Adam Richman : [post n° 435467]

Fatturato sostenibile minimo

Ciao,
ho provato a stimare il fatturato necessario ad un architetto over 35 con p.iva per avere un reddito accettabile e qualche tutela. Condivido le considerazioni:
1) Fatturato: 40.000 €
2) Spese:
- 10.000€ per Inarcassa (circa 14%) e tasse regime forfetario (circa 12%, pari al 15% del 78% del fatturato), totale circa 25%;
- 1.600€ per polizze (300€ rc professionale, 100€ tutela legale, 1.200€ infortuni non avendo Inail);
- 500€ per iscrizione all’albo (250€) e aggiornamento professionale (250€ medi annui, ad es. per abilitazioni quali csp/cse, professionista antincendio, casaclima, ecc.);
- 600-3.000€ per postazione lavorativa in casa (utenze, ammortamento arredi, stanza dedicata, ecc.) o in coworking (affitto, spese, ecc.);
- 1.250€ per ammortamento hardware (250-500€ medi annui) e licenze software (750-1.000€ medi annui ad es. per acad lt, office 365, acrobat pro, photoshop, bim, ecc.);
- 3.000€ per pensione integrativa e accantonamento tipo tfr (circa 7,5% del fatturato);
- 650€ per commercialista.
Totale spese: 10.000 + 1.600 + 500 + 1.800 (costo medio postazione) + 1.250 + 3.000 + 650 = 18.800 €
3) Netto mensile (13 mensilità): 40.000 - 18.800 = 21.200 / 13 = 1.630€
l presupposti sono: reddito e tutele comparabili a quelli di un impiegato dipendente; lavorare con mezzi adeguati (senza eccessi), poi su alcune voci si può risparmiare trovando compromessi (lavorare da casa, software open source, corsi gratuiti, ecc.); avere un reddito dignitoso pari a 1.500-1.700€ mensili, un miraggio per tanti architetti ma probabilmente pochi se si ha famiglia, magari monoreddito; prescindere dalle tante ore di lavoro settimanali e dalle incertezze della libera professione, apprezzando però la flessibilità oraria come contropartita; avere tutele mediche e previdenziali per essere coperti in caso di infortunio/malattia e per avere una pensione > 1.000€ (grossolane simulazioni sulla pensione Inarcassa vs. Inps sono impietose per Inarcassa). Naturalmente le variabili sono infinite, ma il ragionamento (prescindendo dagli aspetti soggettivi) pur approssimativo nel complesso mi sembra verosimile.
Esito: a mio parere - sopportati inevitabilmente i primi anni di gavetta e ristrettezze - per lavorare dignitosamente come architetto con p.iva occorre fatturare a regime almeno 37-40.000€ ogni anno; importo che personalmente vedo col binocolo… Sotto quelle cifre credo sia difficile vivere decentemente del proprio lavoro e che si rischi la fame una volta in pensione. Credo comunque che nel mercato attuale non sia un fatturato irraggiungibile se si hanno molta molta molta motivazione, intraprendenza, capacità relazionale e possibilmente competenza.
Pablo :
Penso che la simulazione che hai fatto sia verosimile, ma come hai detto tu stesso le variabili sono tantissime. La prima cosa che mi viene in mente è ad esempio l'affitto di casa da pagare o il mutuo, importi che in alcune città si aggirano in media dai 600 ai 1.000 euro. Se la famiglia è monoreddito e con figli a carico resterebbero di guadagno netto dai 600 ai 1.000 euro che, calcolando assicurazioni, bolli e mantenimento automobile e spese varie per la famiglia, azzererebbero i soldi nelle tue tasche. L'unica soluzione per vivere con dignitosamente sarebbe il doppio reddito marito-moglie, ma questo è banalmente il discorso base che fanno due persone prima di andare a vivere assieme.
Quello che secondo me faceva la differenza negli anni 70/80/90, erano le minori spese di tasse, balzelli, corsi, costo della vita ecc., oltre ad un'economia più florida e qualche lavoro pubblico ogni tre/quattro anni da espletare, il che poteva dare una certa sicurezza al professionista. Inoltre le spese di affitto o compravendita, soprattutto nelle grandi città, erano commisurate ai guadagni dei cittadini; infatti anche un semplice operaio della Fiat poteva comprare un alloggio in città. Oggi la speculazione immobiliare, specialmente in città universitarie e che vivono di servizi, è diventata insostenibile costringendo la classe media a spostarsi in squallidi paesi dormitorio nell'hinterland.
Qual'è la soluzione? Non saprei rispondere, ma di certo la casa di proprietà, magari avuta in eredità, acquistata in alcuni casi dai genitori o già con mutuo pagato, aiuta a vivere più serenamente.
Altrimenti è un continuo e affannoso rincorrere i clienti, i pagamenti, le tasse, le spese fisse, che toglie sicuramente serenità alla professione e non consente di pianificare nulla; penso ad esempio alla partecipazione a banali concorsi di idee che potrebbe essere stimolante dal punto di vista professionale ma che, se non hai le spalle coperte, portano via solo del tempo alle più comuni pratiche professionali che ti aiutano a vivere.
sclerata :
io con quel fatturato lì potrei quasi dirmi ricca ...

