Buongiorno .Risiedo in una villetta a schiera in provincia di Bergamo
Ho bisogno della consulenza e perizia relativamente al manufatto edilizio di recente costruito lungo il confine del mio giardino in stretta aderenza al mio balcone . I vicini asseriscono che trattasi di un gazebo per il quale hanno dato comunicazione al Comune. Ritengo invece che trattasi di una vera e propria tettoia "camuffata " da gazebo e questo per motivi obiettivi quali la forma , i materiali utilizzati e la struttura che è stata realizzata in aderenza alla base del balcone e al muro della loro villetta confinante con la mia . Il tetto della tettoia è a falda unica e ha una superficie di circa 30 metri quadri (copre tutta la larghezza di metà giardino) , è sorretta da due pilastri anteriori in legno e 3 staffe posteriori in metallo , di cui 2 infisse nella base del loro balcone (una è a 20 centimetri dal mio confine ) e la terza nel muro laterale della loro abitazione . Dei due pilastri anteriori, il più vicino al mio confine dista 1,5 metri ma la falda ovvero il tetto giunge sino al mio confine non toccandolo solo per pochi centimetri . Inoltre il tetto giunge a pochi centimetri dal mio balcone (il mio balcone è la continuazione del loro balcone a cui la la tettoia aderisce) .Ritengo che la tettoia costituisca un pericolo poiché consente l'arrampicamento dei ladri e accesso facile al mio balcone, preoccupazione che prima non avevo. Il tetto è costituito da solide perline di legno , ricoperte superiormente con teli gutafol 160 s (materiale impermeabile e resistente al calpestio ) e presumibilmente altro materiale plastico verrà collocato a ultimarlo. La struttura è stabilmente fissa al suolo , non precaria (in senso temporale e strutturale) seppur smontabile - ma non facilmente- e il tetto sorregge il peso di minimo tre persone infatti avendo il tetto poca pendenza i vicini ci camminano sopra continuamente neanche fosse una terrazza, facendoci sentire fortemente a disagio in giardino dove non abbiamo più privacy poiché li vediamo sovrastare il giardino ogni qualvolta quando per motivi vari sono sul tetto della loro tettoia.
Ho bisogno di una consulenza di parte nonché di una perizia che congeli lo stato dei luoghi e rilievo della violazione delle distanze legali dal mio confine e dalla mia casa poiché mi trovo nella costrizione di adire le vie legali , in quanto ritengo siano stati lesi i miei diritti di confinante non rispettando la tettoia la distanza minima legale né dal mio confine , né dalle mura e balcone della mia villetta .
E' presente in questo forum un perito nella provincia ovest di Bergamo esperto in misurazione di distanze legali tra costruzioni che rediga una relazione con valenza legale dopo misurazione in loco accertante la violazione delle distanze legali?
Ho già fatto al Comune richiesta di accesso per acquisire la pratica edilizia relativa inclusi gli elaborati grafici , ma i documenti non sono in mio possesso.
Confido nella vostra attenzione alla mia richiesta di aiuto .
Sopruso legalizzato : [post n° 410146]
perizia misurazione distanza legale tettoia dal confine e dal fabbricato
Al di là della richiesta di accesso, ha già fatto una segnalazione, corredata di fotografie, all'ufficio abusi del Comune?
Temo che la segnalazione nel mio caso sia perfettamente inutile per i 2 seguenti motivi:
1\ nel mio Comune non esiste Ufficio Abusi , ammenoché è da intendersi con tal funzione l'Ufficio di Polizia Municipale ;
2\ poiché avevo avuto "sentore" delle intenzioni dei vicini, mi son recata presso l'Ufficio tecnico comunale , presso il quale il tecnico (geometra) del Comune mi ha preannunciato che non prevedeva come illecito che un gazebo giungesse a toccare con il tetto il confine , poiché bastava posizionare il pilastro di sostegno a un metro e mezzo dal confine. Questa affermazione mi ha alquanto scioccata in quanto ritengo che la distanza dal confine del manufatto edilizio in questione, tettoia o gazebo che sia , si debba misurare tra il punto più sporgente della costruzione e la linea di confine a prescindere dalla collocazione del pilastro (per altro uno degli elementi portanti della struttura dista solo venti centimetri dal mio confine ).
