Faccio una riflessione prendendo spunto dall'articolo recentemente pubblicato su questo sito, in cui cito testualmente:
"E come si arriva alla qualità in architettura? Ovviamente con i concorsi di progettazione che consentono di scegliere le opere non in base al prezzo, neanche vagliando il fatturato di chi le progetta, bensì scegliendo la proposta migliore."
Quello che mi ha colpito immediatamente è il riferimento al fatturato di chi progetta.
Se escludiamo alcuni concorsi di idee, e nello specifico quelli meno strutturati e meno remunerativi, la situazione attuale è questa:
- Requisiti tecnico economici: % X in progettazione di categorie analoghe negli ultimi X anni;
- Basta leggersi qualche bando ogni tanto, e il requisito viene richiesto anche per concorsi di idee;
- Se il concorso è in 2 fasi, l'ipotesi migliore è quella in cui una prima fase è senza il requisito e si può pensare di ottenere (vincendo) un rimborso spese, la seconda fase prevede la verifica del requisito;
I concorsi che non prevedono dei requisiti solitamente sono:
- Quelli a pagamento;
- Quelli senza premio in denaro;
Certamente sono necessari dei requisiti tecnico economici per un determinato tipo di opere e proporzionatamente all'entità delle stesse.
Il fatturato quindi è fondamentale, è il requisito, ed è nella stragrande maggioranza dei casi la condizione di base per potersi proporre realmente in un concorso di architettura.
Arch. Esaurimento : [post n° 494989]
Concorsi di architettura
Nei concorsi di idee sono, di norma, richiesti solo i requisiti di idoneità professionale.
Mentre i requisiti tecnico-professionali e di capacità economica finanziaria sono richiesti nei concorsi di progettazione, che comunque si configurano come prerequisiti e non come criterio di valutazione della procedura (a differenza di altre procedure).
Mentre i requisiti tecnico-professionali e di capacità economica finanziaria sono richiesti nei concorsi di progettazione, che comunque si configurano come prerequisiti e non come criterio di valutazione della procedura (a differenza di altre procedure).
Se il concorso ha 2 fasi, e la seconda ad esempio sfocia in un PFTE, i requisiti solitamente vengono richiesti.
L'articolo citato fa riferimento ai concorsi di progettazione, riporto testualmente:
"concorsi di progettazione che consentono di scegliere le opere non in base al prezzo, neanche vagliando il fatturato di chi le progetta, bensì scegliendo la proposta migliore"
Quindi siamo in attesa di un cambiamento rivoluzionario?
L'articolo citato fa riferimento ai concorsi di progettazione, riporto testualmente:
"concorsi di progettazione che consentono di scegliere le opere non in base al prezzo, neanche vagliando il fatturato di chi le progetta, bensì scegliendo la proposta migliore"
Quindi siamo in attesa di un cambiamento rivoluzionario?
Tema effettivamente delicato, apparentemente potrebbe essere letto come un metodo discriminatorio.
Personalmente ritengo che i concorsi di idee sia sacrosanto siano aperti a tutti, ma per i concorsi di progettazione, a tutela dell'opera e della stazione appaltante, penso sia corretto prevedere la rispondenza a requisiti professionali consolidati.
Il nostro lavoro è complesso, l'idea non è sufficiente, per governare un appalto pubblico occorrono capacità ed esperienza notevoli in termini di procedure, formalità, contabilità, direzione lavori e molto altro che solo la pratica ti restituisce. Peraltro è stato istituito il principio dell'avvalimento per cui se sei uno straordinario progettista ma non hai i requisiti economici ti può affiancare a qualcuno che li mette a disposizione al posto tuo, al prossimo concorso avrai maturato anche tu un requisito in più.
Personalmente ritengo che i concorsi di idee sia sacrosanto siano aperti a tutti, ma per i concorsi di progettazione, a tutela dell'opera e della stazione appaltante, penso sia corretto prevedere la rispondenza a requisiti professionali consolidati.
Il nostro lavoro è complesso, l'idea non è sufficiente, per governare un appalto pubblico occorrono capacità ed esperienza notevoli in termini di procedure, formalità, contabilità, direzione lavori e molto altro che solo la pratica ti restituisce. Peraltro è stato istituito il principio dell'avvalimento per cui se sei uno straordinario progettista ma non hai i requisiti economici ti può affiancare a qualcuno che li mette a disposizione al posto tuo, al prossimo concorso avrai maturato anche tu un requisito in più.
La necessità di competenze per molte tipologie di lavori non viene messa in dubbio.
