Luna : [post n° 446608]
S.O.S magistrale architettura
Salve a tutti, sono un studentessa neolaureata in scienze dell'architettura. Sto pensando da tempo alla magistrale che dovrò scegliere ma mi sento bloccata e non riesco a capire quale sia davvero la mia strada. Vorrei specializzarmi in progettazione architettonica ma ho iniziato ad avere dei dubbi. Mi sono resa conto che dell'architettura amo la progettazione e la creatività, ma tutto ciò che riguarda la parte burocratica e la parte legata soprattutto ai calcoli strutturali non mi piace particolarmente. È come se non mi sentissi all'altezza. Ho paura di prendere una strada che potrebbe portarmi a soffocare la mia creatività e a passare il resto della mia carriera dietro ad una scrivania a sbrigare pratiche e permessi. Mi appassiona molto anche il mondo della grafica e dell'exhibition design e questo mi confonde ancora di piu. Cosa posso fare?
Se deciderai di fare l'architetto, a meno di non godere di uno studio avviato di famiglia in cui potrai occuparti solo degli aspetti creativi, dovrai comunque passare la tua vita dietro ad una scrivania a sbrigare pratiche. Indipendentemente dalla tipologia di laurea specialistica.
Ormai, la parte progettuale, specie in piccole realtà professionali, è relegata al tempo "in più" che decidi di dedicare ad ogni committenza.
Lo penso da tempo, salvo pochi fortunati, l'architetto non riesce e/o non può più permettersi di fare architettura nel vero senso del termine. Ci si limita a fare edilizia e sovente, l'aspetto economico, prima ancora di quello normativo, obbliga ad accantonare qualsivoglia velleità di andare oltre "il minimo indispensabile".
Sarò sfortunato io, ma per il bello, per la cura del dettaglio, per l'innovativo o per il "diverso dal solito", non c'è quasi mai spazio, vuoi per ottusità della committenza, vuoi per questione di limitare le spese solo a ciò che va fatto.
Ormai, la parte progettuale, specie in piccole realtà professionali, è relegata al tempo "in più" che decidi di dedicare ad ogni committenza.
Lo penso da tempo, salvo pochi fortunati, l'architetto non riesce e/o non può più permettersi di fare architettura nel vero senso del termine. Ci si limita a fare edilizia e sovente, l'aspetto economico, prima ancora di quello normativo, obbliga ad accantonare qualsivoglia velleità di andare oltre "il minimo indispensabile".
Sarò sfortunato io, ma per il bello, per la cura del dettaglio, per l'innovativo o per il "diverso dal solito", non c'è quasi mai spazio, vuoi per ottusità della committenza, vuoi per questione di limitare le spese solo a ciò che va fatto.
"Mi sono resa conto che dell'architettura amo la progettazione e la creatività, ma tutto ciò che riguarda la parte burocratica e la parte legata soprattutto ai calcoli strutturali non mi piace particolarmente" ... direi come a quasi tutti gli studenti di architettura, altrimenti avresti fatto ingegneria se non fosse stato così giusto?
"....passare il resto della mia carriera dietro ad una scrivania a sbrigare pratiche e permessi".. questo è il tuo futuro se devi campare con la professione di architetto. Il lavoro che sia in studio, in impresa, in agenzia immobiliare, nel pubblico impiego ecc, lascia pochissimo spazio alla creatività pura, e per il 90/95% sono carte da rigirare.
Hai le idee confuse?.. è normale.. chi non le ha a 23 anni...
Citando un tipo a caso.. La vita è come una scatola di cioccolatini…non sai mai quello che ti capita... Conta infine che la maggior parte di chi studia ad architettura non vuole fare l'architetto e il gioco è fatto..
Ricorda che se non hai già la strada segnata (famiglia con attività avviata) la strada che prendi la DEVI scegliere tu e tu sola...e cambiarla non è una sconfitta, ma il modo migliore per essere felici.
Buona vita
"....passare il resto della mia carriera dietro ad una scrivania a sbrigare pratiche e permessi".. questo è il tuo futuro se devi campare con la professione di architetto. Il lavoro che sia in studio, in impresa, in agenzia immobiliare, nel pubblico impiego ecc, lascia pochissimo spazio alla creatività pura, e per il 90/95% sono carte da rigirare.
Hai le idee confuse?.. è normale.. chi non le ha a 23 anni...
Citando un tipo a caso.. La vita è come una scatola di cioccolatini…non sai mai quello che ti capita... Conta infine che la maggior parte di chi studia ad architettura non vuole fare l'architetto e il gioco è fatto..
Ricorda che se non hai già la strada segnata (famiglia con attività avviata) la strada che prendi la DEVI scegliere tu e tu sola...e cambiarla non è una sconfitta, ma il modo migliore per essere felici.
