Scrivo per l'ennesima volta (credo) in questo forum perchè vorrei intraprendere il corso di architettura all'università, ma vorrei capire da voi esperti se le mie aspettative lavorative su questa professione sono fondate oppure pura fantasia.
Allora, da quanto leggo dai precedenti post, non vedo nessuna persona granché soddisfatta della professione. Anzi, alcuni ne danno una visione molto apocalittica. Quello che mi domando: è possibile che uno che si laurea in architettura non possa fare il mestiere proprio dell'architetto, ovvero disegnare palazzi, case, ponti, ecc, esercitare la propria creatività architettonica avendo un proprio studio, invece di passare la carriera a disegnare cessi oppure a vendere piastrelle? Io non capisco. Cosa fanno la maggior parte degli architetti? Fanno tutti la fame? Veramente non capisco. Eppure nel forum ci sono offerte di lavoro.
EDO : [post n° 426793]
ENNESIMO DUBBIO RIVOLTO A VOI ARCHITETTI
La maggior parte degli architetti fa la fame o non fa l'architetto. Diciamo che vivere di professione pura lo fanno in pochi e non certo quelli giovani!. le offrrte di lavoro se guardi sono tutti con stipendi da fame!
Questo mestiere è bellissimo, ma se non hai passione non intraprenderlo. cos'è la passione? qualcosa che senti dentro, ma purtroppo con solo quella ti trovi a disegnare cessi!
Questo mestiere è bellissimo, ma se non hai passione non intraprenderlo. cos'è la passione? qualcosa che senti dentro, ma purtroppo con solo quella ti trovi a disegnare cessi!
come dice dna, la normalità ormai è fare la fame o non fare l'architetto ma il burocrate o il vebditore di piasterlle! le offerte di lavoro sono tante, sì, ma guardale bene: chiedono solo neolaureati (meglio se con esperienza) in modo da legittimare stipendi illegali (ovviamente con partita iva, o in nero, in modo da non dover fare il contratto nazionale con paga minima dignitosa).
il problema è che il numero chiuso in italia è un finto numero chiuso, invece che accettare circa 500 studenti dovrebbero accettarne 200. non parliamo poi ora del 3+2 che è stato delirante per certe acoltà, tra cui architettura, perchè ha allargato ancora di più le maglie facendo passare troppe persone invece che fare una scrematura nel corso degli anni.
lascia perdere, oppure se ci tieni così tanto perchè hai la visione romantica e irreale del nostro mestiere, come emerge dalle tue parole, rassegnati a trasferirti all'estero ma non pensare che sia tanto meglio: ponti e palazzi li progetti solo se entri in un mega studio dove sei solo un numero tra tanti caddisti
il problema è che il numero chiuso in italia è un finto numero chiuso, invece che accettare circa 500 studenti dovrebbero accettarne 200. non parliamo poi ora del 3+2 che è stato delirante per certe acoltà, tra cui architettura, perchè ha allargato ancora di più le maglie facendo passare troppe persone invece che fare una scrematura nel corso degli anni.
lascia perdere, oppure se ci tieni così tanto perchè hai la visione romantica e irreale del nostro mestiere, come emerge dalle tue parole, rassegnati a trasferirti all'estero ma non pensare che sia tanto meglio: ponti e palazzi li progetti solo se entri in un mega studio dove sei solo un numero tra tanti caddisti
Già Dante Alighieri premoniva:
"...Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"...
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: "Guai a voi, anime prave! ..."
Così sen vanno su per l'onda bruna,
e avanti che sien di là discese,
anche di qua nuova schiera s'auna...
__________________________________
Consiglio: se non sei agganciato e/o ricco e/o figlio di studio avviatissimo.... studia all'estero e fatti una carriera là. Impara bene le lingue, inglese e tedesco soprattutto.
Questo se vuoi fare l'architetto.
"...Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"...
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: "Guai a voi, anime prave! ..."
Così sen vanno su per l'onda bruna,
e avanti che sien di là discese,
anche di qua nuova schiera s'auna...
__________________________________
Consiglio: se non sei agganciato e/o ricco e/o figlio di studio avviatissimo.... studia all'estero e fatti una carriera là. Impara bene le lingue, inglese e tedesco soprattutto.
