nella mancanza di regole e crede gli sia dovuto sia abusare, sia mancare di rispetto verso quelli di cui ha bisogno. Ci sarebbe molta pulizia da fare.
Edoardo :
E tra l'altro, spesso non vi è alcun riconoscimento per il sacrificio (necessario talvolta) e per il lavoro extra, sia quantitativo che qualitativo. Questo perchè chi professa la "deregulation" generalmente non ha alcuna capacità di incentivare il merito e valorizzare chi lavora PER lui. Questa mancanza di meritocrazia, invece, ha molto a che fare col settore pubblico, caro kitto.
Isil :
A me quando è ora casca sempre la penna ... anzi il mouse! Mi dispiace ma nn sacrifico più niente per nessuno tanto se stai un'ora in più non è che diventi ricco anche se te le pagano. In compenso resti con tutto il resto da fare (cena, figli, casa etc etc) Io sono una si quelle fortunate..ovvero una di quelle che da precaria si è potuta permettere di andare in maternità non retribuita al nono mese per rientrare al 4 della bimba perchè le hanno tenuto il posto. Sono fortunata chiaro!
Kia :
Adesso sto iniziando anche io a fare come dice Isil. Non ne vale proprio la pena. Meglio godersi il tempo libero o usarlo per propri lavori (abbiamo una p.iva, usiamola!).
bonaparte :
Mi piange il cuore a sentire queste discriminazioni... Certo che vale proprio la pena di godersi i propri figli e essere felici per loro e punto, chissenefrega di tutto il resto...
sissi :
Quoto Ily e Kia!
Perchè, scusate, non è che se una non ha figli allora è tenuta a fare le nottate in studio a gratis; questo so che non è il caso di ArchiFra (o almeno da quanto scrivi non mi pare) ma tante volte mi sono sentita dire dalle colleghe con figli: "Eh, ma tu puoi anche fare tardi, non hai figli, ma io come faccio?" , quasi a dire "Ti invidio, tu si che sei libera" . Ah! Caaaaavolo!!!!
Traduzione: "io me ne vado a casa e il lavoro te lo smazzi tu che tanto non hai una vita privata"

Credo che sia necessario trovare un equilibrio, chi ha figli e sceglie comunque di lavorare a tempo pieno dovrà rendersi disponibile a eventuali straordinari (nei limiti della decenza ma di questo se ne è parlato fino alla nausea) tanto quanto chi di figli non ne ha;
Il problema è che in caso di lavoro extra o situazioni particolari, la scusa dei figli è la più inattaccabile e, come qualcuno ha già detto, le donne che si rendono disponibili ci rimettono a causa di quelle che se ne approfittano.
ArchiFra :
sissi hai ragione in parte. se a me dovesse capitare una cosa così la risolverei molto semplicemnte andando a prendere mio figlio (visto che nessun altropitrebbe) e mettendomi al lavoro appena lui si addormenta se la scadenza è per il giorno dopo e succede l'imprevisto.. ma appunto l'imprevisto, tipo il plotter che impazzisce e devi finire di stampare, non che sia abituale che il titolare ti faccia fare gli straprdinari perchè è tutto urgente.
ma questo vale tanto per chi ha figli tanto per chi non ne ha. è ovvio, dal mio punto di vista, che è più semplice (non più bello) dal punto di vista logistico disdire o posticipare un aperitivo o una cena rispetto a un figlio da recuperare perchè l'asilo chiude e non ci sono nonne o santi che lo possano tenere. ripeto: solo logisticamente, non come rispetto della persona perchè anche uno che non ha figli ha tutto il diritto di organizzarsi la sua vita sia come svago che come incombenze casalinghe.
poi sta al singolo non approfittarsi ed essere corretto, che abbia o meno figli
Ily :
Certo, ArchiFra! Gli amici che ti aspettano per spritz non dipendono in tutto e per tutto da te!
Però cosa intendi dire "non approfittarsi ed essere corretto"? Io per essere corretti intendo arrivare puntuali al lavoro e andare via altrettanto puntuali: gli straordinari sono un di più (a meno che non siano inseriti per contratto). Se gli accordi che ho col mio datore di lavoro dicono che all'ora X finisce il mio orario di lavoro, il mio dovere nei suoi confronti finisce all'ora X. Anche perché spesso più fai, più pretendono: se cominci sempre a fare straordinari, purtroppo la maggior parte delle volte ti verrà rinfacciata la volta che non li hai fatti, non tutte le volte che li hai fatti...
kitto :
E allora se il problema non sta nella disponibilità tu come ti spieghi questi colloqui negativi?
Kia :
Vabbeh, allora se vogliamo proprio essere pignoli parlando di correttezza....non si dovrebbe parlare nel nostro caso di "arrivare puntuali a lavoro" nè di "andare via altrettanto puntuali" perchè tutte queste cose sono peculiarità di altri tipi di rapporti di lavoro. Non dovremo manco parlare di orari di ufficio....ovviamente questo che dico è pura speculazione perchè all'atto pratico...sappiamo bene come va a finire.