a parte gli scherzi, poi la realtà è altro. Io se tutto va bene e se tutti pagano quello che hanno da pagare (sgrunt...) quella cifra lì la sfiorerei forse solo quest'anno.
Che è l'anno n. 4 di sola partita IVA.
I primi due anni sono stati un massacro e l'anno scorso sono andata quasi in pari con le varie spese professionali e di vita (ho una figlia di 3 anni).
E' durissima, potenzialmente i lavori ci sono anche, ma la miriade di gente che decide di non pagare o di farlo dopo MESI se non ANNI è spaventosa.
Ily :
Secondo me ci sono cose inutili:
- pensione integrativa
- polizza infortunio
- ammortamento degli arredi... che se lavori da casa non dovresti considerare.
Adam Richman :
Pablo: riflessione interessante però quelle a cui fai riferimento sono spese (casa, auto, ecc.) che toccano i liberi professionisti come gli architetti dipendenti (pa, insegnanti, impiegati); a tal proposito lavorare nella pa e vivere a Milano o a Pinerolo con lo stesso ruolo e stipendio presumo comporti una gestione del bilancio familiare ben diversa; poi sono d'accordo che un libero professionista adulto dovrebbe giustamente guadagnare almeno 2-2.500€ visti tutti gli sbattimenti, ma servirebbe un fatturato ben maggiore dei 40.000€ annui che personalmente ritengo già un importo ambizioso.

Sclerata: clienti che non pagano, li aggiungiamo all'elenco delle rotture di scatole per chi fa la libera professione ;-) Mi è capitato una volta sola e per un piccolo importo ma ancora mi rode; posso immaginare l'incazzatura se ti capita spesso. Comunque complimente se in 4 anni di p.iva sfiori già i 40.000€.

Ily: secondo me non avere la polizza infortuni può starci ma è un azzardo se devi fermarti per settimane o mesi; sul risparmiare lavorando da casa sono più d'accordo, soprattutto se non devi ricevere clienti e quindi avere uno spazio dedicato; sulla pensione integrativa invece sono più rigido, da una rapida simulazione sul sito Inarcassa mi usciva (se non ricordo male) una pensione lorda di 16.000€ dopo 43 anni di lavoro a 36.000€ di fatturato medio. Tieni presente che la mia riflessione voleva essere non sul tirare a campare malamente (oggi ed una volta in pensione) ma sul fare il professionista con decente sostenibilità sotto i vari aspetti (guadagno, tutele, strumenti di lavoro).
archie :
Adam ma sei di Pinerolo?
Adam Richman :
Archie: Di Torino. Citavo Fantozzi: Tutti a Pinerolo! :-)
archie :
Ah ecco perchè conosci Pinerolo...io pensavo di aver trovato un collega architetto pinerolese anche qui nel web!
Adam Richman :
Pinerolo e dintorni = alta qualità della vita, così mi dicevano :-)
Edoardo :
40.000 € ...forfettari?
Adam Richman :
Edoardo: yes, con regime forfetario (se ho capito la tua domanda)
ponteggiroma :
troppi calcoli: considera il 50% del fatturato e vedrai che non sbagli...
Adam Richman :
ponteggiroma: in effetti i miei astrusi calcoli portano al tuo stesso risultato
Simon Templar :
A mio parere i tuoi conteggi, euro +, euro -, sono corretti e verosimili.
Sempre a mio parere il problema di molti architetti (autonomi) è uno solo:
- l'architetto è..."un'impresa" (anche se individuale) che offre servizi.
40 mila euro di fatturato l'anno sono pochi?
Come tutte le imprese devi avere all'interno della tua struttura (o molto vicino alla tua struttura) un commerciale che vende i servizi che offri.
Avere solamente competenze..architettoniche/progettuali non è sufficiente per fare fatturato.
Tu architetto, se non sei capace di vendere/venderti, o se ti manca il tempo per farlo..., devi avvalerti di chi lo fa al posto tuo, condivide con te il tuo progetto, lavora a provvigione sugli incarichi che ti porta..
Il fatturato di tutte le aziende è fatto dai commerciali, gli architetti spesso non sono in grado di vendere/si, aprono il proprio studio e si aspettano clienti in fila..., spesso iniziano la propria attività marcando come terzini amici, conoscenti, parenti e mezzi parenti...in cerca di un incarico per rifargli il bagno o la soffitta abbandonata da anni.
Poi quando va bene ( ma quando va proprio bene) lavorano sul passa parola.., pur continuando a marcare stretto tutta la cerchia di amicizie/conoscenze/parentele.
Vuoi fare 100mila € di fatturato?
Vuoi farne 150mila all'anno?
Probabilmente sul mercato del lavoro c'è un commerciale che ha dei clienti per te, potrebbe essere interessato a costruire/costruirti...e costruirsi un portafoglio clienti da condividere con te.