Questo se vuoi fare l'architetto.
La professione pura, in Italia, senza conoscenze, agganci e soprattutto una certa tranquillità pregressa (di famiglia) è molto complicata almeno in termini di avvio dell'attività, ma è complicata come può esserlo per qualunque professione necessiti di una penetrazione exnovo del singolo come capofila (avvocati, notai, ingegneri, medici ecc).
Del resto è vero anche che è complicato dire cosa significhi "fare l'architetto". Fare architettura è tante cose diverse, è competenze trasversali che si acquisiscono con anni di pratica, studio ed esperienza che trovano la sintesi nell'Architetto.
Detto questo di certo la professione non è esercitare "la creatività architettonica e disegnare" ponti, case palazzi, perchè questo è quello che fai all'università ed è il lvl ZERO dell'architettura. Un Architetto sa che il segno (il disegno) è in realtà progetto, è materia, è luce, è suggestione, è volume, è vuoti e pieni, è statica, dinamica, organismo complesso che è somma delle parti e parte di una somma più grande, è misura, tecnica, scienza, arte. Il tutto calato in un complesso sistema di regole, norme e margini che vincolano le possibilità del segno e quindi del progetto.
Il progetto architettonico è una roba di una complessità enorme che necessità un know how trasversale che va molto oltre il disegno e la "creatività".
Ti senti di intraprendere questa strada?
Puoi saperlo, intimamente, solo tu ma no non è facile, non è per tutti, ma voglio chiudere positivamente dicendoti che è possibile a patto di avere le possibilità e le competenze per raccogliere la sfida. Puoi vivere del tuo facendo l'architetto dovrai solo trovare la tua strada in quel grande contenitore che è l'architettura.
Buona scelta.
Del resto è vero anche che è complicato dire cosa significhi "fare l'architetto". Fare architettura è tante cose diverse, è competenze trasversali che si acquisiscono con anni di pratica, studio ed esperienza che trovano la sintesi nell'Architetto.
Detto questo di certo la professione non è esercitare "la creatività architettonica e disegnare" ponti, case palazzi, perchè questo è quello che fai all'università ed è il lvl ZERO dell'architettura. Un Architetto sa che il segno (il disegno) è in realtà progetto, è materia, è luce, è suggestione, è volume, è vuoti e pieni, è statica, dinamica, organismo complesso che è somma delle parti e parte di una somma più grande, è misura, tecnica, scienza, arte. Il tutto calato in un complesso sistema di regole, norme e margini che vincolano le possibilità del segno e quindi del progetto.
Il progetto architettonico è una roba di una complessità enorme che necessità un know how trasversale che va molto oltre il disegno e la "creatività".
Ti senti di intraprendere questa strada?
Puoi saperlo, intimamente, solo tu ma no non è facile, non è per tutti, ma voglio chiudere positivamente dicendoti che è possibile a patto di avere le possibilità e le competenze per raccogliere la sfida. Puoi vivere del tuo facendo l'architetto dovrai solo trovare la tua strada in quel grande contenitore che è l'architettura.
Buona scelta.
EDO devi capire che oltre a un problema di mercato , cioè il fatto che in Italia ci sono tanti architetti quanti in Inghilterra Francia e Portogallo e oltre con una economia della costruzione che non va , esiste un problema normativo. Questo spesso viene guardato poco ma è altrettanto importante. Molte leggi fatte negli ultimi 20 anni vanno letteralmente contro la nostra professione. Per legge uno studio di architettura puó non pagarci come dipendenti ma come liberi professionisti a p. IVA. Per legge non ci sono tariffari e molte amministrazioni pubbliche addirittura fanno bandi gratuiti. Per legge nel sistema delle procedure edilizie complesse per la creazione di edifici pubblici e privati non c'è un architetto ma una impresa. Perciò la vita degli architetti italiani è segnata. Perciò se dovessi tornare in Italia smetterei di fare l'architetto.
Tutto chiaro?
Tutto chiaro?
"...è possibile che uno che si laurea in architettura non possa fare il mestiere proprio dell'architetto, ovvero disegnare palazzi, case, ponti, ecc, esercitare la propria creatività architettonica avendo un proprio studio..."
