Ele : [post n° 488960]

Di.co impianto elettrico chiusura CILA

Buongiorno,
Ho aperto una CILA per ristrutturazione parziale di un appartamento in cui bisognerà aggiungere/spostare alcuni punti luce e prese. Mi chiedevo se sia necessaria la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico a fine lavori, poiché per l’impresa non è fattibile non avendo rifatto l’intero impianto. Grazie in anticipo
archspf :
certo che è necessario, insieme al collaudo. L'intervento di "manutenzione" o di "integrazione" è soggetto agli obblighi di cui al DM37/08 in relazione alla sola parte modificata.
Le "imprese" la devono piantare di inventarsi problemi che non esistono.
paola2 :
in un cantiere in cui ho unito 2 appartamenti adiacenti, feci una epica discussione con un elettricista che , alla mia richiesta di Di.Co., se ne usci dicendo che aveva solo spostato 3 prese e 2 accensioni.
Vero, ma operazione legata alla unione dei 2 impianti.
La Di.co in questo caso tra parantesi è per altro prescritta dalla normativa.
Sto "bravo figliolo" in ultimo se ne uscì dicendo che lui non poteva farla se l'impianto non ha già la Di.co originaria...
Ah si, e tu me la chiedi DOPO eh??
"bravo ehm... figliolo" la Di.co ce la ho eccome ma tu dovevi accertarti di intervenire su un impianto a norma PRIMA di toccarlo e NON DOPO.
Atteggiamento che comunque hanno in tanti impiantisti, ovvero prima intervengono e poi ti chiedono la DI.CO esistente.
In altri lavori quando lo ho riferito al cliente , mi e' stato mandato a dire che per 3 prese non serve la Di.co.
Lasciato il cliente, che guarda caso da sempre più credito all'impresa che al tecnico.

Fu una delle poche volte che alzai la voce.

E fu una delle ultime volte che consentii ai clienti di portarsi il loro amico elettricista...
Kia :
Guarda, discussioni infinite sull'argomento. Alcune imprese per fortuna sono brave e sanno come muoversi con in certificati ma ahimè non sempre si capita bene. Che fare? Allora, visto e considerato che i certificati sono obbligo dell'impresa esecutrice si informa di questo il committente dicendo che se non vengono rilasciati potrebbe costituire in problema per lui, che ne so, in fase di agibilità se serve oppure per lavori successivi. Se il cliente va dietro all'impresa, tu lo hai informato e fine. Il tuo lo hai fatto. Non è che possiamo fare i babysitter di tutti
archspf :
@Kia concordo, tuttavia mi raccomando di informarlo in modo scritto (via email/pec o altra forma in cui possa comparire una ancorché "tacita ricezione" da parte dello stesso).
anche se eofftopic: io da tempo faccio firmare proprio una "informativa" che raccoglie tutti i vari aspetti che spesso sfuggono al committente (ruoli, responsabilità ecc.)
paola2 :
si, concordo.
E ripeto che le imprese spesso, agli occhi dei committenti, hanno più credibilità di noi tecnici.
E ahinoi, spesso il cliente ti guarda come se volessi fare il di più.
In alcune occasioni avrei mandato, e volentieri, a quel paese anche il cliente...
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