Nina : [post n° 369989]

Volevo fare l'architetto, ma...

Sento sempre più spesso di laureati in architettura che si sono "riciclati" in altri lavori, e la cosa mi ha incuriosito - oltre che depresso, da architetto senza lavoro quale sono
Per cui vi chiedo: C'è qualcuno che fa tutt'altro lavoro rispetto al proprio titolo di studi? Come ci siete riusciti?
ponteggiroma :
Nina, se per lavoro diverso intendi qualsiasi lavoro che non sia quello che fanno Renzo Piano e simili, allora tutti facciamo un lavoro diverso
Nina :
Quello ahimè è assodato.
Intendo un impiego totalmente differente da quello del tecnico libero professionista. Per fare qualche esempio, il laureato in architettura che fa lo stilista, il grafico, l'insegnante, il pasticciere e cosi via. Molti si reinventano anche a costo di ricominciare da zero in un altro ambito, e mi interessa conoscere l'esperienza di chi l'ha tentato e ci è riuscito.
ArchiFra :
io presa dalla disperazione ho fatto concorsi pubblici e ora lavoro in comune, occupandomi di autorizzazioni ambientali e impianti di carburante.
come macro area ci siamo a competenza, ma decisamente non faccio l'architetto :(
fulser :
la maggior parte dei laureati in architettura che conosco fa altro. Non so se riuscirai a sentire le loro storie, presumibilmente se fanno altro non frequentano questo forum.
kia :
io conosco un collega che ha sfruttato l'opportunità di avere un fondo di negozio appartenente alla sua famiglia da una vita e si è messo a fare il commerciante (ma appunto, è una cosa di famiglia, non è partito da zero e il know how familiare, oltre che al fondo, aiuta per non cacciarsi nei casini). Però da quel che so ha mantenuto iscrizione e tutto quel che ne consegue per seguire lavori se capitano.
Un'altra collega invece si è buttata nel campo immobiliare turistico che forse è l'unica economia che tira sul serio nella mia città. Si è fatta il sito, si è presa in affitto un piccolo ufficio e mi pare che la cosa abbia ingranato bene. Anche lei mantiene iscrizione e p.iva da architetto perchè comunque trattandosi di immobili c'è anche da curarne aspetti manutentivi.
Questi sono gli unici casi che mi vengono in mente al momento e non c'è stato il totale abbandono della professione ma una sorta di affiancamento ad altre attività. Da dire inoltre che li conosco da una vita entrambi e li ho sempre considerati molto in gamba.
sclerata :
io ho lavorato 7 anni in un'impresa di costruzioni, certo l'ambito è quello, ma alla fine l'architetto lo facevo gran poco, mi occupavo di sicurezza e qualità e poi di tutto quello che capitava a tiro tipo contratti, manutenzione del sito, riscossione affitti, ma di progettazione niente di niente. ora che mi sono licenziata faccio un po' di progettazione ma non abbastanza da poter dire che lavoro, purtroppo.
sclerata :
ah..conosco una mia coetanea che si è laureata tardissimo (tipo a 32 anni) che cuce cappotti per cani e li vende on line.
un mio ex compagno di classe che è laureato in ingegneria (era bravissimo) che ha un b&b in una nota località sciistica (ma è nato lì e abita lì quindi non è partito propria dal nulla)
due compagne delle superiori (geometra) che hanno un bar
un'altra che si è aperta una profumeria
insomma...tanti purtroppo non fanno quello per cui hanno studiato.