Certo che è possible, ma nessuna di queste cose coincide con l'eventualità che dalla porta dello studio entrino clienti disposti a concretizzare i disegni e la creatività. Ergo, tutto ciò che descrivi, non è detto produca un reddito.
Nulla e nessuno ti vieta di abilitarti alla professione, aprire uno studio e progettare. Ma progettare cosa? Per chi?
Aggiungo che le offerte di lavoro ci sono, ma se leggi bene, qualche volte tra le righe, nulla hanno a che spartire con quanto dici di sognare di fare.
Certo che è possible, ma nessuna di queste cose coincide con l'eventualità che dalla porta dello studio entrino clienti disposti a concretizzare i disegni e la creatività. Ergo, tutto ciò che descrivi, non è detto produca un reddito.
Nulla e nessuno ti vieta di abilitarti alla professione, aprire uno studio e progettare. Ma progettare cosa? Per chi?
Aggiungo che le offerte di lavoro ci sono, ma se leggi bene, qualche volte tra le righe, nulla hanno a che spartire con quanto dici di sognare di fare.
Ancora un consiglio ti posso dare. Salta per un momento la università, Presentati in uno studio di architettura e scopri quanto è profonda la tana del bianconiglio. Vai in uno di quelli un pò grandi, quelli un po' più noti della tua città. Entra e chidi info generiche , inventati qualcosa una scusa e osserva il clima del personale. Io ne ho visti tantissimi di studi non solo quelli dove ho lavorato. A Roma li ho visitati quasi tutti. Alla fine ho capito.
"...uno che si laurea in architettura non possa fare il mestiere proprio dell'architetto, ovvero disegnare palazzi, case, ponti, ecc,..."
Il problema è far capire agli aspiranti architetti ed alla maggioranza degli architetti che già lavorano, che il nostro mestiere non è disegnare ma progettare.
Il problema è far capire agli aspiranti architetti ed alla maggioranza degli architetti che già lavorano, che il nostro mestiere non è disegnare ma progettare.
Maria secondo me è riduttivo far coincidere la nostra professione con la progettazione pura: sicuramente nella maggior parte dei casi è vero e la maggior parte degli architetti sono essenzialmente progettisti o aspiranti tali.
Io stessa progetto, naturalmente, se e quando capita. Eppure si possono fare mille altre cose con la laurea in architettura: ad esempio dedicarsi al restauro; allo studio dell'edilizia storia e all'archeologia dell'architettura; alla progettazione strutturale e al miglioramento sismico (che non è progettazione architettonica in senso stretto); al rilievo ad alti livelli (rilievo topografico, fotogrammetria, laser scanner, droni); alla divulgazione e alla docenza (che ad esempio sono una parte rilevante del mio lavoro); al design; al rendering e alla grafica.
Adesso vengo a te Edo:
1) mi dispiace per te ma gli architetti non fanno ponti - se non passerelle pedonali e poco altro - perché i calcoli strutturali di questo tipo per legge in Italia possono farli solo gli ingegneri civili. I calcoli strutturali degli edifici possono farli anche gli architetti, ma non credo che tu - ora - voglia fare lo strutturista;
2) scegliere piastrelle e progettare cessi (o meglio bagni) sono una parte rilevante della progettazione architettonica, quindi su questo ti devi rassegnare;
3) nel mio specifico settore (restauro) il bravo architetto è quello che in un progetto di restauro NON impone il proprio stile, ma si lascia guidare dall'edificio (e credimi: è molto più facile progettare una nuvola futuristica nel lotto dismesso di periferia);
4) anche nelle ristrutturazioni correnti (cioè il classico appartamento) l'architetto non può imporre la propria personalità, perché poi saranno i committenti - che per inciso ti pagano - che dovranno vivere e usare lo spazio: io posso consigliare colori e materiali, ma se il cliente vuole i muri fuxia a pallini gialli e le piastrelle del bagno zebrate o pitonate, quello da me ottiene.
