Julian B. : [post n° 360083]

Aprire uno studio di ingegneria edile - architettura

Salve,

sono un ingegnere edile da oltre tre anni collaboro con uno studio della mia città. Vorrei ora mettermi in proprio aprendo uno studio mio. Ho però diversi dubbi che vi pongo come elenco puntato per meglio esporli:
1) Per sfruttare i finanziamenti della regione Puglia (NIDI 2015) lo studio deve essere aperto o in forma associata o come ditta individuale, io propendo per questa ultima soluzione (non ho colleghi con cui creare lo studio associato). Uno studio tecnico può essere registrato come impresa individuale?
2) Attualmente sono nel regime fiscale dei minimi 2014 (ho aperto la P.IVA nel maggio 2014). L'apertura di uno studio privato e/o ditta individuale cosa comporta come spese? Uscirei dal regime dei minimi?
3) Io svolgo (ed ho svolto) attività di formazione, sia nel campo della salute e sicurezza sul lavoro che nel campo informatico (software: AutoCAD e 3DS), l'accordo Stato-Regioni per la formazione dei lavoratori ai sensi del Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro mi permette di stampare e firmare attestati avendo tutti i requisiti previsti dalla legge. Ma per la formazione dei software ho bisogno di qualche certificazione particolare per poter stampare e firmare gli attestati di partecipazione?

Grazie un saluto
gg :
Non sono un commercialista, ma in generale posso dirti che l'attività di impresa va distinta da quella professionale. Mi sembra di capire che per poter usufruire del finanziamento hai bisogno di creare un'impresa, cioè una nuova partita IVA, con iscrizione alla Camera di Commercio. Quello che ti serve, quindi è una qualsiasi società oppure una STP, una società fra professionisti che comprenda, volendo, altri soggetti anche non architetti. In alternativa alla società puoi aprire tu una ditta individuale, cioè una partita IVA, ad esempio come artigiano. Una volta fatta la società, la STP o la ditta, la iscrivi alla Camera di Commercio.
I costi sono quelli di una S.r.l. oppure, nel caso di una ditta individuale, quelli di una ulteriore posizione lavorativa, con relativi contributi previdenziali, partita IVA, etc.
Ti conviene chiedere, ma la soluzione migliore dovrebbe essere la STP.
Ily :
Io mi sono messa in proprio da febbraio (in quanto mi è venuta a mancare una collaborazione full-time) e sto facendo i primissimi passi nella libera professione vera.
Le mie spese sono state ZERO: lavoro da casa, con la mia adsl che avevo prima, la stampante che avevo prima, il mio pc che avevo prima (il mio unico pc) e l'I-pad. Appena dovrò "firmare" qualcosa (per adesso ho solo consulenze di progettazioni architettoniche) prenderò la firma digitale (circa 40 euro).
Per cominciare ti bastano un pc (ma quello già dovresti averlo), una stampante A4 con scanner (costo circa 100 €), e i programmi free. Per adesso vado io a domicilio dai clienti, poi quando avrò più clienti si vedrà, magari prenderò una scrivania in un co-working. Non avendo spese fisse, posso tenere prezzi competitivi (ovviamente non a livello di groupon, naturalmente) e assicurare comunque un lavoro di qualità.
Quindi basta la tua partita Iva da finto dipendente e l'iscrizione a Inarcassa.
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