L'avvalimento sappiamo tutti perfettamente cosa comporta:
- Se il premio è 100, e devo bussare alla porta del professionista navigato, non sono più io a dettare le condizioni, ma dovrò adeguarmi a quello che mi viene proposto, nella stragrande maggioranza dei casi;
- Tenendo conto che i tempi per queste procedure / passaggi, sono molto spesso estremamente serrati, quindi se volessi provare una contrattazione su più fronti (interpellando più di uno studio), prima di tutto devo avere dei contatti o crearmeli (possibilmente non ti rivolgi a qualcuno con cui non hai mai lavorato), dopodichè devo avere anche il tempo per poter vagliare diverse proposte (questo tempo a disposizione molto spesso non c'è);
- Come giustamente sottolineavi bisogna essere estremamente bravi come progettisti, ma anche fortunati, ma anche dare l'interpretazione corretta per una determinata contingenza per vincere un concorso (e a volte anche questo non basta);
- Pensare che fatta tutta questa fatica, mi devo prostrare dinnanzi al professionista navigato, che spesso ha come dono principale quello di aver iniziato la sua attività negli anni 80-90, mi fa venire il vomito;
La gavetta è sacrosanta, ma vista la complessità a sto punto puoi tentare di fare l'influencer, la rockstar, il vip, tanto vale sparare in alto.
Per inciso:
- Molti di noi la gavetta la stanno facendo da parecchi anni, e i concorsi di progettazione li stanno vincendo per conto terzi, e i requisiti non si acquisiscono se non si prendono incarichi;
- Quindi una volta pensionate le archistar (in molti casi questo evento coincide con la triste dipartita del caro estinto), non è detto che chi viene dopo abbia i requisiti per far alcunchè, nonostante l'esperienza
L'avvalimento sappiamo tutti perfettamente cosa comporta:
- Se il premio è 100, e devo bussare alla porta del professionista navigato, non sono più io a dettare le condizioni, ma dovrò adeguarmi a quello che mi viene proposto, nella stragrande maggioranza dei casi;
- Tenendo conto che i tempi per queste procedure / passaggi, sono molto spesso estremamente serrati, quindi se volessi provare una contrattazione su più fronti (interpellando più di uno studio), prima di tutto devo avere dei contatti o crearmeli (possibilmente non ti rivolgi a qualcuno con cui non hai mai lavorato), dopodichè devo avere anche il tempo per poter vagliare diverse proposte (questo tempo a disposizione molto spesso non c'è);
- Come giustamente sottolineavi bisogna essere estremamente bravi come progettisti, ma anche fortunati, ma anche dare l'interpretazione corretta per una determinata contingenza per vincere un concorso (e a volte anche questo non basta);
- Pensare che fatta tutta questa fatica, mi devo prostrare dinnanzi al professionista navigato, che spesso ha come dono principale quello di aver iniziato la sua attività negli anni 80-90, mi fa venire il vomito;
La gavetta è sacrosanta, ma vista la complessità a sto punto puoi tentare di fare l'influencer, la rockstar, il vip, tanto vale sparare in alto.
Per inciso:
- Molti di noi la gavetta la stanno facendo da parecchi anni, e i concorsi di progettazione li stanno vincendo per conto terzi, e i requisiti non si acquisiscono se non si prendono incarichi;
- Quindi una volta pensionate le archistar (in molti casi questo evento coincide con la triste dipartita del caro estinto), non è detto che chi viene dopo abbia i requisiti per far alcunchè, nonostante l'esperienza
Quello che mi chiedo è:
- Con queste dinamiche, si stanno incentivando ed attirando professionisti più qualificati e capaci a partecipare ai concorsi?
- Se devo partire da zero e ho un minimo di capacità, diciamo nella media, una persona di media intelligenza che capisce questa dinamica, si butta a capofitto nel mondo dei concorsi o valuta altre possibilità?
Il mio pensiero è che tutto questo sicuramente non porta ad alzare la qualità dei progetti.
Sicuramente ci sono persone capaci che sono in grado di realizzare progetti di alto profilo, ma lo fanno a discapito di tutta questa condizione, e molto spesso perchè hanno delle possibilità in più rispetto ad altri.
- Con queste dinamiche, si stanno incentivando ed attirando professionisti più qualificati e capaci a partecipare ai concorsi?
- Se devo partire da zero e ho un minimo di capacità, diciamo nella media, una persona di media intelligenza che capisce questa dinamica, si butta a capofitto nel mondo dei concorsi o valuta altre possibilità?
Il mio pensiero è che tutto questo sicuramente non porta ad alzare la qualità dei progetti.
Sicuramente ci sono persone capaci che sono in grado di realizzare progetti di alto profilo, ma lo fanno a discapito di tutta questa condizione, e molto spesso perchè hanno delle possibilità in più rispetto ad altri.
Se non ho capito male si sta parlando di concorsi di progettazione che si da per scontato siano relativi alla realizzazione di opere pubbliche.
