Cari colleghi,
vi scrivo in quanto è la prima volta che incorro in questa problematica legislativa e non so' come potermi muovere al meglio tutelando me e il cliente, o almeno vorrei una vostra opinione sulla mia decisione ultima che ho pensato di prendere:
Ho realizzato una CILA per ridistribuzione di spazi interni per un appartamento. Non appena abbiamo avuto l'unità abitativa sgombera da mobili e suppellettili, il muratore ha "saggiato" le pareti di demolizione e abbiamo scoperto un setto di cls molto consistente dove bisognava aprire una porta.
Spostare tale porta si trascina con se l'inesorabile conseguenza di apporre ulteriori modifiche ad un disimpegno spostando ulteriormente un'altro tramezzo.
Qui il problema: come comunico ciò? La mia idea, già successo in ambito SCIA, era di presentare variante non sostanziale a fine lavori ma purtroppo il legislatore per tale pratica edilizia non ne ha preso atto come ben visibile nel DPR380/01 art. 6-bis comma 5.
A questo punto, il mio pensiero è stato (evitando di dichiarare falso o far pagare inutili sanzioni al cliente) di presentare lettera integrativa spontanea al SUE nella quale si allega planimetria aggiornata e relazione di accompagnamento aggiuntiva nella quale si citano tutti gli estremi della pratica precedente (cosa ovviamente già presente nella lettera di integrazione documentale) nella quale, chiaramente e senza "inganno", si spiegano i reali motivi per tale scelta.
Concordate con me? Avete altre opinioni?
kajo : [post n° 417912]
Variante per CILA. Come fare?
Le norme nazionali non prevedono varianti per la CILA.
Pertanto, nel caso di modifiche in corso d’opera, bisognerebbe presentare una nuova comunicazione inizio lavori pagando nuovamente i diritti di segreteria e specificando nella Relazione Tecnica che si tratta di CILA in "variante corso d’opera" richiamando il protocollo di presentazione della pratica precedente.
Pertanto, nel caso di modifiche in corso d’opera, bisognerebbe presentare una nuova comunicazione inizio lavori pagando nuovamente i diritti di segreteria e specificando nella Relazione Tecnica che si tratta di CILA in "variante corso d’opera" richiamando il protocollo di presentazione della pratica precedente.
Grazie per la risposta.
Ma a questo punto, evitando di ristampare il plico di elaborati e ripagare i diritti di segreteria, anche se irrisori, non converrebbe integrare direttamente? specificando la natura di un setto non visibile preventivamente? In effetti tale variazione non comporta modifiche urbanisticamente rilevanti e nemmeno modifiche al RAI (essendo il tutto circoscritto in area di disimpegno)
Inoltre, così facendo non rimarrebbe "aperta" la cila principale? Nemmeno a pensare di fare la fine lavori che comunque deve essere accompagnata dall'aggiornamento catastale.
Ma a questo punto, evitando di ristampare il plico di elaborati e ripagare i diritti di segreteria, anche se irrisori, non converrebbe integrare direttamente? specificando la natura di un setto non visibile preventivamente? In effetti tale variazione non comporta modifiche urbanisticamente rilevanti e nemmeno modifiche al RAI (essendo il tutto circoscritto in area di disimpegno)
Inoltre, così facendo non rimarrebbe "aperta" la cila principale? Nemmeno a pensare di fare la fine lavori che comunque deve essere accompagnata dall'aggiornamento catastale.
"Ristampare il plico"... significa che da te si lavora ancora con la carta? Che croce.
Noi parliamo di CILA "aperta", colloquialmente, perché facciamo corrispondere la sua "durata" con l'esecuzione dei lavori; tuttavia da un punto di vista amministrativo non è un concetto corretto, poichè si tratta di una comunicazione e non di un procedimento. Come ha detto correttamente Gioma, non prevedendosi il caso di variante, la risposta al tuo questito sarebbe presentare una nuova CILA, dove se vuoi puoi specificare la relazione con la prima solo per chiarezza. Poi, molti comuni accettano la sostituzione di elaborati anche nel caso della CILA, proprio per ovviare alla macchinosità della nuova presentazione. In altre parole, le persone cercano soluzioni per districarsi nella semplificazione, che invece di semplificare, a mio avviso, partecipa attivamente all'ipertrofia normativa di questo posto disgraziato. La punta polemica per iniziare la mattina con un sorriso :-D
Noi parliamo di CILA "aperta", colloquialmente, perché facciamo corrispondere la sua "durata" con l'esecuzione dei lavori; tuttavia da un punto di vista amministrativo non è un concetto corretto, poichè si tratta di una comunicazione e non di un procedimento. Come ha detto correttamente Gioma, non prevedendosi il caso di variante, la risposta al tuo questito sarebbe presentare una nuova CILA, dove se vuoi puoi specificare la relazione con la prima solo per chiarezza. Poi, molti comuni accettano la sostituzione di elaborati anche nel caso della CILA, proprio per ovviare alla macchinosità della nuova presentazione. In altre parole, le persone cercano soluzioni per districarsi nella semplificazione, che invece di semplificare, a mio avviso, partecipa attivamente all'ipertrofia normativa di questo posto disgraziato. La punta polemica per iniziare la mattina con un sorriso :-D
Grazie per l'appunto, e purtroppo sì: il SUE del Comune della sopracitata CILA è ancora cartaceo (comune con 55.000 mila abitanti eh).