diverse volte ho pensato anche io di cambiare del tutto, ma non so su che basi. oltre a non avere "capitale" da investire non alcune esperienza di commercio, non sto in una località con turismo consolidato, cucino bene ma non credo di avere le basi minime anche solo per aprire una bettola...insomma. boh
Edoardo :
Io non faccio l'architetto ma lavoro presso dei tecnici/imprenditori da 10 anni. Stesso settore forse, ma "fare l'architetto" è ben altra cosa. Adesso sto facendo la fognatura di una stazione di servizio di un paesino.
ponteggiroma :
@Nina, posso permettermi di variare leggermente la tua domanda? Scusami, ma la cosa mi incuriosisce troppo... Cosa intendete esattamente per: fare lavoro d'Architetto?
Edoardo :
Cmq noto che qualcuno ancora fa finta di non capire che "fare l'architetto" non significa fare il tecnico. E' un mestiere intellettuale che coinvolge la tecnica, ma non è fare il tecnico. L'archistar fa l'architetto, non fa l'archistar... ...sono gli altri millemila che non possono progettare più neppure un pollaio che fanno un altro mestiere... onorabilissimo per carità. Questa è la realtà... e questo è il motivo percui 1 su 1000 campa facendo l'architetto (che sia di esterni - interni - casette - restauri - cucchiaio - città ecc....). Io non sono tra questi.
Ily :
Edoardo, cosa vuol dire "fare l'architetto"?
Io mi sono in parte riciclata come giornalista di architettura part-time (molto part-time) e rispondo a quesiti tecnici su forum di settore.
Faccio anche lavori di grafica e qualche modellazione 3D.
Ma per me è esattamente "fare l'architetto", anche perché a me non piace progettare e basta.
fuji :
Ciao ily, posso sapere come hai fatto a fare la giornalista di architettura? mi piacerebbe capire come fare, da dove partire senza grandi pretese anche solo a livello locale..
grazie
Ily :
Io sono stata molto fortunata: ho trovato una rivista che nel proprio sito aveva la possibilità di mandare il curriculum, l'ho mandato e mi hanno presa :-)
Micio :
Per chi vuole fare l'architetto: che ne pensate di questo annuncio?www.professionearchitetto.it/lavoro/offerte/Piemonte/12535/Concept-S…
Edoardo :
Si specula sul termine "progettare" IMHO per usarlo a proprio piacimento. Anche un restauro è frutto di un progetto... ..non solo la casetta cattiva perchè "nuova" o l'inrrivabile architettata di archistar, cattiva e brutta pure quella perchè non possiamo progettarla noi. Capisco che a molti possa dare fastidio... ma imho è lapalissiano. Poi... uno può fare un prestigioso lavoro nel settore edile (o neanche) e realizzarsi... ...ed un altro ostinarsi a fare l'architetto, cioè il progettista, ed avere le pezze al cubo. Imho neppure firmare un progetto significa "fare l'architetto" necessariamente. Fare l'architetto significa, per me, operare scelte progettuali volte al soddisfacimento di requisiti non solo tecnici ma anche umani (sensoriali, fruitivi) e sociali. Potremmo anche parlare di cosa vuol dire fare l'avvocato o l'ingegnere. L'architetto dovrebbe essere quella figura che ottimizza e migliora, attraverso la tecnica e il progetto, il rapporto tra uomo e ambiente. Il tecnico è quella figura che utilizza conoscenze tecniche per ottimizzare il rendimento ed il funzionamento di un qualcosa col fine di ottimizzare il rendimento ed il funzionamento di un qualcosa... e basta. Il giornalista tecnico è quella figura che utilizza conoscenze tecniche per divulgarle attraverso articoli e scrittura. Un geometra e un ingegnere possono fare gli architetti.. e tutti possiamo fare i tecnici. Io la vedo così, scusate.
ponteggiroma :
Premesso che personalmente non me ne può fregà de meno se mi sento meno architetto e più geometra o tendenzialmente artigiano, o capocantiere, o muratore, o tecnico, o simili... ma non trovate anche voi che questo dover a tutti i costi "operare scelte progettuali volte al soddisfacimento di requisiti non solo tecnici ma anche umani (sensoriali, fruitivi) e sociali... ecc..." stia rischiando di tagliare fuori dal mercato un sacco di gente convinta di aver studiato per fare solo quello?
A volte mi viene in mente la famosa barzelletta di quello che doveva essere salvato dal diluvio universale e mentre aspettava l'intervento divino non accettava passaggi dalle barche che gli offrivano aiuto. Alla fine morì affogato!
sclerata :
al di là di tutto, io credo che nel momento in cui sto progettando qualcosa (casetta, interno, parco, giardino, ponte o quello che vi pare) sto facendo l'architetto. io prima non lo facevo, mi buttavano addosso di tutto ma fare i pos e psc per me non era fare l'architetto, compilare un sacco di documenti (fuffa, inutile per come venica fatta!) per avere il rinnovo iso 9001 non era fare l'architetto.
adesso lo faccio
ho in mano due progetti e forse un terzo in arrivo...sono cose che nemmeno lontanamente si avvicinano al concetto di archistar, ma sono cose oneste che cerco di fare al meglio. una sta venendo su bene, questa primavera finiscono i lavori, a fianco c'è un'altra casa che sta venendo su in contemporanea, progettata da un geometra che conosco bene (è mio zio) e posso dire che la differenza si vede. e tanto.
ponteggiroma :
e quindi? Vorresti dire che se ti chiedessero di produrre pos, psc e rinnovi di iso 9001 a botte di 20/30 al mese non accetteresti perchè "non è fare l'architetto"?
sclerata :
assolutamente no.
non hai capito quello che intendo.

quel tipo di lavoro (pos iso ecc...) per me non erano fare l'architetto nel momento in cui ero costretta a farlo come se fosse un mero fare carta.
ovvio che per i miei progetti mi faccio il mio psc e non mi fa certo schifo.