Le opere pubbliche sono interventi di interesse comunitario, indispensabili per le persone, siano essi ospedali, spazi pubblici, scuole.... I bandi di progettazione per realizzarle non sono fatti per incentivare e attirare tecnici professionisti, sono fatti per garantire il bene comune, perchè sia progettato a norma, in sicurezza, che risponda ai requisiti, che svolga correttamente la sua funzione perchè è un bene di tutti, pagato coi soldi di tutti.
Un aereo di linea che trasporta 200 passeggeri viene affidato ad un pilota di comprovata esperienza che deve dimostrare di avere un curriculum con ore e ore di volo sul quel velivolo....non è sufficiente dire che abbia un minimo di capacità ma un grande talento.
Un atleta che vuole partecipare alle olimpiadi se non si qualifica dimostrando di avere le qualità per essere ammesso non può andarci, neppure se dice di avere un grande talento.
Il concorso di progettazione non è un'occasione per i tecnici di dimostrare il proprio talento, è lo strumento necessario a garantire la realizzazione di opere complesse, che devono essere governate da tecnici che per farlo devono aver già avuto esperienze in contesti simili perchè, è già stato detto mille volte, nel corso di studi nessuno ci ha mai insegnato cosa sono i CAM, cosa sono i DNSH, come si fa un SAL, come si redige un ORDINE DI SERVIZIO, come emette un certificato di pagamento, come si ottiene un edificio NZEB e milioni di altre nozioni, anche di carattere impiantistico e strutturale che bisogna essere capaci di coordinare.
Se devi partire da zero, esattamente come tutti, e hai un minimo di capacità e media intelligenza, farai come tutti esperienza con chi ne ha più di te e grazie al quale, condividendo la paternità del progetto, potrai per il futuro garantirti i requisiti necessari per poi camminare con le tue gambe.
Se poi si trovano metodi di selezione più intelligenti, giusti, efficaci, ben vengano.
Le opere pubbliche sono interventi di interesse comunitario, indispensabili per le persone, siano essi ospedali, spazi pubblici, scuole.... I bandi di progettazione per realizzarle non sono fatti per incentivare e attirare tecnici professionisti, sono fatti per garantire il bene comune, perchè sia progettato a norma, in sicurezza, che risponda ai requisiti, che svolga correttamente la sua funzione perchè è un bene di tutti, pagato coi soldi di tutti.
Un aereo di linea che trasporta 200 passeggeri viene affidato ad un pilota di comprovata esperienza che deve dimostrare di avere un curriculum con ore e ore di volo sul quel velivolo....non è sufficiente dire che abbia un minimo di capacità ma un grande talento.
Un atleta che vuole partecipare alle olimpiadi se non si qualifica dimostrando di avere le qualità per essere ammesso non può andarci, neppure se dice di avere un grande talento.
Il concorso di progettazione non è un'occasione per i tecnici di dimostrare il proprio talento, è lo strumento necessario a garantire la realizzazione di opere complesse, che devono essere governate da tecnici che per farlo devono aver già avuto esperienze in contesti simili perchè, è già stato detto mille volte, nel corso di studi nessuno ci ha mai insegnato cosa sono i CAM, cosa sono i DNSH, come si fa un SAL, come si redige un ORDINE DI SERVIZIO, come emette un certificato di pagamento, come si ottiene un edificio NZEB e milioni di altre nozioni, anche di carattere impiantistico e strutturale che bisogna essere capaci di coordinare.
Se devi partire da zero, esattamente come tutti, e hai un minimo di capacità e media intelligenza, farai come tutti esperienza con chi ne ha più di te e grazie al quale, condividendo la paternità del progetto, potrai per il futuro garantirti i requisiti necessari per poi camminare con le tue gambe.
Se poi si trovano metodi di selezione più intelligenti, giusti, efficaci, ben vengano.
Alcune competenze si acquisiscono lavorando, proprio perchè molte cose si evolvono.
Vedi CAM, DNSH, di relativamente recente introduzione, quindi per forza di cose bisogna imparare facendo, l'esperienza può darti il vantaggio interpretativo su alcuni elementi, ma a volte devi comunque partire da zero.
L'architetto anche dopo 10 o 15 anni di ore di volo, sapendo fare perfettamente un certificato di pagamento, un SAL, relazioni tecniche, analisi prezzi, ecc. non è assolutamente scontato che ottenga un qualche tipo di requisito.
Il requisito è legato alla titolarità dell'incarico e del fatturato.
Rimanendo sul paragone olimpico, è come se una squadra di arcieri (sport individuale) si allenasse per anni per far qualificare alle olimpiadi qualcuno che a stento si ricorda come si tiene l'arco in mano.
Poi quando questo anziano arciere si qualifica, la squadra viene richiamata per tirare al posto suo e far vincere delle medaglie a lui.
Mi sembra evidente che ci sia un problema, e nessuno mette in discussione il fatto che chi deve progettare un'opera debba avere le comprovate competenze per farlo, siamo pienamente d'accordo.
