Giulia : [post n° 497363]

Architetto Dipendende in studio ma a P.iva

buongiorno, sono una giovane architetto appena entrata nel mondo del lavoro. Ho trovato lavoro in studio ma sono stato “assunto” come dipendente (senza contratto) a p.iva. Parlando con amici, questa situazione é di prassi negli studi di architettura e ingegneria. É una truffa legalizzata dallo Stato. Perché io in effetti faccio la dipendente (orari fissi, 9-10 di lavoro, devo chiedere permessi e ferie, solo lo stipendio non é fisso, avvolte lo vedo dopo 3 mesi) ma sono a partita iva (il mio stipendio é lordo e pago le tasse anche sugli eventuali e rari bonus) In sostanza mi becco i doveri di entrambe le tipologie di lavori, ma non i diritti come tredicesima o maternità oppure lavoro flessibile e anche da casa come p.iva.
Perché nessuno fa niente per cambiare questo sistema sbagliato?
archspf :
Non è legalizzata dallo Stato ma un gravissimo illecito applicato dagli studi...
Pablo Lozano :
Buen día Julia. Entiendo tu frustración. En otros países también suceden cosas similares, y en muchas otras profesiones y trabajos. Te recomiendo que evalúes la posibilidad de paulatinamente lanzar tu propia oficina de arquitectura, buscando un sector con necesidades reales y convertirte en especialista de ese sector. Saludos cordiales. Pablo.
Giulia :
Si ma perché nessuno si ribella a questa cosa, nessuno ne parla? É un taboo
Giulia :
Infatti la mia idea é quella di potermi staccare un giorno e fare da sola. Perché così non va bene
lorenzo_px :
@archspf non è del tutto esatto, nel decreto legislativo 81/2015 detto anche "Job Act" l'art.2 comma 1 e 2-bis recita :

Comma 1
A far data dal 1° gennaio 2016, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro.

Comma 2
La disposizione di cui al comma 1 non trova applicazione con riferimento:
alle collaborazioni prestate nell’esercizio di professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione
in appositi albi professionali;

Fu l'allora Governo Renzi sulla scia della riforma Fornero a togliere la presunzione di falsa partita iva dalle professioni intellettuali tra cui la nostra. A volere questa norma fu soprattutto il CNAPPC che paventava un crollo degli studi.

Quindi, possiamo affermare che si, è lo stato che ha voluto ciò e che lo permette.