Preso atto e fatto tesoro dei vostri suggerimenti, sono arrivato alla mia ultima conclusione:
anche se non dovuta, presenterò comunicazione fine lavori allegando un CRE con scritto che si sono apportate modifiche lievi non rilevanti allegando una pianta in A4 e nuovamente una tabella RAI.
Così facendo allego variazione catastale per essere pronto alla stesura dell'agibilità!
Vi auguro una buona giornata! Ascolterò ugualmente altre soluzioni
Preso atto e fatto tesoro dei vostri suggerimenti, sono arrivato alla mia ultima conclusione:
anche se non dovuta, presenterò comunicazione fine lavori allegando un CRE con scritto che si sono apportate modifiche lievi non rilevanti allegando una pianta in A4 e nuovamente una tabella RAI.
Così facendo allego variazione catastale per essere pronto alla stesura dell'agibilità!
Vi auguro una buona giornata! Ascolterò ugualmente altre soluzioni
Kajo, attento a non autodenunciare un lavoro eseguito in assenza di comunicazione... Non riesci a fare due parole con l'ufficio tecnico, per capire con loro come muoverti nella maniera più semplice?
Sì certo, ci andrò in settimana prossima.
Comunque (da quello che sento in giro) è prassi comune citare "variazioni lievi" in un eventuale cre. Parliamo sempre di scarsi 90cm di traslazione di apertura e tramezzo (entrambe da progetto, non esistenti). Quindi realmente bisogna capire se si ricade in inflazione per assenza comunicazione o è possibile correggere il tiro con questo espediente.
Perché giustamente chi è che presenta integrazioni a delle CILA? Farlo risulterebbe un'arma a doppio taglio e possibile noie in più dall'ufficio tecnico. Quindi andrò a parlare in comune vedendo se potrò inserire una nota a fine lavori, altrimenti amen: ripresento una CILA con la noia della duplice copia del plico da presentare.
A questo punto mi chiedo: nei lavori futuri di ridistribuzione interna non conviene procedere con SCIA? E' vero che si pagano diritti di segreteria e di istruttoria, ma a questo punto hai la possibilità di tutte le varianti possibili e comunque la pratica è seguita e assentita da un tecnico comunale. E' scontato al 90% che il cliente durante i lavori voglia apportare modifiche. Ed è deleterio per lo studio stampare plichi, portarli all'ufficio con tutta la perdita del tempo che ne consegue. Discorso diverso se la pratica era telematica.
Comunque (da quello che sento in giro) è prassi comune citare "variazioni lievi" in un eventuale cre. Parliamo sempre di scarsi 90cm di traslazione di apertura e tramezzo (entrambe da progetto, non esistenti). Quindi realmente bisogna capire se si ricade in inflazione per assenza comunicazione o è possibile correggere il tiro con questo espediente.
Perché giustamente chi è che presenta integrazioni a delle CILA? Farlo risulterebbe un'arma a doppio taglio e possibile noie in più dall'ufficio tecnico. Quindi andrò a parlare in comune vedendo se potrò inserire una nota a fine lavori, altrimenti amen: ripresento una CILA con la noia della duplice copia del plico da presentare.
A questo punto mi chiedo: nei lavori futuri di ridistribuzione interna non conviene procedere con SCIA? E' vero che si pagano diritti di segreteria e di istruttoria, ma a questo punto hai la possibilità di tutte le varianti possibili e comunque la pratica è seguita e assentita da un tecnico comunale. E' scontato al 90% che il cliente durante i lavori voglia apportare modifiche. Ed è deleterio per lo studio stampare plichi, portarli all'ufficio con tutta la perdita del tempo che ne consegue. Discorso diverso se la pratica era telematica.