Aggiungo che certamente bisogna fare delle distinzioni sulla complessità, e quello che mi sento di dire è che sui lavori più semplici, non di certo su ospedali o aereoporti, forse varrebbe la pena rendere più semplice accedere alla possibilità di poter concorrere senza dover dimostrare fatturati pregressi. Perchè di questo stiamo parlando, l'impossibilità di competere.
Vero che il concorso di progettazione non dovrebbe essere un modo di mettersi in mostra ma per individuare il progetto più meritevole, e ripeto: secondo voi questa situazione incentiva ed indirizza i professionisti in questa direzione?
Se non dev'essere uno show delle proprie abilità personali, dovrebbe comunque essere appetibile professionalmente perchè ad esso partecipino dei progettisti bravi, motivati, seri.
Vedi CAM, DNSH, di relativamente recente introduzione, quindi per forza di cose bisogna imparare facendo, l'esperienza può darti il vantaggio interpretativo su alcuni elementi, ma a volte devi comunque partire da zero.
L'architetto anche dopo 10 o 15 anni di ore di volo, sapendo fare perfettamente un certificato di pagamento, un SAL, relazioni tecniche, analisi prezzi, ecc. non è assolutamente scontato che ottenga un qualche tipo di requisito.
Il requisito è legato alla titolarità dell'incarico e del fatturato.
Rimanendo sul paragone olimpico, è come se una squadra di arcieri (sport individuale) si allenasse per anni per far qualificare alle olimpiadi qualcuno che a stento si ricorda come si tiene l'arco in mano.
Poi quando questo anziano arciere si qualifica, la squadra viene richiamata per tirare al posto suo e far vincere delle medaglie a lui.
Mi sembra evidente che ci sia un problema, e nessuno mette in discussione il fatto che chi deve progettare un'opera debba avere le comprovate competenze per farlo, siamo pienamente d'accordo.
Aggiungo che certamente bisogna fare delle distinzioni sulla complessità, e quello che mi sento di dire è che sui lavori più semplici, non di certo su ospedali o aereoporti, forse varrebbe la pena rendere più semplice accedere alla possibilità di poter concorrere senza dover dimostrare fatturati pregressi. Perchè di questo stiamo parlando, l'impossibilità di competere.
Vero che il concorso di progettazione non dovrebbe essere un modo di mettersi in mostra ma per individuare il progetto più meritevole, e ripeto: secondo voi questa situazione incentiva ed indirizza i professionisti in questa direzione?
Se non dev'essere uno show delle proprie abilità personali, dovrebbe comunque essere appetibile professionalmente perchè ad esso partecipino dei progettisti bravi, motivati, seri.
Ho sempre nutrito sentimenti conflittuali nei confronti dello strumento "concorso".
Da un lato lo trovo un sistema teoricamente ottimo per elevare la qualità progettuale e dell'opera compiuta, così come lo reputo un sistema stimolante ed interessante per far emergere nuove idee e nuovi talenti (che non devono necessarimente essere giovani). Ovviamente servirebbe strutturare il sistema per permettere a tutti di prendere parte, quantomento, alla fase di concepimento dell'opera. Magari, suddividendo la procedura in due o più fasi. In termini concreti, perchè non concedere a chiunque di concorrere presentando un progetto (fino alla fase di progettazione definitiva, ad aesempio, con adeguate dimostrazione dell'effettiva realizzabilità dell'opera)?
Personalmente, provando ad immedesimarmi, qualora vincitore, potrei anche ritenermi soddisfatto di fermarmi a quel punto (venendo lautamente ed equamente retribuito), qualora non avessi le capacità e/o la potenza di fuoco per seguire progettazione definitiva, appalto, direzione lavori, ecc.
Per contro, la mia parte più reazionaria, trova che lo strumento "concorso" sia un modo per disporre di un gran numero di proposte tra cui scegliere pagandone una sola (o tuttalpiù rifilando un vergognoso/simbolico riborso a pochi altri oltre al vincitore). Diciamolo chiaramente, ci indignamo di fronte a siti e piattaforme web che si basano su contest di progettazione in cui il privato, per pochi spiccioli, sceglie tra le proposte di decine di progettisti che si sfidano in una guerra tra poveri, per poi magnificare lo strumento concorso. Non ci vedo grande differenza, se non nell'ufficialità della procedura e nella scala degli interventi, con il concorso più o meno pubblico indetto da un ente, da un'istituzione o da un'azienda.
Di fatto si tratta pur sempre di un meccanismo che ancora una volta incentiva e favorisce i soliti "fortunelli", quelli che possono permettersi di vivere di sogni, cibarsi di pippe mentali, e giocare a fare i creativi (mantenuti da qualcuno) oppure i soliti "grossi studi" che possono permettersi di buttare tempo, denari ed energie in un concorso che probabilmente non vinceranno mai o vinceranno a turno (magari sfruttando decine di schiavi a partita IVA scarsamente retribuiti).
