Claudio : [post n° 425779]

Apertura partita IVA

Salve,
Ho avuto una proposta da uno studio di Pisa, per una collaborazione a partita iva. Attualmente ho un contratto e vengo pagato il minimo sindacale (1150). Togliendo le particolarità del ambiente lavorativo di dove sto ora e dove andrei se accettassi la proposta, conviene aprire la p.i. per un lordo di 2000 euro mensili (ho meno di 35 anni e non ho mai avuto la p.i.)? Grazie a chi risponderà.
Red :
Ciao Claudio,
considera che aprire partita iva per diventare di fatto una finta p.iva (cioè continuare a fare il dipendente), non conviene MAI rispetto a un regolare contratto da dipendente. Ti offrono un lordo di 2000 €, per i primi anni avrai delle agevolazioni, ma ti invito fin d'ora a considerare che alla fine dei conti in tasca te ne rimarranno circa la metà; quindi dal punto di vista economico non avrai un vantaggio. Questo comunque non è l'aspetto più importante: con un contratto da dipendente hai delle tutele (es. ferie, permessi, malattia, etc.); con la p.iva le tutele sono pari a 0, sta solo ad un accordo tra le parti definire queste casistiche, nella norma se non si lavora non si viene pagati. Valuta tu e in bocca al lupo!
Claudio :
Ciao Red,
infatti volevo capire meglio prima di fare un passo sbagliato. Nella bilancia devo mettere tutti i pro e contro. In realtà se "ne resta poco più della metà", (cioè 1100) non conviene. Speravo ad arrivare ad un netto di 1500/1600 al mese (calcolando il reddito annuo). Ti ringrazio
ArchiFish :
Auspicare in un utile di 1500/1600 € al mese, a fronte di un fatturato annuo di 24.000 €, implicherebbe di avere spese ridotto all'osso. Ad oggi, con la flat tax forfettaria, è impresa impossibile. Ipotizzando, di dover decurtare il tuo fatturato dei soli costi relativi ad Inarcassa, assicurazione professionale, commercialista ed iscrizione all'ordine, potresti ambire ad un netto di 1200/1300 € al mese (ma devi andare la lavoro in bici o a piedi, non ammalarti ed essere pagato anche quando vai in ferie). Se dovesse passare l'ipotesi di falt tax basata sul concetto di " guadagno - spesa = ricavo", forse la tua posizione potrebbe leggermente migliorare, ma non di molto, poiché, da un simile provvedimento, trarrebbero vantaggio, in maggior misura, coloro i quali hanno spese riconducibili all'esercizio professionale (affitto, studio, utenze, auto, licenze software, ecc, ecc).
kia :
direi che la p.iva di deve aprire solo se costretti dalle circostanze o se realmente c'è una forte fortissima volontà di intraprendere la libera professione. Per andare a fare il dipendente con p.iva quando si è già dipendenti con un contratto nazionale direi che non è proprio il caso. Penso te ne pentiresti presto perchè perderesti tutta una serie di sicurezze che hai anche con "il minimo sindacale", come lo chiami tu. E' vero che ormai non esistono più sicurezze anche se si ha un contratto...ma se per un motivo "X" chiudono hai almeno diritto alla disoccupazione mentre se ti lasciano a casa con p.iva sei fregato e devi avere tu un piano B immediato o comunque a breve termine perchè non si vive di aria se hai affitto, inarcassa, ecc. Inarcassa conta che la devi pagare lo stesso anche a fatturato zero e sono già dei bei soldi che partono....
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