Edoardo :
ponteggi.... "tutti i costi" de che!!! ;- ) Un conto è quello che "si deve" fare per lavorare... un conto è parlare di cosa significhi fare l'architetto. Può darsi anche, tuttavia, che ci siano persone laureate che, oltre a non avere alcuna possibilità di firmare progetti, siano in cuor loro sempre state consapevoli di non avere alcuna capacità intellettuale nel progettare (dal cucchiaio alla città). Ben vengano allora i POS gli APE e le vespe. Sono fortunati IMHO, perchè possono fieramente, se realmente onesti, sentirsi orgogliosi ed "architetti" nel fare qualsiasi cosa riguardante il settore. Potessi viverci dignitosamente, con la progettazione e pratiche intimamente connesse (computi capitolati DL)... i POS e pratiche varie li delegherei volentieri a qualcun altro, qualche altra figura intercambiabile.
sclerata :
ecco, forse edoardo si è spiegato meglio di me.

quando ho fatto il colloquio dal tizio delle 1000 euro lorde lui mi ha detto "eh ma io catasto, certificazioni, sicurezza ecc non le faccio perchè non sono capace e non mi piace"
o forse perchè può non farle.

Edoardo :
Conobbi un arch. di BO, supponente ed abbastanza giovane, che si permetteva di fare l'architetto "puro" progettista perchè il fratello ha aperto una catena nazionali di centri di fisioterapia e riabilitazione. Roba da tanti tanti soldi. Embè gli dissi a cena: "Spesso progetto reti fognarie dove lavoro..." e lui, seccato: "No non mi occupo di quello... ME LE FA UN RAGAZZO in studio" come fossi di una razza inferiore. Forse ci vuole SIA umiltà (che manca a molti)... ...SIA onestà intellettuale nell'agognare un certo tipo di carriera e soddisfazione intellettuale senza ipocrisìe.
ponteggiroma :
Personalmente il "travaglio interiore" fra quello che dovevo fare e quello che potevo fare l'ho vissuto anch'io e per fortuna mi è durato solo il primo anno dopo l'università. Non credo tuttavia che sia tanto difficile, far fruire interagire l'uomo con l'ambiente ecc... anzi trovo che, fra tutte le possibili specializzazioni, sia quella che ti permette di guadagnare di più con meno sforzi, solo che ovviamente quello è lavoro per quei pochi che hanno avuto la fortuna di trovarsi la strada spianata. Sono convinto che il 99% dei neolaureati riuscirebbe a farlo come e meglio di tante archistar. Per chiudere la discussione, che fra l'altro rischia di divenire stucchevole, trovo pericoloso, soprattutto per i giovani che si devono costruire un futuro, insistere su questi dibattiti astratti creandogli l'illusione che siamo stati fatti e istruiti per realizzare monumenti, cattedrali e cucchiaini destinati a rimanere nella memoria collettiva. Lo dico perchè ho assistito troppe volte ad episodi di gente che rinunciava a serie possibilità di carriera perchè convinta di essere destinata a raggiungere chissà quale sommo obiettivo. Ecco spiegato perchè, solo nel nostro settore, c'è gente disposta a fare da zerbino negli studi professionali, mentre negli ambienti normali la gente lavora per il vil denaro.
Edoardo :
Ma non siamo tutti uguali, grazie a Dio... detto tuttavia da uno che sostiene "PECUNIA NON OLET".
Arch&Cons :
Io domattina mi alzerò e andrò a fare tutt'altro. Come ci sono riuscita? Semplice, la necessità aguzza l'ingegno, quindi ho iniziato a tirare fuori i conigli dal cappello. Se "dal cucchiaio alla città" non ti permette di arrivare neanche all'inizio del mese (figuriamoci alla fine!) ad un certo punto l'orgoglio lo indirizzi da un'altra parte. Io sto molto meglio psicologicamente da quando ho uno stipendio certo e faccio l'architetto solo per hobby (hobby = crisi - o se vuoi, una nuova filosofia sulla professione - e data questa uguaglianza, l'aria "snob" dell'affermazione attecchisce solo con chi non sa che con l'architettura al momento non ci si campa).
@ponteggi, anch'io sono destinata a raggiungere un sommo obbiettivo, ma se non trovo un modo per pagare le spese del mio studio, dubito di riuscire a raggiungerlo.
sclerata :
Arch&cons...che cosa è questo tutt altro? Così per curiosità...
Arch&Cons :
Comunque Nina, ottimismo a parte, io sono ri-partita dopo aver toccato la disoccupazione totale (comune a molti giovani che non trovano più nessun tipo di lavoro). Sono arrivata al punto che qualunque lavoro mi andava bene pur di portare a casa dei soldi (anche per sentirmi psicologicamente meglio). Cercherò di reinvestire parte di quello che riesco a risparmiare nel mio studio ... se troverò incarichi bene, altrimenti mi rassegnerò a cambiare strada. Alla fine quello che conta non è tanto che lavoro fai, ma il resoconto che ti mostra a fine mese il tuo estratto conto corrente, soprattutto quando hai famiglia e figli.
fuji :
Scusa senza ovviamente entrare nel particolare queste tipo di consulenze sono pagate diciamo dignitosamente o al massimo ci si va a mangiare una pizza 1 volta al mese?!
grazie
john :
Per quanto mi riguarda io l'architetto inteso come sommo termine non l'ho mai fatto. Insomma in tutti i campi ci sono queste sottili differenze. Le professioni si sono spalmate e si sono evolute. Insomma quanti medici svolgono la professione seguendo il "giuramento"? Leggetelo per bene e poi ditemi, eppure GUAI a dirlo a un medico.