Da un lato lo trovo un sistema teoricamente ottimo per elevare la qualità progettuale e dell'opera compiuta, così come lo reputo un sistema stimolante ed interessante per far emergere nuove idee e nuovi talenti (che non devono necessarimente essere giovani). Ovviamente servirebbe strutturare il sistema per permettere a tutti di prendere parte, quantomento, alla fase di concepimento dell'opera. Magari, suddividendo la procedura in due o più fasi. In termini concreti, perchè non concedere a chiunque di concorrere presentando un progetto (fino alla fase di progettazione definitiva, ad aesempio, con adeguate dimostrazione dell'effettiva realizzabilità dell'opera)?
Personalmente, provando ad immedesimarmi, qualora vincitore, potrei anche ritenermi soddisfatto di fermarmi a quel punto (venendo lautamente ed equamente retribuito), qualora non avessi le capacità e/o la potenza di fuoco per seguire progettazione definitiva, appalto, direzione lavori, ecc.
Per contro, la mia parte più reazionaria, trova che lo strumento "concorso" sia un modo per disporre di un gran numero di proposte tra cui scegliere pagandone una sola (o tuttalpiù rifilando un vergognoso/simbolico riborso a pochi altri oltre al vincitore). Diciamolo chiaramente, ci indignamo di fronte a siti e piattaforme web che si basano su contest di progettazione in cui il privato, per pochi spiccioli, sceglie tra le proposte di decine di progettisti che si sfidano in una guerra tra poveri, per poi magnificare lo strumento concorso. Non ci vedo grande differenza, se non nell'ufficialità della procedura e nella scala degli interventi, con il concorso più o meno pubblico indetto da un ente, da un'istituzione o da un'azienda.
Di fatto si tratta pur sempre di un meccanismo che ancora una volta incentiva e favorisce i soliti "fortunelli", quelli che possono permettersi di vivere di sogni, cibarsi di pippe mentali, e giocare a fare i creativi (mantenuti da qualcuno) oppure i soliti "grossi studi" che possono permettersi di buttare tempo, denari ed energie in un concorso che probabilmente non vinceranno mai o vinceranno a turno (magari sfruttando decine di schiavi a partita IVA scarsamente retribuiti).
E' un buon punto quello che hai evidenziato:
"Personalmente, provando ad immedesimarmi, qualora vincitore, potrei anche ritenermi soddisfatto di fermarmi a quel punto (venendo lautamente ed equamente retribuito), qualora non avessi le capacità e/o la potenza di fuoco per seguire progettazione definitiva, appalto, direzione lavori, ecc."
Peccato che, per molti concorsi in due fasi la verifica dei requisiti è vincolante non solo per un eventuale affidamento delle fasi successive, ma anche per poter ricevere un premio.
In molti casi i bandi sono scritti in modo che:
- Puoi vincere il concorso anche nelle due fasi;
- Una volta fatta la graduatoria si esamina la parte amministrativa, quindi verifica dei requisiti;
- Se non hai i requisiti non ti è dovuto proprio nulla;
Raramente capita di leggere bandi in cui puoi ricevere un premio, e il fatto di non avere i requisiti ti impedisce soltanto di accedere alle fasi successive.
"Personalmente, provando ad immedesimarmi, qualora vincitore, potrei anche ritenermi soddisfatto di fermarmi a quel punto (venendo lautamente ed equamente retribuito), qualora non avessi le capacità e/o la potenza di fuoco per seguire progettazione definitiva, appalto, direzione lavori, ecc."
Peccato che, per molti concorsi in due fasi la verifica dei requisiti è vincolante non solo per un eventuale affidamento delle fasi successive, ma anche per poter ricevere un premio.
In molti casi i bandi sono scritti in modo che:
- Puoi vincere il concorso anche nelle due fasi;
- Una volta fatta la graduatoria si esamina la parte amministrativa, quindi verifica dei requisiti;
- Se non hai i requisiti non ti è dovuto proprio nulla;
Raramente capita di leggere bandi in cui puoi ricevere un premio, e il fatto di non avere i requisiti ti impedisce soltanto di accedere alle fasi successive.
"Personalmente, provando ad immedesimarmi, qualora vincitore, potrei anche ritenermi soddisfatto di fermarmi a quel punto (venendo lautamente ed equamente retribuito), qualora non avessi le capacità e/o la potenza di fuoco per seguire progettazione definitiva, appalto, direzione lavori, ecc."
Scusate ma se tutti ragionassero in questo modo chi caxxo le realizza le opere!!!! (scusate mi è scappato caxxo).
