Buonasera a tutti,
un mio cliente sta acquistando una casa e, dopo il compromesso, la parte venditrice ha verificato la regolarità urbanistica dell'immobile. Nel 2006 è stato eseguito un piccolo intervento di ristrutturazione interna per il quale è stato dichiarato che non era necessaria alcuna variazione catastale, in quanto la rendita catastale non ha subito modifiche. Cosa effettivamente giusta.
Tuttavia, al momento dell'atto di vendita, si riscontra una regolarità urbanistica, ma la planimetria catastale non è perfettamente conforme allo stato di fatto attuale. Nonostante ciò, la rendita catastale è rimasta invariata e per questo Il notaio non solleva obiezioni alla vendita. Il venditore dichiara di aver ereditato tale situazione e di non volersene fare carico. Oltre al fatto che il tecnico della parte venditrice non vuole dichiarare alcun che.
A mio parere, la discrepanza tra la planimetria catastale e lo stato di fatto andrebbe comunque sanata. Voi cosa ne pensate?
grazie a tutti
FLOPSARCH : [post n° 493211]
LIEVI DIFFORMITÀ CATASTALI ATTO DI VENDITA
Se c'è regolarità Edilizia e urbanistica sei a posto. È quella la questione importante, se sei sicuro di quella vai tranquillo a mio avviso. Anche io ho visto situazione del genere, il notaio rogita se c'è una spalletta più in qua o più in là non gliene frega niente, se i vani alla fin fine sono sempre quelli per lui è irrilevante. La rendita per variazione modeste non cambia, non so se hai esperienza di Docfa ma io da quando ho iniziato a farli ormai qualche anno fa capisco meglio certi ragionamenti dei notai!
Il catasto non è probatorio, bisogna vedere se l'ultimo titolo edilizio rilasciato sui locali coincide con lo stato di fatto. Sottolineo che, in caso di abuso, il proprietario è sempre responsabile anche se ha "ereditato" la situazione irregolare, e che deve sanare a proprie spese prima di vendere (mai, mai, mai rogitare con abusi ancora pendenti!!).
La questione è proprio questa, a livello urbanistico è tutto perfetto. è stata presentata una DIA nel 2006 con le variazioni incriminate tutto regolare. In quella DIA hanno presentato un foglio in cui si diceva che non era necessaria una variazione catastale in quanto non c'era variazione di rendita. Di conseguenza la planimetria ad oggi risulta differente rispetto allo stato di fatto. La notaia mi da l'idea che non sappia benissimo come muoversi, perchè lei dice che per lei si può procedere perchè non si configura come abuso.
In tal caso si procede alla variazione Docfa, alla data di conclusione degli interventi eseguiti con DIA, per la quale non si dovrà applicare la sanazione per prescrizione dei termini.
Scusa non ho capito. La situazione attuale reale corrisponde a quanto depositato con Dia? Si. La planimetria catastale non è pienamente corrispondente perché all'epoca non variava il classamento e si dichiarava in fine lavori Dia che non si procedeva alla variazione? Si. Per la notaia è ok rogitare perché per lei è indifferente lo scostamento tra titolo edilizio e catasto. Se ti ha detto così evidentemente è così altrimenti lei per prima avrebbe chiesto aggiornamento catastale. Perché non ti va bene? Dovrebbe dire che è un abuso? Ma non lo è!! Se dici che lo stato dei luoghi è conforme al titolo edilizio!
La domanda iniziale era:
"A mio parere, la discrepanza tra la planimetria catastale e lo stato di fatto andrebbe comunque sanata. Voi cosa ne pensate?"
La risposta è: Sì! Per una questione "formale" di coerenza dei documenti, non è una "sanatoria", è un allineamento della documentazione.
Alla notaio giustamente dal punto di vista "sostanziale" non frega nulla, proprio per il motivo già detto per cui il catasto non è probatorio.
Quindi, se si vogliono fare le cose fatte bene si dovrebbe aggiornare la situazione catastale allo stato dei luoghi e quindi al titolo edilizio depositato, anche se ciò non è ostativo alla buona riuscita delle operazioni di rogito.
"A mio parere, la discrepanza tra la planimetria catastale e lo stato di fatto andrebbe comunque sanata. Voi cosa ne pensate?"
La risposta è: Sì! Per una questione "formale" di coerenza dei documenti, non è una "sanatoria", è un allineamento della documentazione.
Alla notaio giustamente dal punto di vista "sostanziale" non frega nulla, proprio per il motivo già detto per cui il catasto non è probatorio.
Quindi, se si vogliono fare le cose fatte bene si dovrebbe aggiornare la situazione catastale allo stato dei luoghi e quindi al titolo edilizio depositato, anche se ciò non è ostativo alla buona riuscita delle operazioni di rogito.