Ho un paio di committenti seriamente interessati ad usufruire del Superbonus. Ad oggi, dopo ore di studio di leggi, decreti, guide e chiarimenti, mi trovo nella condizione di non essere in grado di comunicare loro se gli interventi siano effettivamente realizzabili con suddetta forma di incentivo.
Probabilmente mi faccio troppi scrupoli, ma non sono abbastanza ricco per mandar via clienti e nemmeno abbastanza bandito per correre il rischio di metterli nei guai (e mettermici a mia volta).
Non cerco verità assolute per sollevarmi dai dubbi che mi assillano, ma credo che si tratti di due situazioni potenzialmente diffuse e discuterne potrebbe tornare utile a tanti colleghi.
CASO 1
Unità immobiliare facente parte di un edificio a schiera. Autonomo in tutto e per tutto (una parete in comune coi vicini, in sostanza e nulla più). Dotato di giardino recintato e cancello pedonale. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che i giardini di proprietà sono arretrati rispetto alla strada e l'area antistante (spazio di sosta, manovra, ecc) risulta accatastata come "corte comune".
Interpretando il superbonus secondo quanto suggerito dalla lingua italiana, la mia risposta dovrebbe essere un No categorico, anche se lo trovo assurdo e sono pronto a scommettere che in tanti direbbero un Sì a cuor leggero.
CASO 2
Edificio costituito da due U.I. (una al piano primo ed una al secondo) intestate alla medesima proprietaria. Comunicanti attraverso il vano scale che porta all'appartamento del piano primo (già valutata ipotesi di chiudere la porta dell'appartamento al piano terra per rendere le abitaizoni del tutto separate) Entrambe le U.I. hanno accesso autonomo dall'esterno, ma tale accesso insiste su corte comune. Impianti autonomi.
Escluderei la possibilità di ottenere due bonus distinti da 50.000 € per la coibentazione per l'impossibilità di soddisfare il requisito dell'autonomia funzionale delle U.I.
In questo caso mi verrebbe naturale intendere lo stabile come condominio composto da 2 unità abitative, quindi 40.000 € + 40.000 € per il cappotto, ma con gli impianti come la mettiamo?
Spero di non avervi tediato o di risultare banale. Se ritenete i temi un degno spunto di dibattito, vi invito a scatenarvi.
ArchiFish : [post n° 435833]
Dannato Superbonus
La circolare dice:
il superbonus non si applica agli interventi realizzati sulle parti comuni a due o più unità immobiliari distintamente accatastate di un edificio interamente posseduto da un unico proprietario o in comproprietà.
Per cui penso che non rientri il suo caso.
il superbonus non si applica agli interventi realizzati sulle parti comuni a due o più unità immobiliari distintamente accatastate di un edificio interamente posseduto da un unico proprietario o in comproprietà.
Per cui penso che non rientri il suo caso.
@ArchiFish magari non avere dubbi. Più sento, leggo e studio e più ne vengono, accumulandosi su quelli ancora non sciolti.
Sul CASO1 ho anche io una situazione simile e starei valutando questa opzione se percorribile:
Interventi sulle parti comuni del condominio (evidentemente il solo cappotto), e interventi trainati sulle singole u.i. (impianti, infissi)
Sul CASO 2, @Rocco ha già riportato il passaggio della Guida 24/E che pare lapidario
Sul CASO1 ho anche io una situazione simile e starei valutando questa opzione se percorribile:
Interventi sulle parti comuni del condominio (evidentemente il solo cappotto), e interventi trainati sulle singole u.i. (impianti, infissi)
Sul CASO 2, @Rocco ha già riportato il passaggio della Guida 24/E che pare lapidario
@archspf
CASO 1
Purtroppo a voler intervenire è solo il proprietario di una delle U.I., gli impianti sono autonomi e tali rimarranno, ecc, ecc, quindi, nessuna possibilità di interpretare l'operazione come condominiale. Non mi resta che tenerlo nel limbo argomentando la mia irresponsabilità. Non sono fuori fede che nei mesi a venire possano uscire ulteriori delucidazioni, magari conseguenti ad interpelli (credo sia una problematica diffusa).
CASO 2
Per quanto assurdo, ad oggi, sono dell'idea anch'io che non vi sia via d'uscita. Con una simile "sentenza" l'AdE ha, di fatto, stroncato sul nascere una casistica d'intervento che sarebbe stata tra le più diffuse nel nostro contesto (proprio per la nostra tradizione edilizia e di abitazioni "familiari"); per giunta contraddicendo la legge e le sue stesse interpretazioni degli anni passati. Anche in questo frangente, stand-by obbligatorio nella speranza di una svolta.
CASO 1
Purtroppo a voler intervenire è solo il proprietario di una delle U.I., gli impianti sono autonomi e tali rimarranno, ecc, ecc, quindi, nessuna possibilità di interpretare l'operazione come condominiale. Non mi resta che tenerlo nel limbo argomentando la mia irresponsabilità. Non sono fuori fede che nei mesi a venire possano uscire ulteriori delucidazioni, magari conseguenti ad interpelli (credo sia una problematica diffusa).
CASO 2
Per quanto assurdo, ad oggi, sono dell'idea anch'io che non vi sia via d'uscita. Con una simile "sentenza" l'AdE ha, di fatto, stroncato sul nascere una casistica d'intervento che sarebbe stata tra le più diffuse nel nostro contesto (proprio per la nostra tradizione edilizia e di abitazioni "familiari"); per giunta contraddicendo la legge e le sue stesse interpretazioni degli anni passati. Anche in questo frangente, stand-by obbligatorio nella speranza di una svolta.