Io non sono un un'architetto, sono un commerciale, sono spesso su questo forum perché ritengo che la figura dell'architetto abbia potenzialità importanti, con possibilità di fare numeri importanti, ma commercialmente parlando vedo grossi limiti nella Vs categoria.
Ci tengo a precisare che sono intervenuto su questo post solo per esprimere il mio parere, non sto cercando clienti e/o collaborazioni.
Ciao
Buon lavoro
ponteggiroma :
concordo, in parte, con te Simon. Se da un lato è importante anche il lato commerciale (come ormai in tutte le imprese) dall'altro c'è anche la necessità di far quadrare i conti. Mi spiego con un esempio: arch autonomo fattura 50.000 euro, utile netto 25.000, come fa a pagare anche il commerciale? Tu dirai che è un investimento e che grazie a tale investimento aumenti il fatturato, ma poi i lavori chi li fa? Allora devi assumere qualcuno o associarti. Sto giungendo alla conclusione che non c'è più futuro per i lavoratori autonomi nel nostro settore, dopo mezzo secolo di vita e più di 20 anni di esperienza, mi rendo conto che o ci si aggrega o si chiude bottega.
Edoardo :
Assumere in regola credo costi dai 35 ai 40 mila l'anno ad un'impresa/architetto mecenate. Questo se l'affamato prende 1000-1100 euro netti al mese. Non capisco perchè i grandi esperti al Governo non abbassino le tasse sul lavoro per agevolare le assunzioni piuttosto che ventilare di fregnacce come bici contromano e autovelox in città. Notizia di oggi su repubblica: oltre il 40% di disoccupazione giovanile. Lo studio di ARCHITETTURA tedesco (no archistar) che ha progettato la sede della Philip Morris qua ha 200 DIPENDENTI, quindi paga circa 50.000 x 200 = 1 milione di euro di forza lavoro sua. Queste sono le simpatiche realtà con cui un poveretto "autonomo" si dovrebbe scontrare e alle quali dovrebbe ambire. Il resto sono frattaglie e scarti ormai, da condividere con gli altri avvoltoi affamati. Il nostro è un paese concorrenziale? Dove sono i concorsi aperti per riqualificare il territorio veramente?
ponteggiroma :
appunto!
ponteggiroma :
ciò permetterebbe anche di mettere fuori mercato avventurieri e faccendieri garantendo lavoro professionale e qualificato ai clienti.
Edoardo :
...clienti che ora vogliono rifarsi la casa tutta aggratis perchè han sentito del 110%. :- (
Ciffo :
Buongiorno Adam! La tua proiezione è interessante anche se reputo che diversi costi, anche significativi, possano essere abbattuti ma...non con poca fatica e non in tutti i casi.
A parte questo, cari colleghi, vi chiedo quanto segue:
nel calcolo verosimile di Adam, il famoso acconto per l'anno successivo, che corrisponde dai suoi conti a circa 4700 euro, non è conteggiato, giusto?
Adam Richman :
Ciao Ciffo,
per come la capisco io dovrebbero essere compresi (a regime, tranne il primo anno) nel 12% di tassazione, che comprende il saldo dell'anno precedente e l'anticipo dell'anno in corso.
Ciffo :
Ciao Adam,
nel frattempo ho chiesto al mio fiscalista. Mi dice che il saldo lo paghi solamente se hai una differenza di reddio tra un anno e l'altro. Quindi se nel 2019 ho guadagnato 1 e nel 2020 ho guadagnato 4, pago anche il salto, se però il mio fatturato è sempre lo stesso negli anni, pago solamente gli acconti.
Rispetto alle spese che elenchi, inoltre, volevo dirti che puoi risparmiare su molte cose. La postazione, per esempio, io ce l'ho a casa.
Il commercialista in regime forfettario non serve, basta che vai a un qualsiasi CAF e ti fanno il servizio di calcolo e generazione F24. A me costa 120 euro anno a prescindere dal reddito (tetto 65000 per forfettario, 30000 per vecchio superminimo), non le cifre che ti sparano certi commercialisti.
1200 euro di polizza infortuni..mi sembra molto alta. Io ne ho due, che mi coprono interamente 24 h/24H, spendo un decimo per ognuna.
3000 euro anno per pensione integrativa.... mi sembra veramente tantino. Valuta altri tipi di investimenti, tipo il crowdfounfing immobiliare o gli ETF, bisogna avere un minimo di cultura finanziaria ma...si può fare, con cose a basso rischio. Sono sicuramente molto più fruttuosi di un fondo pensione, anche se un pò più rischiosi ma..parliamo di investimenti molto base.
Spese per i programmi: considero veramente altina la cifra che hai detto, sarà che io e qualche collega che conosco se la sono sempre cavata con sw open source.
Insomma, secondo me ti possono rimanere ben più di quel netto che dici.
Certo, poi ci sono le spese di mutuo/affitto, bollette..come , del resto, per ogni lavoratore.

Adam Richman :
Ciao Ciffo,
grazie per il chiarimento ed i consigli, molto interessanti
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