Aggiungo, qualora uno studio professionale volesse avere un segretario/a è costretto ad assumerla. Ora non saranno le stesse mansioni, però fa strano vedere due persone sedute al pc avere diritti diversi.
Giulia :
dove lavoro al momento la segreteria è la sorella del capo....prima era la figlia. Capisci che anche qui il problema si può baypassare.
anche perchè ok sono alle prime armi ma porto a casa al netto, lo stipendio di uno stagista in fabbrica, però quello in fabbrica ha più diritti di me
Kia :
Veramente è tutto legale. Sta al singolo professionista non entrare nella spirale delle 10 ore al giorno e farsi pagare adeguatamente, ahimè.
fulser :
Giulia, veramente non si parla quasi d'altro, la bacheca è piena di post simili.
E infatti, a parte che concordo con kia, quello che penso l'ho già abbondantemente detto in altri post.
GG :
Ciao, la maggior parte degli studi funziona così. Qualora te ne volessi andare o dedicare metà del tempo per quello studio e l’altra metà a gestire qualche tua pratica, incominciano le pressioni per restare. Sta di fatto che certi studi sono incentrati su una sola persona titolare.
archspf :
il comma 2 eslcude proprio la posizione di subordinazione per le professioni come la nostra...
Liber :
Il gesto più grande e rivoluzionario che puoi fare è quello di non alimentare il sistema, quindi abbandonare gli studi professionali degli altri e farne uno tuo con le tue regole e impari pure di più, perchè ci sbatti personalmente la testa. Tanto tra stare sottopagata presso altri e guadagnare poco e niente all'inizio della tua attività, conviene la seconda, anche a livello intellettuale. Oppure cercare un lavoro da dipendente e stai tranquilla.
Giulia :
Grazie a tutti dei consigli. ora farò le mie valutazioni!
Kia :
@archspf, eh no veramente il comma 2 dice esattamente tutto il contrario di quello che pensi tu. L'esclusione degli ordinistici è nel senso che per noi iscritti ad un ordine non è necessario farci un contratto perchè possiamo collaborare con p.iva! anche in monocommittenza. Perchè era anche quello il nocciolo della questione su cui la riforma doveva intervenire. Di fatto se la cosa fosse passata sarebbe stato un macello....ahimè bisogna dirlo...perchè negli studi tutti si sono un po' preoccupati non solo i titolari ma ti garantisco anche gli architetti collaboratori a p.iva. Io per prima perchè quando è venuta fuori la novità e non si capiva il campo di applicazione, io personalmente dovevo ancora consolidare la mia "pluricommittenza", chiamiamola così....
unfor :
la monocommittenza può essere una scelta, ma la presenza fissa in ufficio siete sicuri sia legale?
lorenzo_px :
@unfor tutte le professioni intellettuali iscritte ad albi sono escluse dalla presunzione di falsa partita iva. Quindi, anche in presenza di un controllo una tantum (che non avviene praticamente mai), si fa fatica a dimostrare che sei un dipendente a tutti gli effetti.
E' una distopia ma è cosi.
Non a caso, nell'ultima riscrittura del codice deontologico, il CNAPPC ha aperto per un contratto tra privati che fissi delle regole tra studio e collaboratore ma non fornisce nessuna tutela che potrebbe avere un dipendente qualsiasi, praticamente carta straccia.
archspf :
@Kia, sono un cretino: grazie per avermelo fatto notare. Credevo erroneamente che per "esclusione" si intendesse l'esatto contrario :-(
Giulia :
La questione é che so che esiste una legge che ti tutela come partita iva nel caso tu riesca a dimostrare che lavori fisso in uno studio, fai orari prefissati, devi chiedere il permesso per ferie e permessi, e vieni pagato dalla stessa persona. Sempre se trovi in giudice che ti dà ragione, e da lì il datore di lavoro dovrebbe assumerti ad indeterminato e pagare tutti gli arretrati (ferie permessi tredicesime etc) come dipendente a contratto. Ma se succede non lavori più secondo me
Kia :
"é che so che esiste una legge".....e quale sarebbe? Scusa la franchezza, ma qua non si ragiona per sentito dire. O c'è o non c'è (la legge). Fino a contro ordine, al momento gli ordinistici sono esclusi salla presunzione di falsa p.iva. Prima della riforma Fornero potevi anche tentare una causa di lavora e forse spuntarla, dopo dovevi cambiare lavoro proprio e anche città, ma questo è un altro discorso......ma adesso lo vedo molto improbabile intraprendere un percorso del genere. Il codice deontologico nella versione aggiornata come ricorda giustamente il collega, parla di stipulare contratti. Ecco, quello lo s i può fare. Ma ti tutela se lo studio non ti vuole pagare alla fine del lavoro.....ma non si entra nel merito di dipendente, subordinazione, assunzione, ecc.
unfor :
@lorenzo_px Sostanzialmente mi confermi che la richiesta della presenza fissa in studio non è legale e piuttosto c'è un problema di carenza di controlli e va dimostrato il fatto (cosa non così difficile). Che poi il riferimento agli ordini professionali non lo capisco del tutto, le finte partite iva non esercitano la professione, di fatto sono solo dei disegnatori e non firmano nulla; ci sono poi anche le imprese che tengono architetti a partita iva per fare i disegnatori senza che firmino nulla. Il problema è piuttosto che come hanno già fatto notare altri, se uno solleva la questione la può anche spuntare ma poi non lavora più se non in proprio.
Kia :
Unfor, no! L'unica spiegazione che mi do a questa difficoltà di capire la questione è che siate giovani e non abbiate vissuto il pre-Fornero quindi non sapete che PRIMA era illegale (e potevi fare una causa di lavoro) mentre adesso lo è. Per gli ordinistici NON è valida la presunzione di finta p.iva. Per cui manca proprio il presupposto per fare una causa di lavoro, neanche val la pena mettersi
lorenzo_px :
@Unfor assolutamente no, probabilmente ho espresso male io il concetto e mi scuso.
Se sei un architetto e lavori in uno studio come finta partita iva (orari fissi, postazione, mansione ecc.) anche in presenza di controlli nessuno può dire o fare molto poiché la legge( Fornero e poi jobact) esclude tutte le professioni ordinistiche dalla presunzione di falsa partita iva.
Al più, i controlli possono focalizzarsi sulla presenza di un incarico tra studio e "collaboratore", presupposto obbligatorio per tutti gli architetti iscritti.

A mio avviso questa è la grande distopia di questo paese.
Se ci rifletti un segretario/a deve essere obbligatoriamente assunta, perché un collaboratore che gli lavora alla stessa postazione invece no ?

Perché uno che produce scarpe deve pagare contributi, ferie, malattie, formazione, buoni pasto al dipendente e invece il collaboratore di studio prende la metà del dipendente che fa le scarpe e da quel netto ci deve togliere pure contributi, assicurazione, ordine, formazione e spese varie ?

Ora posso capire che lo studio di architettura può non avere lavori continuativi ma almeno garantire orari precisi, ferie e malattie figurative senza che te lo facciano pesare, toh almeno gli orari per fare la formazione, l'esclusione dell'obbligo di assicurazione.
Piccole cose ma che almeno non ci fanno sentire dei lavoratori di serie c.
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