Giuseppe : [post n° 388783]

Distanze dai confini

Carissimi colleghi e non, sono un ingegnere e mi trovo davanti un problema di distanza dai confini. Il mio cliente ha un lotto di terreno in parte in zona C/6 ed in parte in zona agricola. La zona C/6 impone come vincolo la distanza dai confini del lotto di 6,00 metri mentre la zona agricola 10,00 metri. Progetto così una villetta ricadente in buona parte in zona C/6 ed in parte in zona agricola. Le distanze dai confini sono tutte soddisfatte nel senso che la villetta progettata dista 6,00 metri dai terreni adiacenti C/6 e dista 10,00 metri dai terreni agricoli adiacenti. Quindi tutti i proprietari confinanti non sono pregiudicati nelle loro possibilità edificatorie vedendo rispettate le distanze della nuova costruzione per la zona urbanistica del loro terreno, . Dall'ufficio tecnico del comune in cui ho presentato il progetto mi rispondono che debbo rispettare la distanza di 6,00 metri dai terreni adiacenti C/6 ma debbo rispettare anche la distanza di 6,00 metri dalla linea di separazione fra le due porzioni di terreno C/6 e agricola. Cioè mi stanno chiedendo di rispettare una distanza da una linea immaginaria che si trova all'interno della stessa particella di terreno distanziando la nuova costruzione di 6,00 metri non da un'altra proprietà ma dalla stessa proprietà del mio cliente. A cosa serve rispettare una distanza da una linea che si trova nello stesso terreno? Se dopo quella linea immaginaria c'è la stessa particella di terreno dello stesso proprietario perché debbo distanziarmi di 6,00 metri?
Paolo :
Secondo me, se ho capito bene il problema, hanno ragione i tecnici del Comune.
Il rispetto della "linea immaginaria" sta nel fatto di salvaguardare le distanze dai confini tra due zone omogenee diverse di Prg, ovvero c/6 ed agricola.
Il fatto che la particella è sempre dello stesso proprietario tuo cliente non significa niente, poichè la stessa porzione potrebbe essere un giorno venduta a terzi tramte frazionamento della proprietà o espropriata dal Comune ad esempio per costruirvi una scuola o un edificio pubblico anche a seguito di variante al prg. Quindi, avendo già una distanza rispettatta dalla cosiddetta "linea immaginaria", i terzi o il Comune non vedrebbero pregiudicate le possibilità edificatorie future.
Anzi, secondo me la distanza di 6,00 metri dalla linea di separazione fra le due porzioni di terreno C/6 e agricola dovrebbe essere di mt 10,00, poichè questa è la distanza richiesta come vincolo da un confine rispetto ad una zona agricola.
Infatti, se tu lasci solo mt 6 dalla linea immaginaria rispetto alla zona agricola (dove in realtà il vincolo ne impone 10), un giorno chi costruirà in zona agricola, rispettando correttamente i 6 mt di distanza dalla c/6, e avendo la tua villetta a soli 6 mt di distanza, avrà solo 6+6=12 mt di distanza tra gli edifici, e non 6+10=16 come in realtà dovrebbe avere in questi casi.

Giuseppe :
Paolo, ti ringrazio per le battute, sono servite a sdrammatizzare. Tuttavia noi tecnici prendiamo molto sul serio queste circostanze. Dietro ad una risposta del genere da parte di un tecnico comunale trovi altri tecnici che perdono un'opportunità di lavoro, lo stesso dicasi per le imprese (carpentieri, imprese edili, piastrellisti, idraulici, elettricisti), fornitori di materiale edile e per ultimo, ma non ultimo, il committente che perde l'opportunità di realizzare un'abitazione a norma dal punto di vista sismico, energetico ecc. Dimenticavo il comune che non incassa gli oneri concessori ed in genere una microeconomia che resta bloccata.
Archimum :
A me Paolo sembrava serio e credo sia corretto quello che ha detto. Forse sono io che non ho capito le battute...
Paolo :
Infatti non ho neanche io capito cosa volesse intendere Giuseppe con il discorso delle battute...boh. Forse avrebbe voluto che tutti noi colleghi avremmo dato ragione a lui e non ai tecnici comunali; non è così che ci si confronta.
Giuseppe :
No Paolo, non voglio ragione a tutti i costi. Mi scuso con te se ho capito male. Ma, assodato che non erano battute, vorrei allora capire meglio da te e anche da Archimum che ti condivide e vi porgo alcune domande.
- Perché un proprietario di un lotto di terreno dovrebbe limitarsi nel costruire la propria abitazione in previsione di un esproprio del comune? Dalle mie parti nessuno ha mai fatto una considerazione del genere. Aggiungo che il lotto di terreno in questione proviene da un ricorso al TAR che, dando ragione al proprietario, ha imposto al comune la variante urbanistica. Il comune infatti non ha eseguito nei tempi stabiliti le opere previste dal PRG. In queste condizioni potete immaginare che proporre al proprietario l’edificazione in funzione dell’esproprio è semplicemente ridicolo.
- Il vincolo di distanza dai confini per la zona C/6 è di 6,00 metri e per la zona agricola è di 10,00 metri. Tu Paolo, se ho ben capito, ritieni corretto, per chi costruisce in zona C/6, lasciare una distanza di 10,00 metri dal confine della zona agricola. Invece chi costruirà in zona agricola dovrà rispettare i 6,00 metri. Dici inoltre che la distanza corretta fra due edifici dovrebbe essere di 16,00 metri. A mio parere hai invertito i vincoli sulle distanze. Non si può proporre una distanza dai confini maggiore per la zona C/6 (10,00 metri invece di 6,00 metri), non si può ridurre la distanza dai confini per la zona agricola (6,00 metri invece di 10,00 metri) e soprattutto la distanza fra due costruzioni in zona agricola deve essere di 20,00 metri e non 16,00 metri.
- Infine, Paolo ipotizza un frazionamento in zona agricola per vendere a terzi. Se lo avete fatto vorrei capire come ci siete arrivati. Dalle mie parti, ammesso che si arrivi a farlo, ti bussa alla porta la Procura della Repubblica.
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