Hai un'idea molto romantica del nostro mestiere: sappi che non esiste nulla che sia "troppo elevato" da non rientrare nelle competenze dell'architetto. Per dire, di recente ho fatto una perizia per danni da infiltrazioni d'acqua. Anzi, personalmente diffido moltissimo dei colleghi che progettano cose "creative", che spesso sono assurde dal punto di vista pratico e funzionale, costosissime e di difficile manutenzione. Bruno Munari, che è stato un grande designer, artista e scrittore italiano, nel 1971 ha scritto questa frase: "Il sogno dell'artista è comunque quello di arrivare al Museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati rionali". Te la parafraso: l'obiettivo di un architetto deve essere quello di risolvere i problemi della gente, in modo esteticamente valido e spendendo poco. Non fare le nuvole di Fuksas e il ponte di Calatrava a Venezia (costosissimo e con problemi pratici assurdi: in pratica la gente scivolava sulla pavimentazione di cristallo e giustamente faceva causa al comune).
Sicuramente ti consiglio di fare architettura, se è quello che desideri: tra cinque anni il mercato del lavoro potrebbe essere cambiato quindi è assurdo rinunciare solo per paura di non trovare lavoro. Vedrai che dando gli esami capirai presto la tua strada. Io entrai ad architettura e volevo fare la designer, solo che è rispuntata fuori la mia passione atavica per l'archeologia e adesso sono felicissima e il mio lavoro è un misto di: divulgazione sull'architettura storica, collaborazione con due riviste on-line (per una di esse il mese scorso ho scritto proprio 4 articoli con recensioni di piastrelle), consulenze correlate al restauro (non progettuali) e ovviamente qualche ristrutturazione se capita (pacchetto completo: rilievo, progettazione, pratica burocratica e direzione dei lavori).
Io stessa progetto, naturalmente, se e quando capita. Eppure si possono fare mille altre cose con la laurea in architettura: ad esempio dedicarsi al restauro; allo studio dell'edilizia storia e all'archeologia dell'architettura; alla progettazione strutturale e al miglioramento sismico (che non è progettazione architettonica in senso stretto); al rilievo ad alti livelli (rilievo topografico, fotogrammetria, laser scanner, droni); alla divulgazione e alla docenza (che ad esempio sono una parte rilevante del mio lavoro); al design; al rendering e alla grafica.
Adesso vengo a te Edo:
1) mi dispiace per te ma gli architetti non fanno ponti - se non passerelle pedonali e poco altro - perché i calcoli strutturali di questo tipo per legge in Italia possono farli solo gli ingegneri civili. I calcoli strutturali degli edifici possono farli anche gli architetti, ma non credo che tu - ora - voglia fare lo strutturista;
2) scegliere piastrelle e progettare cessi (o meglio bagni) sono una parte rilevante della progettazione architettonica, quindi su questo ti devi rassegnare;
3) nel mio specifico settore (restauro) il bravo architetto è quello che in un progetto di restauro NON impone il proprio stile, ma si lascia guidare dall'edificio (e credimi: è molto più facile progettare una nuvola futuristica nel lotto dismesso di periferia);
4) anche nelle ristrutturazioni correnti (cioè il classico appartamento) l'architetto non può imporre la propria personalità, perché poi saranno i committenti - che per inciso ti pagano - che dovranno vivere e usare lo spazio: io posso consigliare colori e materiali, ma se il cliente vuole i muri fuxia a pallini gialli e le piastrelle del bagno zebrate o pitonate, quello da me ottiene.
Hai un'idea molto romantica del nostro mestiere: sappi che non esiste nulla che sia "troppo elevato" da non rientrare nelle competenze dell'architetto. Per dire, di recente ho fatto una perizia per danni da infiltrazioni d'acqua. Anzi, personalmente diffido moltissimo dei colleghi che progettano cose "creative", che spesso sono assurde dal punto di vista pratico e funzionale, costosissime e di difficile manutenzione. Bruno Munari, che è stato un grande designer, artista e scrittore italiano, nel 1971 ha scritto questa frase: "Il sogno dell'artista è comunque quello di arrivare al Museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati rionali". Te la parafraso: l'obiettivo di un architetto deve essere quello di risolvere i problemi della gente, in modo esteticamente valido e spendendo poco. Non fare le nuvole di Fuksas e il ponte di Calatrava a Venezia (costosissimo e con problemi pratici assurdi: in pratica la gente scivolava sulla pavimentazione di cristallo e giustamente faceva causa al comune).