In altri termini secondo il geometra del Comune il tetto della costruzione può giunger a toccare il confine se il pilastro che lo sorregge è posto a distanza di legge e per legge lui intende il Regolamento comunale di recente modificato ad hoc! Di questa tettoia che i miei vicini hanno eretto , la porzione di tetto che si estende dal pilastro la vogliono assimilare ad uno sporto di modesta entità come ad esempio una grondaia quindi secondo il Comune non va computato nella distanza. Assurdo!
Questo io lo ritengo illecito poiché lo sporto in questione non è un accessorio decorativo o una grondaia o simile di limitata entità ma un vero e proprio aggetto di un metro e mezzo di larghezza. E' chiaro che hanno usato questo stratagemma per coprire tutto il cortile e dare la parvenza di essere in regola con il Regolamento comunale che prevede una distanza dai confini per i gazebi di un metro e mezzo ( assurdamente in deroga al codice civile art 873 distanza tra costruzioni ). Io contesto non solo che la distanza di un metro e mezzo dal mio confine non è stata rispettata ma anche che trattasi di una vera e propria tettoia che avrebbe dovuto essere collocata a tre metri dal confine.
Per questi motivi ritengo di essere vittima di un sopruso legalizzato e di aver necessità di far visionare lo stato dei luoghi (è lampante che questa costruzione è a pochi centimetri dal mio balcone e confine di giardino ) e soprattutto per far effettuare la misurazione della distanza del manufatto dai miei confini.
Ecco le ragioni del mio appello di un tecnico esperto in misurazione delle distanze legali delle costruzioni.
1\ nel mio Comune non esiste Ufficio Abusi , ammenoché è da intendersi con tal funzione l'Ufficio di Polizia Municipale ;
2\ poiché avevo avuto "sentore" delle intenzioni dei vicini, mi son recata presso l'Ufficio tecnico comunale , presso il quale il tecnico (geometra) del Comune mi ha preannunciato che non prevedeva come illecito che un gazebo giungesse a toccare con il tetto il confine , poiché bastava posizionare il pilastro di sostegno a un metro e mezzo dal confine. Questa affermazione mi ha alquanto scioccata in quanto ritengo che la distanza dal confine del manufatto edilizio in questione, tettoia o gazebo che sia , si debba misurare tra il punto più sporgente della costruzione e la linea di confine a prescindere dalla collocazione del pilastro (per altro uno degli elementi portanti della struttura dista solo venti centimetri dal mio confine ).
In altri termini secondo il geometra del Comune il tetto della costruzione può giunger a toccare il confine se il pilastro che lo sorregge è posto a distanza di legge e per legge lui intende il Regolamento comunale di recente modificato ad hoc! Di questa tettoia che i miei vicini hanno eretto , la porzione di tetto che si estende dal pilastro la vogliono assimilare ad uno sporto di modesta entità come ad esempio una grondaia quindi secondo il Comune non va computato nella distanza. Assurdo!
Questo io lo ritengo illecito poiché lo sporto in questione non è un accessorio decorativo o una grondaia o simile di limitata entità ma un vero e proprio aggetto di un metro e mezzo di larghezza. E' chiaro che hanno usato questo stratagemma per coprire tutto il cortile e dare la parvenza di essere in regola con il Regolamento comunale che prevede una distanza dai confini per i gazebi di un metro e mezzo ( assurdamente in deroga al codice civile art 873 distanza tra costruzioni ). Io contesto non solo che la distanza di un metro e mezzo dal mio confine non è stata rispettata ma anche che trattasi di una vera e propria tettoia che avrebbe dovuto essere collocata a tre metri dal confine.
Per questi motivi ritengo di essere vittima di un sopruso legalizzato e di aver necessità di far visionare lo stato dei luoghi (è lampante che questa costruzione è a pochi centimetri dal mio balcone e confine di giardino ) e soprattutto per far effettuare la misurazione della distanza del manufatto dai miei confini.
