Bibi92 : [post n° 457595]

Importi prefattibilità

Cari colleghi, noi abbiamo delle indicazioni dagli ordini su come calcolare la parcella della prefattibilità ma purtroppo attualmente la situazione è molto incasinata. Io per accodarmi a dei colleghi, calcolo la parcella come indicazioni della rete tecnica e poi la sconto del 70%. Per i condomini, la situazione è peggiore è si viaggia sui 700 ad unità... così mi rendo conto che non ci sto più nemmeno con un rimborso del mio tempo. A parità di situazione, considerato un identico immobile ed i medesimi lavori, ci sono 1. Colleghi che non hanno chiesto nulla per la prefattibilità ed ora sono bloccati se non avviano i cantieri perché hanno lavorato in totale perdita. 2. Colleghi che hanno chiesto rimborsi spesa all’ordine del migliaio di euro e si trovano nella medesima situazione dei primi. 3. Colleghi come me che hanno fatto come vi ho detto, quindi a parità di situazione sono arrivati anche a 4 e 5 Mila di prefattibilità e si trovano ugualmente in difficoltà perché occorre pagare anche Aiuti e prestazioni esterne. 5. Colleghi che chiedono standard 5mila euro incluso avvio pratiche salvo ridurre all’osso la prefattibilità 6.colleghi che chiedono 15/20 Mila auro per iniziare, ovvero rispetto alla mia non scontano proprio nulla. Io per ovviare, in parte al problema, dopo la prefattibilità chiedo un altro anticipo per avviare le pratiche ed ad un certo punto ho iniziato a mettere dei vincoli per assicurarmi che continuino con me. Voi come vi regolate? Se facessimo un po’ tutti cartello, forse potremmo vivere e lavorare tutti meglio. Ah, io per ora ho scartato i GC, perché in tempi normali i GC le progettazioni non le pagano loro, le pagano i clienti e siccome in genere sono aziende, sono pagate profumatamente. Attualmente invece ci sono colleghi che prendono dai GC tra il 4 e l’8%.... no comment: Possibile svendersi così anche in un momento in cui i GC hanno un passaggio obbligato tra i professionisti? Facciamo cartello! Come vi regolate voi?
archspf :
Intanto ti dico che dopo decine e decine di sopralluoghi e studi di fattibilità (di cui veramente abbiamo perso il conto), alla fine dell'anno scorso abbiamo rivoluzionato approccio e strategia, proponendo due alternative differenziate sia in base ai presupposti che al potenziale.
Uno schema lo potete trovare a questo link https://pasteboard.co/i6AXMfGQovJk.jpg , che condivido per un aperto dibattito: critiche e suggerimenti sono bene accetti equamente.

Proponiamo infatti, alternativamente o sequenzialmente due step preliminari che prevendono:
a) preanalisi (o prefattibilità): per la verifica dei requisiti e condizioni di accesso, con un quadro economico di massima ad accompagnare lo sterile calcolo dei soli massimali > Parere preventivo scritto.
b) studio di fattibilità tecnico-economica: per la redazione di un progetto preliminare completo di diagnosi ed analisi energetica, simulazioni, scenari di intervento -> Report

Le due modalità sono differenziate oltre che per lo scopo (e risultati) anche per la mole di lavoro e ovviamente nel costo:
a) la preanalisi è sempre a carico del contribuente e rappresenta un incarico fine a se stesso (non condizionato): a fronte di poche centinaia di euro si ha la possibilità di capire se l'intervento è globalmente fattibile. E' stata più che altro una duplice necessità: per l'impegno di due anni ed il ritorno economico (anche solo fosse delle spese) che ancora tarda a riconciliarsi con il tempo e risorse spese; per placare gli animi "ballanzosi" dei clienti che ancora erano convinti che fosse tutto gratis, a nostro discapito lavorativo.
b) lo studio di fattibilità fino all'ultima commessa acquisita lo abbiamo affrontato come conditio-sine-qua-non per il proseguimento delle attività: ragionando in termini economici ci ha esposto fin troppo poichè il costo era a carico contribuente se e solo se non si fosse proseguito con la fase successiva (contratto condizionato all'affidamento dell'incarico definitivo). E questo poteva avvenire solo in due casi: 1) il cliente decidesse di interrompere le attività 2) per mancanza o sopraggiungimento delle condizioni di esclusione all'accesso ai benefici. Oggi paghiamo lo scotto del fatto che in tutti i casi affrontati gli interventi erano fattibili, tuttavia la carenza di imprese disponibili ci ha portato ad allungare i tempi fino ad oltre un anno (e parliamo di almeno la metà delle commesse acquisite finora). Rappresentando un impegno reciproco è anticipato da un contratto (in realtà per abitudine facciamo un contratto anche per semplici attività di consulenza) che vincola il committente a determinati obblighi nei confronti dei professionisti: ovviamente è piuttosto una tutela poiché il cliente pensa sempre che nulla ti è dovuto...

