Buona sera vi contatto per chiedere consiglio.
Nel 2022 la mia famiglia stava facendo costruire una tettoia in legno poggiata su cordoli di calcestruzzo armato ed era prevista una chiusura dell' ambiente da delle vetrate movibili.
Il lavoro partì su approvazione di un architetto che affermava che la struttura si potesse realizzare e che sarebbe bastato non esagerare nelle dimensioni.
Sviluppato il progetto l' architetto presentò una scia al comune di Napoli, ma prima di avere un esito si presentò con gli operai e il materiale per iniziare i lavori.
In buona fede i lavori iniziarono insieme alle prime difformità rispetto al progetto con una qualità generale inferiore alle aspettative.
Si decide di bloccare i lavori , riusciamo a farci dare la scia e scopriamo che non solo era stata bocciata, ma l' architetto aveva presentato il progetto di una pergo tenda.
Sempre a spese della mia famiglia, consci del abuso si opta per la demolizione del manufatto.
ora non sappiamo più come muoverci , l' architetto non intende risarcire , non sappiamo quanto convenga andare in causa, ne se sia possibile essere risarciti dall' assicurazione presso l' ordine degli architetti.
Chiedo aiuto a professionisti o chi si è trovato in una situazione simile .
Vi ringrazio
Antonio.M : [post n° 482550]
l' architetto ha commesso un' illecito
Salve, prima di iniziare i lavori avete firmato un disciplinare d'incarico e preso visione dei disegni e della pratica da presentare ?
Si visionammo il progetto iniziale e in seguito mia madre e l’architetto firmarono le varie carte.
Però appunto il problema iniziò quando iniziammo a notare difformità rispetto al progetto concordato .
Dai pilastri in legno che dovevano essere un 20x20 che nella realtà erano un 10x10, travi sottodimensionate ecc.
Però appunto il problema iniziò quando iniziammo a notare difformità rispetto al progetto concordato .
Dai pilastri in legno che dovevano essere un 20x20 che nella realtà erano un 10x10, travi sottodimensionate ecc.
i responsabili in prima istanza per il comune sono sempre i committenti, anche perché la scia è il committente a firmarla, non ve lo dimenticate. Poi in seconda istanza potete rivalervi sul professionista, qualora riusciate a provarne la colpa
Sostanzialmente la sua colpa è nel raggiro.
Sapeva che l’opera non si poteva fare ma a preferito presentare una scia con un progetto diverso da quello concordato.
Conscio di tutto ha iniziato i lavori prima che noi potessimo ricevere un esito sulle autorizzazzioni.
La nostra colpa è stata la fiducia.
Sapeva che l’opera non si poteva fare ma a preferito presentare una scia con un progetto diverso da quello concordato.
Conscio di tutto ha iniziato i lavori prima che noi potessimo ricevere un esito sulle autorizzazzioni.
La nostra colpa è stata la fiducia.
Fatti da dimostrare. Incaricate un tecnico di fiducia quale consulente di parte ed un legale.
La giurisprudenza prevede nell'ambito del T.U Sicurezza sul lavoro nei confronti del committente la "culpa in eligendo" (si è rivolto al professionista sbagliato) e "culpa in vigilando" (il committente pur fidandosi ha il compito di vigilare sull'operato di chi lavora per lui), per cui i principi normativi sono validi (senza specifica sanzione) anche per gli altri ambiti del processo edilizio.