salve a tutti.
Sarò breve, sono abbastanza in crisi. Stavo preparando la documentazione per la cessione del credito di casa mia - sono architetto ovviamente.
Vedo che Poste ha chiuso battenti.
Ditemi che c'è qualche speranza, anche in altra banca-ente...
vi ringrazio in anticipo
Riga : [post n° 466924]
cessione del credito.....
Attualmente tutto chiuso. A meno di cedere ad un fornitore/ditta che se lo sconta dalle tasse non ci sono speranze
Ciao Albo, grazie.
No lavori finiti a giugno… sono stata idiotissima a non mettermi a razzo fra settembre e novembre, ma non riuscivo a trovare un momento per finire la documentazione.
Mi odio.
No lavori finiti a giugno… sono stata idiotissima a non mettermi a razzo fra settembre e novembre, ma non riuscivo a trovare un momento per finire la documentazione.
Mi odio.
In un modo o nell'altro, credo che qualche canale di cessione verrà riaperto. Il quando non è dato a sapersi. Nel clima di incertezza (ormai perenne) generatosi attorno al tema bonus e cessioni, mentre noi tecnici corriamo come pazzi per i clienti che vogliono staccare il numero per mettersi in coda al supermercato prima del 25/11 ed assicurarsi un 110% anzichè un 90%, chi deve ritirare crediti, sta alla finestra e si concede il lusso di vedere che succede dopo tale data (o dopo la legge di bilancio).
ciao Archifish, spero davvero, potrete capire che in quanto p. iva e forfettario non spetta alcuno sgravio irpef, quindi non avevo molta altra scelta.
Come professionista avevo già avuto molti disagi a causa dei bonus e di tutta questa normativa mutevole e confusa... ci mancava solo che io per prima non ne potessi usufruire pur stando nei termini.
Cantieri durati 2 anni invece che 1, progetti saltati improvvisamente dopo mesi di studio perchè villette sì, villette no, isee sì, isee no, banca sì, banca no... insomma. Evviva.
Come professionista avevo già avuto molti disagi a causa dei bonus e di tutta questa normativa mutevole e confusa... ci mancava solo che io per prima non ne potessi usufruire pur stando nei termini.
Cantieri durati 2 anni invece che 1, progetti saltati improvvisamente dopo mesi di studio perchè villette sì, villette no, isee sì, isee no, banca sì, banca no... insomma. Evviva.
@Riga
sinceramente, non avendo uno studio con la forza lavoro per affrontarlo autonomamente e senza paure, ho approcciato il Superbonus avvalendomi del supporto di colleghi "specialisti" e limitandomi alle pubbliche relazioni, agli accertamenti preliminari, a rilievi e sopralluoghi ed alla parte progettuale/architettonica. Ciò nonostante le "figuracce" non volute con i clienti (che pretendono risposte e ti ritengono responsabile) a causa di una normativa in continua evoluzione sono state molteplici. Molteplici anche gli interventi "saltati" in parte a causa del cambio di regole, ma soprattutto per i prezzi impazziti e per il venir meno del "costo zero".
Ad oggi, nel delirio e nell'incertezza, spero di portare a termine gli ultimi 2 interventi potenzialmente sopravvissuti (ancora da "licenziare") poichè prevedono importanti modifiche interne extrabonus in cui si intravede la possibilità di fare il mestiere dell'architetto anzichè il burocrate.
Conclusi o abortiti questi, credo che mi terrò alla larga, a costo di perdere potenziali introiti, da tutto ciò che non attiene strettamente la professione, in particolare da questioni economico/finanziarie. Non sono e non voglio essere un fiscalista, ma soprattutto non voglio e non posso essere il consulente finanziario dei mie clienti (se ne trovino uno e lo paghino). Preferisco vivere povero, ma sereno.
PS
in bocca a lupo per la professione, ma soprattutto per la cessione.
sinceramente, non avendo uno studio con la forza lavoro per affrontarlo autonomamente e senza paure, ho approcciato il Superbonus avvalendomi del supporto di colleghi "specialisti" e limitandomi alle pubbliche relazioni, agli accertamenti preliminari, a rilievi e sopralluoghi ed alla parte progettuale/architettonica. Ciò nonostante le "figuracce" non volute con i clienti (che pretendono risposte e ti ritengono responsabile) a causa di una normativa in continua evoluzione sono state molteplici. Molteplici anche gli interventi "saltati" in parte a causa del cambio di regole, ma soprattutto per i prezzi impazziti e per il venir meno del "costo zero".
Ad oggi, nel delirio e nell'incertezza, spero di portare a termine gli ultimi 2 interventi potenzialmente sopravvissuti (ancora da "licenziare") poichè prevedono importanti modifiche interne extrabonus in cui si intravede la possibilità di fare il mestiere dell'architetto anzichè il burocrate.
Conclusi o abortiti questi, credo che mi terrò alla larga, a costo di perdere potenziali introiti, da tutto ciò che non attiene strettamente la professione, in particolare da questioni economico/finanziarie. Non sono e non voglio essere un fiscalista, ma soprattutto non voglio e non posso essere il consulente finanziario dei mie clienti (se ne trovino uno e lo paghino). Preferisco vivere povero, ma sereno.
PS
in bocca a lupo per la professione, ma soprattutto per la cessione.
@Archifish, credo che abbia espresso benissimo la situazione in cui mi sono trovata.
Sottoscrivo ogni cosa: l'affiancamento ad altri professionisti (in alcuni casi cambiati più di una volta in corso d'opera dalla committenza), il cercare di ritirarmi solo all'architettonico e progettuale (ma poi nolente o dolente si finisce per esserne travolti in qualche modo - fosse anche solo per le tempistiche infinite), il far comunque brutte figure a qualsiasi cosa ci si esponesse anche solo involontariamente legato al tema, l'esserci rimasta in mezzo pur avendo cercato di ritagliarmi solo il mio campo, solo il mio orticello senza sconfinare in quelle tematiche.
E anche io ho detto a me stessa (già a metà di quest'anno) che io progetti di questo tipo non ne avrei presi più, se non in condizioni veramente favorevoli.
La ciliegina è stato veramente non riuscire a percepire il millesimo da tutto questo ambaradan, dopo le fatiche e le ore inenarrabili legate a stato, clienti, imprese.
Sottoscrivo ogni cosa: l'affiancamento ad altri professionisti (in alcuni casi cambiati più di una volta in corso d'opera dalla committenza), il cercare di ritirarmi solo all'architettonico e progettuale (ma poi nolente o dolente si finisce per esserne travolti in qualche modo - fosse anche solo per le tempistiche infinite), il far comunque brutte figure a qualsiasi cosa ci si esponesse anche solo involontariamente legato al tema, l'esserci rimasta in mezzo pur avendo cercato di ritagliarmi solo il mio campo, solo il mio orticello senza sconfinare in quelle tematiche.
E anche io ho detto a me stessa (già a metà di quest'anno) che io progetti di questo tipo non ne avrei presi più, se non in condizioni veramente favorevoli.
La ciliegina è stato veramente non riuscire a percepire il millesimo da tutto questo ambaradan, dopo le fatiche e le ore inenarrabili legate a stato, clienti, imprese.