Buona vita
se vuoi fare qualcosa di creativo scordati la professione di architetto normale nell'edilizia, qui ormai siamo tutti dei passacarte. Altra cosa è exhibition design o interior design, ma quello è un altro settore
Quoto i consigli dei colleghi ma vorrei sottolineare che anche l'edilizia è architettura e l'architettura è edilizia, piaccia o meno. Forse non tutta l'architettura è arte... ma l'architettura non è solo arte. L'equivoco è pensare che un architetto debba fare necessariamente l'artista. Borromini se vogliamo faceva l'illusionista con alcune sue architetture che sono anche costruzioni, quindi edilizia.
A scanso di equivoci, su spunto dell'intervento di Edoardo, chiarisco che dicendo "Ci si limita a fare edilizia" intendevo nell'accezione peggiore del termine. Ovvero , se preferite "architettura di bassa lega".
Ci si limita allo spogliare di ogni velleità il progetto riducendo l'opera alla mera funzione, quasi sempre su esplicita richiesta del committente o per imposizione di budget.
Per capirci: se un qualcosa deve essere minimo 14 mq, si fa di 14 mq (guai proporlo di 16). Se una superficie può essere rivestita con materiali da "n" €/mq, non se ne fa nulla e ci si limita all'intonaco (tinteggiato dall'imbianchino che costa meno e chissenefrega se il muro non "respira", tanto è un muro). Se un infisso potrebbe essere in corten a taglio termico o in legno ed ottone, si sceglie quello in PVC, bianco, e fissato sul telaio esistente così si risparmia sulle opere murarie (ed sul falso telaio nuovo).
Potrei andare avanti per ore, ma il concetto che volevo esprimere mi pare chiaro. A meno di non disporre di una committenza "illuminata" e molto benestante, alla fin fine è sempre una questione di soldi e di scartoffie (ti chiamano per produrre quest'ultime, non certo perchè credono nel valore aggiunto di un "progetto progettato"). Ciò comporta che, ogni volta, è un'immenso sforzo cercare di partorire qualcosa di decoroso, vuoi per mancanza di risorse, vuoi per mancanza di un interlocutore che riconosca il valore e la possibilità di concedere spazio al bello (o quantomeno al decente) al di là della mera funzione.
In pratica si può pure essere Borromini, ma spesso il materiale a disposizione per esprimersi è un rimorchio di fango e letame, 3 assi recuperate da un bancale, 6 chiodi ed un po' di paglia.
Ci si limita allo spogliare di ogni velleità il progetto riducendo l'opera alla mera funzione, quasi sempre su esplicita richiesta del committente o per imposizione di budget.
Per capirci: se un qualcosa deve essere minimo 14 mq, si fa di 14 mq (guai proporlo di 16). Se una superficie può essere rivestita con materiali da "n" €/mq, non se ne fa nulla e ci si limita all'intonaco (tinteggiato dall'imbianchino che costa meno e chissenefrega se il muro non "respira", tanto è un muro). Se un infisso potrebbe essere in corten a taglio termico o in legno ed ottone, si sceglie quello in PVC, bianco, e fissato sul telaio esistente così si risparmia sulle opere murarie (ed sul falso telaio nuovo).
Potrei andare avanti per ore, ma il concetto che volevo esprimere mi pare chiaro. A meno di non disporre di una committenza "illuminata" e molto benestante, alla fin fine è sempre una questione di soldi e di scartoffie (ti chiamano per produrre quest'ultime, non certo perchè credono nel valore aggiunto di un "progetto progettato"). Ciò comporta che, ogni volta, è un'immenso sforzo cercare di partorire qualcosa di decoroso, vuoi per mancanza di risorse, vuoi per mancanza di un interlocutore che riconosca il valore e la possibilità di concedere spazio al bello (o quantomeno al decente) al di là della mera funzione.
In pratica si può pure essere Borromini, ma spesso il materiale a disposizione per esprimersi è un rimorchio di fango e letame, 3 assi recuperate da un bancale, 6 chiodi ed un po' di paglia.
Vero per (quasi) tutti, ma conta anche avere la capacità di vendere quel delta in più.. ed a volte ci si ritrova a sfondare muri di cartapesta ed il progetto passa, non del tutto ma passa. Il problema è quando credi siano di cartapesta e invece sono di cemento armato... lì bisogna avere la capacità e l'umiltà di fermarsi prima di farsi male, cosa difficile se si è "architetti" e ci si è convinti che quel divisorio da sfondare sia l'occasione tanto agognata, il riscatto. Io ad esempio pecco d'umiltà spesso e volentieri.. ma provo a peccare in maniera costruttiva. ;- )