Che tristezza ragazzi :-(((((
pepina :
Per me il problema è nella mentalità ottusa di chi ti trovi davanti....
denden :
Ciao ArchiFra,
quando ho letto il tuo messaggio mi sembrava che l'avessi scritto io (ovviamente io avrei fatto errori :)). Però comunque sei fortunata almeno hai avuto un figlio. Io mi sento ancora più fallita anche perché ho 36 anni e pure senza un figlio :(. Ora mai ho smesso di cercare un lavoro nel nostro settore e ho iniziato inviare il cv alle aziende di altre settore, qualsiasi tipo. Nella lettera di presentazione ho cercato di evidenziare le esperienze da project manager e i lavori in cantiere sperando di dimostrarmi capace del gestione sia lavoro che le persone e la capacità di lavorare in gruppo ecc. Speriamo bene.
In bocca al lupo!!
ArchiFra :
ily: per essere corretto intendo dire che uno che ha figli non può usarli sempre come scusante per fare da scaricabarile su chi non ne ha, anche senza motivo, ma questo vale per tutti. se capita l'imprevisto urgentissimo e io so che magari quel giorno mia mamma è libera, le faccio andare a prendere mio figlio, non mi invento coi colleghi che devo andare perchè non ho alternative, lasciando loro a smazzarsi il lavoro

kitto, pepina: me lo spiego con quello che dice pepina

denden: mi spiace tantissimo per te e ti auguro davvero di poter al più presto trovare una via d'uscita :(
bonaparte :
Dai è chiaro che da madri siamo palle al piede (e mi ci metto per prima), se mio figlio ha la febbre a 40 non lo lascio a nessuno, e il mio lavoro ricade sui senza-figli che possono fare straordinari e che chiaramente, ovviamente vorrebbero liberarsi di me... secondo me la condizione di madre è vincolante per noi e per gli altri: è chiaro che se alle 18 l'asilo chiude io devo andare, altrimenti dopo la 3' volta ti segnalano ai servizi sociali, vuoi mettere??
Piuttosto secondo me bisogna chiedersi se il lavoro da libera professionista subordinata ad uno studio è un lavoro adeguato alla figura di madre... Io la vedo come una strada inconciliabile, e a volte-spesso io mi ci sento strettissima, mi peso troppo questa mia differenza rispetto agli altri!
kitto :
Finalmente qualcuno che ragiona in modo obbiettivo e senza fare la vittima.
Tanto di cappello.
ArchiFra :
kitto, io sono talmente vittima che pur di lavorare ho risposto ad annunci per raccogliere i pomodori, per fare la bidella, per fare la colf, abbandonando le velleità di fare l'architetto.
pepina :
Kitto, ma i padri finte p.iva perchè non trovano questi ostacoli? Almeno avessero concesso ad ArchiFra un periodo in prova per valutarla sul campo e non in base ai pregiudizi su come gestirebbe la sua vita privata e il lavoro....
bonaparte :
Ma ragazzi secondo voi son davvero pregiudizi? Io quest'inverno tra influenze e varicelle, son mancata per quasi 2 mesi non consecutivi, un giorno mi sono presa il virus gastrointestinale da mio figlio e son dovuta correre a casa a vomitare! Prima di avere figli non avevo perso una mezza giornata...
I padri hanno un vincolo diverso: non allattano, non sono in prima linea come la mamma insomma... Mi pento di non aver cercato un lavoro in cui se ti assenti non "fai un torto" a nessuno, tipo in provincia o roba del genere... in cui oltre a 2 anni di maternità hai la possibilità di assentarti per varie malattie e alle 16 hai finito e punto...
a meno che uno non abbia la nonna iperdisponibile a sopperire a tutto, in tal caso io lo specificherei ad ogni colloquio...
ivana :
Ma scherzate? fare la vittima? Inconciliabilità fra materrnità e libera professone? Se difendi i tuoi diritti puoi passare per profittatrice? Non solo se faccio figli rischio di farli morire di fame, e se mi costringono a non farli, mi devo sentire in colpa perchè ho preferito "la carriera" alla famiglia....I datori di lavoro pretendono straordinari? Non dovrebbero! Per di più non pagati...La mancanza di professionalità ed organizzazione dei datori di lavoro non può ricadere sui dipendenti. L'asilo chiude alle 18? E allora la colpa non è della mamma lavoratrice, ma di un governo bigotto ed ipocrita che si riempe la bocca di "tutela della famiglia" ma poi non investe in servizi sociali. I colleghi sono aggiogati dal datore di lavoro e ti odiano perchè tu giustamente difendi il tuo diritto alla vita privata, poveracci...schiavizzati e contenti! Daccordo con Edoardo c'è uno sfacio totale....A volte cerco di dimenticarlo, ma questi post mi riportano tutto l'orrore del presente...e del futuro.
Kia :
Inconciliabilità tra maternità e libera professione. In realtà le due cose entrano in conflitto perchè spesso è "libera professione"....tra virgolette.
Nel caso del titolare dello studio per cui lavoro non c'è assolutamente conflitto perchè può permettersi di sparire per ore per star dietro ai figli in quanto la sottoscritta sta in studio. Il problema è la mamma-lavoratrice finta p.iva perchè se fosse vera p.iva si gestirebbe i lavori come meglio crede.