Ecco le ragioni del mio appello di un tecnico esperto in misurazione delle distanze legali delle costruzioni.
Si effettivamente ha bisogno di una perizia, spiacente non poterla aiutare perchè sono fuori mano, ma intervengo piuttosto per un altro motivo. Mi incuriosiva una sua frase e più precisamente: "... Regolamento comunale di recente modificato ad hoc!..." che vuol dire? Che avrebbero modificato appositamente il regolamento per permettere al suo vicino di fare quello che ha fatto?
Bè non esattamente. La mia affermazione " ad hoc" nasce dal fatto che il Regolamento edilizio è guarda caso fresco di qualche mese ma ovviamente non posso asserire una relazione causale tra gli eventi che mi riguardano e la modifica del Regolamento .Nei regolamenti edilizi precedenti non vi era traccia di alcuna norma che permettesse la collocazione di un gazebo ad un metro e mezzo di distanza dal confine , distanza che nei regolamenti edilizi a precedere era superiore in accordo con art 873 codice civile .
Mi permette di porle una domanda ?
Lei concorda con me che la distanza di una tettoia o gazebo debba essere computata dal punto della struttura più sporgente verso il confine e la linea di confine e non dall'elemento portante che lo sorregge e la linea di confine ?
Nel mio caso comunque pur scegliendo di misurare la distanza dal pilastro di legno , si è volutamente scelto "ad hoc" di considerare per la misurazione l'elemento portante anteriore (il pilastro di legno) che dista un metro e mezzo dal mio confine e non l'elemento portante posteriore ovvero la staffa di metallo di circa 40 cm che àncora la falda della tettoia alla base del balcone dei vicini e che è stata collocata a venti centimetri circa dal mio confine. Perdoni se mi è scappata nuovamente l'espressione "ad hoc".
Quindi lei è lontana da Bergamo ...
Mi permette di porle una domanda ?
Lei concorda con me che la distanza di una tettoia o gazebo debba essere computata dal punto della struttura più sporgente verso il confine e la linea di confine e non dall'elemento portante che lo sorregge e la linea di confine ?
Nel mio caso comunque pur scegliendo di misurare la distanza dal pilastro di legno , si è volutamente scelto "ad hoc" di considerare per la misurazione l'elemento portante anteriore (il pilastro di legno) che dista un metro e mezzo dal mio confine e non l'elemento portante posteriore ovvero la staffa di metallo di circa 40 cm che àncora la falda della tettoia alla base del balcone dei vicini e che è stata collocata a venti centimetri circa dal mio confine. Perdoni se mi è scappata nuovamente l'espressione "ad hoc".
Quindi lei è lontana da Bergamo ...
non conosco il regolamento del suo comune, le consiglio caldamente di contattare un tecnico del posto e di effettuare un accesso agli atti insieme a lui, solo in seguito lo stesso la potrà consigliare al meglio.
Anche nel mio comune la distanza si computa dai pilastri. Se fossi in lei, come consigliato dal collega, mi rivolgerei a un tecnico per seguirla nelle misurazioni e negli accessi agli atti, e in seguito a un professionista avvocato serio per gli aspetti inerenti all'interpretazione delle norme.
Quando dico "serio" intendo qualcuno che, oltre a essere competente, possa consigliarla onestamente sull'opportunità di una mossa legale e sulle effettive possibilità di ottenere il suo scopo. Questo perché non è raro nel mio quotidiano incontrare azioni legali che sostengono tesi minoritarie o quantomeno avventurose, che portano a esiti purtroppo già scontati.
Quando dico "serio" intendo qualcuno che, oltre a essere competente, possa consigliarla onestamente sull'opportunità di una mossa legale e sulle effettive possibilità di ottenere il suo scopo. Questo perché non è raro nel mio quotidiano incontrare azioni legali che sostengono tesi minoritarie o quantomeno avventurose, che portano a esiti purtroppo già scontati.