Non stiamo parlando del concorso di Miss Italia o il Festival di Sanremo! Stiamo parlando opere pubbliche che se vengono bandite è perchè se ne ha la necessità di averle! Ci andate a teatro? Ci vuole il teatro! Ci andate a vedere la partita di calcio? Ci vuole lo stadio!
Smettiamola di mitizzare la figura dell'architetto come il sognatore con il basco e la pipa che gira per le città con taccuino e matita e che con il dono del disegno ricevuto direttamente da Dio in persona ti schizza in due minuti il nuovo museo egizio di Torino e vince chissà quale concorso!
Gli architetti devono sì conoscere la storia dell'architettura, la storia dell'arte, l'arte del disegno ma da sempre devono anche essere dei tecnici, conoscere le normative, i materiali, le procedure, saper governare tutte le discipline che vengono coinvolte nella progettazione (strutture, impianti, geologia, termica.......).
I concorsi, guarda caso, non li vincono l'architetto Pincopallo che nel suo studiolo fa due scarabocchi su un foglio di giornale, li vincono dei gruppi di lavoro multidisciplinari (che tra l'altro si aiutano anche fra di loro sul tema requisiti professionali).
Ma come si fa dire che una volta vinto il concorso mi posso sentire soddisfatto, mollare tutto e pretendere pure di essere pagato....da su...ci leggono tutti su questo portale. Senza considerare che la partecipazione ad un concorso di progettazione è comunque un investimento ad alto rischio che impegna tempo e risorse di molte persone per cui è davvero assurdo ragionare in questo modo.
Scusate ma se tutti ragionassero in questo modo chi caxxo le realizza le opere!!!! (scusate mi è scappato caxxo).
Non stiamo parlando del concorso di Miss Italia o il Festival di Sanremo! Stiamo parlando opere pubbliche che se vengono bandite è perchè se ne ha la necessità di averle! Ci andate a teatro? Ci vuole il teatro! Ci andate a vedere la partita di calcio? Ci vuole lo stadio!
Smettiamola di mitizzare la figura dell'architetto come il sognatore con il basco e la pipa che gira per le città con taccuino e matita e che con il dono del disegno ricevuto direttamente da Dio in persona ti schizza in due minuti il nuovo museo egizio di Torino e vince chissà quale concorso!
Gli architetti devono sì conoscere la storia dell'architettura, la storia dell'arte, l'arte del disegno ma da sempre devono anche essere dei tecnici, conoscere le normative, i materiali, le procedure, saper governare tutte le discipline che vengono coinvolte nella progettazione (strutture, impianti, geologia, termica.......).
I concorsi, guarda caso, non li vincono l'architetto Pincopallo che nel suo studiolo fa due scarabocchi su un foglio di giornale, li vincono dei gruppi di lavoro multidisciplinari (che tra l'altro si aiutano anche fra di loro sul tema requisiti professionali).
Ma come si fa dire che una volta vinto il concorso mi posso sentire soddisfatto, mollare tutto e pretendere pure di essere pagato....da su...ci leggono tutti su questo portale. Senza considerare che la partecipazione ad un concorso di progettazione è comunque un investimento ad alto rischio che impegna tempo e risorse di molte persone per cui è davvero assurdo ragionare in questo modo.
Ottima tecnica.. quando la discussione viene portata su un profilo che non condivido inizio ad insultare il mio interlocutore.
La tua risposta squalifica prima di tutto te stesso per come ti poni nei miei confronti e nei confronti di tutti quelli che leggono.
La tua risposta squalifica prima di tutto te stesso per come ti poni nei miei confronti e nei confronti di tutti quelli che leggono.
Un concorso non si conclude necessariamente con la realizzazione di un'opera.
Spesso vincere significa venire contattati per la fase successiva, che può essere affidata o meno, a seconda dei casi.
Quindi immaginarsi che alla conclusione di un concorso non ci sia automaticamente un'incarico di progettazione esecutiva è un bagno di realtà.
Immaginarsi che un professionista possa scegliere o meno se proseguire alla fase successiva non è dettato solo da timore personale di non essere all'altezza o altro, molto spesso si fanno delle valutazioni come succede in qualsiasi altro lavoro, se valga la pena o meno proseguire.
La pista ciclabile di periferia potrebbe essere stata oggetto di un concorso di progettazione a cui molto probabilmente non avranno partecipato i nomi di punta dell'architettura italiana.
I premi per Miss Italia e Sanremo sono molto più alti, più visibilità e opportunità lavorative.
Spesso vincere significa venire contattati per la fase successiva, che può essere affidata o meno, a seconda dei casi.
Quindi immaginarsi che alla conclusione di un concorso non ci sia automaticamente un'incarico di progettazione esecutiva è un bagno di realtà.