Dal punto di vista economico i due scenari dunque prevedono:
a) preanalisi: unifamiliari 600€, bifamiliari 1.000€, trifamiliari 1.400 €, mini condomini fino a 8 immobili 400€/unità, condomini oltre le 8 unità 300 €/unità (dalla 9° in poi)...
b) studio di fattibilità: in questo caso fà riferimento alle guide ufficiali, RTP e/o OICE.

Con i GC non abbiamo e non avremmo mai rapporti: primo perché sono intermediari che per quello che ci riguarda sono assolutamente ridondanti (per non dire inutili) e poi perché ci espongono a scendere a "compromessi", cosa che se permettete deve essere una facoltà (cerchiamo di ottimizzare le spese per calmierare o azzerare le eventuali eccedenze a carico del contribuente, proponendo nei casi critici uno "sconto" rispetto ai massimali del DM Parametri Bis dell'ordine del 10-25%) e non una cosa dovuta. Oltretutto all'inizio ci sembrava una opportunità quella di gestire in autonomia il credito (sconto diretto in fattura), massimizzando gli importi "disponibili" senza dover fare delle rinunce più pesanti di una normale concessione: svendersi non è la soluzione al problema, anzi ne crea altri a catena.

Il cambio di registro è avvenuto adesso con il nuovo anno: sia che si parli di preanalisi che studio di fattibilità, il cliente anticipa la spesa e come se la recupera sono affar suo: d'altronde possiamo "permettercelo" perché dobbiamo curare gli interventi in "lista di attesa". Tanto per darvi una indicazioni, ad oggi lavoriamo prevalentemente su situazioni dalla bifamiliare al mini condominio fino a 8 unità. Le unifamiliari le stiamo scartando per questioni note a tutti di budget e di tempo.



Infine se posso dire la mia, praticare oltre il 30% di ribasso su quanto spetterebbe è paragonabile a concorrenza sleale.
Il 70% voglio sperare sia un refuso ;-)
Bibi92 :
Lo sconto non è sulla parcella, ma sull'anticipo. Se le attività non proseguono a causa dei requisiti mancanti, allora la spesa per il cliente termina lì, ma se continua anche la parcella della prefattibilita viene ricalcolato sugli importi dei lavori e pagata integralmente nella fase successiva. Anche se il cliente si tira indietro, è obbligato a pagare la parcella per intero. Ed è vincolato a proseguire con noi, almeno da contratto.
Tuttavia per quegli importi di "anticipo" il carico di lavoro è davvero tanto già solo per la prefattibilità: talvolta la sola verifica di conformità comporta un lavoro che da solo costa quanto l'importo della intera prefattibilità percepita. Io pago lo scotto di aver intrapreso la storia del superbonus (che poi spesso sono ristrutturazioni integrali) in ritardo per scelte differenti fatte precedentemente e che quindi non mi hanno fatto render conto di aver stipulato contratti con importi che mi affannano senza reali risultati. Ricalibrerò il tutto.
desnip :
Posso aggiungere il punto 7) quelli che hanno detto chiaramente che si paga tutto, preanalisi, fattibilità, ecc. e quindi non hanno preso nessun incarico (io, praticamente).
Sinceramente di fronte a una possibilità di recuperare fino al 110% di quanto speso, non capisco perchè dovrei pormi il problema di far risparmiare alcune spese iniziali.

P.S.: cmq ho continuato a lavorare, eh, non è che sono stata "disoccupata"...
Dada74 :
Più che altro perchè la prima fase del lavoro (a prescindere da superbonus) ha sempre un'incognita "tecnica" che il cliente non conosce a priori e spesso nemmeno noi.

Io, per esempio, mi sono imbattuta in una situazione di difformità piuttosto difficile da risolvere che mi ha bloccata già al primo step. Questo step, la verifica di conformità, che avrebbe dovuto essere abbastanza palesemente (se le leggi fossero ben fatte) risolta al momento del mio intervento, in quanto chi compra dovrebbe aver comprato un immobile regolare visto che lo richiede la legge... Ora io non mi assumo la responsabilità di depositare pratiche edilizie se alla fine non viene regolarizzata come dico io e purtroppo in queste interpretazioni non tutti siamo così rigidi come me (mi si sono rizzati i capelli a sentire gli approcci anche di presidenti dei consigli chiamati a rispondere ai vari webinar). Va da se che se l'immobile non si riesce a regolarizzare, o comunque io non me la senta di procedere a condizioni che per me sono poco chiare, il cliente ha perso dei soldi ed io parecchio tempo.. quindi siamo in perdita tutti e due. Come se ne esce da queste situazioni?
Certo sarebbe giusto che la perdita fosse esclusivamente del cliente in quanto è una cosa sua, mentre per noi è lavoro, ma se i clienti sanno che alla fine ci sono incognite che nemmeno comprendono e che potrebbero far naufragare il tutto, come fanno a fare un investimento preventivo di diverse migliaia di euro? rischia di essere più azzardato di un investimento in banca ed alla fine si paralizza il tutto... o lavorano quelli più superficiali...
La questione ha a che fare con tutti i progetti...
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