acheloo : [post n° 445287]

Sanatoria per demolizione e ricostruzione

Salve a tutti,
dei clienti vorrebbero demolire e ricostruire un immobile (unifamiliare di ca 115 mq monopiano) utilizzando per quanto possibilie i bonus a disposizione (ecosisma 110% e ristrutturazione 50%). Il fabbricato è legittimato con licenza edilizia del 1950 ma difforme nello stato di fatto.
Data per assodata la sanatoria al fine della legittimazione del fabbricato per le cubature a disposizione, discutendo con dei colleghi è uscito fuori che, oltre la sanatoria diciamo "architettonica", è loro opinione di eseguire anche la sanatoria strutturale al GC prima di avviare la pratica per la demolizione e ricostruzione.
Avrei quindi bisogno di un vostro parere a riguardo, avete avuto esperienze simili? Io non trovo condivisibile la sanatoria strutturale in quanto assolutamente inutile alla causa trattandosi di demolizione e ricostruzione per ovvie ragioni; inoltre ritengo che al fine dei bonus il discorso dell'aumento delle classi per ciò che riguarda il sisma e l'eco sia altrettanto ovvio, trattandosi di un edificio vetusto.
Vi ringrazio
archspf :
Gli altri colleghi hanno pienamente ragione ed aggiungo che vanno rispettate anche le altre norme di settore, ricordando che le sanatorie ex. art. 36 o 37 non sono dei condoni.
acheloo :
Nel caso di efficientamento energetico e miglioramento sismico sarei d'accordo anch'io, la conformità ex ante alle norme in toto sarebbe d'obbligo. Nel caso specifico invece, trattandosi di demolizione e ricostruzione di un fabbricato in muratura vetusto e dismesso, il miglioramento in valore assoluto sarebbe implicito nell'operazione stessa di demolizione e ricostruzione e pertanto la sanatoria sarebbe strumentale alla sola legittimazione dello stato di fatto urbanistico-edilizio al fine di definire la cubatura disponibile per il nuovo manufatto, che risulterà quindi nello stato ex post pienamente conforme alle normative di settore. Sono verificati inoltre, allo stato ex ante, la doppia conformità, i requisiti igienico sanitari (altezze utili, rae ecc) e la norma relativa all'abbattimento delle barriere architettoniche. Ho bisogno di capire quindi dove (e se) sbaglio.
archspf :
La sanatoria deve coinvolgere per legge anche gli aspetti strutturali (Tar Napoli, sentenza n. 1935/2020): se sono stati fatti ampliamenti o comunque interventi che hanno coinvolto le strutture (Cass. Penale, sez. III, n. 39335/2018), per certe "epoche" anteriori alla classificazione sismica, e per opere "minori", è generalmente sufficiente un Certificato di Idoneità Statica o una Dichiarazione di Mancanza di Pregiudizio, diversamente se anche nel periodo dell'abuso occorreva l'autorizzazione - come lo sarebbe oggi - servirebbe la procedura del collaudo (sanatoria GC) che spesso risulta peraltro inapplicabile per ovvie ragioni.

Al fine di legittimare la costruzione, va valorizzata la situazione ante operam, non quella che si andrà a modificare con l'intervento di DEM/RIC.
A scanso di equivoci consiglio di interpellare il comune per una domanda esplicita.

Sarei contento di sapere se mi sbagliassi, ancorché il commento è frutto dell'esperienza personale.
acheloo :
Ti ringrazio della risposta, ho già preso appuntamento con il tecnico comunale per approfondire la questione.
Appena ho risposte esaurienti dal comune aggiorno il post.
arch_mb :
Ma secondo voi, dove andiamo? Come paese, intendo. Mi par tanto verso un muro
archspf :
@arch_mb in che senso?
arch_mb :
Nel senso che - e te lo dico da tecnico comunale, che la legge la fa rispettare e di sentenze ci campa - trovo troppo spesso che alcune imposizioni siano illogiche, per non parlare della giustizia amministrativa. Alcune non hanno senso, anzi sono contrarie, alla logica operativa, e non rispondono nemmeno a una logica di equità o giustizia. Questo caso è emblematico: quel che tu riporti è corretto, lo so anche io, ma tu dimmi: che senso ha? Sono carte, soldi dei cittadini spesi per carte, tempo dei tecnici speso per carte, tempo degli uffici usato per carte. Un paese bizantino, che avrebbe bisogno oggi più che mai del contrario. È avvilente
ArchiFish :
Standing ovation per arch_mb.
Viviamo nel paese (volutamente minuscolo) delle complicazioni burocratiche inutili.
Basti pensare che, nella un tempo privilegiata Emilia Romagna, ove esiste un modulo per interventi sismicamente irrilevanti ai fini della pubblica incolumità, un fantomatico comitato tecnico ha stabilito che per dimostrare l'irrilevanza di quegli interventi e quindi la non necessità di un deposito delle strutture, di fatto serve qualcosa di simile ad un deposito delle strutture (da allegare). Da aggi si deve calcolare tutto quello che non andrebbe calcolato per dimostrare che non serve calcolarlo (cartongessi, paretine divisorie, aperture in tamponamenti, ecc, ecc).
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