Immaginarsi che un professionista possa scegliere o meno se proseguire alla fase successiva non è dettato solo da timore personale di non essere all'altezza o altro, molto spesso si fanno delle valutazioni come succede in qualsiasi altro lavoro, se valga la pena o meno proseguire.
La pista ciclabile di periferia potrebbe essere stata oggetto di un concorso di progettazione a cui molto probabilmente non avranno partecipato i nomi di punta dell'architettura italiana.
I premi per Miss Italia e Sanremo sono molto più alti, più visibilità e opportunità lavorative.
@ivodivo
Voglio pensare che tu abbia frettolosamente letto i concetti da me espressi e quindi li abbia fraintesi.
Provo a spiegarmi in maniera semplice.
Esistono varie figure professioanli coinvolte nella progettazione e realizzazione di un opera. Esistono, poi (basta osservare il tool per la determinazione dei compensi, per rendersene conto) varie categorie di prestazioni professionali e per ogniuna di esse è previsto "un peso" in termini di compenso. Non sta scritto da nessuna parte che il progettista debba occuparsi di tutto dall'inizio dell'iter progettuale al completamento dell'opera.
Ciò premesso, il concorso deve essere il modo per giungere allla migliore espressione architettonica possibile (selezionando tra tante) ed alla sua materiale ed ottimale realizzazione (se non è un mero concorso di idee).
In tale ottica, ad esempio, potremmo trovarci al cospetto di progettisti geniali che sono pessimi direttori dei lavori e viceversa. Alla luce di quanto esposto, nell'interesse pubblico, privato e del bello, perchè privarsi del meglio che offre il mercato dei professionisti?
Se vogliamo spremere il meglio dai professionisti ed evitare meccanismi che privilegiano/selezionano pochi eletti, bisogna, in primo luogo, retribuirli equamente per il proprio lavoro (non premiarli, poichè il premio potrebbe essere una simbolica presa per i fonadelli). In seconda istanza allargare la platea di menti partecipanti consentendo che chi ha l'idea vincente possa limitarsi a quella e venga ricompansato per "n" prestazioni professionali eseguite (scegliete voi se fermarsi alla prog. preliminare o alla definitiva). Così facendo si allargherebbe anche la platea di beneficiari delle somme stanziate, consentendo a qualcun altro di subentrare nelle fasi di realizzazione dell'opera.
Quello delle figure professionali e della multidisciplinarità non è tema attinente ai concetti che ho provato ed esporre. Mi pare assodato che se intendo partecipare, dovrò avvalermi della collaborazione di altri tecnici, anche in fase di progettazione preliminare (avevo specificato, ma è passato inosservato, che il primo traguardo dovrebbe comunque portare ad un progetto di acclarata e dimostrabile realizzabilità).
Tu stesso sostieni che "la partecipazione ad un concorso di progettazione è comunque un investimento ad alto rischio che impegna tempo e risorse di molte persone ". Proprio per questo, controbatto io, sarebbe opportuno studiare un sistema che consenta l'accesso ad una platea più ampia di partecipanti, riducendo i rischi e gli sforzi, quantomeno nelle fasi preliminari, e ridimensionado drasticamente le pretese di "garanzie" per prestazioni professionali che non le richiedono.
PS
Personalmente, vincessi un concorso di progettazione, sarei più che soddisfatto di fermarmi a quella (e per quella venire retribuito, perchè il progettista, i clienti, devono pagarlo), soprattutto se non disponessi degli strumenti e/o delle competenze e/o della forza lavoro per passare alla fase esecutiva dell'opera. Non mi vergono dei miei limiti e credo che l'esserne consapevole sia dimostraizone di professionalità.
Sono sicuro che da qualche parte, ci sono ottimi Direttori dei Lavori con alle spalle decenni di cantiere in opere importanti e studi strutturati per gestire cantieri rilevanti che condividono il mio pensiero e sarebbero ben lieti di subentrare per portare a compimento nel migliore dei modi la mia idea (accontentandosi della loro fetta di spettanze).
PPS
Il problema vero è che il più delle volte non si può "concorrere" nemmeno al rifacimento della piazzetta del paesello, alla ristrutturaizone della biblioteca comunale e alla realizzazione della pista ciclopedonale vuoi perchè privi dei requisiti di accesso, vuoi perchè le prestazioni vengono appioppate "per affidamento diretto" ai soliti noti, vuoi perchè gestite internamente dall'ufficio tecnico (parlo di opere affrontabili, dall'inizio alla fine, anche da un banale "one man band" come il sottoscritto e dai suoi fidati ed indipendenti collaboratori).
Voglio pensare che tu abbia frettolosamente letto i concetti da me espressi e quindi li abbia fraintesi.
Provo a spiegarmi in maniera semplice.