Se fosse dipendente (perchè di fatto lo è checchè ne dica la Fornero) con contratto tutti questi problemi non si pongono o per lo meno si pongono in modo minore. Se sei statale poi fa veramente quel cavolo che vuoi ma questo è l'estremo (e secondo me anche negativo. Es.nel mio comune se un tecnico va in maternità capita che le pratiche che sta seguendo subiscano dei ritardi allucinanti perchè non vengono ridistribuite...non comment!! ma nessuno le farà mai notare che ha organizzato male il lavoro).
Ovviamente il problema è che le "collaborazioni" con gli studi in realtà sono ben altro (della serie che devi essere disponibile in sede almeno 8 ore giornaliere. Poi uno riesce un po' a svicolare da questo obbligo....ma dipende dallo studio.
pepina :
E' allucinante...
kitto :
Bando alle ipocrisie?
La mamma è sempre la mamma hai voglia a dire che i figli si crescono insieme (mamma e papà) ecco perchè, pepina, i padri finte p.iva non incontrano il problema. Sarò vecchio, tradizionalista ma credo nei ruoli sociali/naturali, tanto bistrattati oggi e non c'entra la religione, il maschilismo o l'arretratezza culturale solitamente affibbiati a chi la pensa come me. Vogliamo favorire politiche per la famiglia? Bene sono d'accordo. Come? Penso che ogni donna dal 5-6 mese di maternità smette di lavorare fino a quando il bambino non farà la prima elementare percependo una retribuzione mensile. Io mio figlio non ce lo voglio mandare al nido nè volglio sballottarlo tra un nonno e l'altro! Le spese di maternità devono pesare sulla collettività e non sul datore di lavoro.
pepina :
Allora iniziamo con il togliere l'allattamento a tutti i dipendenti pubblici maschi.
Sinceramente, nel nostro mestiere, stare fermi sei anni la vedo avvilente. Comunque credo che se una mamma finta p.iva ti assicura una certa prestazione professionale (come non importa, fatti suoi) devi darle una possibilità e non scartarla a prescindere.
kitto :
Se è avvilente non lo fai. E poi è più avvilente per la mamma crescere suo figlio senza lavoro o è più avvilente per il bambino essere sballottato tra asili e nonni fino al punto che certe mamme sono sempre nervose e stressate e vedono i figli come una palla al piede di cui vorrebbero liberarsi?
Viviamo in un epoca in cui la normalità va spiegata...
kia :
beh, è chiaro che se tutte le spese e le rotture di balle ricadono sul datore di lavoro, questo ci pensa non una ma 10 volte a prendere nell'organico una mamma..ma in generale una donna (perchè potenzialmente futura madre).
Per quello che noi donne, per qualsiasi lavoro non necessariamente a finta p.iva, partiamo già svantaggiate.
Mettici poi che di architetti ce ne è una marea, è chiaro che il titolare dello studio ha un bacino di potenziali candidati tale da poter scegliere quello che potenzialmente gli crea meno problemi senza stare a pensare che archiFra ha l'asilo fino a tardi o nonni disponibili. :-(((((
Alla :
Ti capisco benissimo, la mia situazione è molto simile alla tua. Noi donne dobbiamo essere forti e flessibili per far crescere nostri figli, altrimenti il mondo non va avanti :-) Forza, collega, la depressione è una brutta bestia, è importante a mantenere la salute, tutto il resto in un modo o in un altro prima o poi si rimedia.
Bonaparte :
Secondo me non è giusto che si arrivi ad essere madri nella condizione di finta libera professione. Questa è una gavetta c'è si dovrebbe sostenere per un paio di anni per poi accedere alla vera libera professione e magari collaborare con colleghe per sostituzioni i subentri in periodo di maternità ... La vera libera professione secondo me sarebbe conciliabile con l'essere madre, così come il lavoro da dipendente ... È questo limbo da cui non riusciamo ad uscire che proprio non va!!!
kia :
ma infatti!è questo che non va: il limbo.
Per cui devi assicurare prestazioni da lavoratore dipendente ....ma con la p.iva. Però se fai notare che hai la p.iva quindi non devi timbrare il cartellino visrtuale, e in teoria il lavoro te lo porti anche a casa ma intanto vai a recuperare all'asilo il figlio, non va bene.
E allora uno che cavolo deve fare? o hai lo studio di mamma/papà o col cavolo che mantieni il contatto col lavoro. E qua siamo sempre alle solite....
Ily :
Comunque è sempre meglio che una donna abbia il suo lavoro: se il marito/compagno perde il lavoro, oppure il rapporto entra in crisi, oppure purtroppo succede una disgrazia? Almeno la donna un paracadute lo ha.
ArchiFra :
brava ily. noi siamo in crisi perchè col patto di atbilità mio marito sta percependo dalla pubblica amministrazione per cui lavora solo il minimo, senza le indennità riconosciute. sono meno di 1500 al mese e ci stiamo vivendo in 3... e non sappiamo neanche se gli arretrati arriveranno grazie alla spending review...
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