Io non ho mai fatto "l'architetto". Sapevo che non lo avrei fatto neanche quando mi sono iscritto all'università. Faccio il tecnico edile, il burocrate, il geometra, il vigile del fuoco, etc. ma di architettura ZERO , almeno per come qualcuno me l'aveva insegnata nelle aule dell'università. Secondo me non la fanno in molti. Mi si è incancrenito il cervello e non riuscirei nemmeno più a dire cosa sia per me realmente l'architettura. Lavoro, cerco di farmelo piacere e invidio chi si alza la mattina o magari neanche va a dormire sapendo che gli piace il proprio e non vede l'ora di cominciare ogni giorno. Come occupazione e soddisfazione morale e intellettuale e non solo per lo scopo di lucro. Ovvio poi ci si deve anche mangiare e se si mangia bene è anche meglio

Nonostante tutto però mi piace spesso quello che faccio e ci metto passione, pure fosse un fognolo o una pratica di catasto; mi accorgo però che il tempo passa e che ho delle cose da mantenere, la vita da proseguire come ormai l'ho impostata io, volontariamente o non volontariamente...perché a volte la propria vita uno se la crea ma a volte va anche da se e ti porta dove magari non avresti voluto andare. Quindi ormai arrivato ai 40 dico che la professionalità in giro è poca poca...c'è ormai di tutto e se avessi l'occasione lascerei questo mondo per fare altro, non è detto che vada meglio, ma altro...perché ne vedo tante, troppe tutti i giorni e sono stufo...è un discorso molto complicato...e forse quello che ho scritto è uno sfogo che molti neanche capiranno e smetteranno di leggere alla seconda riga.
e.arch :
john, come penso molti altri qui, ti capisco e condivido pienamente! con l'unica eccezione che durante il corso di studi mi hanno fatto credere che avrei fatto l'architetto vero, facendomi solo perdere un sacco di tempo..!! ma forse l'illusione è negli occhi di chi guarda...
mrc77 :
premetto che ho 38 anni, faccio questo mestiere ancora prima di laurearmi, ho avuto possibilità di confrontarmi con progetti di grande scala (urbanistica), P. di Recupero in centro storico, fino a catasti e condoni (almeno fino a quando l'edilizia, architettura e urbanistica funzionavano, visto da un paio d'anni a questa parte pare che sia tutto morto)..... personalmente trovo umiliante e svilente ridurre il mestiere ad intellettuale....questa visione distorta (che ci viene calata dall'alto della finta rivoluzione culturale in italia del '68) è la causa della scomparsa della figura dell'architetto in italia (che ad oggi è ridotta al triste ruolo di arredatore o progettista d'interni). Io, come tanti altri immagino, ho avuto la possibilità di studiare all'estero per un paio d'anni, ho sperimentato come la didattica e la formazione dello studente all'estero sia quasi esclusivamente tecnica. Ricordo a tutti che dietro lo schizzetto dell'archistar esiste un mondo normativo, una serie di studi analitici che rendono possibile la realizzazione del suddetto schizzo. L'architetto è un mestiere tecnico! che si basa su analisi oggettive, analisi strutturali, analisi normative ecc ecc.... il resto sono solo chiacchiere da bar dello sport.... (scusate lo sfogo :))
Arch&Cons :
Scusate il ritardo ... la descrizione realistica è che tengo a bada le future generazioni con la pretesa di tramandargli un sapere di cui a loro gliene frega poco o niente.
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