Esistono varie figure professioanli coinvolte nella progettazione e realizzazione di un opera. Esistono, poi (basta osservare il tool per la determinazione dei compensi, per rendersene conto) varie categorie di prestazioni professionali e per ogniuna di esse è previsto "un peso" in termini di compenso. Non sta scritto da nessuna parte che il progettista debba occuparsi di tutto dall'inizio dell'iter progettuale al completamento dell'opera.
Ciò premesso, il concorso deve essere il modo per giungere allla migliore espressione architettonica possibile (selezionando tra tante) ed alla sua materiale ed ottimale realizzazione (se non è un mero concorso di idee).
In tale ottica, ad esempio, potremmo trovarci al cospetto di progettisti geniali che sono pessimi direttori dei lavori e viceversa. Alla luce di quanto esposto, nell'interesse pubblico, privato e del bello, perchè privarsi del meglio che offre il mercato dei professionisti?
Se vogliamo spremere il meglio dai professionisti ed evitare meccanismi che privilegiano/selezionano pochi eletti, bisogna, in primo luogo, retribuirli equamente per il proprio lavoro (non premiarli, poichè il premio potrebbe essere una simbolica presa per i fonadelli). In seconda istanza allargare la platea di menti partecipanti consentendo che chi ha l'idea vincente possa limitarsi a quella e venga ricompansato per "n" prestazioni professionali eseguite (scegliete voi se fermarsi alla prog. preliminare o alla definitiva). Così facendo si allargherebbe anche la platea di beneficiari delle somme stanziate, consentendo a qualcun altro di subentrare nelle fasi di realizzazione dell'opera.
Quello delle figure professionali e della multidisciplinarità non è tema attinente ai concetti che ho provato ed esporre. Mi pare assodato che se intendo partecipare, dovrò avvalermi della collaborazione di altri tecnici, anche in fase di progettazione preliminare (avevo specificato, ma è passato inosservato, che il primo traguardo dovrebbe comunque portare ad un progetto di acclarata e dimostrabile realizzabilità).
Tu stesso sostieni che "la partecipazione ad un concorso di progettazione è comunque un investimento ad alto rischio che impegna tempo e risorse di molte persone ". Proprio per questo, controbatto io, sarebbe opportuno studiare un sistema che consenta l'accesso ad una platea più ampia di partecipanti, riducendo i rischi e gli sforzi, quantomeno nelle fasi preliminari, e ridimensionado drasticamente le pretese di "garanzie" per prestazioni professionali che non le richiedono.
PS
Personalmente, vincessi un concorso di progettazione, sarei più che soddisfatto di fermarmi a quella (e per quella venire retribuito, perchè il progettista, i clienti, devono pagarlo), soprattutto se non disponessi degli strumenti e/o delle competenze e/o della forza lavoro per passare alla fase esecutiva dell'opera. Non mi vergono dei miei limiti e credo che l'esserne consapevole sia dimostraizone di professionalità.
Sono sicuro che da qualche parte, ci sono ottimi Direttori dei Lavori con alle spalle decenni di cantiere in opere importanti e studi strutturati per gestire cantieri rilevanti che condividono il mio pensiero e sarebbero ben lieti di subentrare per portare a compimento nel migliore dei modi la mia idea (accontentandosi della loro fetta di spettanze).
PPS
Il problema vero è che il più delle volte non si può "concorrere" nemmeno al rifacimento della piazzetta del paesello, alla ristrutturaizone della biblioteca comunale e alla realizzazione della pista ciclopedonale vuoi perchè privi dei requisiti di accesso, vuoi perchè le prestazioni vengono appioppate "per affidamento diretto" ai soliti noti, vuoi perchè gestite internamente dall'ufficio tecnico (parlo di opere affrontabili, dall'inizio alla fine, anche da un banale "one man band" come il sottoscritto e dai suoi fidati ed indipendenti collaboratori).
Condivido in pieno.
Sul concetto di "premio" non mi formalizzo ma anche su questo siamo pienamente d'accordo.
Oltretutto pure alla conclusione di tutto un iter, potrebbe comunque verificarsi l'affidamento ai soliti noti, con clausole molto frequenti che ci spiegano che:
- la proprietà del progetto diventa di chi ha bandito il concorso;
- le eventuali fasi successive sono discrezionali da parte di questo soggetto;
Quindi questa immediatezza concorso -> realizzazione non mi sembra statisticamente così diffusa.
Sul concetto di "premio" non mi formalizzo ma anche su questo siamo pienamente d'accordo.
Oltretutto pure alla conclusione di tutto un iter, potrebbe comunque verificarsi l'affidamento ai soliti noti, con clausole molto frequenti che ci spiegano che:
- la proprietà del progetto diventa di chi ha bandito il concorso;
- le eventuali fasi successive sono discrezionali da parte di questo soggetto;
Quindi questa immediatezza concorso -> realizzazione non mi sembra statisticamente così diffusa.