Io e i miei due cugini abbiamo ereditato una casa al mare dai nostri nonni che erano fratelli. Si tratta di una casa di due piani composta da 3 unità abitative con una divisione in verticale. A nord ci sono i miei due piani ( 60% dell’immobile) a sud gli altri due piani. I vari piani sono stati costruiti in tempi diversi, con ditte diverse secondo le esigenze delle due famiglie di origine. Ora è usata solo come residenza estiva da tutti e tre.
La casa a causa del tempo e di cambiamenti successivi ( costruzione di scale esterne ) ,ha mostrato crepe lungo la parete divisoria in comune. Nel 2014 si è intervenuto a rafforzare le fondamenta con micropali e cordolo di sostegno su 3/4 del perimetro. Il progetto tecnico (architetto e ingegnere )ci è costato circa euro 5500 e comprendeva anche il rifacimento di un unico tetto da circa 150 mq(previsto per il 2017) in legno e a capanna e non più a padiglione com’è attualmente, con la realizzazione di un cordolo sottostante che avrebbe completato la stabilità dell’intera casa. Il progetto necessitava dell’approvazione da parte della Sovrintendenza ma, nonostante le insistenze, non è mai stata presentata la pratica dall’architetto con il quale sono cominciati da parte mia i malumori e le lamentele culminate quando, purtroppo ,nell’aprile scorso la trave portante del tetto sul mio appartamento si è frantumata aprendo un grosso squarcio per i tarli e le infiltrazioni puntualmente segnalati , ma l’architetto non ha fatto nulla. Viene realizzata nell’immediato una copertura in resina che mi è costata euro 5.000 e la conseguente revisione dei progetto che ,come da disposizioni comunali ,mi impone di rifare il tetto così com’è. Sollecitati i miei cugini al lavoro in comune e a realizzare il cordolo , nonostante i vari tentativi ed aver atteso fino alla fine di agosto una decisione, mi sono scontrata con l’opposizione di uno dei due anche se ha solo il 20% dell’intera casa . Persa la fiducia nel tecnico( intimo amico di mio cugino) e con un preventivo di spesa delle ditte consultate solo per la mia parte ( 35 mq con terrazzo di 35mq che resta scoperto) di circa 27.000- 33.000 euro,( troppo alto) ho cambiato architetto per realizzare il tetto in autonomia , solo sulla mia parte per l’urgenza e il danno ben visibile con infiltrazioni e muffe sul solaio. Il litigio con mio cugino e il tecnico è stato inevitabile . Ho mantenuto la figura dell’ingegnere che già conosce la situazione ma anche qui non sono stata fortunata: per avere un preventivo mi ha fatto aspettare un mese ( euro 2283) e mi ha parlato di un altro mese (forse?) per avere il progetto al quale aggiungere un altro mese (forse?)per l’approvazione al Genio Civile poiché devo presentare una nuova pratica a mio nome in quanto l’altro deposito ha la firma dei tre committenti. Se tutto va bene si arriverà alla fine del mese di gennaio 2017. Il nuovo architetto ha già presentato la nuova documentazione ma comunque sono bloccata. Chiedo: possibile che con un tetto in quelle condizioni io debba subire questo trattamento? Le onduline sono esposte al vento e potrebbero facilmente staccarsi ma nonostante questo non ho nessuna speranza di fare i lavori. Possibile che con il nuovo architetto le ditte edili hanno dimezzato le spese? Ho pagato tutto puntualmente ,sono sempre stata educata e chiara nelle mie richieste, possibile che non ho mezzi per sollecitare tempi più ristretti? Mi sento ostaggio di un sistema che non capisco, di una logica che non tiene conto del danno e dell’urgenza , potrei ricusare anche l’ingegnere ma mi hanno già mostrato il dente avvelenato e potrebbero infierire con richieste di controlli e farmi perdere ancora più tempo. Sono disgustata, essere dei professionisti per me ha un altro significato. Mi sono anche rivolta ad un avvocato ma verso questi tecnici non è possibile fare nulla . Forse c’è qualche soluzione?
Tegolina : [post n° 389009]
tetto rotto
Credo che per prima cosa conviene dotarsi di un legale esperto che potrà inquadrare meglio le azioni da intraprendere.
Il fatto è complicato per vari aspetti e la poca trasparenza dimostrata dai cointeressati al caso purtroppo non porteranno a soluzioni che con il tempo si sono intricati sempre più.
Non avete, sembrerebbe, costituito il "Condominio" che già sarebbe qualcosa in quanto come condomino si può far fare lavori su parti comuni, il tetto lo sarebbe, per urgenza e pericolo e poi farsi rimborsare dal condominio.
Il fatto è complicato per vari aspetti e la poca trasparenza dimostrata dai cointeressati al caso purtroppo non porteranno a soluzioni che con il tempo si sono intricati sempre più.
Non avete, sembrerebbe, costituito il "Condominio" che già sarebbe qualcosa in quanto come condomino si può far fare lavori su parti comuni, il tetto lo sarebbe, per urgenza e pericolo e poi farsi rimborsare dal condominio.