Sicuramente ti consiglio di fare architettura, se è quello che desideri: tra cinque anni il mercato del lavoro potrebbe essere cambiato quindi è assurdo rinunciare solo per paura di non trovare lavoro. Vedrai che dando gli esami capirai presto la tua strada. Io entrai ad architettura e volevo fare la designer, solo che è rispuntata fuori la mia passione atavica per l'archeologia e adesso sono felicissima e il mio lavoro è un misto di: divulgazione sull'architettura storica, collaborazione con due riviste on-line (per una di esse il mese scorso ho scritto proprio 4 articoli con recensioni di piastrelle), consulenze correlate al restauro (non progettuali) e ovviamente qualche ristrutturazione se capita (pacchetto completo: rilievo, progettazione, pratica burocratica e direzione dei lavori).
Ily credo che tu mi abbia frainteso, primo perché un progetto può essere di qualsiasi tipo, non esiste una progettazione pura e secondo me questo considerare che il progetto sia solo quello di una nuova costruzione contribuisce a generare confusione, secondo perché quello che io volevo sottolineare è che gli architetti non fanno disegni, ma progetti, poi nessuno vieta che ognuno nella propria esperienza professionale faccia anche altro.
Comunque chi vuole fare un progetto (ristrutturazione, nuova costruzione, restauro, design…) deve avere (o almeno dovrebbe avere) competenze tecniche, perché un progetto deve contenere tutte le informazioni necessarie per essere realizzato, compreso il fatto che si inquadri all’interno di un contesto normativo che ne permetta la realizzazione ed è diverso dal fare disegni.
Comunque chi vuole fare un progetto (ristrutturazione, nuova costruzione, restauro, design…) deve avere (o almeno dovrebbe avere) competenze tecniche, perché un progetto deve contenere tutte le informazioni necessarie per essere realizzato, compreso il fatto che si inquadri all’interno di un contesto normativo che ne permetta la realizzazione ed è diverso dal fare disegni.
ArchiFra, sono all'estero e progetto palazzi in uno studio tra i Top 50 del Regno Unito. Cosa intendi per "sei solo un numero tra i tanti CADDISTI"? Sinceramente vorrei sapere come fai a dire questo,..esperienza diretta? Perché nel mio caso e in molti altri di persone che sono qui proprio non é cosi!
EDO se hai la passione per l'architettura, studia l'inglese o tedesco ed emigra appena ti sei laureato, nemmeno a perderci tempo a provarci in Italia.
EDO se hai la passione per l'architettura, studia l'inglese o tedesco ed emigra appena ti sei laureato, nemmeno a perderci tempo a provarci in Italia.
Ah NANNA non avevo letto questo commento di Archifra... si anche io sono all'estero e progetto case molto belle e anche un hotel. Non siamo 500 ma meno di 10. Giusto per farti il quadro esistono sia grossi studi dove sei uno dei tanti e piccoli dove la tua personalità ha piu spazio. Comunque i caddisti qui non sono architetti. Per questo lavoro ci sono i disegnatori o zeichner. Chiaro che anche gli architetti disegnano al cad.
si legge tra le righe che sei giovane. e meno male hai tempo ancora a valutare. io ho lavorato in più studi di architettura negli uffici a milano e ho visto tante differenze. strutturale/arredamento/negozi/case/appartamenti/ville in ogni settore una vastità di professionalità. oggi direi che per i ragazzi è meglio optare i percorsi se vuoi restare nel campo ok architettura strutturale devi approfondire più possibile nel campo lavorativo dei geometri. dopo laurea o nel mentre studi, andare anche a lavorare coi bravi muratori, bravi falegnami, bravi fabbri e bravi idraulici. ne ho visto tanti architetti che non sanno nemmeno come per esempio si deve montare una finestra (deve saperlo) i dettagli sono importanti. mentre se temi andare a fare il percorso dell architetto per indoor, anche li mio consiglio è che devi impastare le mani con tutti i colleghi del cantiere. dipende quanta passione hai. pensi che con la laurea è tutto possibile? anzi ne sono talmente tanti come laureati in comunicazione negli anni 90. è cosi figo seguire le mode no?