Adam : [post n° 494196]

LL.PP. e appaltatori sconfortanti

Negli ultimi tre anni mi sono occupato di LL.PP. come dipendente pubblico assistente del RUP.
In questi tre anni ho maturato (forse ingenuamente) sconforto e disillusione sulla professionalità di molti appaltatori/fornitori privati assegnatari di appalti pubblici.
Media generalisti ed opinione pubblica da decenni si indignano per ritardi e scarsa qualità di molte opere pubbliche, attribuendo la responsabilità alla PA incapace in contrapposizione all'efficienza del privato.
Nella mia breve esperienza ho visto una PA certamente migliorabile, ma molte inefficienze (ritardi, scarsa qualità) mi sto accorgendo che dipendano soprattutto dagli appaltatori (i tanto decantati privati) che non rispettano gli impegni contrattuali, che vogliono massimizzare oltremodo gli utili, che se ne fregano degli impatti sociali del loro operato.
PA e DL hanno strumenti abbastanza limitati per contrastare questo atteggiamento. Andare per vie legali con gli appaltatori è un caso limite e spesso non conveniente, ed anche solo riuscire ad applicare le penali accade di rado. In pratica la PA ha il portafoglio ma l'appaltatore privato ha spesso il coltello dalla parte del manico, e ne approfitta.
Eppure passa quasi sempre il messaggio che il privato funziona ed il pubblico no.
Avete esperienze/opinioni al riguardo?
ponteggiroma :
Continuo a credere che la principale fonte di inefficienza sia da ricercarsi nella PA, non tanto nella gestione degli appalti e nella progettazione, quanto nei criteri di assegnazione delle gare. Addossare le colpe ai privati mi sembra alquanto riduttivo perché esistono imprese efficienti, imprese arraffone e imprese incapaci, ma caso strano gli appalti vengono quasi sempre assegnati a certe imprese. Di chi è la colpa?
Adam :
Forse ho generalizzato troppo. Riformulo: l'impressione è che quando vincono imprese arraffone o incapaci (e sono più di quanto immaginassi), la PA ed il DL abbiano scarsi strumenti per metterle in riga. Personalmente lo sto trovando frustrante, perché spesso ci tocca ingoiare il rospo (è il male minore per l'ente) anche se l'impresa meriterebbe di essere cacciata o di beccare fior di penali. Andare in contenzioso è una eventualità residuale anche quando sarebbe sacrosanta.
In merito all'affidamento dei lavori, con il 36/2023:
1) fino a 150k c'è l'affidamento diretto, quindi puoi scegliere più facilmente una impresa efficiente
2) tra 150k e soglia europea c'è la procedura negoziata, in cui potendo si invitano imprese efficienti, ma la discrezionalità è molto più limitata
3) sopra le soglie europee (o per scelta anche sotto, a volte) c'è la procedura aperta, è lì è il marasma.
Molte imprese sono molto brave a fare le gare (e quindi vincerle) e pessime a fare i lavori, e francamente non ho ancora visto un modo per contrastare questo fatto. Ripeto: è molto frustrante
fulser :
C'è anche il criterio dell'offerta più vantaggiosa, in cui l'ente avrebbe parecchia discrezionalità e modo di gestire le cose, e che per esempio in Trentino Alto Adige usano parecchio, e infatti si vede bene che il livello medio dell'edilizia è nettamente superiore dal resto d'Italia. Certo però per l'ente è parecchio lavoro in più.
ponteggiroma :
"l'ente avrebbe parecchia discrezionalità"... Ecco, appunto, di chi è la colpa?
fulser :
esatto ponteggi, quello intendevo. Se l'ente ha le pa!!e sa ed ha i mezzi per farsi rispettare. La verità è che molti enti non hanno la struttura necessaria per caricarsi del lavoro aggiuntivo che questo comporta.
Adam :
Ottimo, sto ottenendo l'opposto di quanto auspicassi. Come non detto, evito ulteriore pippone
fulser :
Adam scusa, capisco il tuo punto di vista e hai sicuramente la tua parte di ragione.
Tuttavia dobbiamo ammettere che il sistema ha contribuito a rendere le imprese quello che sono; e ci sono imprese che lavorano principalmente con le gare pubbliche e quello è l'andazzo che hanno imparato e che gli è stato permesso.
Io come esponente di una piccolissima impresa di serramenti e facciate (e che quindi rararamente è categoria prevalente in una gara pubblica) di solito sono preda io stessa di queste imprese: so le vigliaccate di cui sono capaci e di cui spesso sono io stessa vittima. Ma i mezzi per controllarle io non li ho, è l'ente che li ha e dovrebbe usarli: io posso cercare solo di fare al meglio il mio lavoro, che è già abbastanza complicato da burocrazia asfissiante e montagne di carte spesso inutili (perchè questo è uno dei punti dolenti: spesso il "controllo" consiste nella produzione di quintali di carte e di ore passate ad adempiere ad adempimenti burocratici che non fanno altro che favorire proprio queste aziende, e non le ditte che lavorano veramente; per non parlare del fatto che i controlli vengono fatti più sui piccoli, perchè per lo stato è più facile. E paradossalmente proprio chi fa le cose secondo procedura è più debole, perchè si viene attaccati per le carte -la forma- non per l'effettivo lavoro).
Io lavoro spesso con l'estero e ti assicuro che le imprese all'estero sono anche peggio, sono degli squali ed il tutto è accentuato dal fatto che di solito all'estero sono di solito molto grosse e quindi ancora più potenti. E per giunta le italiane, anche le potenti, spesso non possono che soccombere perchè all'estero la burocrazia è assolutamente concorrenziale rispetto a noi.
Ci ho pensato parecchi prima di scrivere ma veramente mi pareva doveroso, e tuttavia ci sarebbe moltissimo altro da dire.
Adam :
"Ma i mezzi per controllarle io non li ho, è l'ente che li ha e dovrebbe usarli". Il mio post scaturiva proprio dalla frustrazione di scoprire che nemmeno noi enti (almeno nella mia esperienza) abbiamo mezzi efficaci per contrastare appaltatori inadeguati, né in fase di selezione, né in fase realizzativa.
Ad es. capitano appaltatori bravi a fare OEPV ed a vincere gare, ma che si rivelano sconfortanti in fase di cantiere, e non hai modo di prevenirlo, soprattutto con le procedure aperte.
O appaltatori che non rispettano i tempi, ma devi tenerteli perché se li cacci rischi di perdere più tempo ancora. Le penali spesso non sono uno strumento sufficiente. Andare in contenzioso è una soluzione residuale perché costa, richiede tempo ed ha esiti incerti. E quindi puoi ritrovarti in balia di appaltatori inadeguati ma senza strumenti per contrastarli, e passa pure il messaggio che sia colpa dell'ente.
Sulla burocrazia concordo, ma noi enti la subiamo tanto quanto professionisti e imprese. Non siamo noi il legislatore. Ma visto che la burocrazia asfissiante oggi esiste (utile o inutile, piaccia o non piaccia), tanto vale farci pace e smazzarsela proprio malgrado. Opporsi è una perdita di tempo ed energie. Fare lavori pubblici e poi lamentarsi della burocrazia è a mio parere disfattista.
Poi sicuramente alcune leggi sono migliorabili. Però noi sapremmo scriverle meglio? Molti temi sono ambivalenti. Ad es. la discrezionalità è un bene o un male? E la semplificazione delle procedure favorirebbe storture? Io francamente non ho una opinione chiara.
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.